LA NOTTE HA MILLE OCCHI: LE COSTELLAZIONI 06

Passiamo a un’altra zona e torniamo nella Circumpolare Australe anche perché a qualcuno dei nostri lettori potrebbe pungere vaghezza di lasciare il suo italico punto di osservazione per fare un salto nei mari del Sud, ovviamente al solo scopo di osservare le meraviglie del cielo australe e parliamo di Dorado, una Costellazione che fa parte di dodici Costellazioni create dal navigatore e astronomo Pieter Dirkzoom Keyeser tra il 1595 e il 1596 e che fu poi confermata dal navigatore Frederick de Houtmann. Fu introdotta da Plancius nel suo globo del 1598 sotto la dicitura Dorado. Rappresenta un pesce dalla livrea oro, che giustifica il nome assegnatogli. In italiano si tratterebbe della lampuga, anche nota come corifena cavallina, in francese dorade. E’ un pesce che vive nelle acque subtropicali e tropicali.

Costellazione di Dorado

Nel giornale di bordo della spedizione di Keyser è contenuta una nota che riferisce dell’inseguimento da parte di questi pesci, di banchi di pesci volanti, alla quale è allegato persino un disegno che mostra un esemplare che salta fuori dall’acqua cercando di acchiappare la sua preda. Non sarebbe dunque un caso il fatto che Plancius abbia posto prossimi tra loro Dorado e Volans.  La sua prima raffigurazione risale al 1603, ovviamente citata “Uranometria” di Johann Baxter ma divenne nota anche come “Xiphias” (Pesce Spada) come sta scritto sulle “Tavole Rudolfine” di Keplero”del 1627.

La sua leggenda, infatti, prende in considerazione un pesce esotico con le squame dorate che era tipico dei caldi mari delle Hawaii nell’Oceano Pacifico, ma se vogliamo essere meno esotici possiamo anche pensare alla nostra cara, vecchia Carpa, comunemente chiamata anche Pesce Dorato a causa delle sue squame, dei fianchi e del petto, di colore giallo oro. Nell’antichità si credeva che questo pesce d’acqua dolce potesse vivere oltre un secolo… pescatori permettendo.

Questa Costellazione australe sta a Sud-Ovest di Canopus e all’interno dei suoi confini sta la Grande Nube di Magellano, proprio il settore siderale dal quale provengono i sinistri alieni che Hamilton ci presenta in Ritorno alle Stelle, il secondo capitolo della saga di John Gordon.

Naturalmente anche in questo caso la sua stella più importante e che dista da noi 175 anni luce, si chiama Alfa ed è grande 120 volte il nostro Sole, di colore-bianco-azzurro, Si tratta di un sistema binario molto stretto con un periodo di rivoluzione di circa 12 anni,  ma molto più luminosa è Beta, ben 2400 volte più della nostra stella dalla quale dista 1000 anni luce, ma lo spettacolo più suggestivo è offerto dalla Grande Nube di Magellano in un cielo che noi, in questo emisfero, non abbiamo mai modo di vedere e che offre degli elementi molto più interessanti del nostro, rivolto come è verso il centro della Galassia e non verso la periferia, come, invece è il nostro.

Torniamo a Magellano, una Galassia a spirale satellite della Via Lattea e, lo abbiamo detto, dista da noi quasi 200.000 anni luce ed è facilmente osservabile anche con un piccolo telescopio, mentre NG2070, chiamata anche Nebulosa Tarantola, più gentilmente chiamata “30 Doradus” e brilla così intensamente da essere visibile anche a occhio nudo. Di rilievo è anche l’ammasso aperto NGC 1850. In orbita attorno a WASP 124 c’è un pianeta, scoperto nel 2016, con una massa poco più della metà di Giove. HD 30177 è una stella gialla simile al Sole che possiede un pianeta confermato; si tratta probabilmente di un gigante gassoso, ma con una massa oltre 10 volte superiore a quella di Giove, posto su un’ordita a circa 3,95 UA dalla sua stella madre. Gliese 163 è invece una debole nana rossa, attorno alla quale sono stati scoperti due pianeti, uno dei quali, Gliese 163 c, è una super Terra situata all’interno della zona abitabile.

Del tutto inosservabile dall’Italia, la Costellazione del Dorato è tipica dei mesi freddi dell’anno. Può essere rintracciata circa 13° a Sud della brillante Canopo, laddove si arriva nei pressi del Polo Sud Eclittico.
Poco più a destra è rintracciabile la stella Delta, che può essere presa come inizio per disegnare la Costellazione nel suo intero.

Restiamo nel cielo australe, visto che i soldi per il viaggio li abbiamo già spesi, per parlare di Eridano, anche questa facente parte del gruppo tolemaico. Era conosciuta tra i Greci come “Potanos” che vuol dire “Fiume” e come “Padus” tra i latini, poi Arato e Eratostene, nel III secolo Avanti Cristo, lo chiamarono Eridanos nelle loro opere e divenne definitivamente “Eridanus” per i latini e ” Al Nahr” (Il Fiume) per gli Arabi del Medioevo. Nelle antiche culture mesopotamiche si trovano degli scritti che parlano di “un grande fiume celeste” che simboleggiava l’Eufrate, ma Eridano, a seconda delle varie culture, è stata spesso identificata come il Nilo, come il Po e altri fiumi primari.

Costellazione di Eridano

La sua leggenda ci narra che Fetonte, figlio di Elio, dio del Sole, il quale era solito scorrazzare per il cielo con il carro volante fregato al padre (succede anche oggi), perse il controllo del mezzo e cadde verso la Terra incendiandola. La storia ricorda molto da vicino i nostri tempi con una sostanziale differenza: al posto della multa e del pagamento dei danni a quell’epoca si era giustamente più drastici verso le cretinate dei figli, per cui Zeus punì Fetonte folgorando e senza permettergli di conciliare. Il poveretto cadde nel fiume Eridano e fu poi trovato dagli Argonauti mentre erano alla ricerca del Vello d’oro.

Si tratta di una Costellazione abbastanza vasta e non facilmente identificabile, però trovare la Costellazione è  un compito reso facile da un ‘vicino di casa’: Rigel, stella di Orione. Da lì, la Costellazione si espande prima verso Ovest (poco distante da Rigel c’è la Beta Eridani, Cursa) e poi scende a picco verso l’orizzonte. Sebbene sia una Costellazione dell’emisfero Sud, resta visibile dall’Italia durante la stagione fredda passando in meridiano tra fine novembre e inizio dicembre. La visibilità all’emisfero Nord è dovuta al fatto che la Costellazione si estende per un totale di 1138°, soprattutto in lunghezza dato che in declinazione vengono abbracciati più di 50°. Rigel è una stella di prima grandezza di colore azzurro che splende quasi cinquemila volte di più del nostro Sole e che dista da noi 1750 anni luce. Un’altra stella importante è Achernar, altra gigante azzurra distante dal Sole solo 140 anni luce e 1100 volte più luminosa della nostra stella. Interessante è un corpo luminoso a Ovest di Rigel, una stella tripla conosciuta come Omicron 2. Un’altra cosa da dire riguarda la stella Epsilon Eridani: non solo si tratta di un corpo celeste color arancione, meno luminoso del nostro Sole e molto vicino a noi, poco più di dieci anni luce, ma nell’Agosto del 2000 è stato scoperto un corpo oscuro, leggi pianeta, con una massa pari a un quarto di quella di Giove e che orbita attorno a Epsilon in sette anni, ma altre stelle di questa Costellazione si sono rivelate dotate di pianeti. HD 19467 B è una nana bruna o un esopianeta super-Giove, scoperto nel 2016, in orbita attorno a una stella simile al Sole, dal quale si trova a circa 101 anni luce di distanza e ha una temperatura di superficie di 704,9 gradi Celsius. Nell’altro emisfero, a fare da foce, si segnalano una nebulosa planetaria (NGC 1535) e due galassie (NGC 1232 e NGC 1300). Una caratteristica di notevole rilievo in Eridano, tuttavia, è rappresentata da una vastissima zona di totale assenza di materia (tralasciando il discorso quantistico, ovviamente). Questo vuoto è posto tra 6 e 10 miliardi di anni luce dalla Terra e si estende per ben 900 milioni di anni luce. Da quest’area non giunge neanche un fotone. L’area è vuota, totalmente. Secondo gli scienziati, quando l’Universo si è formato ha dovuto interagire con gli altri Universi vicini, ed il buco nell’Eridano sarebbe il risultato dell’interazione (ovviamente è una congettura). L’Universo ha continuato a espandersi con la struttura generata nei primi ‘istanti’ della sua vita. Il buco si è quindi formato ai tempi della nascita dell’Universo, proprio come le altre strutture esistenti. Alcuni ipotizzano che in questo vuoto esista un passaggio verso un Universo parallelo.

Costellazione del Fornello Chimico (Fornax- Fornace) con Eridano

Restiamo ancora nel cielo australe per parlare del Fornello Chimico, una Costellazione creata dall’abate nonché astronomo francese de Lacaille, sempre durante le osservazioni compiute in Africa Meridionale nel 1751. Nel 1801 venne raffigurata sull’Atlante di Bode con il nome di “Apparatus Chemicus”. Non ha una leggenda ma soltanto l’applicazione celeste di uno strumento dell’epoca. Si trova in un ansa dell’Eridano e anche qui, come al solito, troviamo un Alfa, una stella bianca, poi una Delta che sembra una piccola stella ma che, in realtà, si tratta di una gigante azzurra 440 volte più luminosa del Sole dal quale dista 700 anni luce. L’ammasso di galassie Fornax è un gruppo in apparenza poco brillante composto da una ventina di galassie che si trova a Sud Ovest della stella Delta, ma l’oggetto più luminoso è la Galassia NGC 1316, meglio conosciuta come Fornax, mentre, vicino a Beta, si trova un’altra galassia abbastanza luminosa e siglata NGC 1097.

Nella Fornace sono stati scoperti tre sistemi planetari, tutti costituiti da un solo pianeta noto e in tutti i casi si tratterebbe di un gigante gassoso.

La Costellazione della Fornace è rintracciabile a partire dall’allineamento di Betelgeuse e Rigel, procedendo verso Sud Ovest, spostandosi leggermente verso Nord per una quarantina di gradi passata. L’opposizione avviene tra fine ottobre e inizio novembre ma risulta poco visibile dal momento che è bassa sull’orizzonte e le sue stelle sono veramente poco brillanti. Confina con Eridano e Balena ed è molto a sud dell’equatore e, sebbene la stella più brillante abbia la stessa altezza di Fomalhaut, è molto più difficile trovarla visto che è molto più debole. Tutta la costellazione, in effetti, appare molto scura.

Costellazione Idra Maschio (in alto a destra)

Osserviamo ancora una circumpolare australe descritta da Keyser e Houtmann verso la fine del XVI secolo durante la loro spedizione nel Mare di Giava. La notorietà di questa Costellazione, chiamata Idra Maschio è merito dell’astronomo tedesco Johann Bayer per averla messa nella sua ormai stracitata, ma pur sempre validissima opera “Uranometria” e, in mitologia, essa nasce come compagna australe della Costellazione boreale Hydra.

Si trova tra la Grande e la Piccola Nube di Magellano, a Sud di Achernar. Di interessante abbiamola stella di tipo solare Beta, distante da noi 24 anni luce e ha un moto proprio assai elevato, poi abbiamo Gamma, una gigante rossa 190 volte più luminosa del Sole e che dista da noi circa 200 anni luce.

Nel Gennaio dell’anno 2000, attorno alla stella GJ 3021 è stato scoperto un pianeta con massa tripla rispetto a quella di Giove e che orbita attorno all’astro in 133 giorni. Poi, nel 2016, attorno a WASP  126 c’è un pianeta, ovviamente ora chiamato WASP 126 b , distante da noi 763 anni luce. Si tratta di un mondo gioviano caldo ma di massa minore del nostro pianeta.

La Costellazione rappresenta un serpente d’acqua la cui coda tocca l’Ottante verso Sud mentre la testa va a lambire la lucente Achernar nell’Eridanus, che rende facile rintracciare l’Idra Maschio nel cielo australe. La sua forma, data dalle stelle più brillanti, è un triangolo.La costellazione passa in meridiano tra la fine di agosto e la fine di novembre ma dalle nostre latitudini è del tutto inosservabile.

Nell’Uranografia di Bode del 1801 è raffigurata una piccola Costellazione australe di nome Orologio creata da Lecaille nel 1751. Anche questa Costellazione è nata per rappresentare uno strumento utile anche in navigazione e in astronomia. Infatti all’inizio la Costellazione era nota come “Horologium Oscillatorium”, dove la stella Alfa era il pendolo e Beta era il quadrante, intitolando questo “filo” di stelle sul bordo orientale dell’ Eridano, all’invenzione del 1650 circa, dello scienziato olandese Christiaan Huygens. R. H. Allen nel suo “Stars Names”, cita un unico caso in cui queste stelle appaiono sotto la denominazioni di “Horoscopium”, (l’ Oroscopo).

Costellazione dell’Orologio

Si tratta di una piccola e debole Costellazione del cielo australe confinante con Eridano. La stella più luminosa è Alfa, una gigante arancione trenta volte più luminosa del Sole e distante cento anni luce Un’altra attrazione può essere R Hor, una variabile del tipo Mira (Omicron Ceti) che passa da magnitudine 4,7 a 14,3 in un periodo di 407 giorni e mezzo. Dal punto di vista non stellare, invece, la costellazione presenta qualche debole galassia (NGC 1249, NGC 1488, NGC 1433, NGC 1512) e un ammasso globulare abbastanza brillante (NGC 1261).

Nel Luglio del 1999, attorno alla stella Iota, è stato anche qui scoperto un pianeta con massa doppia rispetto a Giove e con un moto di rivoluzione attorno al proprio astro di 320 giorni circa.

La Costellazione è a dir poco spenta quindi di difficile osservazione. Passa in meridiano verso Novembre, quindi è questo il periodo più favorevole per l’osservazione. Resta il problema che soltanto un paio di stelle sono visibili alla nostra latitudine, mentre il resto della costellazione si cela dietro l’orizzonte.

Un’altra Costellazione, facente parte della nomenclatura tolemaica, possiede, almeno per gli amanti della selvaggina, un nome quanto mai appetitoso. Il suo nome è Lepre, detta “Lagos” dagli antichi Greci, per i coloni greci della Sicilia fu “Leporis”, per i latini “Lepus” e “Al Arnab” per gli Arabi del Medioevo, varie lingue ma sempre Lepre nel significato; però, per gli Arabi antichi le sue due stelle principali facevano parte di un’altra Costellazione conosciuta come “Al’Arsh al Jauzah” e “Al Kursiyy al Jabbar” (La Sedia del Gigante). La favola mitologica è alquanto interessante.

Si narra che Igino, un poeta latino del primo secolo dopo Cristo, raccontò la leggenda di un uomo che portò su un’isola del Mediterraneo una lepre incinta. La sua razza non era presente in quel territorio, ma lo divenne molto presto e, anzi, si trattò di una vera e propria invasione e un disastro per i raccolti devastati dagli animali. Quando, finalmente, gli isolani riuscirono a liberarsi delle Lepri ne posero in cielo la Costellazione quale perenne monito per il futuro.

Se questa è leggenda divenne in seguito realtà in Australia dove accadde la stessa cosa e dove, ancora adesso, le lepri vivono e prolificano quasi indisturbate.

La Costellazione si trova a Sud di Orione e a Ovest del Cane Maggiore e la sua stella principale si chiama Arneb, una supergigante giallastra che dista da noi 1200 anni luce ma che è ben undicimila volte più brillante del nostro Sole. La stella beta è stata denominata Nihal, ossia “sorgente dell’acqua”, in effetti gli Arabi videro talvolta le stelle della Lepre come quattro cammelli che si dissetavano nella Via Lattea.

Costellazione della Lepre

La stella Gamma è invece un corpo doppio, ma esiste anche un interessante sistema multiplo raggruppato nella sigla HJ3752, Un modesto telescopio può anche mostrarci l’ammasso globulare ricco di stelle M79 e poi abbiamo una stella di intenso colore rosso rubino: si tratta di una variabile a lungo periodo (430 giorni) conosciuta ufficialmente come R Leporis, una variabile dallo spettro che presenta forti righe di carbonio nota anche come “’Stella purpurea di Hind”. oppure “Stella Cremisi”, proprio per il suo colore rosso. Nella realtà può essere trenta volte più luminosa del Sole e ne dista 800 anni luce. Dal punto di vista non stellare, invece, la costellazione è caratterizzata da un oggetto del catalogo di Messier, M79, un ammasso globulare di magnitudine 8 raggiungibile prolungando il segmento che unisce alfa e beta. Oltre a questo, qualche piccola galassia e una nebulosa planetaria, IC 418, molto evanescente.

HD33844 è una stella gigante rossa che si trova nella Costellazione della Lepre, nel 2015 sono stati scoperti due pianeti: HD33844b e HD33844c. Due mondi supergioviani. HD 33283 è una nana gialla simile al Sole attorno alla quale orbita un pianeta gioviano caldo con una massa stimata in circa un terzo di quella di Giove, disposto su un’orbita piuttosto eccentrica.

L’osservazione di questa piccola Costellazione è possibile nei mesi freddi, passando in meridiano a mezzanotte intorno alla metà di dicembre. Pur facendo parte dell’emisfero australe la sua declinazione minore la rende osservabile lo stesso in gran parte della Terra. E’ facilmente individuabile proprio perché si parte da Rigel, in Orione: si presenta come un gruppo di deboli stelline ma se cercate di riprodurre la forma di una lepre potete anche rinunciare. Sebbene poco brillante, quindi, la Costellazione della Lepre è ben visibile e riconoscibile.

(6 – continua)

Giovanni Mongini