ARRIVA “BUTTERFLY ZONE”

Dopo la recente presentazione al cinema Barberini di Roma, uscirà ufficialmente il 2 luglio 2010 il film “Butterfly Zone – Il senso della farfalla” di Luciano Capponi, con Pietro Ragusa, Francesco Martino, Barbara Bouchet, Francesco Salvi, David Riotta e Patrizio Oliva. Si tratta di una pellicola fantastica tenera e delicata sulla vita e sulla morte, un viaggio nell’aldilà come non lo avete mai visto che ha il suo inizio in un sorso di vino, il “Caresse de Roi”.

Presentata dalla Play Phoenix Production e distribuita dal Borgo dello Spettacolo, la pellicola si è aggiudicata il “Premio Méliès” come miglior film al “Fantafestival 2009”.

“Il senso del film sta in un sorso di vino. Facile come berlo. Sorprendente come ritrovarsi nell’aldilà. Vivi.”: è nello slogan di lancio che possiamo trovare l’essenza di questo film. “Butterfly Zone” è la storia a volte aspra, più spesso sorridente, di un lascito d’amore che inaspettatamente apre scenari imprevedibili e inquietanti. È il racconto, intimo e bruciante, di un uomo che ritrova il padre in un territorio di confine dove nulla può la maschera inutile dell’esistenza. È un filo narrativo che si dipana sapiente e lieve come la seta di un bozzolo di farfalla, tra le pieghe di un’indagine di polizia su misteriosi delitti compiuti da un serial killer tornato dal passato, le rivelazioni di un’organizzazione segreta in grado di “colonizzare” anime e mondi e di un aldilà dove non si scherza. Tutt’al più si è spiritosi. È, alla fine, la storia delle infinite esistenze tessute insieme nella trama di un arazzo universale il cui disegno resta sconosciuto. Un vino, Caresse de Roi, è l’inaspettato lascito d’amore che il Professor Chenier dona come viatico di viaggio al figlio Vladimiro. Quale viaggio? E a quale scopo? Sarà una farfalla a guidare il cammino verso la zona vietata. Quella dei ricordi, quella dei segreti.

Thriller? Fantasy? Commedia surreale? Forse tutte e tre le cose insieme. “Butterfly Zone” è un racconto dichiaratamente poetico e sorridente, nonché profondamente mediterraneo, costruito attraverso una struttura e un sapore decisamente innovativo. Film dunque di sorriso e non di denuncia, di dubbi insoliti e di scoperti inganni, forse un invito ad abbandonare le credenze.

Come ha commentato in proposito il regista Luciano Capponi: “Alcuni temi incidono sull’esistenza più di altri, ma questo è relativo a ogni individuo. Romanista o laziale? Milanisti o interisti? Su un tema, più o meno, potremmo trovarci d’accordo: l’interrogativo dell’aldilà. Così, sorridendo, mi sono fatto un viaggetto (beninteso onirico) e ho colorato il film. Il resto è suono e parole, qui e là. Giustappunto”.

Un filo rosso conduce e attraversa il film: rosso come il sangue, rosso come il vino che devono i due protagonisti. “Caresse de Roi” è il vino, Tenuta Ronci di Nepi l’azienda che ha deciso di produrlo: la tenuta è situata nel Lazio, nei pressi dell’antica città di Nepi, cuore di un territorio ricco di storia. Nepi è stata prima etrusca, poi romana e per lunghissimi anni dimora di Papi. Il proprietario Arturo Improta, medico napoletano con la passione del vino e… del cinema, ha creduto fortemente nel progetto di Capponi e ha voluto produrre personalmente il vino “Caresse de Roi”, di cui si è assicurato i diritti di produzione e diffusione mondiali. Il vino (un prodotto di alta gamma) “pensato” lo scorso anno, è ora pronto anch’esso per essere gustato.

Se volete dare un’occhiata a trailer, clip e interviste prima di andare al cinema, consultate il materiale su “YouTube“.

A questo punto non ci resta che augurarvi buona visione.

Davide Longoni