IMAGELAND – PARTE 12

Cap. 12°

Ecìla non riusciva a staccarsi da quella immagine … La visione di tutto il popolo di Imageland, che si alternava, ponendosi di fronte al grande specchio, per non riflettere nulla, era divenuta una malefica ossessione, una vena pulsante nella sua testa, un bubbone pronto a scoppiare.

Cosa voleva dire? Che significato aveva?

Tutto ciò che la sua immaginazione aveva creato in realtà non esisteva?

Nessuna eccezione tranne lei e … l’uomo dello specchio?

Pensò allora che doveva assolutamente incontrarlo, ma ormai sapeva bene che era abilissimo a scomparire, per poi riapparire quando a lui più gradiva.

Cosa fare?

“Lo cercherò …” si disse Ecìla “lo cercherò, con la dovizia e la pazienza necessarie, ogni santo giorno ed alla fine, presto o tardi, lo troverò!”

Ed Ecìla tenne fede al suo proposito ed, ogni giorno, attraversava l’intero paese, visitando ogni vicolo, stradina, piazzetta.

Il gatto Cesare la seguiva passo passo, anche se aveva ormai perso l’agilità di un tempo.

Più difficoltosa si presentava la ricerca nei pascoli e, soprattutto, nel bosco. Troppi gli anfratti, i sentieri, l’intrico di rami e piante per essere certi di visitarne ogni angolo: il bosco – per sua stessa natura – nascondeva bene i suoi misteri.

<Pilù …> disse un giorno al suo piccolo amico <Pilù tu, con il tuo corpicino e le tue alucce, sei molto più adatto di me ad esplorare il bosco. Aiutami … impegnati a trovare “l’uomo dello specchio” … è molto importante per me. Davvero molto!>

Ed il pettirosso, chinando il capino e smuovendo come in risposta le esili ali, rispondeva “Ciricì” e la rossa macchia sul petto si accendeva di colore.

Ma quasi un anno passò quando con le ali, ormai sempre più stanche e le piume un po’ arruffate, Pilù le dette la grande notizia.

<L’ho trovato!> cinguettò, saltellando sulla spalla di Ecìla <L’ho trovato!>

La bimba senti il cuore mancarle un battito e la voce le uscì rauca quando chiese:

<Dov’è? Dove si trova?>

Pilù assunse un’aria d’importanza – come naturalmente può assumerla un uccellino -, con il capo piegato da un lato e il petto gonfiato.

<C’è un fitto rampicante che cela l’ingresso ad una piccola radura.> E Pilù guardò verso Ecìla per vedere se ne aveva catturato appieno l’attenzione <L’uomo dello specchio si è costruito al suo interno una capanna, fatta di paglia e rami. Passa quasi l’intera giornata in quella “sorta di nido” che si è creato e ne esce soltanto all’imbrunire. Passeggia allora per la radura e, spesso, s’inoltra in uno stretto sentiero pieno di rovi che sbuca però nei pressi di un ruscello, dove attinge l’acqua ed, una volta, vi si è anche immerso per rinfrescarsi. Ma …>

E Pilù per un attimo tacque, come inseguendo un suo pensiero.

<Ma …> ripeté Ecìla, che ascoltava con il massimo interesse il racconto del suo piccolo amico.

<Ma avviene una cosa strana … un fenomeno insolito.>

<Quale cosa? Quale fenomeno?> lo spronò Ecìla, preda della più grande curiosità.

<La radura dove vive l’uomo dello specchio mostra uno splendido tappeto di fiori che muta però in continuazione colore … varia dal bianco al rosa … dal rosa al turchino … dal turchino al verde che, a sua volta, si tramuta in rosso, viola, giallo, ecc … per poi, soltanto all’alba ed al tramonto, riacquistare l’originale colore.

E questo avviene ogni giorno … tutti i santi giorni!>

Quando il melodioso mormorio di Pilù tacque, Ecìla se ne rimase assorta … in silenzio, mentre la sua mente rielaborava ciò che le era stato appena raccontato, tentando di fornire – e fornirsi – una spiegazione.

<Grazie Pilù … il tuo contributo è stato prezioso.> affermò poi, carezzando il capino del pettirosso e pettinandone con un dito le piume, ultimamente, sempre un po’ arruffate.

<Ti va se, uno di questi giorni, andiamo insieme alla capanna dell’uomo dello specchio?> chiese poi, seguitando a carezzarlo.

<Certo, Ecìla … contaci!> rispose il pettirosso, gonfiando ancora di più l’esile petto.

Come in risposta si alzò proprio allora il vento ed il bosco fremette sotto il suo  tocco possessivo e magico.

(12 – continua)

Myriam Ambrosini