LUI E LEI

“Se si elimina il vedersi, il parlarsi e lo stare insieme,
si dissolve la passione amorosa”
(Epicuro)
 
Lui e lei non riuscivano a stare lontani l’uno dall’altra.
Lui e lei non potevano stare lontani l’uno dall’altra: sarebbe stato come separare la luna dalle stelle, o rubare la fede nuziale dal dito di una sposa innamorata, o strappare un micino da mamma gatta che lo sta allattando…
In ogni caso non avevano alcuna ragione per dividersi.
Si amavano di un Amore con la <<A>> maiuscola: e perché mai, in nome dell’Amore con la <<A>> maiuscola, avrebbero dovuto dividersi? Rinunciare a stare sempre insieme? Secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno? Follia. Pensarci era follia.
Perchè loro si amavano…
…tanto…
…ed erano sempre insieme…
…e tra loro non sarebbe mai dovuto finire: perché era tanto bello, tanto magico, tanto unico, tanto speciale…era così…
…era così amore.
***
“Non esiste rimedio all’amore se non amare di più”
(Henry D. Thoreau)
 
La magia di ogni loro attimo era sognata a occhi aperti in due, tanto da lui quanto da lei. Ogni battito del loro cuore era l’eco di quello dell’altro: il cuore di lui batteva solo per lei e il cuore di lei batteva solo per lui. Ma anche ogni loro lacrima la piangevano in due, lui e lei. Poi la asciugavano con due sorrisi e due abbracci. Quando lui sorrideva a lei e lei sorrideva a lui; e allora lei abbracciava lui e lui, naturalmente, la ricambiava…
…e si stringevano forte forte.
Sussurri d’amore riempivano ogni momento di tenerezza.
E le poesie che si dedicavano negli anniversari.
E i pensieri romantici che scrivevano sui bigliettini che si scambiavano.
Dolci parole segrete che legavano le loro anime sempre più l’una dentro l’altra…
…e il loro legame che si faceva sempre più saldo, indistruttibile…
…lui e lei erano Romeo e Giulietta, Paolo e Francesca, Otello e Desdemona…
…ma anche Jim e Pam, Sid e Nancy, Kurt e Courtney…
…Eric e Shelly…
…persone unite da un amore immenso e impossibile da descrivere.
Perchè l’amore non ha barriere di nessun tipo, non ha limiti, non ha confini. L’unica cosa che l’amore chiede é altro amore. Non si sarebbero mai lasciati, non avrebbero mai potuto lasciarsi.
Non potevano separarsi. Proprio no.
***
“Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infinti,
rinasceranno…”
(Charles Baudelaire)
 
…Non potevano separarsi…
Così, dopo che lui morì troppo giovane in un mondo dove anche i vecchi (purtroppo o per fortuna) vivono troppo a lungo, tornò indietro per rivederla.
Perché nulla avrebbe mai potuto dividerli: loro si amavano.
Era sporco di fango e puzzava quando le carezzò il volto addormentato, pallido e consumato dal pianto di quattro giorni senza più il suo amore, con quella dolcezza che solo lui sapeva usare verso di lei…
***
“Chiunque ami … crede nell’ impossibile”
(Elizabeth Barret Browning)
 
La destò in piena notte, richiamandola da un sonno malato, fatto di incubi e di ricordi tristi…
(Lei sognava lui, sognava loro due insieme…)
E lei lo riconobbe subito tra le ombre della sua stanza buia.
Gli strinse forte la mano, umida di terriccio e ricoperta di vermi. La strinse forte portandola al seno, sopra il suo cuore, come un cucciolo di pezza…
… e ancora una volta le venne la pelle d’oca al contatto della mano del ragazzo che amava…
…che ancora una volta passava sul suo corpo, e li faceva sentire sempre più vicini…
…in nome dell’amore…
E come lei spesso faceva dopo aver fatto l’amore, tra una coccola e l’altra, dopo aver giocato con la sua bella mano come fosse un cucciolo di pezza e averla carezzata e baciata, prese a morderla dolcemente e a succhiargli le dita, perché sapeva che questo a lui piaceva, piaceva tanto…
(Ma stavolta le rimasero tra i denti alcuni brandelli di pelle morta e dei vermi le caddero fin giù nella gola. Al contatto con la bocca li sentì freddi e gelatinosi…)
Poi lui si sedette sul bordo del letto, macchiando le lenzuola, e si abbracciarono forte, quasi come due bambini impauriti.
La forza dell’amore.
***
“L’amore é libero, non é mai sottomesso al destino”
(Guillaume Apollinaire)
 
Lei pianse dalla gioia, in silenzio, stretta a lui, felice perché adesso aveva la prova che il loro sentimento non si sarebbe mai esaurito, che il loro amore era più forte del destino…
Piangeva di felicità…
Piangeva, ma non voleva che lui se ne accorgesse: perché amore significa sorrisi, non lacrime. Quindi si morse il labbro nel tentativo di controllarsi, e schiacciò con gli incisivi un verme che dalla bocca le strisciava giù verso il mento, facendole anche un pò di solletico. Metà verme le finì in bocca. Avvertì subito nel palato un sapore rancido, dal gusto pungente e sgradevole. Leccò via con un gesto istintivo i residui che le erano rimasti appiccicati sulle labbra e sulle gengive. Ingoiando quei piccoli escrementi produsse un rumore come di risucchio.
(Slurp…)
Scoppiarono a ridere come ragazzini, sempre abbracciati sul letto di lei ormai lurido di marciume. Si ride spesso per cose di poco conto quando si é innamorati. Succede a tutti. E loro erano tanto innamorati. Così risero per un bel pò.
Ma il suono della voce di lui era rauco, catarroso, come se avesse manciate di terra nella gola.
***
“Amate, amate, tutto il resto é nulla”
(La Fontaine)
 
Rimasero così per un arco di tempo indefinito, forse per tutta la notte, abbracciati in contemplazione del proprio sentimento e pensando a quanto appariva bella la vita in quei momenti di magica armonia.
E quando lei si svegliò, baciata dai primi raggi del sole, lui non c’era più.
***
“Il vero amore non ha mai conosciuto misura”
(Properzio)
 
Ma la finestra era socchiusa, e ovunque nella stanza strisciavano vermi e brulicavano larve. Notò qua e là macchie di terra umida e di erba calpestata. Tracce di fango sul pigiama e sul letto. E nell’aria c’era uno strano cattivo odore a cui non aveva fatto caso durante la notte…
Lui era stato davvero a trovarla, non lo aveva sognato.
Era raggiante.
E cosa c’entrava, poi, il fango con l’amore?
Niente. Un bel niente.
Raccolse un secondo verme dalla federa e lo ingoiò con un sorriso. Lo trovò carnoso e saporito. Poi cominciò a contare i minuti che la separavano dalla prossima notte: era certa che col favore delle tenebre lui sarebbe tornato.
“L’amore non muore mai” , se lo erano ripetuti mille e mille volte.
Durante un viaggio che avevano fatto insieme lui le aveva regalato una maglietta con questa scritta in inglese, “Love never dies”, e tante coppie di scheletrini che facevano l’amore in varie posizioni. E lei l’aveva regalata a lui.
L’amore non muore mai. Già.
E allora lei ingoiò un secondo viscido verme, colma di felicità.
E rimase ad aspettarlo.

09/05/2008, Luca Ducceschi