EROTISMO, ORRORE E PORNOGRAFIA SECONDO JOE D’AMATO

“Il complimento più bello che ho ricevuto: Gordiano Lupi è il Joe D’Amato dell’editoria. Era un critico con la puzza sotto il naso, uno dal palato fine, lui credeva di offendermi, io me la ridevo sotto i baffi. Ero contento come un adolescente che l’aveva fatta franca, come un quindicenne appena uscito dal cinema dove proiettavano Antropophagus”.

PREFAZIONE

Aristide Massaccesi, conosciuto anche come Joe D’Amato, è stato sicuramente uno dei migliori registi del cinema italiano, anche se nessuno (o quasi) se n’è mai accorto. Questo perché il nostro non si occupava di Cinema con la “C” maiuscola, non cercava di fare Cultura con la “C” maiuscola con le sue pellicole, non si nascondeva dietro trame astruse “radical chic” per compiacere la critica. Massaccesi – D’Amato faceva soprattutto cinema di intrattenimento, cinema “leggero” se vogliamo chiamarlo, cinema che fosse un po’ alla portata di tutti e per tutti… a seconda del genere ovviamente.

Già, perché a proposito di generi il nostro li ha praticamente fatti passare tutti: western, peplum, gialli, horror, fantasy, fantascienza, commedie sexy, kung fu, guerra, hard… e chi più ne ha più ne metta! Non c’era limite alla sua fantasia e non poneva limiti alla sua voglia di fare cinema.

Non ha mai avuto a disposizione grandi budget per le sue pellicole, eppure non si è mai tirato indietro e ha continuato sempre a fare cinema: un bravissimo artigiano che, in ogni film che faceva, teneva sempre presente una sola cosa, il rispetto per lo spettatore. Perché era proprio questo che lo contraddistingueva: dalla prima bozza di idea per un soggetto fino alla pellicola ultimata, il suo pensiero si rivolgeva sempre al gradino finale, ovvero a coloro che avrebbero guardato i suoi prodotti. Per questo ci metteva tutta la cura, l’attenzione, l’anima e la passione possibile, sia come sceneggiatore sia come regista sia come produttore.

Ho conosciuto Aristide Massaccesi a fine anni Settanta, non di persona certo, ma dalle locandine dei suoi film: era il 1979, avevo tredici anni e ricordo benissimo il poster di “Buio Omega” affisso davanti all’entrata dell’ormai da anni defunto Cinema Corso di Rovato, in provincia di Brescia, vicino al paesello dove abitavo. Certo, mio padre non mi avrebbe mai permesso di vederlo, così non feci nulla per convincerlo. In famiglia lui era l’appassionato di fantascienza (passione che mi ha lasciato in eredità), mentre mia madre tifava per l’horror (passione che mi ha lasciato in eredità)… ma fra i due, per il cinema almeno, vinceva sempre lui.

Ho ritrovato sulla mia strada Joe D’Amato come produttore: allora ero più grandicello, mio padre purtroppo stava già “cavalcando nelle grandi praterie” (così mi piace ricordarlo, visto che era anche un patito di spaghetti-western) e al cinema uscivano le pellicole targate Filmirage, la casa di produzione di Massaccesi fondata insieme all’amico Luigi Montefiori (conosciuto anche come George Eastman): Deliria, La Casa 3, La Casa 4, La Casa 5, Dna Formula letale… quelli li ho visto tutti. E il resto della produzione fantastica (horror, fantasy e fantascienza) l’ho scoperto con le televisioni private e soprattutto con le VHS.

Ho conosciuto invece Gordiano Lupi dapprima via mail, nel 2008: La Zona Morta era nata solo da un anno e lui mi mandò un comunicato stampa per un libro appena uscito per le Edizioni il Foglio Letterario. Pubblicai il pezzo e da allora iniziò una sorta di collaborazione fra noi due, per cui puntualmente mi mandava i “prossimamente” dei suoi libri e io scrivevo pezzi che facevano da vetrina alle sue produzioni di genere, che fossero scritte da lui in persona o semplicemente pubblicate dalla sua casa editrice.

Mi capitò anche di incontrarlo fugacemente a una fiera della microeditoria, precisamente a Chiari (altro luogo vicino al mio paesello): una stretta di mano, un sorriso, poche parole e poi… centinaia di libri, tanti collaboratori che andavano e venivano, persone che parlavano di questo e di quello, gente a fiumi e un amico in comune, Stefano Simone, che me lo presentò.

Da allora, piano piano, la collaborazione fra La Zona Morta e Gordiano Lupi si è intensificata. Dai comunicati stampa siamo passati ad alcune recensioni scritte di suo pugno (e la sua firma devo dire che ha portato parecchio prestigio alla nostra webzine), quindi abbiamo cominciato a pubblicare stralci di suoi libri, schede cinematografiche, biografie, excursus e dossier nei e sui vari generi, interviste, materiale edito e recentemente perfino molto materiale inedito, rimasto nel suo cassetto per anni e messo a disposizione solo per noi (devo ammetterlo, un piacere, ma soprattutto un onore!).

Gordiano Lupi è uno “con le palle” come si suol dire: giornalista, scrittore e saggista, nonché come già detto l’editore del Foglio Letterario, una piccola ma agguerrita casa editrice che nella sua quasi ventennale attività ha pubblicato moltissimi volumi di genere, dai saggi ai racconti ai romanzi alle antologie, spaziando e andando anche oltre… molto oltre! Diciamocela tutta, Gordiano con la sua casa editrice li ha praticamente fatti passare tutti i generi! E Gordiano ha sempre scritto e pubblicato con tutta la cura, l’attenzione, l’anima e la passione possibile, sia come scrittore sia come editore. E nella sua carriera ha “scoperto” nomi e lanciato moltissimi autori diventati poi celebri, producendo i loro primi “vagiti” nel mondo della narrativa.

Ma perché stiamo parlando di queste due persone che non hanno apparentemente nulla in comune, vi starete domandando? Beh, seguiteci ancora un attimo e lo scoprirete.

Non vi sembra, giunti a questo punto, di notare quanto Aristide Massaccesi e Gordiano Lupi siano simili?

Sarà per questo che Lupi ha scritto su Joe D’Amato il suo secondo libro di cinema, “ma è una roba che risale a quasi 20 anni fa” mi ha detto recentemente Gordiano. “Non è scritto bene e ci sono tante inesattezze”, mi ha confidato.

Il libro era EROTISMO, ORRORE E PORNOGRAFIA SECONDO JOE D’AMATO (Edizioni Profondo Rosso… già, proprio quelle del nostro altro comune amico Luigi Cozzi) “ma credo che sia introvabile”, ha concluso Gordiano dopo che gli avevo chiesto alcune schede cinematografiche di Massaccesi… ed ecco svelato l’arcano del motivo per il quale ci stiamo occupando di queste due persone!

Allora mi si è accesa la fatidica lampadina e ho chiesto a Gordiano se gli andava di correggere, sistemare e rieditare il libro per la Zona Morta, pubblicandolo online a puntate.

L’idea gli è piaciuta… per fortuna!

Per cui cominceremo a breve a pubblicare tutto il volume: capitolo dopo capitolo, puntata dopo puntata, scoprirete come si dice in questo casi “vita, morte e miracoli” di Aristide Massaccesi in arte Joe D’Amato… o meglio “erotismo, horror e pornografia” e anche oltre!

Buona lettura!

Davide Longoni