IL MUSEO DELLE ANIME PERSE 01

A MEZZANOTTE MI PRENDO LA TUA BARA

Un crepuscolo del 1975…

Inghilterra, Yorkshire…

Le luci della città brillano nella notte come triangoli gialli, occhi come quelli di un gatto. Il freddo e la nebbia svuotano le strade di voci e rumori. La gente se ne rimane in casa, protetta dalle luci al neon delle abitazioni, al riparo dalle dicerie sempre più fantasiose sull’uomo che ha aggredito alcune donne. La polizia brancola nel buio; altri gli attribuiscono già poteri straordinari…

Un assassino quasi invisibile, assolutamente fuori dal comune, che sta progettando nuovi delitti…

Il primo corpo mutilato è stato ritrovato nel ’72 nel West Yorkshire; il pazzo l’aveva colpita più volte alla testa con un martello, poi le aveva affondato dentro il coltello, concentrandosi in particolare sul sesso.

La seconda era stata una ragazza di ventisei anni, sposata due volte, separata, con una bambina piccola da accudire. Lavori precari, problemi con l’alcool, Joan ogni tanto si prostituiva per sbarcare il lunario. Il maniaco l’aveva abbordata dalle parti di Blackburn, aveva avuto in rapporto sessuale con lei, le aveva alzato il reggipetto per giuocare coi seni. Era ancora dentro di lei quando l’aveva colpita violentemente sulla testa. Poi l’aveva presa a calci sui seni, sulle gambe, infine era stata pugnalata con una ferocia maniacale. Le telescriventi delle polizie di Leeds, Halifax, Keighley, Castelford non si erano più fermate: un sadico assassino batteva le zone più isolate della regione in cerca di nuove vittime. Una terza donna fu trovata immobile, con la faccia sull’erba, coperta dai capelli, nell’inverno del ’73 nel Campo dei Soldati. Anche lei lasciata morente sull’erba, pugnalata con una tale violenza da farne fuoriuscire gli intestini. Le indagini rivelarono i particolari drammatici anche di queste vittime: donne sole, abbandonate dai mariti, senza un lavoro, costrette sul baratro della prostituzione e della tossicodipendenza…

Un crepuscolo del 1975…

Tina, ex ballerina e spogliarellista.

L’ubriachezza molesta le ha fatto perdere anche l’ultimo lavoro al night. Ora, nel freddo puritano della città, non le resta altro che una stufa a legna in una pensione scadente di Bradford.

Quell’ultima sera la passa con alcune amiche dalle parti della Parrocchia di S. Paolo, tra la decadenza e il marciume dei pub e dei terreni vuoti. Un’ombra aspetta che sia sola e alticcia, le si avvicina; nel buio gli occhi dell’uomo brillano come quelli di un gatto, peggio come quelli di un folle.

- Ciao, ti vuoi divertire?

- Si, quanto?

Lei ha in mente la sua stamberga in Oak Avenue, un posto miserabile ma adatto, lì a due passi, fuori mano, senza nessuno che possa disturbarli e un po’ meno freddo. L’uomo non sembra convinto, forse ha fretta di consumare subito, poi si convince a seguirla lungo le vie spoglie. Non appena Tina apre la porta del suo appartamento, l’uomo estrae dal soprabito un martello e la colpisce con furia criminale sul capo. Il sangue scorre a fiotti. L’uomo fruga nell’appartamento per vedere se c’è qualcuno, poi posa il martello accanto al corpo di Tina. I capelli di lei sono macchiati di rosso, gli occhi verdi spalancati nel vuoto. Lui la trascina per le gambe, la porta in camera da letto, la solleva, buttandola sul materasso, poi comincia a sfilarle la giacca di pelle, tirarle giù alle caviglie i jeans, strapparle le mutandine. Tina è semicosciente, le lacrime cominciano a scorrerle più veloci sulle guance. Si sente soffocare… Anche lei è solo una bambola di carne. Una bambola che aumenta il piccolo museo di statue che respirano del maniaco sessuale… Ora l’uomo è fermo ai piedi del letto. La sua ombra demoniaca si proietta contro la parete come quella di un incantatore o di uno stregone. Dopo la capovolge e prende a pugnalarla sulla schiena. Immagini disgustose gli attraversano la mente. Un prisma ansante di violenza e depravazioni, un diadema rosso sangue alimenta il sordo rancore dell’uomo, i fantasmi distorti della sua misoginia…

- Sei solo una puttana, una schifosa di meno! Hai finito di imbrattare le strade col tuo sudiciume! – grida l’assassino.

Il Vice Sovrintendente Capo Harry Carren ha più di trent’anni di servizio nella polizia metropolitana, ha lavorato per anni sugli attentati e le bombe dell’IRA, eppure non ha mia visto nulla di simile.

- Questo è peggio di un terrorista – confida coi suoi uomini.

Harry Carren si sveglia ancora la notte con la visione negli occhi delle terribili ferite riportate da alcuni bambini durante un attentato dinamitardo sulla M62. Avrebbe conservato quelle immagini fino alla tomba. Ora deve assistere impotente alle abominevoli imprese di questo nuovo tipo di pazzo lucido.

Durante una conferenza stampa, Carren mette in guardia tutte le donne della zona: a suo avviso il pazzo non colpirà più solo prostitute; il suo è un odio e un rancore nei confronti dell’intero genere femminile. Sull’intera regione calerà un coprifuoco nelle ore notturne. Carren non lascia nulla di intentato: manda i suoi uomini in borghese in giro ovunque, nei pub, nei circoli, in tutti i luoghi in cui si riunisce la gente. Intanto la tracotanza e la rabbia del popolino accendono i primi falò nelle periferie. La gente non ne vuole sapere di rimanere chiusa in casa: i giovani ballano sempre più freneticamente nelle discoteche al ritmo delle canzoni di David Bowie, dei Rolling Stones e di Donna Summer…

Intanto gasometri e macchinari edili circondano le periferie dello Yorkshire. Cantieri edili, cantieri ferroviari, alloggi comunali sfitti, case occupate, devastate, accampamenti a cielo aperto di zingari e altri sbandati.

A Bradford, dalle parti di Bowling Back Lane, spogliarelliste sovrappeso, alcolizzati, puttane e clienti formano un sottobosco in cui è facile nascondersi…

Qui, tra la boscaglia e un vecchio cimitero abbandonato, qualcuno scivola tra le ombre dense dei palazzi masticando odio. Il maniaco sessuale, l’assassino invisibile dello Yorkshire non trova ancora pace, la sua sete di sangue lo spinge a uscire, a continuare a uccidere ancora e ancora. Le disprezza e le desidera al medesimo tempo, loro che hanno tra le gambe il segreto della vita e lo sprecano annegando la loro maternità sul fondo di una bottiglia. Le odia! Poche sere prima, la sua giovane mogliettina è scoppiata a piangere! Aveva avuto un ritardo, poi le mestruazioni erano arrivate, distruggendo quel sogno di paternità e maternità che inseguono da anni. Lui l’aveva abbracciata con dolcezza, reprimendo dentro un rancore sordo contro le sgualdrine e la loro fertilità!…

Ora è di nuovo in caccia…

I cadaveri non lo spaventano.

Ricordi di quand’era ragazzo, quando lavorava in quel piccolo cimitero e, a volte, apriva deliberatamente le bare, giocava coi loro occupanti…

La rabbia non lo lascia, lo spinge a frugare tra i rifiuti, dove ha lasciato l’ultimo corpo di una sgualdrina che la polizia e quel pallone gonfiato di Carren non hanno ancora trovato; il cadavere è rimasto vicino al cimitero abbandonato dove l’aveva lasciato, parzialmente coperto da alcuni rifiuti, in una zona completamente devastata poco distante da una scuola abbandonata. L’uomo le sfila gli stivali resi luccicanti dalla pioggia, la spoglia, la adagia contro un viottolo maleodorante, poi si abbandona a una furia incontrollabile…

Intanto l’inchiesta di Carren macina costi e cifre ragguardevoli: tra ore di straordinario, uomini impiegati, un numero gigantesco di persone interrogate, pedinate, perquisite. L’indagine sta raggiungendo la cifra di un milione di sterline, senza arrivare ancora all’identificazione del pazzo. I superiori di Carren premono per avere risultati, ma il Vice Capo non crolla né si fa scoraggiare.

- Prenderò questo folle, a qualunque costo!

Carren sa di non potersi aspettare nessun aiuto dai clienti delle prostitute, un esercito anonimo di esseri evasivi, striscianti e clandestini, costretti dalle loro debolezze, a tacere sulle frequentazioni notturne di prostitute…

Poi il pazzo si decide a interrompere il suo silenzio. Anche lui, emulo di altri efferati mutilatori, scrive alla polizia una lettera in cui si vanta delle sue gesta, ed elenca il numero di donne mutilate. Il Daily Mirror ipotizza che un delitto avvenuto nel novembre del ‘75 sia sfuggito alla conta; altri articoli ipotizzano che si tratti di un mitomane, oppure di una seconda mano delirante…

Nei giorni seguenti arrivano altre lettere che pretendono di venire dal massacratore. Comunicazioni di squilibrati e perdigiorno…

I mesi scivolano via dal calendario…

Una quiete premeditata…

1978, nelle sale esce il film “La febbre del sabato sera”…

Per Harry Carren prendere l’assassino è diventata un’ossessione…

Intanto è stata addestrata una squadra scelta per catturarlo…

Anche il predicatore laico O’Hara è sceso dal pulpito della sua Manchester e ha cominciato una durissima campagna contro la prostituzione. In meno di un mese mette su una lega per la morale pubblica, con bravi cittadini pronti a pattugliare le strade e i sobborghi armati di torce e bastoni…

Alcune giovani squillo si decidono a parlare con gli inquirenti: hanno avuto a che fare con un tipo giovane che diceva di essere un poliziotto e voleva scopare gratis. Che il mostro possa essere uno della polizia?…

Intanto il vero mostro è al riparo da tutto questo, al sicuro nella sua bella casetta, coccolato dalla sua bella moglie sterile, con un buon lavoro, una bella automobile, nessuna preoccupazione economica. Esteriormente è un bell’uomo, gentile, educato, rispettoso…

Poi c’è chi si rivolge agli astrologi, ai chiromanti, agli psicologi criminali, agli occultisti, agli ipnotizzatori…

Che fine ha fatto il mostro?

Colpirà ancora?

E quando?

Un esercito di detective privati, guaritori e spiritisti sono sulle sue tracce…

Da qualche parte ad Halifax organizzano una seduta spiritica cui partecipano anche alcuni psichiatri e gente dell’alta società, in una stanza ampia di meschino mobilio, compenetrati dal parossismo fosforescente dell’oscurità…

La medium è una donna scarna, le labbra chiuse, gli occhi fissi e i lineamenti del volto contornati da una vaghezza azzurra…

La medium ha un leggero sussulto.

Poi, con voce quasi infantile, pronuncia poche parole in italiano, mentre attorno a lei la pendola batte la mezzanotte. Qualcosa sfiora il viso dei presenti, come un leggero sussulto nell’aria…

La voce della medium ripete la stessa parola…

- Gradoli!…

- Gradoli!…

Ombre incise nel sogno dondolano dai lampadari come capelli nel laccio d’uno specchio spezzato…

Intanto una cassetta a nastro con la voce registrata di qualcuno che si beffa di essere l’assassino arriva alla polizia…

Eppure lui, il vero squartatore, non ha mai scritto o registrato alcun nastro…

Il decennio volge quasi al termine e la voce elettronica di Donna Summer spalanca una nuova era di giovani tarantolati su una pista da ballo, sepolti sotto una pioggia di luci d’oro; un nuovo mondo è alle porte…

Una delusione profonda spegne gli ultimi fuochi di ribellione e prepara la depressione degli anni ’80…

Un settembre del ’79, un nuovo tipo di giovane ragazza (che non coltiva più i sogni rivoluzionari dei suoi fratelli maggiori, ma che aspira solo a una vita decente, a una laurea, a un buon impiego) esce da un pub pieno di punk e studenti del quartiere di Halifax. Qualcuno la spia da tutta la sera, mentre beve, chiacchiera e scherza con la comitiva di amici. L’uomo è eccitatissimo alla vista degli stivaletti rossi della giovane. Non può trattenersi. Il demone dentro di lui torna a pretendere i suoi sacrifici di sangue su quella nuova generazione di donne e ragazze che vanno a ballare, al cinema, ai pub e tornano a casa la notte tardi, da sole, affermando un’indipendenza che lo spaventa e l’offende, come prima lo offendevano lo sgambettare delle puttane! Anche queste giovani sgambettano sui ciottoli coi tacchi a spillo, hanno abiti scollatissimi e gonne che arrivano alla coscia…

L’ombra la precede fuori dal locale, rimane teso nell’ombra col martello in mano e il coltello sotto la giacca. Lei cammina senza un problema nella testa, percorre vicoli inondati dalla musica e dalle risate dei suoi coetanei. Si sente felice e al sicuro. Lui sente i passi sul selciato bagnato, il rumore ipnotico di quegli stivali rossi col tacco. Poi è un attimo, il martello che cala, il corpo che crolla sul marciapiede, lui che ne trascina furioso il corpo lontano dalla luce e dai rumori, in cerca di quell’oltretomba in cui praticare i suoi rituali… Vicino a un cassonetto, ansimando, le solleva il maglione, il reggipetto, prova a sfilarle i jeans, le mutandine e accoltellarla nell’addome, in quella zona generatrice di vita, quella parte della donna che non può sopportare, che gli ha rubato la felicità…

Quando ha finito, quasi non riesce a staccarsi dalla contemplazione di quel che ha fatto, della nuova bambola di carne che ha aggiunto alla sua collezione…

I suoni che vengono dalla strada lo strappano dallo stato sonnambolico in cui è caduto, le voci corsare dei ragazzi della disco, la musica di festa, passi che si avvicinano…

Sporco di sangue, deve correre via nel buio…

Trattenere il respiro e la paura, l’onda di emozioni che lo sommerge fino a farlo impazzire, come un carillon di pupazzi tra la paccottiglia del suo cranio. In una mano stringe ancora uno degli stivaletti rossi, l’ultimo suo trofeo di morte! Altre immagini di morte si proiettano davanti ai suoi occhi! Non sente le grida alle sue spalle, alcuni giovani hanno trovato la ragazza e lo indicano. Improvvisamente la città sembra svegliarsi da un lungo sonno. Rumori di passi attorno, altre voci sempre più vicine e lui che non riesce a staccarsi da quello stivale rosso e dal martello che gocciola sangue…

Dalle parti di Alma Road una volante di agenti sbuca dalle tenebre e gli taglia la strada.

Non ha più fiato, non gli rimane che mentire.

Fingersi nuovamente un anonimo passante.

Ma questa volta il trucco non funziona, gli agenti notano le macchie di sangue, lo stivale e la faccia stravolta di chi ha solo donne morte che gli turbinano nella mente…

Harry Carren rilascia una lunga intervista alla BBC.

Ora l’incubo è terminato, il mostro è stato preso.

Come in un romanzo giallo l’assassino ha una faccia banale, un nome normale, una vita anonima. Si chiama Raymond Robb, autotrasportatore di una trentina d’anni. Il ritmo forsennato dei suoi delitti è stato alimentato forse dalle mancate gravidanze della giovane mogliettina, dall’impossibilità di avere un erede…

Tuttavia nel passato di Raymond vi sono delle zone oscure, forse delle pulsioni necrofile. Un ex collega di quando lavorava al cimitero di Ashton ha raccontato che Raymond era affascinato dai cadaveri, che con la vanga giocava ad aprire delle sepolture e staccava i teschi marciti, oppure infilava pezzi di legno nelle vagine delle donne putrefatte! Sottraeva anelli e oggetti ai morti. Lo stesso Raymond, durante uno dei colloqui con lo psichiatra della polizia, ha raccontato di aver sentito, durante gli anni giovanili come becchino, la voce di qualcuno che gli parlava da una lapide. Era la sepoltura di un polacco, accusato in vita di aver trafficato con l’occulto. Per Raymond è stata quella voce a comandargli di uccidere e punire le donne.

- Era la volontà di Dio!

O del Diavolo?

Intanto viene un’altra notte e i rettangoli gialli delle finestre si accendono, occhi vuoti nella notte, occhi della città addormentata, in attesa di nuovi profeti…

Davide Rosso