BALDIOS, IL GUERRIERO DELLO SPAZIO

“Baldios – Il guerriero dello spazio” (in originale Uchū Senshi Barudiosu) è una serie TV anime, ovvero a cartoni animati, giapponese ideata nel 1980 da Akiyoshi Sakai (“Gatchaman”, “Kyashan”, “Hurricane Polymar”, “Tekkaman”, “Yattaman”, “Godam”, “Daikengo”, “Cyborg 009”, “Golion”, “Arbegas”). La regia dei singoli episodi venne affidata a Kazuyuki Hirokawa, Kazuya Miyazaki, Yuzo Yamada e Junji Nishimura. La scheda tecnica si completa con Osamu Kamijo al character design, Hajime Kamegaki al mecha desing e Kentaro Haneda alle musiche.

Prodotta dalla Ashi Productions e da Kokusai Eigasha, la serie completa conta 34 episodi di 25 minuti ciascuno, più il film “Baldios – The Movie” della durata di 117 minuti prodotto nel 1981, diretto da Kazuyoshi Katayama su soggetto sempre di Akiyoshi Sakai e prodotto dalla Toei Animation. Per la pellicola venne coinvolto l’animatore Toyoo Ashida, mentre agli effetti speciali c’era Minoru Mukai.

La serie fu interrotta al 34º episodio a causa degli scarsi ascolti, benché fossero in programma 39 episodi, tuttavia gli ultimi 5 episodi non vennero mai prodotti. “Baldios” vide così la fine delle sue gesta in un film cinematografico, grazie al quale la serie ebbe un finale.

Le serie ebbe comunque molti ostacoli durante la messa in onda, tant’è vero che in Giappone furono trasmessi 31 dei primi 32 episodi della serie; l’episodio 31 infatti venne saltato e gli episodi 33 e 34 non furono mai trasmessi. In Italia furono trasmessi i primi 32 episodi, compreso quindi l’episodio 31 inedito in Giappone. Nel 2000 la Yamato Video ha pubblicato i 34 episodi della serie su VHS includendo anche gli episodi 33 e 34 in lingua originale con sottotitoli in Italiano. Nel 2007, sempre a cura della Yamato Video, è uscita l’edizione in DVD con tutti gli episodi doppiati in italiano; i primi 32 episodi presentano le voci storiche, gli episodi 33 e 34 invece hanno voci diverse.

Dopo le prime puntate era evidente che “Baldios – Il guerriero dello spazio” soffriva molto, in Giappone, per l’infelice collocazione nei palinsesti, in diretta concorrenza con due successi come “Lupin III” e “Rocky Joe 2”. Era però anche evidente che il gradimento degli spettatori era elevato. Con grande sorpresa, l’emittente televisiva poté costatare che il pubblico di “Baldios” era, in buona parte, femminile: una novità assoluta nel panorama delle serie robotiche. La maggiore attrazione era data dal personaggio di Marin, attraente, cupo e romantico, e per assecondare questo sorprendente nuovo mercato, nella serie vennero accentuate le componenti romantiche, come attrazioni infelici e triangoli amorosi, mentre i protagonisti acquistavano storie personali romanzesche e drammatiche.

Il cartone sembrava non riuscire, però, a trovare una giusta collocazione nel palinsesto e, per tale ragione, fu deciso di troncare la serie all’episodio 31, nonostante altri tre episodi fossero completati ed esistesse materiale in preparazione per un finale. Anche in Italia non venne trasmesso l’epilogo della storia, che si concludeva all’episodio 32. Delle previste 39 puntate, come dicevamo, ne furono dunque portate a temine soltanto 34. Nel 1981, però, dietro grande insistenza dei fan e delle riviste di animazione che consideravano “Baldios” un capolavoro, venne realizzato un film per il grande schermo, in cui finalmente la conclusione della storia di Marin e compagni veniva narrata con la grandiosità e il ritmo necessari. Vennero riutilizzati materiali della serie, compresi quelli per le puntate mai andate in onda, e una buona percentuale di animazioni originali, soprattutto nell’epica conclusione della vicenda. Il lungometraggio è, in definitiva, una sorta di condensato dei punti più salienti e toccati della serie, con l’aggiunta di un lungo epilogo. È significativo notare che anche nel film i combattimenti spaziali sono davvero molto pochi e lo stesso robot compare raramente. La storia segue principalmente il triangolo dei complicati rapporti che uniscono Marin, Aphrodia e Gattler, legati da un destino di odio e amore dagli esiti inevitabili. Del film per le sale vennero preparate due diverse versioni addirittura: una di 117 minuti e una, che poi raggiunse i mercati internazionali, di 99 minuti.

Veniamo ora alla trama. In un futuro lontano, il pianeta Saul 1, chiamato dai suoi abitanti “S1” (in quanto primo pianeta del loro sistema solare) è al collasso a causa dell’inquinamento da radiazioni; gli abitanti sono costretti da tempo immemore a vivere nel sottosuolo e anche quel rifugio comincia a divenire precario in quanto la mancanza di risorse e l’avanzare degli influssi radioattivi inizia a destabilizzare il fragile equilibrio politico e sociale del pianeta. Un gruppo di scienziati, guidati dal professor Reigan, è vicino alla soluzione che permetterebbe il ritorno alla superficie agli abitanti del pianeta ma incontra la crescente ostilità della fazione militare secondo la quale l’unica soluzione sarebbe quella di abbandonare il pianeta e di colonizzarne uno nuovo con qualsiasi mezzo, guerra compresa. Theo Gattler, il leader militare, dopo aver commissionato l’uccisione dell’imperatore di S1, eseguita per mano di Afrodia, sua fedelissima luogotenente, auto proclamatosi dittatore e capo supremo, accusando gli scienziati di aver cospirato ai danni di S1, ne decreta la condanna a morte.

Miran, fratello minore di Afrodia, a capo di una squadra di soldati guida l’assalto al laboratorio dove nel frattempo il professor Reigan ormai aveva trovato il sistema per decontaminare l’aria, uccidendo tutti e distruggendo i frutti di anni di ricerche; durante l’assalto, dopo aver ferito mortalmente il Professor Reigan, viene a sua volta ucciso dal figlio di questi, Marin, che aveva aiutato il padre a perfezionare quella che avrebbe potuto essere l’ultima possibilità di salvezza per il popolo di S1.

Gattler intanto, facendo leva sull’ormai inarrestabile malcontento popolare, dà inizio al progetto di abbandonare S1; imbarcatosi su una enorme astronave chiamata “Argo”, sulla quale trovano rifugio 100 milioni di abitanti di S1, inizia le operazioni per il salto nell’iperspazio. Durante i preparativi Afrodia dà la caccia a Marin con l’intento di vendicare suo fratello Miran; il giovane Reigan era fuggito dal laboratorio in fiamme a bordo di un jet sperimentale costruito dal padre, il “Pulser Burn”, e Afrodia alla fine lo rintraccia. Proprio mentre lo scontro fra i due sta per concludersi, i reattori della nave Argo aprono uno squarcio nello spazio-tempo in cui vengono risucchiati la stessa Argo, la navicella di Afrodia ed il Pulser Burn.

Marin viene ritrovato con il suo mezzo sulla luna dai Blue Fixers, una squadra speciale al servizio delle Nazioni Unite terrestri e, grazie alle proprie conoscenze, diviene il pilota del Baldios, gigantesco robot umanoide, ultima difesa utile per la Terra, nonostante i suoi compagni e i terrestri lo guardino con sospetto e diffidenza, per via della sua origine. Dopo una lunga e inconcludente guerra, S1 decide di utilizzare tutte le proprie risorse per sciogliere le calotte artiche, mettendo così i terrestri in ginocchio. In precedenza, la distruzione dei pianeti Mercurio e Venere aveva fatto sì che la Terra venisse ad occupare nel sistema solare la stessa posizione che aveva S1 nel proprio: a questa analogia si aggiungono ora i disastri naturali successivi allo scioglimento dei ghiacciai operato dalle truppe di S1, che rendono la superficie della Terra identica a quella di S1. Le truppe di Gattler e i terrestri capiscono così che S1 in realtà è la Terra del futuro, e sia Marin che i soldati di Gattler non hanno viaggiato attraverso le dimensioni, bensì nel tempo. Con la scoperta che gli abitanti di S1 sono terrestri provenienti dal futuro, alcuni soldati di Gattler (tra cui la stessa Afrodia) prima si ribellano al comando del generale Gattler, e poi lo fanno uccidere dai componenti di Baldios.

Questo è l’unico anime giapponese anni ’80 in cui i terrestri pur sconfiggendo gli invasori, devono sopravvivere sulla Terra in condizioni drammatiche.

Le sigle originali della serie sono “Ashita ni ikiro Baldios” (apertura) e “Marin – Inochi no tabi” (chiusura), entrambe cantate da Kōichi Ise, mentre il brano portante è “Tate Baldios”. Queste sono state utilizzate in Italia per l’edizione DVD e per la trasmissione in tv fino all’episodio 31.I temi musicali del film erano invece “Sea Wind” “Just the Way You Are” di Masaki Satoh (testo), Koji Suzuki e TONY (musica).

È stata creata anche una sigla italiana, chiamata “Baldios” e cantata da “Il coro di Baldios” (pseudonimo de “I Piccoli Cantori di Milano”). Questa è stata sempre utilizzata sia come sigla d’apertura che di chiusura, mantenendo i video delle sigle originali. La canzone era stata scritta da Andrea Lo Vecchio su musica e arrangiamenti di Francesco Delfino, Giuseppe Damele e Miriam Casali.

Davide Longoni