SFACELO

Vi segnaliamo per L’Orma Editore l’uscita del romanzo SFACELO (288 pagine; 21 euro) di René Barjavel, su traduzione di Claudia Romagnuolo e Anna Scalpelli: si tratta decisamente di un’opera imprescindibile della fantascienza mondiale, tra azione e distruzione.

Francia, 2052. Il progresso trionfa e le attività degli esseri umani dipendono totalmente dall’elettricità. Quando questa viene improvvisamente a mancare il mondo piomba nel caos, non funziona più nulla e l’umanità è nuovamente in balia di se stessa. In uno scenario post-apocalittico – tra violenza efferata, incendi devastanti ed epidemie di colera – la lotta per la sopravvivenza fa emergere pulsioni animalesche e istinti primordiali. François, uno dei pochi ad aver conosciuto il mondo fuori dalle città, decide di guidare uno sparuto gruppo di superstiti per ritornare in campagna e fondare, tra mille difficoltà, una comunità basata su un nuovo rapporto di armonia con la Natura.

Romanzo visionario sui rischi della tecnologia e profetica parabola ecologica, SFACELO è anche, e forse soprattutto, un perfetto congegno narrativo capace di accompagnare il lettore in un’avventura d’azione e di pensiero, grazie anche alla presenza di scene dallo strabiliante taglio cinematografico. L’opera, in una nuova traduzione e finalmente in versione integrale, si inserisce all’interno di un progetto editoriale dedicato al maestro della fantascienza francese, iniziato con IL MAGO M. (luglio, 2019) che proseguirà con LA NOTTE DEI TEMPI (maggio 2020) e TARENDOL (2021).

René Barjavel (1911-1985) è considerato il padre della fantascienza francese moderna. È stato scrittore, giornalista e sceneggiatore di numerosi film, tra cui Don Camillo. Con i suoi romanzi sul viaggio nel tempo, la fine del mondo e i pericoli della tecnologia ha conquistato milioni di lettori diventando oggetto di un culto intergenerazionale. Nelle classifiche dei migliori libri di fantascienza compaiono regolarmente i suoi SFACELO e LA NOTTE DEI TEMPI.

Eccovi un breve estratto: «Il fragore incessante dei crolli, il continuo crepitio, il rombo gutturale di quella bufera incandescente riempiva l’aria da così tante ore che nessuno vi prestava più caso. Di tanto in tanto esplodeva un deposito di carburante, oppure un intero isolato franava, ma il suo boato, come quello di una falesia che precipita in mare durante una tempesta, svaniva nel frastuono generale. Gruppi di fanatici, convinti di trovarsi davanti all’apocalisse, presero a far risuonare la campana di Notre-Dame. Quella voce straziata e battente aggiungeva una nota umana, tragica, alla collera tonante di Dio.»

Buona lettura.

A cura della redazione