MARIA LIDIA PETRULLI

Scrittrice completa, appassionata di fantasy e cultura celtica, collaboratrice de LA ZONA MORTA, amica ormai da tempo, autrice della bellissima antologia “Sui sentieri di Avalon”: insomma, in una parola, o meglio in un nome, ecco a voi Maria Lidia Petrulli.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È MARIA LIDIA PETRULLI?
Chi è Maria Lidia Petrulli: bella domanda. Lidia è una sognatrice, un’idealista, una persona che crede nella bellezza della vita, delle cose e delle persone, anche se è consapevole del fatto che non sia sempre così. Ma Lidia crede fermamente che le cose possano essere cambiate, migliorate, dipende solo da noi, da quanto ci crediamo, da quanto vogliamo uscire fuori dagli schemi, da quanto siamo disposti a metterci in gioco.
Lo so cosa state pensando: belle parole, lo penso anch’io, attuarlo non è facile, eppure, ciascuno nel suo piccolo, può fare molte cose, e questa non è utopia.
ATTUALMENTE SEI IN CIRCOLAZIONE, SUL CIRCUITO DI LULU.COM CON LA TUA NUOVA RACCOLTA DI RACCONTI FANTASY “SUI SENTIERI DI AVALON”. VUOI PARLARCI DI COME È NATA QUESTA ANTOLOGIA?
“Sui sentieri di Avalon” non è una nuova raccolta ma, seppure sotto il titolo “Viaggio ad Avalon” e con alcune modifiche, era stata pubblicata nel 2002 da una casa editrice che poi ha chiuso.
E’ nata durante uno dei miei viaggi in Bretagna, terra che amo molto per i suoi retaggi celtici, come di ispirazione celtica sono i racconti in essa contenuti. Amo quella cultura, quella storia, quella concezione della vita e del mondo, così pensai di scrivere qualcosa di “antecedente” rispetto alle vicende narrate nel ciclo arturiano; ho cercato così di inventare da dove venissero Excalibur, la Dama del Lago…, è stato un bel viaggio nel passato celtico bretone.
E COME MAI HAI OPTATO PER LA VENDITA ON-LINE?
In Italia è già difficile pubblicare un romanzo, figuriamoci qual è l’editore che rischia su un’antologia di racconti, così ho semplicemente provato con Lulu.com, anche perché qualcuno sostiene che sia l’editoria del futuro. Grazie a Lulu.com, sono stata contattata da un gruppo di autori auto editati francofoni e ora collaboro anche con loro.
VUOI RACCONTARCI LE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI A QUESTA, DAI RACCONTI AI ROMANZI?
Prima di “Sui sentieri di Avalon ho scritto “L’arpa e il segreto del Dolmen”, sempre ispirato al mondo celtico, che era stato pubblicato da una piccola casa editrice cagliaritana anch’essa scomparsa…(mi giunge il dubbio di essere io a portare sfortuna), e molti altri racconti di genere fantasy, oltre ad alcune fiabe. In contemporanea avevo iniziato “Il volto segreto di Gaia”, attualmente in cerca di editore come, del resto, il suo seguito, “L’aurora di Gaia”, e “I viaggiatori dello specchio”, ci sono anche altri tre romanzi scritti più di recente.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE FANTASY IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Effettivamente il Fantasy e la Fantascienza mi vengono praticamente spontanei, probabilmente perché rappresentano il genere letterario che, a mio avviso, meglio si presta al linguaggio metaforico e onirico; con esso si può parlare di tutto, dai problemi della società attuale, a quelli delle donne e degli uomini che la abitano, alla politica e via dicendo. A mio avviso anche questi due generi letterari, spesso considerati letteratura d’evasione, possono avere una funzione sociale molto importante poiché vanno a toccare direttamente le corde emotive di chi legge.
In effetti mi affascina tutto ciò che va oltre il logico.
Non è comunque l’unico genere che mi affascini, infatti alcuni dei miei romanzi vertono sulla tematica dei mondi paralleli, naturalmente non trattati da fisico, visto che fisico non sono, bensì in modo surreale.
E COME NASCE LA TUA PASSIONE PROPRIO PER IL FANTASTICO?
Da dove nasce la mia passione per il fantastico… effettivamente non lo so, il pensiero onirico è sempre stato il mio forte; che mi ricordi, ho sempre avuto un’ammirazione sfrenata per miti e leggende, cavalieri e storia medievale e una notevole tendenza a inventare storie, e questo sin da quand’ero molto piccola.
TI PIACEREBBE CIMENTARTI IN QUALCHE ALTRO GENERE? E SE SÌ, QUALE?
Mi piacerebbe scrivere un buon romanzo storico, ma temo ci voglia una gran cultura dei fatti e, almeno attualmente, non ho il tempo di farmela…chissà, tra qualche anno, quando sarò in pensione… sempre che nel frattempo non mi sia venuto un Alzheimer!
VENIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
L’ispirazione è un qualcosa che non obbedisce a regole precise, non riesco a scrivere a comando, difficilmente scrivo se sono di umore nero e credo che le maggiori motivazioni vengano dal mondo interiore: dentro di te germoglia qualcosa che risponde a quel che hai vissuto, cresce e, spesso senza che me ne accorga, prende forma e un bel giorno, la trama è più o meno nella mia testa.
Dico più o meno perché, immancabilmente, ogni volta si aggiungono cose nuove, ma questo credo faccia parte dell’atto creativo.
Direi che scrivo per esprimere qualcosa che, altrimenti, resterebbe represso o comunque, non espresso.
Naturalmente anche i fatti che accadono quotidianamente, gli incontri e i viaggi, contribuiscono a far saltar fuori una piantina ogni volta diversa.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Sogni e progetti ne avrei tanti; come tutti gli aspiranti scrittori, mi piacerebbe pubblicare qualcosa ed essere letta, anche per il semplice gusto di “dare” a qualcuno qualcosa, un po’ come lasciare una traccia di sé nel cuore delle persone; mi piacerebbe poter vivere di quel che scrivo, ma questa è mera utopia, mi piacerebbe conoscere il mondo, in effetti vivrei viaggiando, senza fissa dimora e con un portatile potente al seguito.
Naturalmente sono sogni ma, come diceva il buon Hermann Hesse, affinché i sogni si realizzino, bisogna crederci, crederci davvero, e non bisogna mai trattenerne alcuno, ma averne sempre di nuovi.
E noi, a giudicare da quello che abbiamo letto finora di Lidia, ci crediamo fino in fondo!

16/02/2008, Davide Longoni