LA RAGAZZA SUL MAGGIOLONE GIALLO 29

Fuggire

Cri si risveglia con la bocca tutta impastata dal sonno. Solleva la faccia, guarda fuori dal finestrino. Ha deciso di passare la notte in macchina. Dopo aver parlato a lungo con Marco Martino, aveva paura a tornare a casa. Così si è infilato in una strettoia di campagna e lì ha trascorso la notte, dormendo sul sedile del guidatore.

Si sfrega gli occhi, passa la mano sulla fronte. Tira giù il finestrino per respirare un po’ d’aria fresca. Poi mette in moto e sbuca sulla statale.

La mattina è calda e silenziosa, entra dal finestrino dell’auto come un gettito d’aria calda. Cri si rigira nella mente il nome di Gianni, come avesse tra le mani un cubo di Rubik.

- Uccidere Anna, Gianni ne sarebbe stato capace? – dice tra sé con orrore – … E per quale motivo? … Ma Mara… Forse gli piaceva.

Le parole di Marco Martino hanno messo il giovane milionario su un binario del tutto differente. Ora ha in mano il primo pezzo del puzzle e l’esigenza di conoscere lo porta a ripensare a ciò che è accaduto.

- Mara è stata uccisa poco dopo che io me ne sono andato. Ma come ha fatto l’assassino ad entrare? O era già in casa? – il pensiero gli gela la schiena – O forse l’ha fatto entrare lei, perché lo conosceva… -

Come una stanza allagata che continua ad incamerare acqua, la testa di Cri è completamente sommersa dalle ipotesi.

- La soluzione dev’essere qui, alla portata… Qualcosa che ho visto senza notare… Una connessione… Cosa lega Anna a Mara? -

Sente di essere vicino a comprendere il meccanismo che sta dietro alle due morti. Ma, come un’ombra che scappa dalla luce, quel qualcosa di indefinito continua a sfuggire dalla sua stretta, inesorabilmente.

- Serve qualcuno con cui parlarne, o esco pazzo – si dice freddamente – subito il pensiero corre a Elisa – Già, Elisa… Ormai così distanti… E lei così fragile… La paura la bloccherebbe, le farei solo del male. -

Mentre Cri fa questi pensieri e tutto il suo corpo è attraversato da una tensione crescente, in fondo alla strada compare Strella.

- Non posso passare altro tempo qui. E se il prossimo della lista fossi io? No, no andarsene! – un’energia gli scuote le spalle – Tiro su due cose, mi sbatto da qualche parte fino a che non ci vedo più chiaro, – un sorriso gli attraversa per un istante il viso – ho sempre i miei soldi, in qualche modo me la caverò sempre. -

L’auto attraversa le file di pioppi, a buona velocità. Non vi è anima viva per la via. Cri parcheggia e si fionda dentro casa. Sale in camera da letto e si avventa sull’armadio. Tira fuori una grossa borsa nera e comincia a metterci dei vestiti dentro, alla rinfusa.

- Giusto il computer, le scarpe… – pensa – Vestiti e un po’ di sold…-

- Cri – la voce di Nuccio gli compare nitida alle sue spalle.

Nuccio è proprio lì, in piedi sulla porta della stanza.

- Nuccio, per fortuna sei tu!

- Non mi sentivi – dice Nuccio con un’aria spaesata – ho bussato… -

Cri avverte una strana tensione nel volto dell’amico.

- Parti? -

La domanda di Nuccio arriva di colpo. Il giovane milionario si sente osservato fin dentro le viscere dalle biglie di ghiaccio che sono gli occhi di Nuccio.

- No, è che… – Cri prova a pensare rapidamente una scusa, poi abbassa lo sguardo alla borsa – Voglio andare qualche giorno via, staccare da Stella.

- Ti sei stufato eh? – le palpebre del guardiano notturno si stringono per un istante impercettibile.

- No, è che questi fatti… – Cri prova a scappare dallo sguardo dell’amico.

- Te ne andrai – Nuccio è lì, in piedi come un totem, immutabile e inscalfibile, il suo sguardo è fisso sul viso di Cri.

- Non so dirti. -

Nuccio mette una mano dietro la schiena, tira fuori una pistola con il silenziatore.

- Tu non vai da nessuna parte – dice puntando la canna al volto di Cri.

Una folata fortissima di panico invade il giovane milionario in ogni parte del suo corpo, come fosse un acido che erode i muscoli e le ossa.

- TU? – riesce appena a pronunciare Cri.

Gli occhi di Nuccio sono quasi spariti dal suo volto. Si intravedono solo due puntini azzurri, due cocci di vetro che brillano, tra la pelle.

Cri è paralizzato dalla paura. Sente che le gambe non riescono più a sorreggerlo.

Poi, il suo pensiero corre velocemente a Mara. Il volto di lei si imprime sulla sua mente nitido, come un ritratto.

- Capisco Anna – percepisce una forza provenirgli da una regione sconosciuta del suo cuore, una rabbia figlia di un dolore lancinante -  ma perché anche lei… ? – un pianto dirotto sconvolge di colpo il suo viso.

Nuccio resta lì, non un centimetro del suo volto cambia espressione, come un immenso tempio nero corroso dal tempo.

- Cosa ti ha fatto Mara, bastardo? Volevi anche lei? – non sente più alcuna parte del suo corpo.

- No, caro Cri, no, – il guardiano notturno parla con la sua solita voce, senza un cenno di odio – non hai proprio capito niente. Non mi interessa di Mara. Eri tu… – gli occhi di Nuccio si spalancano di colpo, glaciali – … Non potevo permettere a quella puttana di portarti via.-

Una forza nera trascina il giovane milionario verso un baratro gigantesco. Come una tempesta che sconvolge il cielo freddo. Lascia crollare le braccia verso terra. Il pianto dilania tutto il suo viso.

- Ma io… – balbetta Cri – … Io mi ero innamorato. -

Nuccio sorride, come un alligatore.

Un dolore immenso lacera Cristiano. Come una scarica fortissima, un urto violento risale dalla schiena fino al cervello. Non vede più nulla, di colpo. Crolla per terra, disfatto dal male. Ha un coltello infilato nella schiena, all’altezza del cuore. Alle sue spalle, con la faccia rovinata da un’espressione di rabbia nera come la morte, i guanti neri alle mani, c’è Elisa.

(29 – continua)

Daniele Vacchino