TERZO DAL SOLE – SOGNI E SPERANZE DELL’ANIMALE UOMO ALLA RICERCA DELLA VITA 03

CAPITOLO III – LA RUOTA E IL FUOCO

Sembra qualcosa di semplice, di scontato, eppure l’invenzione della ruota con le sue molteplici applicazioni, è stata d’importanza vitale per l’uomo, una tappa fondamentale nel periodo del neolitico, cioè nella preistoria. Da quanto ci risulta il primo ad inventare la ruota fu un Pippo preistorico della Walt Disney in un esilarante filmato diventato poi anche un fumetto nel quale prende a calci un sasso quadrato smussandolo fino a farlo diventare tondo. Il suo nome però non è stato giustamente ricordato come avrebbe meritato per cui risulterebbe che primi a utilizzare la ruota furono i Sumeri. Infatti i vasai costruirono le prime ruote formate da un cerchio di legno pieno, fatto da assi inchiodati ad un asse orizzontale. Con il passare del tempo i vari popoli perfezionarono la tecnica della ruota e il materiale di cui era costituita. Fu un’invenzione utilissima da subito perché prima della scoperta della ruota gli uomini portavano i carichi a mano, oppure li mettevano in alcuni sacchi e poi li trascinavano con i denti, che avevano molto sviluppati. Ricordiamo però che un’altra invenzione precedente alla ruota fu la slitta, che trasportava carichi. I progressi che l’uomo ha fatto fino ad oggi sono molti, perché dalla ruota applicata ai carri alle macchine, ai pullman, treni e aerei e vari tipi di macchinari odierni, il principio deriva sempre da quell’epoca ormai lontana.

Non è possibile negare che la ruota ha rivestito, e ancora riveste, una grande importanza e trova largo uso non solo nei mezzi di trasporto ma in molti usi della vita quotidiana. Pensateci un attimo: non esisterebbero automobili, treni, ascensori, motori e ingranaggi di tutti i tipi e misure e molti altri apparentemente impensabili oggetti se prima qualche sconosciuto genio non l’avesse inventata. Ai giorni nostri sarebbe un brevetto che farebbe impallidire quello della penna a sfera: ma chi è stato a inventarla?

Sulle origini della ruota non sappiamo nulla di certo: ignoto l’inventore, il luogo dell’iniziale uso e il popolo che la usò per primo. Molto probabilmente si tratta di un’invenzione antichissima: qualcuno avrà notato come il tronco di un albero rotolava senza difficoltà e avrà pensato di utilizzare questo principio per trasportare pesi con minore fatica. Come abbiamo detto precedentemente il popolo più lontano nel tempo del quale si possa dare un uso appropriato della ruota fu quello dei Sumeri che, nel quinto millennio prima di Cristo si stabilì in Mesopotamia. Anche se non sono stati loro ad inventarla, ce ne hanno tramandato l’immagine più remota, infatti, essa appare nello stendardo-mosaico scoperto nel 1928 dall’archeologo inglese Leonard Woolley fra i resti d’Ur (British Museum, Londra). La ruota che compare è rozza, in legno pieno, formata da 5 settori di varia foggia stretti da un cerchione di legno e irrobustiti da fasci di paletti esterni applicati perpendicolarmente alle giunture, ma è indubbiamente lei.

La ruota ebbe una rivoluzione lenta nel tempo: a Susa sono stati rinvenuti resti di ruote piene con cerchione rinforzato da borchie di rame, risalenti all’inizio del II millennio a.C.; verso la metà del II millennio a.C. comparvero nella Persia orientale ed in Egitto le prime ruote piene, libere di girare agli estremi dell’asse; i Celti introdussero quelle a raggi per carri munite di cerchione in ferro; i Romani realizzarono, nel III sec. a.C. ruote con raggi montati obliquamente sul mozzo anticipando quelle dei veicoli moderni. Contemporaneamente all’uso per il trasporto, la ruota venne impiegata nella lavorazione della ceramica (ruota del vasaio) e nella mietitura (macina).Nel secolo XIII i progressi della metallurgia portarono alla realizzazione delle ruote dentate e, successivamente, trovarono ingegnosissime applicazioni in mulini, apparecchi per sollevamento acqua e negli orologi meccanici. Dal Medioevo al Rinascimento la ruota trovò sempre più larga applicazione nell’ingegneria idraulica e militare. Nel XVIII, all’epoca della rivoluzione industriale, la ruota divenne elemento insostituibile della nascente civiltà delle macchine; ma anche un importante simbolo nella religione induista e buddista.

Dando un’occhiata in giro, è possibile vedere ruote in tutto il mondo, come pneumatici o ruote di ferro per rotaie. Inoltre, nel corso dei secoli, la ruota è stata caricata di significati simbolici, il più famoso, forse, è quella che la vede come metafora del ciclo senza fine della vita.

Si può essere tentati di pensare che la ruota sia un’invenzione umile o addirittura primitiva rispetto ad alcuni dei gadget che abbiamo oggi a disposizione. Tuttavia, la ruota (in particolare come mezzo di trasporto) è stata una conquista avvenuta piuttosto tardi nella storia dell’umanità. La ruota più antica conosciuta è stata trovata in uno scavo archeologico della Mesopotamia, e risale a circa il 3500 a.C. Questo periodo, conosciuto come Età del Bronzo, è un’epoca relativamente tardiva nella storia dello sviluppo della civiltà umana. Basti pensare che le prime tracce di utilizzo del fuoco sono attribuite all’Homo Erectus, a circa 400 mila anni fa, mentre l’introduzione dell’agricoltura si fa risalire ad almeno 10 mila anni fa. Uno dei motivi per cui la ruota è stata inventata solo a questo punto della storia è dovuto al fatto che sono stati necessari strumenti di metallo a scalpello per realizzare i fori e gli assi. E ciò porta al motivo successivo: non si trattava semplicemente di un disco che ruota sul terreno, ma di un disco collegato a un mezzo stabile e capiente. Questa concezione di ruota è stato un vero colpo di genio, ma realizzarla era una sfida. Le estremità del perno, così come i fori nel centro delle ruote, dovevano essere perfettamente lisce e rotonde, altrimenti ci sarebbe stato troppo attrito tra gli elementi e la ruota non avrebbe funzionato. Sebbene l’asse doveva adattarsi perfettamente ai fori, questi dovevano avere spazio sufficiente per permettere alle ruote di girare liberamente. Data la complessità della combinazione ruota-asse, le prime ruote non furono utilizzate per il trasporto, ma per la produzione di vasi. La ruota scoperta in Mesopotamia aveva proprio questa funzione. L’utilizzo della ruota per il trasporto sembra sia avvenuto solo 300 anni più tardi. Anche se la ruota più antica del mondo è stata trovata in Mesopotamia, le prime immagini di carri a ruote sono state trovate in Polonia e in altri luoghi delle steppe eurasiatiche. Alcuni hanno suggerito che l’idea della ruota si sia diffusa lentamente dopo che si era riusciti a produrne il primo “prototipo”. Altri, invece, suggeriscono che essa si sia sviluppata indipendentemente in parti separate del mondo, più o meno nello stesso periodo. Benché abbia rivoluzionato il modo in cui i nostri antenati viaggiavano e trasportavano merci da un luogo all’altro, la ruota non era un’invenzione perfetta. Per esempio, i cammelli erano molto più efficaci per il trasporto in ambienti come il deserto sabbioso rispetto alla ruota. Pare che tra il 2° e il 6° secolo d.C., il cammello abbia addirittura soppiantato la ruota come mezzo principale di trasporto in Medio Oriente e Nord Africa. Tuttavia, la ruota è stata ancora utilizzata per scopi domestici, come l’irrigazione, la fresatura e la lavorazione della ceramica. Questo mostra l’estrema versatilità di un’invenzione tanto importante per l’umanità. Forse bisognerebbe cambiare il nostro punto di vista rispetto alla ruota e non considerarla come l’invenzione di base degli uomini primitivi. Bisognerebbe, invece, considerarla come una della grandi conquista dell’umanità.

(3 – continua)

Giovanni Mongini