GLI IMPENSABILI SCENARI DI PIERO SCHIAVO CAMPO

Esperimenti di scienziati cinesi sulla telepatia, mappatura del cervello umano, viaggi e ricerca spaziale. Secondo Piero Schiavo Campo, fisico di formazione e due volte vincitore del Premio Urania Mondadori “viviamo in un’epoca fantastica inimmaginabile sino a ieri sotto l’aspetto tecnologico e ciò è utilizzabile nella fantascienza in quanto essa può dirci che cosa potrebbe succedere nel futuro. Credo che la base scientifica serva alla fantascienza proprio per immaginare scenari che poi divengono realistici”.

HAI VINTO DUE VOLTE IL PREMIO URANIA. LA PRIMA VOLTA CON L’UOMO A UN GRADO KELVIN NEL 2012 E LA SECONDA CON IL SIGILLO DEL SERPENTE PIUMATO NEL 2016. QUAL E’ LA DIFFERENZA E QUALI I PUNTI DI CONTATTO TRA I DUE ROMANZI?

L’interesse fondamentale è trovare una chiave della fantascienza che risolva un problema della fantascienza stessa. Io ritengo che la letteratura corrisponda a una trasfigurazione del mondo e nella sf, noi il mondo dobbiamo inventarlo e trasfigurarlo. Nel mio caso si trattava, in entrambi i romanzi, di utilizzare gli elementi tipici di altre letterature. Fare una specie di fusione. Nel primo romanzo L’uomo a un grado kelvin ho usato elementi fusion dell’hard boiled Anni 30, per cui tutti i personaggi sono cloni di altri romanzi gialli, tutto ciò poi viene trasferito in un mondo futuro. Nel Sigillo del serpente piumato la fusion letteraria è con la favola, quella russa in primo luogo, poi nella seconda parte entrano altre favole. Questo libro è una favola a tutti gli effetti.

ANCHE SENTIMENTALE…

La favola in genere è un mondo fantastico bellissimo con miti e suggestioni di tutti i tipi.

CHE FORMAZIONE CULTURALE HAI?

Amo le favole, ma sottolineo che la mia formazione è scientifica.

E COME LETTORE?

Apprezzo la grande letteratura… Joyce, Proust. Detesto quella mediocre e quindi tento di non farla.

INVECE COME SCRITTORE QUAL E’ IL TUO APPROCCIO?

Ho un approccio narrativo. Nella narrativa la prosa è semplice. Io cerco di sviluppare una trama che abbia un senso rispetto all’operazione generale di trasfigurazione del libro che ha un punto di partenza letterario, nel caso del Sigillo è appunto la favola.

DICEVI PRIMA DELLA TUA FORMAZIONE SCIENTIFICA. SEI UN FISICO. QUANTO E’ IMPORTANTE, A TUO PARERE, NELLA SCRITTURA FANTASCIENTIFICA QUESTO TIPO DI FORMAZIONE?

La vera hard science fiction, quella legata ai presupposti strettamente scientifici l’hanno fatta in pochissimi. Ha portato delle trame interessanti per l’appassionato di scienza ma non sempre facili dal punto di vista narrativo. La fantascienza deve permettersi di svariare. Io cerco di utilizzare delle cose che non si conoscono, che non si sanno, ma che non sono del tutto impossibili. Nel Sigillo, per esempio, il romanzo è basato sull’idea dei viaggi stellari. Abbiamo una finestra molto stretta sotto l’aspetto tecnico. Secondo Einstein non è possibile muoversi nello Spazio alla velocità superiore a quella della luce, ma Einstein non ci impedisce di muovere lo Spazio alla velocità che vogliamo. Quindi l’idea nel romanzo è quella di Star Trek: una bolla di Spazio che si muove rispetto all’altro Spazio in modo autonomo.

TI DIVERTITI QUANDO SCRIVI?

Tanto. Su queste cose mi diverto moltissimo e spero di continuare in questo percorso!

PERCORSO CHE PIERO SCHIAVO CAMPO STA NUOVAMENTE PERCORRENDO, INFATTI CI RIVELA CHE STA SCRIVENDO UN ROMANZO CHE RIGUARDA ESPERIMENTI SCIENTIFICI SUL CERVELLO UMANO. UNA STORIA CHE CI SPINGERA’ ANCORA UNA VOLTA VERSO NUOVI IMPENSABILI SCENARI!

Filippo Radogna