LA RAGAZZA SUL MAGGIOLONE GIALLO 25

Caccia allo straniero

E’ una notte d’estate, ma potrebbe benissimo essere una notte d’autunno: sulla pianura è sceso un buio umido e vaporoso. Banchi di nebbia ingombrano la via che percorre orizzontalmente il paese di Strella. Come la notte successiva al delitto di Anna, anche questa volta non ci sono persone per la strada, non c’è luce che illumini una casa. Nemmeno più il vento porta con sé i bisbigli rubati da qualche uscio. E’ solo un buio spesso, salito dai fossati che costeggiano le risaie allagate d’acqua. Le forze dell’ordine hanno fatto sgombrare la strada delle lucciole, interrogato qualche abitante del posto, poi null’altro. L’assassino, per gli inquirenti, è da ricercarsi nel giro della prostituzione.

La gente di Strella si è chiusa in un silenzio di gomma, si è rintanata nelle case scalcinate, dai muri spessi, con le persiane abbassate. Lo sguardo dei paesani si è fatto ancora più sospettoso nei confronti dello straniero. Uno sguardo severo, da condanna, grigio come le pareti delle quattro case che formano il minuscolo paese.

La salma di Mara verrà trasportata a Milano, dove ci saranno occhi pronti a versare lacrime, fiumi di lacrime, maledicendo quel minuscolo paese dimenticato dal Signore. Meglio dimenticare Strella, le sue quattro mura con attorno i campi impestati di zanzare e diserbanti, le sue giornate zeppe di noia, tutte identiche. Dal canto suo, Strella non vorrà certo avere a che fare con altri forestieri.

- Troppe cose sono accadute, da quando quella là è arrivata in paese – dirà domani qualche vecchio alla trattoria.

- Basta, noi non li vogliamo questi qui che vengono da fuori! – ribatterà qualcun altro – Ha avuto quel che si meritava. -

L’occhio degli abitanti diventerà ancora più diffidente, sempre più cattivo. In fondo, tutto è cominciato proprio dal giorno in cui ha fatto la sua comparsa in paese quella ragazza, la ragazza sul maggiolone giallo.

(25 – continua)

Daniele Vacchino