LOST ODYSSEY

Premessa
“Lost Odyssey” era uno dei primi giochi annunciati su Xbox 360, fin dal lancio della console nel Dicembre 2005 e da allora il titolo è rimasto sempre avvolto in un alone misterioso, visto che a detta del suo stesso creatore Hironobu Sakaguchi, passato alla storia come il padre di” Final Fantasy”, non c’era l’intenzione di mostrare più di tanto delle meccaniche finali prima dell’uscita, onde evitare possibili plagi e scopiazzature. Inutile dire che l’aspettativa per i fan del mitico game designer è molto alta visto che, de facto, “Lost Odyssey” potrebbe essere considerato ciò che di più concretamente sia accomunabile ad un “Final Fantasy” di nuova generazione. Per la realizzazione di questo progetto sono stati chiamati in causa grandi nomi e talentuosi programmatori tra cui pare doveroso annoverare, oltre al producer Sakaguchi, il famoso mangaka giapponese Takehiko Inoue, già creatore di “Vagabond” e “Slam Dunk”, responsabile del character design, Nobuo Uematsu, il fantastico compositore, già autore in passato di tutte le musiche della saga di “Final Fantasy” (settimo capitolo su tutti)  e di molti altri giochi nonché il team di sviluppo Feel+, formato da una quarantina di ottimi programmatori, alcuni dei quali fuoriusciti da Squaresoft e già responsabili in passato della serie di rpg “Shadow Hearts”.
Il dettaglio dei visi è notevole
Kaim incomincia da subito a mettere le cose in chiaro
Riunione tra immortali
La Storia
Il gioco narra la storia di Kaim Argonar, un mercenario immortale, in vita da ben 1000 anni, le cui memorie paiono quasi completamente svanite, salvo alcuni flash che pian piano stanno andando a ricomporre un mosaico che aiuterà il giocatore a comprendere meglio la complessa storia del protagonista. Le vicende di Kaim si intersecano prepotentemente con quelle di altri individui immortali, i quali man mano faranno la loro apparizione nell’avventura, condividendo con lui la caratteristica di aver quasi del tutto dimenticato il proprio passato, di cui ormai permangono unicamente sporadiche ed isolate reminescenze. Le gesta dei personaggi di cui avrete il controllo si svolgono sullo sfondo costituito da frequenti e feroci battaglia, scaturite dalla rivoluzione industriale magica, evento di non secondaria importanza, con il quale essi stessi si troveranno, loro malgrado, sempre più coinvolti, lungo la strada che li porterà alla riscoperta del proprio passato.
Il Gioco
Come molti di voi già sapranno “Lost Odyssey” è un gioco di ruolo di tradizione tipicamente nipponica e, come tale, presenta diversi aspetti fondamentali identificativi del genere. Tra questi spiccano in particolare i connotati delle fasi di combattimento, basate su scontri a turno ed incontri casuali, con buona pace dei puristi del genere, ma che indubbiamente potrebbero far storcere il naso a coloro che hanno maturato la loro esperienza su rpg più moderni, dal carattere più spiccatamente action. Il giocatore rivestirà inizialmente i panni del solo Kaim e alternerà fasi di pura esplorazione del territorio, all’interno delle quali potrà dialogare coi personaggi non giocanti, acquistare armi, oggetti e magie nonché scoprire elementi fondamentali allo svolgimento della storia, ad altre più votate al puro combattimento, che si svolgeranno all’interno di veri e propri dungeon o comunque ambientazioni popolate di ogni sorta di nemico e minaccia. Nel corso dell’avventura il party che gestirete sarà composto da diversi personaggi chiave, che incontrerete man mano che alcuni eventi della storia si verificheranno. Sarà possibile schierare in formazione fino a 5 personaggi in contemporanea, con gli altri “in panchina”, pronti a subentrare all’occorrenza. La crescita legata all’esperienza di ciascuno di essi sarà molto differenziata dall’appartenenza o meno allo status di immortale. Questi ultimi infatti non acquisiscono nuove abilità man mano che saliranno di livello, a differenza dei mortali, ma le apprenderanno “collegandosi” ai compagni. Entrando maggiormente nel dettaglio, sarà possibile apprendere ogni singola abilità di ogni personaggio mortale del party linkandola nel menù apposito e maturando un adeguato numero di ability point. Una volta acquisita la skill corrispondente questa diverrà equipaggiabile negli appositi slot, aumentabili utilizzando speciali oggetti bonus, che troverete disseminati nel gioco. Oltre ad apprendere abilità dai compagni, gli immortali del gruppo potranno acquisirle anche da alcuni particolari oggetti equipaggiati: ad es. la Testa di Medusa, che normalmente se equipaggiata protegge contro gli incantesimi di pietrificazione, fornirà una skill di analoga efficacia, e come le altre diverrà equipaggiabile negli appositi slot.
Questo sistema di crescita vi permetterà di creare con i vostri membri immortali dei veri e propri personaggi jolly, i quali, a seconda delle necessità, potranno presentare mix personalizzati delle abilità dei personaggi mortali, che, dal canto loro, saranno invece altamente specializzati nei loro compiti (mago bianco, mago nero, guerriero e via dicendo). Interessante anche il sistema di attacco fisico, che prevede, nel momento del colpo, l’attivazione di un trigger, due cerchi concentrici sul nemico aggredito, che si chiuderanno uno sull’altro, e, in caso di buon tempismo, tenendo premuto il grilletto destro e rilasciandolo al momento corretto, vi premierà con un Perfect, massimizzando il danno in termini di Hit Point. Gli effetti dell’arma equipaggiata saranno modificati a seconda dell’anello indossato, selezionabile tra quelli che avrete creato, sfruttando l’apposita funzione del menù, che vi permetterà di forgiarne una varietà notevole, sfruttando i componenti che troverete disseminati qui e là nel corso della vostra avventura. Risulta piuttosto interessante la gestione della formazione del party: piazzando infatti nella prima fila i personaggi più forti e meglio dotati dal punto di vista dei punti ferita potrete creare una sorta di barriera fisica che proteggerà i membri delle seconda fila dalla violenza degli attacchi nemici nel corso delle battaglie. Come già detto i combattimenti sono casuali e a turni, in perfetto rispetto della tradizione Jrpg, anche se va detto che la loro frequenza non sarà tale da mettere a repentaglio la salute del vostro sistema nervoso, a differenza di parecchi altri giochi del medesimo genere. L’impatto con la difficoltà del gioco lascia un pochino spiazzati sulle prime battute e non sarà raro imbattersi in diversi Game Over affrontando i primi boss del gioco; fortunatamente il tutto non risulta per niente frustrante e vi renderete ben presto conto che coadiuvando la vostra azione bellica con la dovuta dose di intelligenza e strategia, in particolare nell’utilizzo differenziato dei membri del party, potrete venire a capo di ogni scontro a testa alta. Decisamente interessante anche la fase esplorativa che, oltre alla classica alternanza di dialoghi con gli NPC, acquisto di oggetti, cut scene che meglio spiegano la trama delle vicende narrate, prevede diverse side quest, che spezzano un pochino il ritmo dell’avventura, configurandosi come piacevoli intermezzi su cui scaricare l’adrenalina accumulata in battaglia.
Tecnicamente Parlando
Graficamente “Lost Odyssey” può contare sulle possibilità offerte dall’Unreal Engine 3, scelta adottata dal team di sviluppo dopo aver incontrato alcune difficoltà iniziali nella creazione di un engine proprietario. A conti fatti la decisione è risultata positiva visto che ciò che ci si presenta fin dalle prime battute è davvero molto bello e spettacolare dal punto di vista tecnico ed estetico, donando quella piacevole sensazione di trovarsi di fronte ad un vero rpg di nuova generazione. Gli scenari sono molto coreografici e dettagliati, arricchiti da diversi pregevoli preziosismi come profondità di campo, illuminazione dinamica in real time ed effetti particellari. I personaggi, in particolare quelli del vostro party, sono realizzati e caratterizzati in maniera splendida dalla sapiente mano di Inoue, potendo anche godere di movenze e animazioni realistiche e convincenti. Anche i modelli dei nemici, che via via incontrerete in battaglia, sono ottimamente realizzati e molto vari, così come i diversi incantesimi e attacchi che si mostreranno su schermo del corso delle battaglie, sempre spettacolari e decisamente appaganti.  Le uniche pecche del gioco, dal punto di vista grafico, sono rappresentate da alcuni rallentamenti in corrispondenza della scena di ingresso del gruppo nella fase di combattimento, probabilmente causati anche da un caricamento non ottimizzato, peraltro problema non riscontrabile in altri momenti del gioco, caratterizzato sì da caricamenti abbastanza frequenti, vista anche la mole delle ambientazioni, ma mai eccessivamente tedianti. Le musiche, come già detto opera del maestro Nobuo Uematsu e meritano un menzione speciale, essendo ottimamente realizzate e orchestrate, a partire dallo splendido ed epico tema iniziale fino a giungere a tutte le melodie che faranno da pregevole sfondo ad ognuna delle vostre gesta su schermo. Ottimi anche gli effetti sonori, sempre attinenti e di pregevole fattura.
Il Sogno dei 1000 Anni
Una parentesi speciale va aperta per il cosiddetto “Sogno dei 1000 anni”, praticamente una raccolta di piccoli racconti auto conclusivi davvero ben scritti, toccanti e molto coinvolgenti, presentati in forma di graphic novel, che all’interno del gioco contribuiranno a gettare un po’ di luce nei meandri oscuri della memoria lontana dei protagonisti della vicenda, Kaim e Seth in primis. Essi verranno sbloccati in corrispondenza di alcuni particolari momenti in cui i protagonisti riacquisiranno parte dei loro ricordi perduti e saranno vissuti in forma di sogni; una volta sbloccati risulteranno accessibili da un apposito menù, disponile subito dopo il caricamento iniziale. In conclusione segnaliamo con piacere un ottimo adattamento della versione italiana, completamente tradotta (dialoghi, menù e testi) con una qualità globale che raramente ci è capitato di testimoniare in giochi del genere.

05/05/2008, Roberto Lecchi