LAMPI DI TENEBRA

Prosegue la seconda stagione teatrale del Teatro Caboto di Milano (Via Caboto 2/Angolo P.za Po/MM1 Wagner o Pagano/Bus 61 – 58). Dopo averci regalato splendide ed interessanti opere come “L’esorcista” e “Lo spillo spuntato”, è ora il turno di “Lampi di Tenebra”, rappresentazione tratta dai racconti di Edgar Alan Poe e Howard Phillips Lovecraft, realizzata in collaborazione con l’associazione “Il Nuovo Mondo”, che si terrà  dal 9 al 27 gennaio 2008 (tutti i giorni alle ore 21.00, tranne la domenica alle ore 16.00 – lunedì e martedì riposo).
“Lampi di Tenebra” si presenta come sempre con la regia e la drammaturgia di Gianluca Frigerio, che stavolta si avvale della collaborazione ai testi di Andrea Salvatici. Gli effetti sonori saranno a cura di Andrea Arrigoni, mentre gli elementi scenici di Katia Giammarino. Allo spettacolo prenderanno parte gli attori del laboratorio “Medusa”: Andrea Arrigoni, Roberta Arrigoni, Dorothy Barresi, Debora M. Bossi, Ilaria d’Alberti, Patrizia Denaro, Andrea Forneris, Rita Giacchetti, Stefano Guerriero, Milvys Lopez Homen, Lisa Moras, Giada Stoppa e Davide Tosetto.
Per informazioni e prenotazioni si può telefonare allo 02.70.60.50.35 oppure inviare una mail a: cabotopress@virgilio.it o ancora un fax allo 02.26.65.392. Biglietto intero € 12,00; ridotto “CartaCaboto” € 10,00; over60 € 8,00.
Per inquadrare meglio l’opera veniamo alla consueta nota di regia: “Abbiamo rinunciato ad un filo conduttore e preferito creare uno spettacolo fatto di 8 racconti, scelti dall’opera letteraria di E. A. Poe (Cuore rivelatore, Berenice, Il ritratto ovale, Il sistema) e di H. P. Lovecraft (Spettri, La vecchia terribile, La musica di Erich Zann, I gatti di Ulthar).
L’intento è quello di rappresentare le agghiaccianti, inquietanti e spettrali visioni di questi due autori senza tradire l’espressione letteraria con cui ci sono apparse.
In pratica, la bellezza e l’efficacia quasi magica, di cui sono impregnate le pagine scritte da questi due autori, si perdono completamente quando si passa alla rappresentazione di quelle stesse pagine sul palcoscenico. Perché si tratta di una geniale e subdola letteratura che riesce a far vedere solo quello che unicamente leggendo possiamo vedere. Possiamo leggere di un vampiro, di un cadavere che parla, di un incantesimo, di un universo buio, di una casa piena di fantasmi e leggendo li vediamo.
Ma per vederli comparire davanti a noi sulle tavole di un palcoscenico è necessario adattare queste visioni alle difficili regole che formano uno spettacolo, vale a dire: la drammaturgia, la regia, la recitazione.
- Drammaturgia che è stata elaborata durante il laboratorio “Medusa” attraverso una concreta collaborazione tra gli attori e i drammaturghi che, lavorando insieme sui singoli racconti, li hanno ridotti alla vicenda essenziale senza però tradirne lo spirito originale.
- La regia, come a dire, la scelta della forma con cui si mette in scena la vicenda, ha, con convinzione, preso la decisione che la forma doveva essere quella della letteratura del racconto.
In “Cuore Rivelatore” di Poe, ad esempio, il racconto rimane in prima persona e al tempo passato, ma viene recitato da due attrici contemporaneamente.
In “Berenice”, sempre di Poe, un attore solista interpreta il racconto in concerto con il coro di attrici.
In altri racconti, come “La vecchia terribile” o “Spettri” o “La musica di Erich Zann”, scritti da Lovecraft, la forma della rappresentazione è mista perché dal racconto individuale si passa alla scena dialogata e viceversa.
- La recitazione: il lavoro sui personaggi che vivono quella vicenda. Personaggi intesi come coloro che danno voce e corpo alla letteratura di Poe e di Lovecraft. Personaggi che parlano di inquietanti, agghiaccianti, spettrali visioni. Forse, con un paragone un po’ azzardato, possiamo dire che i personaggi di questo spettacolo sono le pagine degli otto racconti da cui è tratto, pagine macchiate di sangue, piene di tenebre, pagine di nebbie, gatti, quadri, pazzi, licantropi.
Otto forme per rappresentare la letteratura di otto racconti, con otto vicende diverse e con personaggi reali cui capitano avvenimenti irreali.
Ogni racconto si svolge in una sua atmosfera, con una sua luce e una sua ombra, una sua musica ed il suo silenzio”.

Lo spettacolo, lo ricordiamo, dura 80 minuti senza intervallo.

06/01/2008, Davide Longoni