FABIO SALERNO

Fabio Salerno è un simpatico ragazzo di Milano con il pallino dei film horror fin da quando era un ragazzino: regista, sceneggiatore, creatore di effetti speciali… un vero film-maker underground che nel decennio tra i primi anni Ottanta e i primi anni Novanta aveva prodotto e girato la bellezza di sette opere tra corto e lungometraggi. Lo incontrammo quindici anni fa e si raccontò per noi. Noi lo ricordiamo ancora con affetto, pur non sapendo più nulla di lui da allora.
Il primo approccio di Fabio con una cinepresa risale all’età di undici anni, con una Super 8, con la quale si divertiva a creare filmetti sui mostri in stile Godzilla. “Ricordo, ci ha raccontato, che io avevo paura dell’horror, ma nello stesso tempo sentivo una forte attrazione verso questo genere”.
Il primo “esperimento” di Fabio fu a quattordici anni con il cortometraggio “Spirit”: “non venne per niente bene, continua Fabio, non si vedeva quasi nulla, ma mi servì per capire che ci voleva molto impegno e molta pratica per ottenere un buon risultato”.
Pian piano iniziò a perfezionare le sue tecniche ed i suoi cortometraggi cominciarono ad essere presentati in alcuni festival. Dopo “Cadaveri” del 1982 ed “Extra sensoria” del 1985, sempre quell’anno “Vampiri”, una rivisitazione del classico tema i cui protagonisti erano dei gatti-vampiro, partecipò al Mystfest di Cattolica nella sezione “video”.
L’anno seguente fu il turno di “Mezzanotte”, che narrava la storia di un gioco, una piramide rompicapo, che a mezzanotte, appunto, materializzava le paure, che si ripercuotevano sui protagonisti. La scena finale del film si svolge in una sala biliardo, dove, colui che ha risolto la paura, diventa oggetto di paura da parte degli altri e si trasforma in un mostro. Questa pellicola, oltre ad avere avuto un certo successo di critica, ha segnato anche l’apertura di un nuovo capitolo nella storia cinematografica di Fabio, perché ha iniziato a collaborare con studenti di recitazione per interpretare i suoi incubi.
Il film successivo, nel 1987, si intitola “Arpie” ed ha ancora partecipato nella sezione “video” del Mystfest: anche in questo caso si aggiunge un’altra tappa al percorso artistico di Fabio Salerno, quando un distributore americano nota la pellicola e decide di acquistarla e distribuirla negli Usa.
Dello stesso anno è anche il cortometraggio, di soli quindici minuti, “Oltretomba”, girato con un ritmo ferratissimo.
Tre anni di pausa e poi Fabio si getta anima e corpo, nel 1990, alla realizzazione di “Notte profonda”, il suo primo lungometraggio, realizzato con la tecnica tipica dei telefilm. La storia è il seguito ideale di “Mezzanotte”, ma la piramide questa volta anima gli oggetti, anziché la paure. Il protagonista la trova nella sala biliardo in cui terminava il primo capitolo e, all’inizio, pensa solo di avere strani incubi, finché non si ritrova letteralmente prigioniero degli oggetti in casa propria.
L’ultimo film di cui si ha notizia di Fabio Salerno risale al 1993 e si intitola “L’altra dimensione”.
Abbiamo saputo che poco dopo è morto suicida… purtroppo lo abbiamo saputo solamente molti anni dopo. Segnaliamo che, per non scordarlo mai, alla fine del “Narnia Terror Night 2015″ il regista è stato ricordato per i suoi 50 anni con l’ospite Andrea Marfori (“Il bosco 1″).
 
Originariamente pubblicato sul numero 3 de LA ZONA MORTA, luglio 1990
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, marzo 2007/dicembre 2015
25/03/2007, Davide Longoni