SABBIA E NEBBIA

“La poesia e la musica sono linguaggi estremamente affini con un legame indissolubile e simbiotico, un rapporto quasi magico che si può riscontrare sin nelle più antiche civiltà umane”. Così Loredana Pietrafesa, poetessa e musicista, ma anche scrittrice fantasy, originaria di Potenza, definisce i linguaggi di queste due arti di cui è eccellente autrice e interprete. E la sua ultima silloge dal titolo “Sabbia e Nebbia” (Tabula Fati, Chieti – 2022) ne è appunto un compendio in quanto racchiude sia la musicalità dei versi sia l’anima musicale cui essi sono ispirati. Infatti, le trentadue poesie contenute nella sua pubblicazione nascono proprio dall’ascolto di brani musicali  di celebri autori e le suggestioni  sonore cui la Pietrafesa si è ispirata per comporre i testi.

L’autrice, che lo ricordiamo è diplomata in Pianoforte e Clavicembalo al Conservatorio G. Da Venosa di Potenza e insegna musica nelle Scuole medie a Molfetta (Bari) città dove vive con la propria famiglia, ha quindi descritto con le sue parole le emozioni che i brani le hanno suscitato. Da Vivaldi a Verdi, da Schumann a Bach, da Ravel a Mahler, da Paganini a Debussy, sono alcuni dei tanti grandi compositori che hanno stimolato la pubblicazione di questa sua decima raccolta poetica (la prima dal titolo “Cortecce”, Il Salice – Potenza, risale al  1989) con le quali ha ricevuto vari importanti riconoscimenti letterari.

“In questa silloge – scrive il docente universitario e critico letterario Dianiele Giancane – ci sono versi memorabili come La neve sul mare/sorprende il risveglio (da Valses nobles et sentimentales di Ravel). O Ti attenderò al bivio/della tua innocenza (da Primo dolore di Schumann)”; si tratta, secondo Daniele Giancane – fondatore e coordinatore del noto gruppo culturale La Vallisa di Bari di cui l’autrice fa parte – di un mondo di grandi emozioni, sogni e  pensieri sussurrati che catturano il lettore e meglio ancora se quest’ultimo legge questi testi ascoltando in sottofondo il corrispondente autore che li ha ispirati. “Un‘operazione – conclude il critico – assai interessante, che segna una nuova felice tappa dell’iter poetico della nostra Autrice”.

Filippo Radogna