LA NOTTE HA MILLE OCCHI: LE COSTELLAZIONI 04

Eccoci ora al Sagittario, un segno zodiacale tra i più conosciuti e rappresentato come un arciere Centauro.

Costellazione del Sagittario

Eratostene, però, lo identificava come il satiro Crotus, figlio di Eufeme, la nutrice delle nove muse, figlie di Zeus. Crotus cacciava spesso in groppa al suo destriero e aveva inventato del tiro con l’arco, inoltre aveva la fortuna di abitare sul Monte Elicone fra le Muse per cui non conduceva certamente a una vita solitaria e morigerata però, a onore del vero, la cosa risultava siddisfacente anche alle stesse Muse e, infatti, alla sua morte chiesero a Zeus di porre Crotus nel cielo in modo che la sua abilità…di arciere fosse ricordata per sempre.

La Costellazione del Sagittario fu identificata con il nome di Negal dagli antichi popoli mesopotamici. Anche Negal era un dio arciere o il re della guerra, ma era conosciuto anche agli egizi e ai popoli dell’India come figura zodiacale mentre per gli antichi Arabi essa era divisa in due gruppi: “Al Na’am al Warid” (Gli struzzi che vanno ad abbeverarsi) e “Al Na’am Sadirah” (Gli struzzi che tornano) e poi, in tempi più moderni e grazie all’influsso dei greci, divenne “Al Rami” (L’Arciere) diventando di conseguenza “Sagittarius” per i romani.

Nel cuore del Sagittario c’è la Via lattea e la stella più luminosa è Epsilon e cioè Kaus Australis poi vi sono due Nebulose: M8 e M20 che sono soprannominate “Laguna” e “Trifida” e poi c’è anche M17 chiamata “Omega” e ancora altri Ammassi di stelle tra cui M22 e M55 e una Nube Stellare della Via lattea chiamata “Messier”. In quella direzione c’è il centro della Galassia: quasi certamente un enorme buco nero distante da noi circa trentamila anni luce e intorno al quale ruota anche il nostro Sole compiendo un giro completo in più o meno duecento milioni di anni.

Il Sagittario, esteso per 867 gradi quadrati e comprensivo di 115 stelle di magnitudine superiore alla sesta, è attraversato dal centro della Galassia ed è rintracciabile tra Capricorno e Scorpione. Il miglior periodo per l’osservazione di questa costellazione è senza dubbio il periodo estivo, dal momento che è proprio in questa costellazione che il Sole si trova nel punto del solstizio d’inverno. E’ la costellazione più meridionale dello Zodiaco e dall’Italia è molto bassa in cielo verso Sud. Un modo per trovare la costellazione è utilizzare Deneb ed Altair come puntatori: congiungendo le due stelle e scendendo verso l’orizzonte si trova il Sagittario. Non aspettatevi di trovarvi davanti una forma che ricorda un personaggio a metà tra uomo e cavallo. a volte ci si riferisce al Sagittario come alla ‘Teiera’ per la sua forma.

Tra le stelle Alfa ha soltanto magnitudine 4 ed è nota come Al Rami. Beta e Gamma sono due doppie. Dall’Italia, comunque, l’unica stella brillante che raggiunge una certa altezza è Nunchi, la stella Sigma della Costellazione. La Costellazione contiene diversi sistemi planetari, moltissimi dei quali sono stati scoperti all’interno del bulge galattico, un gruppo di notevoli dimensioni e pieno di stelle. dunque a distanze remotissime. Fra i sistemi più prossimi al Sole vi è quello di HD 169830, che possiede due pianeti giganti gassosi situati a 0,8 e 3,3 UA dalla loro stella madre. HD 179949 possiede invece un pianeta con una massa simile a quella di Giove, ma estremamente vicino ad essa, al punto che compie un’intera rivoluzione in meno di un giorno terrestre.

Il Sagittario, esteso per 867 gradi quadrati e comprensivo di 115 stelle di magnitudine superiore alla sesta, è attraversato dal centro della Galassia ed è rintracciabile tra Capricorno e Scorpione. Il miglior periodo per l’osservazione di questa costellazione è senza dubbio il periodo estivo, dal momento che è proprio in questa costellazione che il Sole si trova nel punto del solstizio d’inverno.

Costellazione dello Scudo

 

L’astronomo polacco Johannes Havelius parlò della piccola Costellazione dello Scudo nel 1864 e, in effetti la descrisse poi nel suo compendio (e dopo aver sottratto qualche stella all’Aquila) il già citato ”Firmamentum Sobiescianum” pubblicato nel 1690 dopo la sua morte, chiamandola “Scutum Sobiescianum” in onore del re polacco, Giovanni III Soibiewski per aver fermato alla guida del suo esercito l’avanzata dei turchi in Europa nel 1863. Anticamente la costellazione era nota come Clypeus, e poi fu semplificato in Scudo.

            Questo piccolo gruppo di stelle si trova al centro della Via Lattea, ma le sue stelle di quarta grandezza non permettono un visione molto nitida e comunque situata sopra il Sagittario. L’ammasso M11 che s’incontra in quella zona è un luminoso gruppo di stelle facilmente visibile al telescopio e il suo aspetto gli ha procurato il nome di “Volo d’anatre”. Vicino a un’altra stella, Delta Scuti, troviamo un ammasso siglato M26.

            Lo Scudo è rintracciabile prolungando verso Sud il segmento tracciato da Deneb ed Albireo del Cigno, fino ad arrivare nei pressi del Sagittario. L’opposizione della costellazione si ha in prossimità di Luglio, quando apparirà verso Sud ad una altezza media di una quarantina di gradi.

Dal punto di vista stellare la Costellazione non riserva niente di speciale: la più brillante è alfa, con magnitudine 3,8, un colore arancione ed una distanza di circa 175 anni luce. Una stella importante è la già citata Delta Scuti, non per la sua osservazione ma perché rappresenta il prototipo di una classe di stelle variabili caratterizzate da piccole variazioni di luminosità in periodi inferiori alle 24 ore. Delta Scuti passa da magnitudine 5 a 5,2 in quattro ore circa.

Abbiamo già parlato dell’astronomo francese Nicolas-Louis de Lacaille il quale, come abbiamo già riferito, durante un viaggio nell’emisfero australe compiuto tra il 1751 e il 1752 creò e catalogò 14 nuove Costellazioni. La dodicesima di queste fu chiamata Telescopio e anch’essa fu posta nel più che citato “Caelum Australis Stelliferum” che è stato poi pubblicato due anni dopo la sua morte, nel 1763. Il motivo di questo nome è logico, oltre che giusto: l’omaggio ad uno strumento che tanto ha dato alla ricerca astronomica.

Questa piccola Costellazione si trova a sud del Sagittario ed è formata da un gruppo di stelle tra la quarta e la quinta magnitudine catalogate come tutte le altre meno importanti, almeno per i nostri occhi, con le sigle Alfa, Beta, Gamma, eccetera seguita poi dal nome latino della Costellazione alla quale apparentemente appartiene. Per fare un esempio, Alfa Telescopi è una stella bianco-azzurra che in realtà è duecento volte più luminosa del Sole anche se a noi appare con magnitudine 3,5 e distante 200 anni luce.

Costellazione del Telescopio

Delta Telescopi è una doppia visuale, con le compagne in realtà molto lontane tra loro e con magnitudine intorno alla 5. Dal punto di vista non stellare, invece, si segnala soltanto l’ammasso globulare NGC 6584. Si tratta di una costellazione estiva, che passa in meridiano a Luglio e che è rintracciabile a Sud dell’arco del Sagittario. Altro modo per rintracciarlo si ottiene guardando tra la coda dello Scorpione e Peacock nel Pavone. Difficilmente osservabile alle nostre latitudini a causa della sua bassa declinazione.

La nostra passeggiata nei caldi mesi estivi sta per volgere al termine, ma non possiamo dimenticare un altro piccolo gruppo di stelle denominato Tucano, una circumpolare australe.

Costellazione del Tucano

E’ composta da soli poco luminosi e anche qui il primo fra questi è Alfa, una gigante di colore arancione distante da noi 200 anni luce. Alfa è in realtà una stella binaria di magnitudine 2, 9, mentre Beta si rivelerà al telescopio come una stella trina essendo composta da Beta 1, Beta 2 e la più lontana Beta 3. All’interno di questa Costellazione si trova la Nube di Magellano, chiamata anche “Nubecula Minor” e fu descritta per la prima volta da audaci navigatori europei del XVI secolo. Per la delizia degli abitanti australi è visibile ad occhio nudo come una macchia lattiginosa e quindi lo spettacolo che offre con un piccolo telescopio è unico. Questo ammasso dista da noi duecentomila anni luce ed è molto esteso: trentamila anni luce da un capo all’altro.

Poi abbiamo Tucanae 47, uno degli ammassi più splendenti. Varrebbe la pena di andare nell’altro emisfero solo per osservare stelle, ammassi e Costellazioni che noi altrimenti non potremo mai vedere da qui con i nostri occhi.

Ma torniamo al nostro piccolo Tucano per dire che anche lui è una creazione di Theodori e Houttmann ed è nato nel XVI secolo e la ragione del nome è palese: un uccello esotico proveniente dall’America centro meridionale che colpì i primi esploratori i quali, non solo ne ammirarono il piumaggio, il grande becco colorato come le piume della coda e, purtroppo, anche la carne particolarmente saporita.

Nel Tucano sono stati scoperti alcuni sistemi planetari; in tutti i casi si tratta di stelle simili al Sole, o con una massa leggermente superiore, mentre i pianeti noti sono tutti di tipo gioviano, dunque di grande massa.

Dall’Italia la Costellazione è del tutto inosservabile dal momento che è circumpolare dell’emisfero Sud. Una visione dall’emisfero boreale si ha soltanto per latitudini inferiori ai 30°. E’ molto estesa, e passa in meridiano in un periodo abbastanza lungo durante l’autunno.

E finiamo temporaneamente in furbizia parlando della piccola Volpetta, creazione di

Hevelius nel 1867. L’astronomo mise assieme 27 stelle che erano collocate tra la Freccia e Il Cigno conosciuto all’epoca come “Vulpecula cum Ansere” (Volpe con l’Oca).

Costellazione della Volpetta

Il perché di questa ulteriore definizione ci proviene dalle uranografie dove la nostra volpe è ritratta nell’atto di azzannare un’oca. La sua stella più luminosa, ovviamente chiamata Alfa è di quinta grandezza, Il suo nome è Anser, che vuol dire Oca proprio come promemoria dell’antico nome della Costellazione. Si tratta di una doppia, la cui compagna è distante 14” ed ha una magnitudine pari a 6, poi abbiamo M27, meglio conosciuto come “Dumbbell” e anche l’ammasso Collinder 399 più volgarmente chiamato “Appendiabiti” e NGC 6885 un altro ammasso aperto.

Attorno alla stella HD 190228 è stato scoperto, nel Novembre del 2000, un pianeta grande cinque volte Giove che compie il suo moto di rivoluzione attorno al proprio astro in tre anni.

I sistemi planetari noti nella Volpetta sono tutti composti da un solo pianeta confermato; nel caso di HD 188015 si sospetta l’esistenza di un secondo corpo di massa leggentente inferiore a quella di Giove, mentre il pianeta confermato, HD 188015 b, è grande una volta e mezzo Giove. HD 189733 possiede un pianeta gioviano caldo.

La Costellazione è stata introdotta per colmare un ‘buco’ esistente tra le Costellazioni della Freccia e del Cigno, perciò è tra queste che è rintracciabile, oltre che nei pressi dell’Aquila.
Il cielo estivo è dominato da Aquila e Cigno, quindi non è affatto difficile inquadrare la Volpetta al centro del triangolo estivo, sopra Freccia e Delfino. La zona è quella che vede il passaggio tra la Fenditura del Cigno e la Fenditura dell’Aquila, quindi è una zona attraversata da densi banchi di polvere che determinano una notevole estinzione stellare. La costellazione è estiva, e passa in meridiano durante la seconda metà di luglio quando risulta visibile per tutta la notte

Va bene, ora potete alzarvi dal vostro erboso osservatorio e andare a dormire, ci rivedremo questo autunno e, per quell’epoca mettetevi almeno un maglione pesante…comincerà a fare freddo.

(4 – continua)

Giovanni Mongini