UNDER THE DOME

CAST

Mike Vogel

Rachelle Lefevre

Natalie Martinez

Dean Norris

Alexander Koch

Mackenzie Lintz

Samantha Mathis

Marg Helgenberger

Origine: Stati Uniti

Ideazione: Brian K. Vaughan, da un soggetto di Stephen King

Durata: 3 stagioni per un totale di 39 episodi di 40 minuti l’uno

TRAMA

È un giorno come tanti nella cittadina di Chester’s Mills, nel profondo del Maine, quando di colpo dall’alto del cielo cade una cupola invisibile che la isola dal resto del mondo, imprigionando sia i suoi abitanti fissi sia chi si trovava, per vari casi della vita, a passare di lì. Senza più contatti con l’esterno né possibilità di uscire e con una serie di enigmi che crescono man mano con il tempo su coinvolgimenti di varie forze occulte, gli abitanti della cittadina vedranno sgretolarsi certezze, crearsi nuovi sentimenti e alleanze, nascere amicizie e inimicizie.

Tra di loro emergono alcuni personaggi, come il veterano dell’esercito Dale Barbara, incaricato di una misteriosa missione che forse c’entra con quello che è successo, la giornalista investigativa Julia, l’ambiguo James Rennie, detto Big Jim, forse alla lunga l’unico che può malgrado tutto salvare tutti, il suo irrequieto figlio Junior, la giovanissima Norrie, di passaggio per caso ma forse legata in maniera indissolubile a quel posto che fino a poco prima non conosceva. Ma le forze in gioco cambieranno man mano e nulla ad un certo punto sarà più quello che sembrava, né dentro né fuori la cupola.

NOTE

Under the dome è liberamente ispirato al romanzo The dome di Stephen King, da cui si allontana come trama e personaggi, pur sfruttando l’idea di fondo, comunque geniale, della cupola che cala dal cielo isolando in un microcosmo a sé un’intera comunità che diventa metafora dell’umanità e della condizione del genere umano.

La serie si inserisce nelle storie corali, che vanno per la maggiore da Lost in poi, in cui le vicende non ruotano intorno a un paio di protagonisti più vari comprimari che si dividono tra antagonisti e alleati, ma su un gruppo di vari caratteri, spesso in contrasto tra di loro e in mezzo ai quali, man mano che si va avanti, diventa sempre più difficile identificare i buoni e i cattivi, perché  le motivazioni saranno sempre più complesse e l’influenza di fattori esterni e imprevisti sempre più forte.

Nella prima stagione il tema di fondo è quello dei prescelti, quattro giovanissimi della cittadina, che possono scoprire il modo per uscire dalla cupola e che forse sono gli unici a poterlo fare, entrando in relazione tra di loro. Questo viene poi disatteso dagli sviluppi successivi, con l’arrivo nella seconda stagione della rediviva Melanie, ragazza uccisa anni prima che offre a tutti una via di uscita che si rivelerà un inganno, introducendo poi gli eventi finali, con l’arrivo delle ambigue Christine e Eva, due donne umane solo all’apparenza ormai.

In Under the dome si ritrovano molti temi della fantascienza, dall’invasione aliena con evidenti echi de L’invasione degli ultracorpi alla realtà parallela e indotta, passando per i complotti governativi e il ritorno dei morti dall’aldilà. Le idee erano e sono molte, ma non tutte hanno poi convinto fino in fondo, soprattutto quando ci si è distaccati troppo dal testo originale.

Un tema molto realistico al centro della serie sono i rapporti familiari, mai idilliaci ma essenziali per i personaggi: tutti i protagonisti cercano un equilibrio, Norrie con le sue due madri, Big Jim nel tragico legame con un figlio che non lo amerà mai, Sam con la sorella scomparsa anni prima e il cognato, Joe con la sorella Angie destinata a una tragica fine e poi con Norrie, le stesse Christine e Eva parlano di un altro tipo di famiglia, ma sempre di famiglia.

In Under the dome si mostra, come dice anche il messaggio all’inizio di ogni episodio, il meglio e il peggio degli esseri umani, le paure e il coraggio, la voglia di vivere e la capacità di cavarsela, tra fantastico e realtà, tra metafora e storia. Peccato che come talvolta succede gli sviluppi della vicenda non siano stati coerenti fino in fondo, con elementi troppo discordanti in quello che poteva essere un perfetto microcosmo aristotelico tra unità di tempo, di luogo e d’azione.

Elena Romanello