LA RAGAZZA SUL MAGGIOLONE GIALLO 08

Sabato

- Sette note in nero supera tanti film sopravvalutati, come L’uccello dalle piume di cristallo… – Nuccio si pianta di fronte a Gianni, con Anna al suo fianco.

- Sarà – e Gianni, facendo perno sul tallone sinistro, gira di novanta gradi, come a voler evitare il faccia a faccia con l’amico.

Nuccio si accorge che la discussione sta per finire, quindi si gira verso Anna, le passa una mano sulla pancia:

- Ti sei stufata? -

La giovane donna, che indossa un paio di jeans corti aderenti e una canottiera grigia, gira il mento elegante dall’altro lato, senza dare l’idea di essere scocciata.

- Si va in trattoria? – interviene Gianni, cogliendo un filo di imbarazzo tra i due.

- Sapete la novità? – Anna lascia cadere la frase dall’alto, mentre si incammina verso la trattoria – Stasera siamo sei… -

I due si girano verso di lei, stupiti. Gianni, però, ha la sensazione di intuire qualcosa.

- C’è che è arrivata una ragazza in paese – continua Anna, contenta di essere finalmente al centro dell’attenzione.

I due uomini si guardano reciprocamente negli occhi per un istante, mentre Anna porta alla bocca la sigaretta e l’aspira energicamente.

- … Sapete Silvia Giacomina, la vecchia sarta morta lo scorso anno?… Ecco, la nipote è venuta qui a sistemare la casa – Anna dà un altro tiro alla sigaretta, continuando a guardare fissa davanti a sé – l’ho incontrata oggi e le ho chiesto se esce. -

Gianni sente il cuore rimbombare nelle orecchie. Manda giù un nodo di saliva che si è ritrovato di colpo tra le gengive.

- Beh – Nuccio ha l’aria perplessa, fissa l’asfalto.

- Quindi è lei – dice fra sé il giovane bidello, e di colpo sente i muscoli della schiena sfibrarsi. Non gli succedeva da un po’, di sentire quei muscoli dilatarsi e farsi molli come polipi. Dai tempi del calcio, quando era sul punto di entrare in campo con il numero sette e si allacciava gli scarpini.

 

Il nostro giovane milionario è davanti allo specchio. Si aggiusta con la forbice le basette spesse che gli arrivano fino alla mandibola. Ha due occhi grigi, molli, che sembrano uscirgli dalle orbite. I capelli sono castani e molto corti. E’ a petto nudo e sul braccio destro ha un tatuaggio che si snoda su tutta la parte superiore dell’arto. C’è disegnata l’enorme faccia di un mostro con gli occhi viola e i capelli dilaniati dal sangue. Nella parte interna del braccio, c’è un’altra sagoma, questa più piccola, di un mostro scuro, senza occhi e con le fauci aperte. Sotto quel volto mostruoso, una cassa da morto carica di fiori di loto.

- Tra un mese ho ventinove anni – si trova a pensare di colpo. Sarà stato di sicuro a causa di quel pelo bianco, il primo pelo bianco… – Quasi trenta. -

Nonostante alcuni difetti fisici, Cri è un ragazzo affascinante. Pratico e compatto, si muove tra la gente con dimestichezza. Parla con tutti, conosce facilmente ogni tipologia di persona, a tutti risulta simpatico.

- Cosa fare? – si parla allo specchio.

Non che avesse una domanda particolare a cui trovare risposta. Il suo era un dubbio sulla vita in generale, sulla sensatezza di prendere determinate decisioni, come il dare più concretezza alla storia con Elisa, oppure sulla possibilità di rimandare ancora, in barba alle leggi dell’età e della società.

- Ma poi tanto si finisce così – prova a dirsi con una vena di fatalismo, imitando Al Pacino di Ogni maledetta domenica.

L’immagine di Elisa nella sua casa gli dava da sempre sicurezza. Se la immaginava in cucina, mentre lavava l’insalata. Una vaga sensazione di nausea, però, si mescolava da sempre, appena provava a dare seguito a quei pensieri.

- Tanto ho la vita assicurata, io! – e con questa frase Cri riusciva sempre a divincolarsi da tutti i dubbi. Da quando aveva intascato il benedetto milione, l’aveva usato come la soluzione di tutti i mali, la scusa per non intraprendere alcuna azione lo deviasse dall’equilibrio perfetto.

- Forse ho vissuto troppo poco – prova a dirsi, andando a confondersi ancor di più le idee – sempre qui… E con tutti quei soldi mi potrei fare diversi giri… Altre conoscenze, nuove ragazze… -

Finiva sempre con il perdersi nei dedali delle possibilità divergenti. Gli piaceva immaginare vite possibili, chance diverse. Era un grande sognatore, si potrebbe dire. Poi, però, tutto si esauriva di fronte alla sua pigrizia. Così, Cri aveva finito con il consegnare al caso le chiavi del suo destino.

- Se qualcosa dovrà succedere, dovrà venirmi a cercare – e quella frase gli dava sempre un’incredibile sicurezza, la certezza di non dover scegliere, di non dover agire.

 

A uno dei tavoli esterni della trattoria, il gruppo di amici sta bevendo uno spritz, in attesa che il sole cada sotto le risaie e il sabato sera abbia inizio.

-  Se solo provassimo a recuperare il cinema di una volta, con i suoi tempi morti, con il suo sprecare pellicola…- Nuccio sta tenendo banco.

- Ma finiamola con questi discorsi! – prova a deviare Elisa.

Anna sta fumando una Lucky Strike, fissa la strada davanti a sé, incurante dei discorsi del suo uomo. Sta pensando a qualcosa di molto distante da Strella.

Cri fa passare il braccio dietro la schiena di Elisa, strusciandole il palmo della mano sotto il collo. La studentessa ha un brivido, si gira verso il fidanzato e gli stampa un bacio morbido sulla guancia.

Gianni è il solo a seguire Nuccio nel discorso, ma come al solito lo lascia parlare, non gli ruba la scena.

- Come facciamo a lasciare il cinema in mano agli americani? Non hanno gusto quelli, sempre così veloci…- prosegue, sperando di trascinare gli amici nella discussione.

Poi, però, Nuccio palpa l’indifferenza attorno a sé, si sente per un attimo molto solo. Allora si ferma dal parlare, abbassa lo sguardo a terra e dilata l’addome. Poi si gira verso Anna, prova a sorriderle. Lei non si accorge che lui la stia guardando e continua a fumare, gli occhi fissi sulla via, imperturbabile.

- Io faccio un altro giro di spritz – fa Cri.

- Sì, ti seguo – gli fa eco Gianni.

- Eccola! – gli occhi di Anna si illuminano nella direzione di qualcosa di lontano.

Con un passo molleggiato, sta arrivando una sagoma di ragazza con lunghi capelli ricci scuri e un paio di jeans che le arrivano poco sotto il ginocchio.

- Ma chi è? – fa Elisa.

Il cuore di Gianni ha ripreso a correre. Una sensazione strana si è sparpagliata lungo tutto il suo corpo. Qualcosa che non provava da diversi anni, qualcosa che è rimasto a lungo dimenticato in un luogo profondo della sua anima.

La ragazza arriva a pochi metri dalla trattoria.

- Eccoti! -

- Eh, scusa stavo finendo di pitturare… -

- Ragazzi, questa è Mara – fa Anna girandosi verso i suoi amici – è la nipote di Silvia Giacomina ed è in paese perché deve mettere a posto la casa. -

- Ciao, benvenuta – le fa Cri con un cenno della mano.

- Ciao! – fanno in coro gli altri.

Mara ha un viso un poco spigoloso, gli occhi affilati ma sorridenti, gli zigomi pronunciati e la bocca carnosa. I capelli ricci le cadono sulle spalle e sul seno rigogliosi, il corpo è proporzionato e tonico, si vede che è una frequentatrice di palestre.

- Ciao a tutti, ragazzi – risponde Mara lasciando scivolare il peso del corpo su una sola gamba.

- Dai, siediti – Anna le allunga una sedia.

Mara prende posto tra Anna e Nuccio. Quando ha finito di sistemarsi sulla sedia, si aggiusta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e, mordendosi un lembo di labbro inferiore con i denti, si appresta a fare i primi convenevoli.

- Allora, questo è Nuccio… – fa Anna indicandolo – loro sono Cri ed Elisa e lui è Gianni. -

Gianni freme: vorrebbe intavolare lui la discussione che verrà, mettere carne al fuoco, far vedere che ha in mano le redini della situazione.

- Quindi vieni da… ? – fa Cri a bruciapelo.

- Milano – risponde Mara, piazzando sul volto di Cri due occhi socievoli, ma che sembrano poter mutare espressione, all’occorrenza.

- Resti qui a lungo? – chiede Elisa stringendosi nelle spalle.

Elisa non si è nemmeno accorta che quella domanda proveniva da una parte molto distante della sua anima. Una regione che, come un banco di sabbia nel mattino, emerge soltanto nei sogni. E che dimentichiamo ogni mattina, quando ci svegliamo.

- Il tempo di rimettere in piedi casa di nonna… E di venderla. -

- Ragazzi, su, è un interrogatorio? – irrompe Anna – Abbiamo capito: Mara è qui per la casa e ora ha cinque nuovi amici e si vuole divertire, okay? – e dispone un cerchio davanti a sé con la mano, con l’aria della ragazza di mondo.

- Giusto. Un altro giro di spritz allora! – intona Cri con aria paciosa.

Mara ha due occhi sottili come anguille. Nessuno direbbe che, con quegli occhi, Mara registri tutto con attenzione meticolosa. Sa indagare i messaggi non verbali dei corpi, Mara. E ha una conoscenza che le serve a capire come muoversi, una conoscenza che le viene dall’aver vissuto in mezzo alla gente.

(8 – continua)

Daniele Vacchino