LA NOTTE HA MILLE OCCHI: LE COSTELLAZIONI 03

Un altro animale sacro agli dei e più precisamente al loro messaggero Ermes è un uccello che in Oriente viene classificato come Uccello della Felicità e la Costellazione che lo definisce fu introdotta dai navigatori olandesi Peter Dirkszoon, meglio noto come Petrus Rheodori e Frederick

De Outman. Durante uno dei loro viaggi nel Mare di Giava nel XVI secolo, ma fu cartografata da Petrus Plancius (Pieter Platevoet) nel 1598 e riportata, poi, nel 1603 nella Uranometria del tedesco Johann Bayer che ne certificava la creazione. Conosciuta nel XVII secolo con il nome di “Phoenicopterus” noi oggi la chiamiamo Gru.

La sua stella più brillante è un astro blu di prima grandezza: Al Na’ir, che è 165 volte più grande del nostro Sole e ne dista 101 anni luce. Nell’Ottobre del 1998, vicino alla stella HD 195019 è stato scoperto un altro pianeta con una massa superiore di 3,4 volte quella di Giove e che orbita attorno all’astro in soli 18 giorni, ma entro i confini della Gru sono note altre stelle con un sistema planetario; una di queste, HD 208487, possiede almeno due pianeti, entrambi di tipo gioviano.

Costellazione della Gru

La Costellazione è localizzabile tra fine estate ed inizio autunno a partire dalla brillante Fomalhaut e spostandosi verso Sud. Dall’Italia è visibile soltanto a partire dalla latitudine romana in giù.
La forma di uccello non è del tutto campata in aria stavolta dal momento che con un po’ di fantasia la figura può ricordare davvero un uccello in volo.

           Sempre i due navigatori olandesi hanno introdotto nel nostro cielo un’altra piccola Costellazione denominata Indiano: una circumpolare australe anch’essa cartografata da Petrus Palancius e poi inserita nell’Uranometria di Bayer ed è l’immagine di un indiano d’America in procinto di cacciare con la sua lancia.

            Si trova tra la Gru e il Pavone e possiede al massimo stelle di terza grandezza.

Costellazione dell’Indiano

La Costellazione contiene una stella, ρ Indi, attorno alla quale è stato scoperto un pianeta extrasolare la cui massa è oltre due volte superiore a quella di Giove.

La Costellazione si trova a Sud Ovest della Gru e la sua stella più brillante si rintraccia sullo stesso parallelo della stella alpha della Gru. Passa in meridiano tra fine agosto ed inizio settembre ma a causa della bassa declinazione risulta visibile parzialmente soltanto al di sotto del 45° parallelo.

 

Restiamo in tema d’animali e passiamo alla Lucertola che ci fu presentata per la prima volta dall’astronomo polacco Jan Hewelliusz, più noto con il nome di Johannes Hevelius, come è riportato nei testi astronomici latini d’epoca nel 1867 e la illustrò nella sua opera “Firmamentum Sobiescianum” che fu pubblicata postuma nel 1690, prima ancora aveva un altro nome e un’altra composizione, in quanto era stata chiamata “Stellio” (Tritone) in onore di Re Luigi IV nel 1679 dall’astronomo francese Augustin Royer che raggruppò dieci stelle. In tutti e due i casi, comunque, si tratta di piccoli gruppi di stelle dove la più luminosa è quasi al quarto grado di magnitudine.

Inoltre abbiamo anche un Ammasso Aperto siglato NGC 7243 di bassa luminosità rispetto a noi e visibile solo con un piccolo strumento.

Uno dei membri della stella doppia ADS 16402 possiede un sistema planetario composto da un pianeta transitante scoperto dal progetto HATNet, noto come HAT-P-1 b; si tratta di un gigante gassoso con una massa pari alla metà di quella di Giove, talmente prossimo alla sua stella madre da possedere probabilmente un’orbita pressoché circolare. Appartiene alla classe dei pianeti gioviani caldi.

Costellazione della Lucertola

Una delle stelle più luminose del cielo estivo e Vega della Costellazione della Lira (punto di partenza di misteriosi segnali nel film “Contact” (Contact) di Robert Zemeckis del 1997), dista da noi venticinque anni luce ed è 45 volte più luminosa del Sole. Si tratta di una stella doppia la cui compagna è invisibile a occhio nudo.

Per il popolo cinese si tratterebbe di una tessitrice che un fiume, la Via Lattea, tiene separato dal proprio fidanzato identificato con la stella Altair, il che unisce idealmente anche i due film.

Costellazione della Lira

Vega fu la nostra Stella Polare 14.300 anni fa, ma non furono in molti a notarlo e tornerà a esserlo tra 11.500 anni. Anche in questo caso quando accadrà vi avviseremo…

Vega possiede un altro primato: fu la prima stella a essere fotografata. L’impresa fu compiuta nell’Osservatorio di Harvard nella notte tra il 16 e il 17 Luglio del 1850 dall’allora primo direttore dell’osservatorio, William Cranch Bond, aiutato dal fotografo John Adams Whipple, i due usarono un rifrattore di 40 centimetri e, all’epoca, fu necessaria una posa di 100 secondi.. Il processo di impressione e sviluppo richiese molte ore, non ripagate da un esaltante risultato (l’immagine mostrava solo un punto luminoso sullo sfondo nero del cielo).

Il Sole e tutto il suo corteo di pianeti si sta dirigendo verso Vega alla velocità di venti chilometri al secondo per cui dovremmo raggiungere i dintorni di questo astro tra circa mezzo miliardo di anni, minuto più, minuto meno, ma anche per questo evento contiamo di essere più precisi.

Ma torniamo alla nostra Costellazione e diciamo subito che i greci la battezzarono “Kithara”, i romani “Lyra” o “Cithara” e poi ancora “Chelus Olighe” (Piccola Tartaruga) e “Testudo”.

Secondo i popoli della Mesopotamia la Costellazione raffigurava un’aquila mentre per gli antichi arabi una parte di essa era nota come “ Al Nasr” (Aquila che piomba sulla preda) e in questo modo veniva raffigurata nelle cartografie dei secoli precedenti.

Torniamo ai nostri greci dove la Lyra veniva considerata lo strumento creato da Hermes usando un guscio di tartaruga come cassa armonica (compirà lo stesso sacrilegio anche Ned (Kirk Douglas) Land nel film “20.000 Leghe sotto i Mari” tratto dall’omonimo romanzo di Jules Verne e diretto da Richard Fleisher nel 1954). Le corde erano di budello di animale e in numero di sette come le principali stelle delle Pleiadi- Questo strumento, almeno in mano a Ermes emetteva un suono che ipnotizzava e molte volte trasse d’impaccio eroi come Orfeo.

Dopo aver parlato della brillante Vega possiamo sottolineare che con un piccolo telescopio possiamo scorgere come un anello di fumo: si tratta di una Nebulosa ad anello assai famosa siglata M57 e ne abbiamo anche un’altra meno spettacolare battezzata M56.

Attorno alla stella HD 177830 è stato scoperto un altro pianeta grande 1,3 volte Giove, il suo moto di rivoluzione attorno alla propria stella in 391 giorni e nel 2014 su Kepler sono stati scoperti 4 pianeti. Kepler 338B: è stato scoperto dalla sonda Keplero ed è stato originariamente classificato come candidato pianeta. Una nuova analisi statistica condotta da un team della NASA ha convalidato il pianeta con fiducia oltre il 99 per cento. Anche se molti parametri di Kepler-338 b sono ancora sconosciuti, l’oggetto è altamente improbabile che sia un falso positivo. Poi abbiamo anche Kepler 338 c e Kepler 338 d per i quali valgono le stesse osservazioni, ma tutti sembrerebbero inferiori alla massa di Giove. Per quanto riguarda Kepler 338 e è stato confermato dalle variazioni di tempo e di transito. Kepler 95b, di massa leggermente superiore a quella di Giove, anche lui scoperto nel 2014 dalla sonda Kepler è stato a sua volta confermato utilizzando una combinazione di immagini e spettroscopia Doppler ad alta risoluzione. Questo certifica che le possibilità che possa trattarsi di un falso avvistamento ne riduce le probabilità sotto l’1 per cento.

La Lira è una Costellazione estiva, che passa in meridiano a Luglio e che costituisce, con Aquila e Cigno, il triangolo estivo. Facile da osservare grazie al suo “contenuto”: Vega è tra le stelle più brillanti del cielo e tutto il resto della Costellazione gira intorno a lei. La Costellazione è estesa per 286 gradi quadrati, tra le più piccole, e ospita 45 stelle di magnitudine superiore alla sesta.

Se pensate che la fantasia scientifica e popolare si sia sbizzarrita soltanto con nomi di animali più o meno fantastici o abbia attinto a piene mani dalla mitologia, vuol dire che avete ancora una visione limitata della faccenda perché adesso facciamo la conoscenza con altre due Costellazioni estive di piccole dimensioni ma quantomeno curiose.

Questa è la prima, creata dal francese Nicolas Louis de Lacaille durante una sua spedizione astronomica nell’emisfero australe tra il 1571 e il 1572, raggruppando 69 stelle poste a Nord del Capricorno. Il de Lacaille non era nuovo a queste imprese perché elaborò ben 14 Costellazioni nuove di zecca e questa uscì postuma nella sua opera “Caelum Australe Stelliferum” pubblicata nel 1763. L’astronomo volle dedicare questa Costellazione, un gruppetto di stelle al massimo di quinta grandezza tra il Capricorno, l’Indiano, la Gru e il Sagittario (AU Microscopii, Gamma Microscopii, AX Microscopii, Alfa Microscopii, Epsilon Microscopii, Theta1 Microscopii), allo strumento base della ricerca, per cui le diede il nome di Microscopio. Nel 2008 è stato scoperto il primo pianeta della Costellazione in orbita attorno alla stella Wasp – 7, dista da noi 147 anni luce ed ha una massa quasi uguale a quella di Giove, poi nel 2014 ne sono stati scoperti altri 3: In HIP  15084 un mondo distante da noi 80,84 anni luce la cui massa è 8,2 quindi otto volt quella di Giove e che ruota attorno alla sua stella in 184 giorni e due ore, il secondo si trova in WAP 94-A, è la metà di Giove e compie la sua rivoluzione in quasi quattro giorni. Il terzo, sempre nel 2014, è in WASP 94-B, ha una massa che è 06,18 rispetto a quella di Giove e compie il suo giro orbitale in poco più di 2 giorni. Nel 2016 è stato scoperto, in orbita attorno alla stella Wasp 133, distante da noi 457 anni luce il pianeta Wasp 133B la cui massa è 1,16 volte quella di Giove.

Costellazione del Microscopio

La Costellazione è piccolissima, soltanto 210 gradi quadrati, ma è facilmente rintracciabile a occidente del Pesce Australe e a Sud del Capricorno. Transita in meridiano a mezzanotte, e quindi in opposizione al Sole, nel mese di agosto ed è visibile quasi per intero da tutta Italia.

            Passiamo quindi all’Ottante: anche questa come quella precedente è una Costellazione Polare Australe ed è sempre opera di de Lacaille che la inventò durante la sua permanenza nel Polo Sud dell’Africa tra il 1751 e il 1752 e la dedicò a uno strumento vitale per la navigazione e che fu ideato dall’ inglese John Hadley nel 1731.

Costellazione dell’Ottante 

La particolarità più importante di questa Costellazione è di contenere il Polo Sud Celeste, ma il massimo della luminosità è raggiunta da una sola stella del complesso: la Polaris Australis, meglio conosciuta come Sigma Octantis, appena visibile a occhio nudo anche se nella realtà è 36 volte più luminosa del Sole dal quale dista 270 anni luce. Altre stelle sono: Delta Octantis, Nu Octantis, Alpha Octantis, Teta Octanis, Beta Octantis, HD 212301, HD 142022, Mu2 Octantis, Gamma 3 Octantis, Kappa Octantis e Phi Octantis. Eppure, su questa piccola Costellazione è stata fatta una delle scoperte più curiose in fatto di pianeti: Non sembrava molto credibile se non impossibile che un pianeta vagasse nello spazio senza ruotare attorno ad una stella e infatti non era così. Il perché si è poi scoperto che il mondo in questione orbita intorno a una stella ospite a circa 1000 miliardi chilometri di distanza da esso. Il pianeta ruota attorno alla stella, una nana rossa, che è stato chiamato TYC 9486-927-1, mentre il pianeta ha preso la sigla 2MASS J2126-8140. La distanza tra il pianeta e la stella è di 7.000 volte superiore rispetto a quella tra la Terra e il Sole, il divario è così grande che un’orbita completa richiede l’equivalente di quasi un milione di anni. E’ un gigante gassoso grande quindici volte Giove

            Nell’Ottante sono note altresì due stelle con un sistema planetario. HD 142022 possiede un pianeta gigante gassoso grande oltre quattro volte Giove, posto su un’orbita ad oltre 2 UA dalla sua stella madre; HD 212301 possiede invece un pianeta di dimensioni pari a un terzo di quelle di Giove, situato su un’orbita molto ravvicinata.

            Individuare la costellazione è quanto mai semplice nell’emisfero australe poiché l’Ottante è la costellazione simmetrica della nostra Orsa Minore. Infatti, l’Ottante contiene il Polo Sud Celeste anche se non esiste al suo interno una stella brillante tale da poter indicare il punto preciso come avviene più o meno con la nostra Polare. Dall’emisfero boreale è visibile soltanto per latitudini inferiori ai 15°.

            Adesso ci dirigiamo verso un’altra Circumpolare australe detta Pavone. Nata grazie ai navigatori Petrus Theodori, in realtà sempre Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtmann verso la fine del VI secolo e anch’essa apparve nell’opera di Bayer del 1603. Siamo quasi certi che l’origine prima del Pavone sia l’Oriente, ma era conosciuto fin nell’antichità come l’uccello sacro di Era compagna, tanto per cambiare, di Zeus. Non era certamente di carattere docile perché prese i cento occhi di Argo, il quale non aveva molto bene svolto le sue funzioni di guardiano e li pose sulla coda dell’animale raffigurandolo poi sulla volta celeste.

            Le stelle che compongono questa Costellazione sono tra la terza e la quarta grandezza e vi sono altri due oggetti curiosi nel profondo cielo visibili con telescopi amatoriali: NGC 6752, un Ammasso Globulare tra i più luminosi e NGC 6744, una grande e luminosa galassia a spirale.

Costellazione del Pavone

M16 è invece una Nebulosa Planetaria. La parte più brillante della Nebulosa si sta apparentemente espandendo alla velocità di 6,8 secondi d’arco all’anno, il che ci porta ad una età compresa tra 3000 e 4000 anni. La Stella Centrale di M16 è abbastanza brillante essendo di magnitudine 13,5, una Subnana Blu estremamente calda. Come per la maggior parte delle Nebulose, la distanza di M16 non è ben conosciuta. Stelle principali sono sicuramente: Alfa che è la più brillante e fa parte dell’Arco del Pavone che forma la coda; la si trova all’estrema destra della costellazione. Essa è in realtà una Stella doppia  a eclissi, la cui intensità varia da 2,3 a 3,5. Queste evidenti variazioni di luminosità sono dovute proprio al fatto che la Stella Primaria (Diva) viene eclissata al 79% da una sua più grande ed oscura compagna. L’eclisse dura 10 ore. Poi abbiamo Ni, conosciuta sin dall’antichità come “Cuore Di Luce”, la sua peculiarità risiede nel fatto che è la stella dotata del maggior moto proprio che si conosca. Essa infatti si sta spostando nel cielo compiendo un angolo pari a 10,29° all’anno. Vicino alla stella HD 175607 è stato scoperto un pianeta nel 2015 catalogato con una “b” aggiunto alla sigla della stella madre e un possibile “c”. La Costellazione ospita inoltre un sistema planetario (HD 181433) composto da tre pianeti confermati; il più vicino alla sua stella madre è una super Terra, mentre i restanti potrebbero essere dei giganti gassosi. Il pianeta intermedio possiede un’orbita poco più larga di quella della Terra. HD 196050 possiede invece un pianeta grande quasi tre volte il pianeta Giove.

            La Costellazione è raggiungibile partendo da Sagittario e Scorpione e spostandosi verso Sud attraverso la Costellazione del Telescopio. Si può anche, partendo da Alfa Centauri, tracciare una linea verso alta Trianguli Australis e continuare fino ad Alfa Pavonis, in una zona davvero povera di stelle. Alle nostre latitudini il Pavone è del tutto invisibile. Per l’emisfero australe, passa in meridiano nella stagione estiva.

           Altra piccola Costellazione è la Freccia. Tolomeo la chiamò “Oistos” (Freccia) e un nome molto simile ebbe nella Grecia Antica: “Allos Oistos” (L’Altra Freccia) per distinguerla per distinguerla dal Sagittario e per gli Arabi era “El Sahm”, ma il significato era poi sempre lo stesso e la sua nascita deriverebbe da una delle frecce scagliate da Ercole per liberare l’incatenato Prometeo.

Per la verità la nascita di questa Costellazione è narrata in varie storie e la più mitica di esse, tramandata da Eratostene, parla di Asclepio, abile guaritore figlio di Apollo che non era molto benvoluto dal dio dell’Oltretomba Ade, preoccupato per le troppe guarigioni dovute alla bravura del cerusico e che rischiava di rendere gli inferi una landa desolata e priva di abitanti. Ade si rivolse a Zeus chiedendogli di folgorare Asclepio il che forse oggi sarebbe l’equivalente di fargli venire un accidente. Zeus accolse la richiesta ma Apollo uccise a sua volta i Ciclopi, che avevano forgiato la folgore assassina, con una freccia. Il risultato di questo dramma è una Costellazione composta di stelle di quarta grandezza che si trova a Nord dell’Aquila in piena via Lattea.

Costellazione della Freccia

            La Freccia è per davvero una delle più piccole Costellazioni della volta celeste. Essa infatti si estende per soli 80 gradi quadrati di cielo, risultando così la terzultima costellazione fra le 88 esistenti e la penultima nel nostro emisfero boreale. Sorge a metà Aprile e rimane visibile fino alla fine di Novembre raggiungendo a inizio Agosto il punto più alto della sua parabola celeste. Sulle prime identificarla non è immediato perché le quattro stelle che la compongono sono poco appariscenti; tuttavia la Freccia gode di una posizione privilegiata per cui è possibile risalire agevolmente al suo profilo. Essa si trova infatti all’interno del Triangolo Estivo, il triangolo luminoso formato dalle stelle Deneb nel Cigno, Vega nella Lira e Altair nell’Aquila. Individuando questo gruppo di stelle e focalizzandosi su Altair, è visibile la Freccia proprio poco sopra l’astro principale dell’Aquila. Le Costellazioni con cui confina la Freccia sono la Volpetta a nord, Ercole a ovest, l’Aquila da sud-ovest a sud mentre chiudono il cerchio il Delfino e di nuovo la Volpetta.

            La stella più brillante della Freccia è quella che ne rappresenta la punta ed è Gamma Sagittae con 3,47 di magnitudine, segue Delta con 3,82 mentre a pari merito, due volte più fioche di Gamma, luccicano Alpha e Beta con 4,37, la coda dello strale.

            Mediamente le quattro stelle danno un contributo di luce alla Costellazione di 4,01 magnitudini, confermando la scarsa luminosità della stessa.

            In questa piccola Costellazione non manca però l’ammasso globulare M71, situato circa a metà della linea che congiunge Gamma con Delta Sagittae. Gli ammassi globulari sono concentrazioni molto dense di stelle, anche centinaia di migliaia, tutte tenute insieme dalla gravità, motivo per cui l’insieme assume una forma sferica assomigliando appunto a un globulo. Questi oggetti si trovano ai confini delle galassie a spirale e ne rappresentano il cosiddetto alone. Nella nostra galassia se ne contano circa 150. Per essere globulare, M71 è tuttavia diverso dagli altri ammassi di questo tipo in quanto, al contrario di quanto avviene solitamente, non si distingue per compattezza. D’altra parte non è nemmeno classificabile con certezza come ammasso aperto perché sarebbe risultato un po’ troppo denso. Il dibattito sulla natura di M71 è rimasto acceso per diversi anni tanto che ancora oggi i pareri non sono concordi all’unanimità. Ufficialmente M71 è stato classificato come ammasso globulare “sciolto”. Situato a 13.000 anni luce dalla Terra, ha un diametro di 27 anni luce che potrebbe salire a 90 se le deboli stelle scoperte recentemente attorno ad esso si rivelassero legate gravitazionalmente alle altre che lo costituiscono. M71 è uno dei più vecchi oggetti dell’universo, la sua età si aggira sui 9-10 miliardi di anni. La fortunata posizione all’interno della Freccia rende l’ammasso facilmente localizzabile, mentre la luminosità pari a 8,2 magnitudini apparenti, ne permette la visione semplicemente con l’aiuto di un binocolo.

HD 231701 è una stella gialla di sequenza principale che possiede un sistema planetario; possiede un pianeta, probabilmente un gigante gassoso, con una massa simile a quella di Giove che orbita a 0,55 UA dalla sua stella madre.

Costellazione estiva, si trova all’interno del triangolo estivo formato da Deneb (Cigno), Vega (Lira) e Altair (Aquila), precisamente ad una decina di gradi a Nord di Altair. Visibile per tutta l’estate, passa in meridiano a fine luglio verso mezzanotte. La costellazione è minuscola, con soli 80° quadrati di cielo occupato e seconda soltanto alla Croce del Sud.

(3- segue)

Giovanni Mongini