L’ODORE DELLA MORTE

Odore  di pioggia. Odore  di  alberi…

Corro giù per la discesa, quasi senza respiro, al seguito del mio Padrone. Il terreno sotto di me è scivoloso, pieno di foglie autunnali in quell’angolo di foresta, e vi sono parecchie rocce appuntite qua e là…

Di corsa, di corsa…

Il mio naso umido qui si trova perfettamente a suo agio. Posso avvertire i boschi circostanti, la mia lingua penzola raffreddandosi immersa nell’aria fresca, sento gli odori provenienti dal mio branco/gruppo: l’olezzo di Jake, quello del suo Padrone, Harry (i suoi pantaloni da caccia, la sua giacca imbottita, la canna del suo fucile, le sue scarpe ricoperte di fango rappreso), e il tipico odore del mio Padrone, Frank (la sua pelle bagnata dalle gocce d’acqua, il suo abbigliamento di cuoio e il suo cappello).

Un attimo dopo, Harry e Frank si bloccano di botto. Anche Jake si ferma, rimanendo vicino al suo Padrone. La gara del giorno sta per cominciare… Frank mi guarda con i suoi due occhioni blu, il suo nasino è così piccolo e  diverso in confronto al mio che la mia razza difficilmente potrebbe  considerarlo un vero naso. Entrambe le sue mani giovanili mi accarezzano la pelliccia beige che ricopre la mia testa allungata.

-Bravo ragazzo,Max - dice Frank, le sue parole arrivano alle mie orecchie come strani suoni, ma io sono in grado di interpretarli quasi perfettamente  dopo così tanti anni di convivenza passati in un’abitazione umana. E inoltre, le  sue pupille chiare sono davvero speciali, è sufficiente solo che io le fissi per comprendere tutto in un attimo. E’ un’abilità inusuale che nessun altro uomo possiede, per quanto ne so, si tratta di un potere davvero unico. Lui è in grado di convincermi a fare quasi qualsiasi cosa grazie al potere del suo sguardo: è per questo che è così famoso in tutto il circondario come addestratore di  cani. -Adesso conto su di te, Max: trova la palla, trovala! Bravo ragazzo! – e subito dopo mi dà il segnale. Al suo comando io comincio a correre.

Anche Jake si affretta dietro di me, lanciandosi a perdifiato… Lo scopo di quel gioco è trovare per primi la palla seppellita nel terreno. E’ tipo di competizione che appassiona moltissimo i nostri due Padroni e a cui sia io che Jake siamo abituati, anche se io di solito vinco sempre…

Corriamo, corriamo, corriamo.

Superati gli alberi, oltre le pozze lungo il sentiero, io so perfettamente dove mi tocca andare… Jake mi segue sempre, il suo senso dell’olfatto è molto buono, indubbiamente, ma non tanto quanto il mio: lui sa che di certo giungerò per primo sul luogo in cui la palla è stata nascosta da un amico dei nostri Padroni in mattinata dal momento che io posso avvertire la sua presenza in un modo in cui lui non può, ma è anche consapevole che può battermi solo se riuscirà a scavare più velocemente di me, una volta arrivato sul posto…

Tuttavia, mentre lo distanzio, comincio ad avvertire un altro strano odore, del tipo che ho già sentito prima… Oh, no! E’ proprio quel  tipo di  fetore!

A parte Frank, anch’io possiedo un’abilità speciale. Il mio olfatto è particolare, più evoluto ed efficiente di quello di un comune cane, forse a causa di quegli strani esperimenti che mi hanno fatto quando ero in forza ai reparti cinofili all’Esercito, prima che Frank mi prendesse con sé, in quanto ormai ero troppo vecchio per continuare a stare in servizio attivo. So per certo che qualcosa sta per accadere e sono certo che si verificherà a breve! Volto il mio testone a sinistra e a destra senza posa e i miei occhi si imbattono infine sul manto grigio e bianco del mio compagno di giochi, Jake, che si avvicina: proviene proprio da lui!

Cosa posso fare? Come potrei riuscire ad avvertirlo? E, soprattutto, in che modo posso evitare che si avveri ciò che sta per avvenire fra solo pochi secondi…? Io guardo Jake e Jake mi guarda di rimando: fa qualche passo in avanti, poi indietro, cercando di capire perché mi sono fermato e non proseguo oltre. Fisso i miei occhioni marrone scuro su di lui, in silenzio: l’odore  che proviene dalla sua pelliccia diviene sempre più forte attimo dopo attimo… E’ vicino, è adesso! Jake piazza le sue zampe posteriori in un brutto posto, tremendamente scivoloso, i suoi arti anteriori perdono il loro appiglio e il cane comincia a precipitare giù per il pendio scosceso, molto velocemente. Una caduta irrefrenabile. Jake abbaia, si lamenta, guaisce, tenta di dimenarsi, ma qualsiasi cosa faccia non può evitare ciò che sta per succedere…

Alla fine c’è un tonfo sordo. E i suoni cessano…

La testolina di Jake ha picchiato contro un grosso masso in fondo al dirupo, ormai non respira più. Harry, il suo Padrone, arriva con fare concitato, cercando il cane caduto giù, e dice – Dannazione! - quindi inizia a lanciare una nutrita serie di maledizioni ad alta voce.

Anche il mio Padrone impreca, guardando verso di me e posando le sue mani sulla mia testa in un gesto rassicurante.

Ma ormai Jake è morto. Quel genere di fetore non può essere equivocato. Né dimenticato in alcun modo. Neanche questa giornata piovosa  lo  sarà  mai.

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Un mese dopo, me ne sto accoccolato accanto alla poltrona del mio Padrone in salotto, le mie quattro zampe distese sul freddo pavimento. E’ pomeriggio inoltrato e Frank sta guardando la TV. Io lo guardo e il suo viso calmo mi tranquillizza: fra qualche minuto si alzerà, se ne andrà verso il capanno degli attrezzi che sta in giardino per dedicarsi alle sue occupazioni abituali, dopodiché si recherà in cucina per preparare da mangiare per entrambi.

Non appena si allontana dal salotto, mi sollevo anch’io, scuoto la testa, apro le fauci sbadigliando e aspetto pacatamente in silenzio. Continuo a seguire religiosamente i passi del mio Padrone con gli occhi: solo al suo segnale mi avvicinerò alla cucina.

Ma, inaspettatamente, avviene qualcosa: comincio a sentire di nuovo quel forte odore, quell’orribile fetore! Esco fuori all’aperto, mi dirigo verso il capanno di legno e lo fisso molto preoccupato.

Silenziosamente entro dentro e trovo il mio Padrone al lavoro sul suo fucile da caccia: Frank lo sta pulendo bene per il giorno successivo…

Ora avverto di nuovo quel fetore, sempre più  forte: lo so che è l’odore della morte che sta arrivando !

Comincio ad abbaiare, guaisco cercando di farmi guardare, di fargli interrompere ciò che sta facendo. Ma il Padrone mi guarda benevolmente, sorridendo, niente altro.

Quindi all’improvviso il colpo viene sparato rumorosamente… Un incidente, un dannato incidente! Il proiettile fuoriesce dalla canna del fucile e violentissimamente colpisce l’uomo che si trova all’altra estremità.

L’odore del  sangue, l’odore della polvere da sparo, l’odore della carne…

L’odore della morte, ancora una volta!

Mi agito, mi dimeno avanti e indietro, cerco di richiamare l’attenzione di qualcuno nelle vicinanze.

Ma il mio Padrone è a terra ormai privo di vita. E non c’è niente che possa fare…

Se solo ne fossi capace, piangerei, versando tutte le mie lacrime a terra, disperato per quanto è accaduto.

Ma non so piangere.

I cani si tengono dentro il proprio dolore.

Sergio Palumbo