FANTASCIENZA STORY 112

AMORE ED ENERGIA (1974) – PARTE 01

CONVIENE FAR BENE L’AMORE

Tra i rari titoli di spicco di questo 1974, una segnalazione la merita questa pellicola di Pasquale Festa Campanile intitolata Conviene far bene l’amore, tratta dal suo omonimo romanzo edito da Bompiani. Il cinema italiano affronta così un tema fantascientifico nel modo che gli è sempre sembrato più consono, ma non congeniale al genere: mescolandolo con un po’ di boccaccesca commedia. A differenza di opere consimili questo film però possiede una vena di simpatico umorismo che non scade affatto nel volgare. L’autore e regista ha dichiarato, come ormai è diventata una sana abitudine nostrana, in un’intervista, di non aver inteso fare un film fantascientifico, genere che non lo attira particolarmente, ma sviluppare un’idea che gli era sembrata stimolante. Quello che forse non aveva capito è che l’idea era stimolante appunto perché fantascientifica, ma è inutile insistere…

Il mondo è in piena crisi energetica: a Roma si circola in carrozza e tutte le luci sono spente da molto tempo, nessuna automobile, nessun treno o aereo circolano più .

Un professore di Biologia del Politecnico di Roma (Gigi Proietti) decide di applicare virtualmente l’ipotesi di un lontano predecessore, di usare, cioè, l’attività sessuale come fonte d’energia.

Il successo raggiunto dai suoi esperimenti, con i lampadari che si accendono e le vie che si illuminano, scatena una serie di divertentissime trovate che culminano nella “lunga notte dell’orgia” dell’Hotel Hilton dove pratiche sessuali di qualunque genere vengono messe in atto per verificare le varie potenzialità energetiche che esse possono produrre.

Va da sé che il sesso diventa all’ordine del giorno, che la fornicazione diventa obbligatoria e che nessuno può tenersi per mano e scambiarsi dolci frasi amorose: il sesso diventa una catena di montaggio per produrre energia e le foto “porno” che ora circolano sono quelle di donne vestite.

Il finale, forse un poco amaro, non toglie nulla alla vicenda, esaltandola e lasciandone un simpatico ricordo.

(1 – continua)

Giovanni Mongini