SOLARIS

SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Solaris
Anno: 2003
Regia: Steven Soderbergh
Soggetto: dal romanzo di Stanislaw Lem
Sceneggiatura: Steven Soderbergh
Direttore della fotografia: Andrew Stevens (Steven Soderbergh)
Montaggio: Mary Ann Bernard e Steven Soderbergh
Musica: Cliff Martinez
Effetti Speciali: Kevin Hannigan e Richard Bayley
Produzione: James Cameron e Jon Landau
Origine: USA
Durata: 1h e 35’
 
CAST
George Clooney, Natasha McElhone, Viola Davis, Jeremy Davies, Ulrich Tukur, Elpidia Carrillo, John Cho
 
TRAMA
Lo psichiatra Chris Kelvin, che ha perduto la moglie Rehya, suicidatasi a seguito di un litigio dopo che l’uomo ha appreso del suo aborto volontario, viene inviato sull’astronave orbitante attorno al pianeta Solaris, su specifica richiesta di uno dei suoi membri d’equipaggio, il dottor Gibarian. Al suo arrivo, Kelvin scopre che Gibarian si è tolto la vita e che oscure presenze sembrano aggirarsi nella stazione. L’astrofisico Snow, troppo fuori di testa per poter articolare una spiegazione di ciò che sta accadendo, invia Kelvin dalla scienziata Helen Gordon ma anch’essa sembra nascondere nel suo laboratorio un "ospite" misterioso, come ignota è la presenza di un bambino a bordo, inseguito dall’esterrefatto Kelvin. Durante il sonno, nella cabina dello psichiatra si materializza la figura di sua moglie, in tutto e per tutto simile alla Rehya originale, tranne che nei ricordi. Turbato, Kelvin la spedisce nello spazio a bordo di una capsula ma una nuova copia di Rehya ritorna la notte successiva. Evidentemente una forza sconosciuta proveniente da Solaris estrapola dalle menti degli uomini ricordi profondi e dolorosi che si materializzano incarnandosi. Kelvin sente di dover rivivere al meglio la loro tragica storia d’amore ma Gordon tenta di dissuaderlo dal pensare Rehya come ad un vero essere umano. Quando Rehya, che si umanizza sempre più, scopre di non essere vera ma solo un’emanazione del pianeta senziente, tenta di suicidarsi ingerendo ossigeno liquido ma torna dolorosamente in vita. Gordon utilizza un macchinario per destabilizzare la struttura neutrinica degli "ospiti", liberandosi del proprio e ascoltando la preghiera di Rehya di fare lo stesso con lei. Snow però è stato nel frattempo ucciso dal suo "ospite", un altro se stesso, che brama di vivere al suo posto. L’energia utilizzata dallo strumento fa collassare la stazione verso il pianeta, così Gordon e Kelvin si apprestano a fuggire sulla capsula ma solo la donna viene lanciata in salvo. Kelvin preferisce restare sulla stazione condannata e Solaris compie un miracolo: le copie di Kelvin e Rehya potranno continuare a vivere insieme.
 
NOTE
Remake del celebre film omonimo di Andrej Tarkowskij, il "Solaris" di Steven Soderbergh è una pellicola noiosissima, fasulla e goffa come può essere solo un film americano girato come se fosse una pellicola europea (lunghe sequenze silenziose fatte di primi piani che non dicono nulla, musica evocativa ma inconcludente, flashback fastidiosi, recitazione amorfa, un pervasivo senso di incompiuto e di irrisolto). La sceneggiatura non rivela nulla e non serve minimamente a comprendere la trama, lasciata nel vago, neppure viene rivelato la reale natura di Solaris quale pianeta ricoperto da un oceano senziente. Anzi, la "figura" di Solaris è qualcosa che resta sullo sfondo, assente, il tema del primo contatto vanificato che era uno dei perni del romanzo di Lem qui neppure si sfiora. Se Tarkowskij aveva mantenuto, seppure in sordina, le tematiche portanti del romanzo, siringandole con moti del proprio animo e riuscendo comunque a creare un capolavoro, Soderbergh sfronda tutto per realizzare un film solo apparentemente fantascientifico. La vicenda si limita a proporre il gioco di coppia Kelvin/Rehya e il recupero del loro passato, senza nessuna di quelle reali valenze seriamente fantascientifiche, filosofiche, etiche e morali tipiche dell’originale. Aggiungiamo personaggi vacui, ritmo assente, un finale sciocco e senza logica né significato e il quadro è completo. Sarebbe stato preferibile, a questa punto, che il regista avesse girato una vera versione "americana" di "Solaris", ricca magari di effetti speciali e fredda nei contenuti, piuttosto che questo banale film pretenzioso ma alla fine mediocre ed irritante.

16/10/2007, Michele Tetro