VIAGGIO IN UN PASSATO D’ALDILÀ

L’aldilà è sinistro e notturno; vivo là dal giorno del mio futuro…

e scrivo libri sul pianeta Terra con penne a forma di forchette per la cena.

Seduto sopra una nuvola figlia di una Luna che assomiglia alla città di Roma,

accarezzo le persone che strisciano nel vuoto con i miei tentacoli

dall’aspetto di catrame e di petrolio; mi chiamo Calamaro

e violento le mie notti malfamate seviziando cadaveri all’ombra

di un albero di tramontana. Scrivo sulla solitudine; angeli con le parrucche

dormono nella mia mente fusa dalle droghe e dai succhi di frutta

e i morti galleggiano su questo lago indaffarato a causa delle dannazioni.

Vedo passare organi con le gambe e colli lunghi come alberi,

mezzi busti che giocano a carte agli angoli del Purgatorio;

cervelli evoluti smistano partite a scacchi nelle stanze

dei morti, e i morti di fame e di carta, bruciano come roghi

alimentati dalla pazzia estrema, dalla mania per i giocattoli.

(tratto da LA MORTE DEI CERVELLI di prossima pubblicazione)

Fabio Strinati