IX TROFEO LA CENTURIA E LA ZONA MORTA: IV CLASSIFICATO

AEQUILIBRIUM

di Margherita Aiassa

Ricordo #1

Come sai, la fisica elementale parte dagli stessi principi della fisica meccanica, ma li applica in modo differente.

Al mondo esistono due Principi fondamentali: la materia e l’energia. La materia è ciò di cui tutto è composto. Tavoli, alberi, animali, me… e te, Porzia. L’energia è il cambiamento della materia: la sua inerzia e il suo movimento. Tutto ciò che è implicato nella trasformazione della materia, per quantità o qualità, è la diretta conseguenza del moto dell’energia.

Tutta la materia che è in questo mondo, l’esatto modo in cui è, dipende dall’energia, che trova il suo scopo in questo mutamento, e l’una non può esistere senza l’altra. Ma ci si chiese se non solo l’energia potesse produrre cambiamenti nella materia, bensì se anche la materia potesse avere qualche influenza sull’energia. Prendi un pezzo di legno e brucialo. Parte di questo legno diventerà a sua volta energia, bruciando, e questo ci appare molto logico, direi inevitabile, ma… si potrebbe fare il procedimento opposto? Non più distruggere il pezzo di legno con la fiamma, la materia con l’energia, ma creare la fiamma attraverso il pezzo di legno, l’energia con la materia.

Sembra impossibile, ma se ci pensi le parti in gioco sono esattamente le stesse: il pezzo di legno e la fiamma. È solo la direzione che cambia.

La fisica elementale consta di due soli tipi di Operazione: la Trasmutazione e la Manipolazione. La Manipolazione è l’Operazione più banale. Consiste nel mutamento di una certa parte di materia in un’altra parte di materia del tutto affine. Come due pietre, che possono essere unite in una pietra più grande, o viceversa. E lo stesso vale per l’energia: una certa quantità di energia che viene trasformata in altra energia.

Ben altra cosa è la Trasmutazione: il cambiamento tra materia ed energia. Pensa ancora al pezzo di legno e alla fiamma. Lo scambio tra materia ed energia sembra valere in un senso, ma non nell’altro. Ma non per la fisica elementale.

A questo punto potresti pensare che non si tratti di vera scienza, ma solo di una certa forma di magia. Ma, vedi, la magia non esiste. Quello che può apparire come un incanto, la produzione di energia attraverso la materia, non è altro che un processo fisico ben preciso, che però non può prescindere da un elemento fondamentale: l’essere umano. Perché Trasmutazioni e Manipolazioni non possono avvenire se non per mezzo di un elemento esterno capace di comprendere la natura della materia e incanalare l’energia nella giusta direzione. Ed è qui che entra in gioco la Conduzione.

Materia ed energia sono due principi vitali, ma non vivi: non hanno coscienza di sé e il loro comportamento è dettato dalle leggi fisiche. Se vogliamo sovvertire le leggi naturali, abbiamo bisogno di un forza cosciente e costante che agisca contro di loro… e che per prima cosa le comprenda! Come puoi Manipolare la materia? Fare di un pezzo di legno una sedia? Prima di pensare alla sedia, bisogna pensare al legno – alla materia. E come mai la materia, che è sempre la medesima, appare diversa nel legno e, poniamo, nel ferro? La risposta risiede nell’essenza. È l’essenza ciò che rende la materia in un certo modo o in un altro. La sua energia prima.

In questo sta l’abilità del Conduttore: comprendere la struttura della materia e cogliere l’energia che la rende fondamentalmente tale.

 

Glielo aveva spiegato molti anni addietro, ma le parole di Avenarius le apparvero veramente chiare e distinte soltanto ora. In realtà il dolore era stato meno intenso di quanto si fosse aspettata. Come se lei non fosse già più lì.

Aveva visto la scena con gli occhi dell’altra donna: il proprio corpo che si afflosciava, il sangue che sgorgava dalle ferite; per ultimi, gli occhi oscurarsi completamente.

Il suo stesso sangue gocciolava a terra dalle sue mani. Si guardò i palmi, lisci e morbidi, la linea della vita che si interrompeva bruscamente a metà per poi ripartire zigzagando verso il monte di Venere. Non erano mani normali – erano le mani per Operazioni. L’energia fluiva in esse per essere addomesticata, Manipolata, modellata. Erano mani attraverso cui si propagava il mutamento. Come era successo a lei: un brusco passaggio dalla vita alla morte, dalla materia animata a quella inanimata.

Energia e materia. In natura niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma.

 

Ricordo #2

- No! Non ci pensare neanche! -.

Avenarius era furibondo. Porzia continuò imperterrita.

- Ma se si potesse andare al di là di Manipolazioni e Trasmutazioni, se si potesse arrivare alle Operazioni Animate… alla Produzione! -

- Taci! Non sai di cosa stai parlando! -. Si passò una mano sulla fronte rugosa. Riprese con più calma – Non sono cose che ti riguardano. Pensa piuttosto a fare delle buone Trasmutazioni -.

Porzia lo guardò con sospetto. – Non ho detto una cosa nuova, vero? Qualcuno l’ha già fatto… -

- Ancora una volta, pensa a migliorare le tue Operazioni e lascia le questioni teoriche ad altri -.

Porzia lasciò lo studio non ancora del tutto convinta.

La Produzione… era impossibile che nessuno ci avesse ancora pensato. A lei sembrava la conseguenza più logica dello sviluppo della fisica elementale. «In natura, niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma». Glielo avevano ripetuto fino alla nausea, ma non era che un motto, una frase molto ben detta, ma che racchiudeva in sé una menzogna: se nulla può essere prodotto, perché il mondo non si era ancora esaurito? In fondo, anche l’essere umano non è altro che il bilanciamento delle quantità di materia ed energia… e quando muore, dove vanno la sua materia e la sua energia? Spariscono. Allo stesso modo, dovevano essere create.

 

- Che cosa hai fatto, Porzia? -.

Aprì di nuovo gli occhi. Avenarius era entrato nella stanza senza che lei se ne accorgesse. Cercava di riconoscere nella donna stravolta sul pavimento, quello che rimaneva della sua discepola.

Porzia tentò di muoversi.

- Io… non ho fatto… niente -

I segni della Trasmutazione erano evidenti sul corpo: lembi di pelle accartocciati e fusi insieme che creavano bizzarrie nella sua anatomia. Su una spalla e lungo tutto il taglio del ventre, là dove il Conduttore aveva apposto le proprie mani, la carne era bruciata.

- Se non tu… -, la frase rimase in sospeso.

- Lei. È stata lei… Isabel… Dopo tutti questi anni -. Alzò le mani insanguinate verso l’uomo – La carne, è la carne ciò che sta cercando. Un corpo vero -

- Così come tu… -

- … Così come io stavo cercando la mia… anima -.

 

Ricordo #3

- Questioni teoriche, vero? La Produzione era una baggianata a cui non pensare! -.

Questa volta era Porzia a essere furibonda. Irruppe nello studio di Avenarius con un pesante libro in mano. L’uomo l’aveva riconosciuto subito: il Dodecario, “Dell’interpretazione dell’anima”.

Era l’ultimo trattato della serie, quello la cui lettura veniva generalmente proibita, l’esistenza stessa, negata. Non parlava più di fisica elementale: si addentrava nell’Arte Oscura.

Porzia lo sbattè sulla scrivania.

- «Così come l’energia può essere sottratta o aggiunta a piacimento nella materia inanimata senza per questo apportare modificazioni essenziali alla materia stessa, allo stesso modo ciò accade con la materia animata, laddove la sua energia non può evidentemente essere descritta in termini fisici… ed è questa la prova più evidente che non vi è inscindibilità alcuna tra un corpo e la sua anima, laddove si intenda il corpo come materia e per energia, l’anima».

L’essenza, Avenarius. Noi Manipoliamo l’essenza. Basta capire quale sia l’essenza della materia animata per poter Manipolare anche essa.

L’hai trovato, vero? Il modo per catturare l’essenza dell’uomo… -.

Avenarius alzò uno sguardo colpevole su Porzia. Lei se ne accorse. Fissò le proprie mani dalla linea della vita interrotta e tornò su Avenarius.

- Questo c’entra con me? -

- Con entrambe: con te e Isabel -.

Porzia rimase a pensare.

- Cosa siamo noi due? -.

Avenarius sospirò. – Due parti di un Tutto. Tu sai cos’è una chimera? -

- Una leggenda. Un essere formato da più parti di animali. Un mostro -

- La chimera è il primo risultato delle Operazioni sulla Materia Animata. Fu Prodotta quando alcuni elementalisti vollero conoscere l’essenza della materia animata. I primi tentativi portarono solo a esseri vuoti; animati sì, ma privi di ogni forma di intelletto o di auto-coscienza: automi destinati a decadere una volta esaurita l’energia impiegata per la loro Produzione. Il problema era che questi uomini non avevano capito quale fosse la vera essenza della materia viva. Erano partiti dalla forma più semplice di essere vivente, quando invece avrebbero dovuto partire da quella più complessa, quella in cui l’essenza era più evidente -

- L’essere umano. L’anima -

- In certa misura l’uomo è in grado di sovvertire l’ordine naturale delle cose: la Conduzione; le Operazioni sui Principi… ma sarebbe stato possibile per lui addurre nuova materia o nuova energia? Esprimere la Produzione?

L’ho capito una notte. E ho agito. Ho preso due corpi. Uno era il frutto della più mirabile arte meccanica: un insieme di carne e meccanismi tenuti insieme da un barlume di energia elementale. L’altro apparteneva a una donna deceduta pochi giorni prima. Instillai in ciascuno la medesima fonte di energia – la medesima anima in due corpi differenti. Puoi comprendere da sola come sia finita -

- Quindi noi due siamo… -

- Una chimera Scissa: non due essenze in una sola materia, ma un’essenza in due materie differenti. Doveva essere la prova tangibile che i precetti insegnati per secoli dal Dodecario erano sbagliati: l’anima può essere divisa in più corpi, perché il bilanciamento tra essenza e materia sarebbe stato regolarizzato all’interno dei due esseri Prodotti. Loro stessi avrebbero permesso la conclusione del processo di Produzione. La rivincita dell’uomo sulle leggi naturali -

- E invece eri tu a sbagliare! Guardami! Un corpo che cammina verso la propria distruzione; e Isabel, un corpo artificiale dotato della più grande energia umana. Non si è bilanciato niente. Ci hai solo condannate a un’esistenza di sofferenza e disumanità! -

- Merito davvero tutto questo disprezzo? Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto a fin di bene -

- L’hai fatto per te! Per la tua gloria! Giocando con le vite altrui… e con la loro morte! -

- Potrai mai perdonarmi? -

- Oh, non hai capito. Hai fatto per me delle scelte che io non potevo rifiutare. Non hai avuto il mio consenso e non avevi il diritto di chiedermelo. Ti sei eretto ad arbitro del destino altrui. Non devi chiedere il perdono a me. Lo devi chiedere a te stesso. Pensi di poterlo fare? -

 

- Tutto questo… non è colpa tua. Non è assolutamente colpa tua -.

Avenarius tentava di tamponarle le ferite. Porzia alzò una mano verso la sua testa. Il sangue si incollò tra i capelli argentati di lui.

- Lo so. Ma non cambia le cose. Avrei potuto… decidere di… farla finire subito… questa storia. Ma nonostante tutto, mi piaceva vivere -. Parlava già al passato. Avenarius percepiva la sua energia disperdersi nell’aria.

- Si chiama “istinto di sopravvivenza”. Ogni essere umano ce l’ha. Anche il più pazzo e scriteriato. Proprio come te -. Abbozzò un sorriso. Porzia spalancò gli occhi per un istante.

- Mi reputi un essere umano? -

- Un meraviglioso essere umano -. Le passò una mano sulla guancia – Il più stupendo che abbia mai conosciuto -.

Porzia gli prese la mano e la condusse fino al proprio petto. Attraverso le dita Avenarius sentì il battito del suo cuore, debole come un rintocco lontano.

- Questo cuore ha battuto per molti anni. Poi si è fermato e qualcuno lo ha rimesso in moto. Ma non apparteneva più alla stessa persona, benché il corpo fosse lo stesso. È umano, questo? -.

Avenarius sospirò.

- Vi siete spinti così in là da non saper più riconoscere ciò che è naturale da ciò che è frutto della vostra arte. Create mostri e non vi rendete conto delle responsabilità che questo comporta. Non ritenermi un essere umano. Non abbassarmi al tuo livello.

Non odio te. Ma odio quello che sei. E non voglio in alcun modo essere equiparata alla tua stirpe -.

- E cosa vuoi, allora? -.

Porzia chiuse gli occhi e li riaprì. La sua voce era più debole, ora.

- C’era una cosa che avrei voluto. Ma adesso non importa più -

Avenarius percepì il battito che accelerava, mentre il corpo si irrigidiva in uno spasmo involontario. Poi il battito rallentò. Ora i suoi magnifici occhi avevano perso tutta la loro brillantezza. Guardavano fisso dentro i suoi, ma non dicevano niente: due pozzi bui senza fondo.

- Per favore, adesso lasciami sola. Vorrei che tutto finisse senza di te -.

Avenarius invece avrebbe voluto rimanere lì per sempre, con la mano appoggiata sul suo petto pronta a carpire ogni battito, contare ogni respiro. Ogni singolo istante era come un miracolo. Il miracolo che lui stesso aveva compiuto. Certo, era stato un atto sconsiderato, la peggiore delle blasfemie. Eppure quanta straordinarietà c’era in esso? In quella singola azione frutto di tante piccole azioni secondarie e allo stesso tempo grandiose?

Fu tentato di afferrarla con forza e trascinarla a sé, diventare una singola cosa con lei… e invece lasciò che la propria mano scivolasse via da lei, tenendo all’infinito il contatto, senza volersi realmente staccare.

 

Ricordo #4

Isabel rise. Una risata maligna, che partiva da dentro e la scuoteva.

- E ci sei arrivata solo ora? -.

Porzia non capiva l’ilarità della sorella.

- Pensavi davvero che noi due fossimo nate così? Naturalmente? -. Fece una piroetta su se stessa. I meccanismi delle sue giunture cigolarono.

- E pensare che sei la preferita di Avenarius. Così stupida eppure così amata -

- Per Avenarius noi siamo esattamente uguali -

- Tutte storie! Lui ha sempre voluto più bene a te che a me! D’altronde sei tu ad aver avuto la parte migliore: un corpo. Un corpo perfetto, vivo e funzionante… – la guardò con disprezzo – che enorme spreco -

- Un corpo… un ammasso di carne debole, in continuo disfacimento. Tu questa la chiami “la parte migliore”? E cosa hai avuto tu? Un’anima, una continua energia – una vera vita -.

Isabel gridò.

- Cosa te ne fai di un’anima, se non la puoi usare? Se non hai la materia a cui attingere… . Energia senza materia: un fuoco fatuo nel buio! -

- Prendine dal mio! Ma tu dammi un po’ d’anima! -.

Isabel ghignò.

- Non capisci nulla. Pensi sul serio che potrebbe esserci uno Scambio fra di noi? Noi che siamo due Parti di un Tutto. Nessun bilanciamento sarebbe veramente possibile. Ma invece… -. Lasciò volontariamente che le sue parole rimanessero in sospeso. Lasciò che Porzia capisse da sola la conclusione.

- No! Non te lo permetterò! -.

Isabel avanzò. – Se insieme non possiamo coesistere, basterebbe che una di noi scomparisse per permettere l’esistenza all’altra, che una tornasse a essere il Tutto. Non indovini a chi mi riferisco? -.

Porzia arretrò, inciampando nei suoi stessi piedi. L’aria intorno alle sue mani cominciò a fremere.

Isabel rise. – Non lo faresti mai davvero. Rovinare l’opera di Avenarius. Ma la tua lealtà ti condanna a una morte imminente. E in fondo è proprio il tuo sacrificio è l’unica possibilità di far sopravvivere quello che il tuo prezioso Avenarius ha creato. Questo oppure… -.

Isabel stese un braccio e sollevò la manica. Apparve un braccio nudo e liscio, fatto di vera carne. Porzia vedeva le vene palpitare leggermente sotto il polso.

- Cosa hai fatto, Isabel? -

- Alla fine siamo tutti uguali, fatti della stessa essenza. L’energia necessaria alla Trasmutazione mi è stata gentilmente concessa da una prostituta del bordello. Ma sai una cosa? – Isabel alzò il braccio in aria – Non durerà a lungo. In fondo quella donna non faceva parte del mio Tutto. Non era te -

- Tu sei pazza! -

- No! Io sono viva. Una cosa che tu non capirai mai fino in fondo -.

 

Alla fine Isabel era tornata. Dita gelide la toccavano. Udì la voce che per anni aveva risuonato nella sua testa.

- Sei stata gentile ad aspettarmi -. Era acuta e disarmonica, come un meccanismo inceppato. Porzia alzò lo sguardo. Attraverso il velo che le copriva gli occhi intravide una grande forma bianca, quasi luminosa, e due buchi neri che la guardavano fissa. – Bella, quella scenetta con Avenarius… dimmi, non sarai diventata emotiva? -.

Le dita tornarono a esaminarle il corpo. Ora le sentiva premere su di una gamba. – Non sei messa bene, sorellina. Lo sai cosa vuol dire questo, vero? L’equilibrio delle parti e del Tutto. Togli una parte e tutto tornerà al Tutto -

- Fai quello che devi fare e muoviti -

- Hai così fretta? Io ho aspettato tanti anni per avere quello che mi spetta di diritto -

- Non ti spetta niente di diritto -

- Mi spetta tutto di diritto! Tutto quello che tu hai avuto fin dall’inizio e io no! -

Porzia respirò a fondo. -… Puoi prendere tutto quello che vuoi, ma non cambierà niente. Rimarrai comunque un… automa vuoto e senza senso -.

La donna le afferrò il braccio e premette con tutte le proprie forze. Le urla di Porzia riecheggiarono nella stanza. Quando Isabel mollò la presa, Porzia si accasciò a terra senza più forze.

Aprì gli occhi un’ultima volta. – Sai, credo di avere appena compreso come funzioni la Produzione. È la vita stessa a generarla. Tutto quello che facciamo, il modo in cui lo facciamo… Forse non ho ricevuto un’anima, ma credo di aver vissuto una vita degna di questo nome. Ho Prodotto dei sentimenti. Questo mi rende abbastanza superiore a te. E gratificata. Spero solo che col tempo anche tu riesca a capirlo -.

 

#5 Dal Dodecario – Dell’interpretazione dell’anima

«Due oggetti Scissi da un medesimo oggetto condivideranno, oltre che la materia, anche l’energia. L’equilibrio è generato dalla Condivisione, cosicchè laddove il primo oggetto mantenga più materia, ciò sarà a discapito del secondo. Ma anche così l’equilibrio è duplice ed essendo materia ed energia le due facce di una stessa medaglia, a maggior materia corrisponde minor energia e inversamente sarà per l’altro oggetto. Sarà solo nella riunione delle parti nell’oggetto originario che l’energia e la materia troveranno il giusto bilanciamento.

Ecco un’ulteriore dimostrazione dell’indivisibilità dell’anima».