IL CUSTODE DEL CASTELLO DELLA PELLAGRA 05 – UN NUOVO ACQUISTO

Alla fine Olive si addormentò sul divano con la televisione accesa, come spesso le accadeva quando stava in piedi fino a tardi. Si svegliò intorno alle tre, spense l’apparecchio e si mise di nuovo comoda sul divano, ricominciando a russare. Non si accorse minimamente dell’omino che la sbirciava dall’angolo tra la porta e la finestra, così piccolo, quasi rattrappito, che sembrava potesse vedere nel buio più profondo tutto quello che lo circondava. Quando si rese conto che la padrona di casa era di nuovo inoffensiva, l’uomo si mise a curiosare nel salotto. Non urtava niente, come se in quella stanza ci fosse stato in diverse occasioni: controllò i libri negli scaffali, i quadri, le chincaglierie sopra i mobili e le riviste sul tavolino. Poi si mise a guardare la donna, la fissò mentre dormiva e lei, ignara, continuava a russare. Lui le sfiorò la fronte con le dita lisce e lei spalancò gli occhi, spaventata, come se il suo sonno fosse stato turbato da qualcosa di indescrivibile. Olive accese la lampada, nella stanza non c’era nessuno.

 

Lodovico Antinori si ritrovò nella biblioteca del castello. Turbato, sembrava aver capito cosa Olive avesse in mente di fare della sua eredità. La sua permanenza al maniero sembrava essere agli sgoccioli e non ne era felice, doveva agire in fretta, anche se non sapeva come muoversi. Si alzò dallo sgabello e si avvicinò ad un mobiletto dimesso, aprì un cassetto e il contenuto era ancora lì, lucido come una volta, nonostante avesse squarciato petti e spalle dall’inizio dell’anno Mille. Richiuse il cassetto.

 

La mattina successiva Olive si sentiva uno straccio: aveva dormito così bene nonostante le mille idee che si rincorrevano nella sua mente, però, ad un tratto, un qualcosa che non riusciva a determinare l’aveva spaventata nel sonno, lasciandole una strana paura addosso che era perdurata per il resto della notte e che ancora non l’aveva lasciata. Si fece una doccia, si sistemò e decise di uscire un po’, che magari si dava una bella calmata. Suo padre le aveva scritto una mail frettolosa, doveva aver ripreso con il suo solito giro, e le aveva annunciato il suo più totale appoggio. Aurora tardava; anche lei aveva mille impegni prima di lasciare il figlio a scuola e sapeva che le avrebbe scritto all’ora di pranzo. Andò al solito bar sotto casa e si sedette al solito tavolino. Si mise a sfogliare il giornale locale, intanto che il proprietario, un signore gentile con dei baffi grigi, le preparava cappuccio e brioche. Olive neanche si accorse del giovane seduto al bancone, biondino e di bell’aspetto, che la fissava. Appena lei richiuse il giornale, guardò al di là del vetro i bambini che andavano a scuola e di nuovo il suo cervello iniziò a lavorare freneticamente: prese il taccuino e la penna e si appuntò altre idee che le venivano, come il centro estivo a prezzi calmierati, il dopo scuola, il campus invernale… era forse il caso di iniziare a cercare personale qualificato? Era rimasta in contatto con le educatrici della scuola… doveva chiamarle di già? Per fortuna le fu servita la colazione e si concentrò sul cornetto alla crema. In quel momento si accorse di essere osservata. Il biondino continuava nella sua indagine e lei si voltò verso di lui, guardandolo con un’espressione enigmatica. Il ragazzo vide bene di prendere la palla al balzo, si alzò, si sedette al tavolino senza che Olive desse il suo benestare: stava ancora masticando.

- Ciao Olive, sono Markus, ti ricordi di me?

Markus… in due secondi la ragazza sembrò ricordare l’amichetto della scuola svizzera che aveva perso di vista quando aveva iniziato la scuola media, perché se n’era tornato in Germania con la famiglia d’origine.

- Gesù! – imprecò la ragazza – Certo che mi ricordo, anche se saranno passati almeno vent’anni… che ci fai qui? Come sapevi di trovarmi qui??? – Olive era scossa dall’emozione. Il ragazzo sorrise.

- Sono tornato per concludere la mia tesi di dottorato in Storia dell’arte e mi è capitato di leggere il necrologio del tuo patrigno. I miei, che avevano sentito tuo padre, mi hanno raccontato della cosa e allora anche io ho sentito via mail tuo padre e gli ho chiesto di te: sapevo che eri l’unica delle sue figlie ad essere ancora in contatto con lui. Mi ha scritto dove abitavi e allora ho pensato di farti una visita, ma piombarti in casa dopo vent’anni non mi sembrava appropriato…

Olive ascoltava sorridendo. C’era qualcosa però che non le tornava.

- Storia dell’arte hai detto, giusto? Quindi questa tua visita non ha a che fare con la volontà di visitare il castello e di vedere gli affreschi, vero?

Il ragazzo si bloccò e sorrise imbarazzato: era evidente che Olive aveva beccato nel segno.

- A dir la verità avrei dell’interesse…- Markus si mise a giocherellare con un tovagliolino di carta fissando il tavolino mentre la ragazza continuava a sorseggiare il suo cappuccino con aria divertita.

Appena terminò di bere, appoggiò la tazza sul piattino e poi si mise a ridere, prese il tovagliolino dalle mani di Markus e gli disse che per quanto la riguardava non c’erano problemi, poteva studiare quello che gli piaceva all’interno del castello, a patto che condividesse i propri risultati con lei. Gli spiegò cosa aveva in mente di fare e che anche sfruttare a livello turistico e culturale la struttura non gli dispiaceva per niente. Markus sorrise e decise di essere totalmente sincero.

- A dir la verità ero interessato al castello già da molto tempo: il lutto che ha colpito la tua famiglia è stato un pretesto al momento giusto… mi sento quasi in colpa. A dir la verità sto studiando quanto rimane dei cicli carolingi in Europa, ormai molto rari, ma saprai bene che il castello un tempo era un’abbazia e mi piacerebbe vedere se è rimasto qualcosa. Male che vada, se non dovessi usare il materiale per la mia tesi, lo pubblicherei su qualche rivista scientifica, sai, non credo che ci siano tante pubblicazioni sul Castello della Pellagra e penso che potrebbe essere un aiuto anche per i tuoi affari, visto quello che vuoi fare.

Olive sorrise. – Prenderei qualche giorno per pensarci, anche se sarei interessata a sfruttare la tua collaborazione. Puoi inoltrarmi il tuo curriculum?

Markus lo estrasse dal suo zaino: era venuto con l’intento di portare a casa il risultato e questo dettaglio piacque molto alla ragazza. Lo lesse velocemente, vide che in calce vi era tutto un elenco di pubblicazioni di facile reperibilità.

- Ottimo Markus, ti contatto fra qualche giorno!

- Ok, a presto! È stato davvero un piacere rivederti, ti ho trovato bene!

Il ragazzo si alzò ed uscì. A Olive squillò il telefono.

- Ciao, ci vediamo per un aperitivo stasera? Sappi che devo portare mio figlio…

Aurora parlava velocemente.

- Ma certo, ho delle novità!

 

Aurora se ne stava seduta in jeans e maglietta e sorseggiava già una doppio malto mentre il suo ragazzo, come lo chiamava lei, beveva Coca Cola e mangiava patatine come se fosse la prima volta nella sua vita. Era strano vederla in una tenuta così rilassata, ma Olive non poteva chiedere di meglio, visto che anche lei sotto il giaccone indossava una maglietta degli UFO. Si sedette sorridendo e la sua amica le presentò il bambino, che aveva solo sei anni: Michele, paffuto, occhi chiari e capelli scuri, timidino. Michele sorrise e continuò a fare il bravo come aveva promesso alla mamma.

Olive raccontò le novità della mattinata e Aurora ascoltava continuando a bere la sua birra, ogni tanto annuiva. Una volta conclusa l’esposizione, si schiarì la voce e disse che le sembrava un’ottima cosa, quella che aveva proposto Markus.

- Alla fine se è competente nel suo settore, che ti frega se vuole indagare per un suo tornaconto lavorativo? Se mette a disposizione i risultati delle sue ricerche, puoi sfruttarle anche tu. Poi se avessi intenzione di sfruttare anche in ambito divulgativo il castello, se lui lavora bene hai già un collaboratore a cui delegare quell’aspetto… no?

Olive ascoltò, Aurora aveva ragione.

- Hai colto.

- Ahahahaha, lo sapevo! Ma sì, sembra più in discesa che mai. L’unico problema è il vecchietto… non so come gestire questa ingombrante presenza. Se vuoi ho degli amici avvocati che mi devono dei favori e a cui posso chiedere come ci si comporta in situazioni simili, anche per non farsi cattiva pubblicità… che ne dici?

- Dico che va bene, anche perché non so proprio cosa fare con lui!

- Allora è fatta!!!

Si era fatto tardi, le due amiche si salutarono e Olive andò a casa. Si mise comoda e accese la televisione, davanti al quale si addormentò di nuovo, lasciando sul tavolino il curriculum di Markus.

(5 – continua)

Roberta Lilliu