LUCA DUCCESCHI… E IL DIAVOLO

Autore poliedrico, che ha saputo spaziare un po’ in tutti i generi spesso contaminandoli tra loro, Luca Ducceschi è sicuramente uno degli scrittori più interessanti del nuovo panorama letterario italiano. Abbiamo già avuto modo di intervistarlo qualche anno fa, ma Luca nel frattempo si è dato talmente da fare che non potevamo esimerci dall’incontrarlo un’altra volta.

ALLORA, VISTO CHE GIÀ SEI STATO OSPITE SULLA ZONA MORTA IN VARIE VESTI E VISTO CHE ORMAI TI CONOSCIAMO E TI APPREZZIAMO, SALTIAMO I PRELIMINARI. NELL’ULTIMA INTERVISTA CI SIAMO LASCIATI CON UN PUNTO CHE PER TE ERA FONDAMENTALE: “VEDIAMO COSA SUCCEDE”, AVEVI DETTO. EBBENE, COSA È SUCCESSO DA ALLORA?

Moltissime cose. In primis ho pubblicato il secondo figlio, a breve distanza dalla prima uscita. E come puoi ben capire, è una cosa che ti impegna parecchio, soprattutto non potendo vivere di scrittura. Ho quindi impostato la mia attività dedicandomi essenzialmente alla promozione dei romanzi già usciti. Ho fatto parecchie presentazioni qua e là per la penisola (e anche su un’isola), reading, incontri con il pubblico. Mi diverte molto la cosa, anche se a volte implica dormire in macchina o attendere l’alba in stazione. Ho anche scritto diversi racconti, vinto qualche concorso letterario, avviato collaborazioni, realizzato l’adattamento teatrale di “Ci piacevano i Gansendrosis” e raccolto la soddisfazione di pubblicare sul primo numero della mitica rivista “Altrisogni”, bissando quanto accaduto con “La Zona Morta Magazine”. Una cosa simpatica è che a oggi, su tanti racconti pubblicati dalla rivista, A CASA DI LUCIA mi risulta sia l’unico con il parental advisory. Divertente, direi.

COSA È CAMBIATO IN LUCA DUCCESCHI DAGLI ESORDI A OGGI?

A parte i capelli tagliati per cause di forza maggiore (la sabbia con cui la prima pubblicazione mi ha seppellito non se ne andava più dai dread), non credo sia cambiato molto. Forse l’esperienza che acquisisci pubblicando e girando per parlare dei tuoi libri è una ricchezza in più. Quando oggi mi metto a lavorare su qualcosa, lo faccio avendo già in mente l’obiettivo, il target, il percorso che intendo esplorare con l’elaborato. A chi potrebbe interessare? Dove lo potrei proporre?  Inoltre, se prima era sufficiente non pagare un euro per pubblicare e non dovere acquistare copie, oggi cerco di valutare anche altro, tipo distribuzione, tiratura, eccetera.

RECENTEMENTE È USCITO IL TUO ULTIMO LAVORO INTITOLATO “IN QUESTO LIBRO C’È IL DIAVOLO”. VUOI PARLARCENE?

Risposta banale, ma come dicono tutti i musicisti parlando del loro ultimo lavoro, “è il libro che avrei sempre voluto pubblicare”. Da appassionato horrorofilo cresciuto a pane, King ed Heavy metal, mi sembrava strano non avere ancora pubblicato nulla di horror, a parte alcuni racconti sparsi qua e là. Finalmente, posso dire di avere realizzato un sogno, e per fortuna, stando ai primi riscontri dei lettori, non si trattava di una mia fissa personale, ma di un qualcosa che merita una lettura. Sangue, sesso, licantropi, streghe, dark fantasy, pulp, heavy metal, fantasmi, leggende urbane, follia, sangue, violenza di stato… C’è poco da annoiarsi, direi. Il libro include nove racconti scritti in una arco di tempo molto vasto. Alcuni, in versione diversa, risalgono addirittura a dieci-quindici anni fa. Altri sono più recenti. Molti di essi hanno vinto premi letterari più o meno prestigiosi, un paio sembravano destinati ad altre pubblicazioni che per vari motivi non si sono poi concretizzate, altri sono stati scritti ad hoc per il progetto. Si tratta di un bel riassunto della mia breve carriera di scrittore. E soprattutto di un qualcosa che avrei molto apprezzato come lettore. Scrivere ciò che mi piacerebbe leggere credo sia un buon motto per riassumere la mia attitudine.

COME È NATA L’IDEA DI QUESTA ANTOLOGIA E COSA LEGA TRA LORO I RACCONTI?

Quando, ragionando con l’editore Montag su un’eventuale nuova uscita dopo i buoni riscontri ottenuti con “Ci piacevano i Gansendrosis”, mi è venuto naturale proporre il progetto, che è stato subito supportato con entusiasmo. I racconti affrontano tematiche tipiche del genere: vampiri, streghe, demoni, spettri, cannibali. Il tutto però rielaborato in chiave moderna e attuale, con un forte radicamento nella vita di tutti i giorni e in situazioni di normale quotidianità. Una quotidianità dove, come nei racconti, la violenza sui bambini o la violenza di stato risulteranno mostri peggiori rispetto agli archetipi del fantastico che ho utilizzato come pretesto per raccontare personaggi e situazioni che mi stavano molto a cuore.

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA STESURA DI QUESTA TUA NUOVA FATICA?

Ho cercato di ragionare come un produttore alle prese con la composizione di un album musicale, dove non puoi buttare dentro brani a caso. Quindi, scartare del materiale a vantaggio di altri lavori. Scegliere l’ordine in cui presentare i racconti. Decidere la versione ultima di un paio di titoli che non mi convincevano. “Binario morto”, prima di intitolarsi così, si chiamava “Treno di notte”, poi “L’ultimo treno della notte” e forse qualcosa d’altro che ora non ricordo. Resta il fatto che voi non volete salire su quel treno, vero?

SEMPRE L’ULTIMA VOLTA CHE CI SIAMO SENTITI ACCENNAVI A “NERO ALL’ALBA”, UN HORROR AL 100% CUI STAVI LAVORANDO. A CHE PUNTO SIAMO?

Avevo in programma di iniziare a lavorarci con un editor di fama in cui ho cieca fiducia e che ha apprezzato il romanzo. Durante l’ennesima rilettura però ho iniziato a voler cambiare le classiche due o tre cosette, che in un romanzo di circa 600 cartelle hanno finito con il trasformarsi in tonnellate di nuove situazioni da gestire. Di fatto sto riscrivendo l’opera da cima a fondo, per la seconda o terza volta. Abbiate fede.

QUALI ALTRI PROGETTI HAI IN SERBO PER IL PROSSIMO FUTURO?

Al momento sto lavorando a un noir hard boiled, sullo stile di certo polar francese. E sto flirtando con l’idea di pubblicare in formato e-book una mia vecchia raccolta nella sua versione 2.0, “Ciò che ho scritto lassù in soffitta”, oggi fuori commercio. Nel corso del 2011 dovrebbero poi uscire miei racconti in alcune antologie di vario tipo. Nel frattempo, sarò in giro per l’Italia a presentare “In questo libro c’è il Diavolo”. Reading in libreria o nei pub, radio, webtv, serate dedicate al fantastico con altri autori, aperitivi con i lettori. Tutto ciò che riuscirò a fare. Se volete organizzare una serata a sorpresa per amici o parenti appassionati di narrativa, vengo anche a domicilio. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti li trovate su www.luca-ducceschi.it.

CHE DIRE? E’ STATO UN PIACERE RIAVERTI CON NOI: IN BOCCA AL LUPO, ANCHE SE STAVOLTA HAI A CHE FARE CON IL DIAVOLO!

Davide Longoni