LA PALUDE 05

V Episodio

YARA

Si sa poco di me e, ormai, mai più nulla si saprà…

Chi sono? O, meglio chi sono stata? E’ difficile, mentre i miasmi di questa palude confondono i miei pensieri, riuscire a sapere qualcosa di più su me stessa: troppo in fieri, dibattuta ancora fra troppe aspettative e prospettive per tracciare un quadro abbastanza chiaro della mia personalità. Sapevo però che amavo la vita ed “il movimento” – che contraddistingue proprio ciò che è vivo, separandolo nettamente da ciò che più non lo è – ne era la sua più pregnante manifestazione.

Con il mio corpo ancora acerbo – che acquistava però sembianze da sirena con quel costume di nero attillato e seducente ed i capelli raccolti, da adulta, in un evocativo chignon – seguivo appunto i “movimenti” sinuosi, le cadenze, le evoluzioni, gli slanci ed, a volte, i voluttuosi cedimenti di quella amata ginnastica ritmica che forniva le note più squillanti a quel mio affacciarmi alla vita: la palestra dunque, mia croce e delizia… la palestra, godimento e rigore… la palestra, il prescelto microcosmo privato dove andavo formando il mio corpo e la mia anima. Crocevia di sogni ormai infranti… Lì sono stata infatti sorpresa dal male… lì, dinanzi a quei cancelli – dove cercavo e trovavo sicurezza – ho perduto, insieme ad ogni certezza, anche ogni residua ipotesi di vita.

Sento le voci ed i lamenti disperati dei miei compagni, insonni ed inquieti prigionieri insieme a me in questa palude, perché, al pari di me, qualunque verità non li restituirà a quella vita – a cui avevano diritto – che non hanno vissuto.

Ora infatti so che cosa è stato vomitato in quel giorno d’inverno davanti a quei cancelli del mio porto, creduto, sicuro, so chi sia realmente colui che era nascosto dentro quella furia cieca ed abietta… quel distruttore di sogni e di speranze che non avevano ancora trovato la loro pienezza di colori, prigionieri di un corpo ed un cuore ancora in formazione.

Quale definizione, quale appellativo, nome si può attagliare ad una tale creatura delle tenebre?

***

L’immobilità è ormai la mia condizione naturale-innaturale? E’ la palude il mio regno?

Si sa poco di me e, ormai, mai più nulla si saprà…

(5 – fine)

Myriam Ambrosini

PER NON DIMENTICARE: rivisitazione in cinque episodi, a cura di Myriam Ambrosiani, di episodi di cronaca nera che hanno avuto come innocenti protagonisti vittime in età giovanissima.

Dedicato a Desirèe Piovanelli, Tommy Onofri, Samuele Lorenzi, Sarah Scazzi, Yara Gambirasio.