NICOLAUS

Siamo un plotone di feroci “Legionari del bene” e ammazziamo i nemici come bestie al mattatoio! Siamo spettrali, agili e spietati come Velociraptor, specializzati nel combattimento notturno del corpo a corpo.

Veniamo impiegati dallo Stato nelle operazioni audaci, delicate e con “soluzioni radicali”.

IO mi chiamo NICOLAUS e comando una squadra speciale di sette robovampiri, vampiri per così dire meccanici.

Ci hanno assemblati nel Polo Fiat di Robotica Industriale di S. Nicola di Melfi. Il neo Centro d’eccellenza è un esempio di riconversione dal momento che sino al 2030, appena due lustri fa, vi costruivano solo automobili.

Io sono stato il primo a essere realizzato su progettazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione di Potenza. Il progetto è regolarmente autorizzato e finanziato dal Comitato Governativo  Interforze.

Sono un prototipo sperimentale di IIA (Inumana Intelligenza Artificiale): epidermide sintetica impermeabile, compatta e repellente in fitta maglia metallica con vernice indelebile color “pallore lunare”. I capelli – corvini e tirati all’indietro – sono in fibre di amianto trattate e rivestite. Dello stesso materiale sono i baffetti, vecchio stile latin lover, portati all’Amedeo Nazzari, noto attore del secolo scorso. Ma pure il volto e la corporatura sono conformi a quelle del divo. Pare che il nostro modello estetico sia stato concepito da un geniale e bizzarro ideatore, tale Amedeo Nazzari, a immagine e somiglianza del pro-pro zio.

Gli occhi impenetrabili in fibra di carbonio, leggermente cerchiati di un rosso scarlatto, mantengono l’ipnotismo originale di quelli descritti nel “Dracula” di Bram Stoker. Articolati sensori all’interno ci permettono di vedere in profondità e come fosse giorno anche nelle notti più buie.

Ma non vi voglio tediare con le nostre caratteristiche, lo so di essere un po’ logorroico, quindi vi dico solo che le nostre letali zanne e le unghie sono in osmio, e l’intelaiatura è in robusta lega leggera che mantiene la giusta temperatura “fredda”. Ci alimentiamo con capsule al plasma liofilizzato.

E poi che ci crediate o meno abbiamo un cervello paraumano composto di unità biologiche di derivazione cerebrale innestate in un dispositivo computerizzato capace di farci compiere autonomamente azioni logiche. E’ inutile specificare che le prime nozioni del nostro agire si riferiscono alle “Tre Leggi della Robotica”, ma ci sono deroghe autorizzate dal Ministero se si tratta di colpire umani che commettono azioni particolarmente efferate. Nella mia carriera ho svolto un’infinità di azioni di guerriglia e ho all’attivo decine di “cessazioni fisiche” delle quali vado fiero, soprattutto di zombie serial-killer, criminal-licantropi e terroristi alieni.

Ma ieri ho avuto una ferale notizia – il termine ferale mi piace -: mi pongono in standby.

Me l’ha riferito in segreto Tito Gola, un umano, mio amico e capo divisione del Progetto. Ma non ti preoccupare, Nicolaus - ha aggiunto abbassando lo sguardo - c’è un’ipotesi di riutilizzo differenziato.

Mentiva, ma lo ha fatto per il mio bene (e poi ci definiscono inumani!).

E’ la formula per dire che sei finito! E’ già capitato ad altri miei simili.

Mi metteranno a riposo per sempre! E il motivo lo conosco pure: è per via di quelle macchie grumose e rossicce comparse nelle mie giunture. Si tratta di reumatismi artificiali che le fanno cigolare. Una specie di ossidazione, difetto dell’intelaiatura, che rende i miei movimenti più lenti e soprattutto troppo rumorosi per un predatore notturno. In definitiva: black out! NICOLAUS riposerà in pace, nella sua bella cripta in plexiglass oscurato, tra finti ceri, candele, statue e lapidi, nell’apposito spazio di un Cimitero meccanico.

La RoboEtica qualche diritto ce lo assicura.

Filippo Radogna (illustrazione di Giusy Tolve)

Il presente racconto è stato selezionato e pubblicato nella “Antologia Robot Ita. 01 – Cento storie italiane di robot” (Edizioni Scudo 2011)