LA RAGAZZA SUL MAGGIOLONE GIALLO 30

Vita natural durante

E’ notte alta. Un puzzo di marcio sale dai campi, si propaga verso il cielo come un’immensa nuvola di dolore. Non un suono, non una luce, soltanto l’immensa distesa d’acqua dei campi di riso.

Due sagome scavalcano il muro di cinta del cimitero del paese. Trafficano con le mani in un sacchetto, accendono dei cerini e li depositano tra le lapidi.

- Dici che i morti ci vedono? – la voce di Elisa rompe il silenzio della notte come il volo di una libellula.

- E’ il nostro modo per dirgli grazie – Nuccio si avvicina a lei, le passa una mano lungo il braccio.

La ragazza accende un cero, lo appoggia sulla tomba di una donna morta negli anni trenta.

- Sapevo che avresti capito – la voce del guardiano notturno è un’onda sottile che si insinua nelle orecchie della ragazza.

- Quando mi hai detto che lui mi tradiva, non potevo crederci – sussurra Elisa fissando la terra nera del cimitero.

- Sei stata l’unica a capire che ero stato io… L’unica a capire perché avevo dovuto ucciderle. – le accarezza il viso – Ma tu pensavi lo facessi perché nemmeno Mara se ne andasse… Non hai capito che l’ho uccisa per Cri… Lui se ne sarebbe andato via da qui, con lei… – si interrompe un istante – Non sapevi che ti aveva tradito con quella puttana, con quell’intrusa! – la voce di Nuccio viene rotta per un istante dall’odio, poi torna lenta e controllata – Hai dovuto sentirlo con le tue orecchie cosa ti hanno fatto quei due! -

Una lacrima sta per sgorgare dagli occhi di Elisa. Ma la rabbia che le cova dentro riacchiappa la lacrima, la ricaccia giù dentro lo stomaco.

- E Gianni? Come faremo con lui? – chiede lei con occhi grandi come tovaglie.

Nel buio luccica il ghigno beffardo di Nuccio.

- Gianni si farà tante domande, certo… Ma non andrà mai oltre – la voce sottile come un gemito – Gianni dimenticherà tutto, gli faremo dimenticare tutto… Gianni è solo una vittima. -

Nuccio avvicina la bocca a quella di Elisa, la bacia.

- L’importante è che ci siamo noi – le dice all’orecchio – noi non lasceremo mai Strella… – i suoi occhi si fanno piccoli come spicchi di luna – … Nessuno può lasciare Strella! -

Nel cimitero, i cerini illuminano le tombe.

L’unica tomba buia è la tomba di Anna.

Nella notte solida e compatta, si leva una litania cantilenante, una preghiera nera come la morte, che invade tutta l’immensa pianura, come una ninna nanna.

(30 – fine)

Daniele Vacchino