LA DEA MADRE 08

“Hanno sedici anni e un giro di fidanzati segreti,

gelosie morbose, orge, lesbicate…

Non mi sorprenderebbe

se scoprissero che si drogano!”

Cosa avete fatto a Solange?

di Massimo Dallamano, 1972

Personaggi principali

Aurora: studentessa diciannovenne del Liceo Malatesta

Flora: ex compagna di classe di Aurora e sua migliore amica

Chiara: studentessa del Liceo Malatesta e cameriera del locale Movida

Luca Del Rio: ventenne di buona famiglia, ex studente del Liceo Malatesta, fidanzato di Aurora

Danilo Crescenzi: trentenne agente immobiliare

Linda Lanzi: proprietaria del locale Movida e fidanzata di Danilo

Simone D’Avanzi: disoccupato, amico di Danilo

Iuri Casalino: 40enne milionario, amante di Chiara

Gianluca: studente pluriripetente del Malatesta, fidanzato di Flora

8-

Sono passate diverse settimane e la polizia ha archiviato la morte di Simone come suicidio. L’assenza di lavoro e di prospettive di vita sono apparse più che sufficienti per archiviare il caso. Come dargli torto. Danilo, però, non restò pienamente soddisfatto delle indagini: conosceva Simone e sapeva che non era tipo da decisioni drastiche. E poi, anche se la morte di Simone non poteva essere legata all’uccisione di Aurora e Flora, Danilo non si persuadeva di un fatto: troppe morti erano avvenute attorno a lui, in un lasso di tempo troppo breve. Gianluca si trovava in carcere, in attesa del processo per la morte delle due ragazze.

Ma se il suicidio di Simone fosse stata una messa in scena?

Danilo sente di essere direttamente coinvolto dalla faccenda: prima per essere stato accusato (e sbattuto sulle prime pagine dei giornali locali), poi per via della morte del suo amico. Bisognava far luce su quegli omicidi e così, improvvisato più che mai, l’agente immobiliare decide di ripartire da dove tutto era cominciato.

Attende la notte giusta e si intrufola nella casa di Aurora. Forse, tra le cose dell’ex amante, si potevano trovare le tracce non viste dagli inquirenti. L’appartamento è vuoto (i genitori di Aurora sono andati a trovare dei parenti in Sicilia, nel tentativo di ritrovare pace) e le stanze hanno un aspetto spettrale. Si respira l’aria di una routine interrotta, violata, rovinata per sempre. La stanza della ragazza è semplice: rettangolare, con un mobile e un letto a una piazza, qualche fotografia ai muri e una piccola scrivania per lo studio. La ricerca dura parecchio tempo, ma alla fine Danilo rinviene qualcosa di interessante. E’ un oggetto che pare non aver nulla a che fare con il resto delle cose che si trovano in quella stanza: tra le mani, al buio sinistro della torcia elettrica, si ritrova la statuetta di una donna formosa. Danilo osserva quel piccolo manufatto, cercando di capire dove potesse aver visto qualcosa di simile.

- Ma è una dea della fertilità! – sussurra tra sé.

La donna gravida e dalle curve generose, pare osservarlo di sottecchi, con il viso tondo e senza lineamenti.

La mente del giovane uomo ritorna rapida ai tempi dell’inizio della relazione con la giovane studentessa…

- Quanto mi piace – gli diceva Aurora all’orecchio, mentre con le dita contornava le sue orecchie e con l’altra mano gli carezzava la schiena.

Era soltanto la seconda volta che faceva l’amore, eppure la ragazza aveva calore dentro di sé. Lo accoglieva con abbandono, confidando nella sua esperienza, nella sapiente virilità di lui. Si era innamorata come una bambina e si concedeva al giovane uomo con slancio passionale.

Lo stavano facendo senza preservativo: a Danilo era sembrato un peccato mortale non assaporare fino in fondo quel corpo inviolato.

Fu quando la ragazza si accorse, per istinto più che per esperienza, che il giovane uomo stava per raggiungere l’apice del piacere, che la ragazza gli sussurrò carezzevole:

- Vienimi dentro.

 

Danilo aveva archiviato la questione come uno slancio eccessivo della passionale nuova compagna ed aveva declinato l’offerta, pensando che la ragazza intendesse impressionarlo, dando prova di essere più grande di quello che la sua età poteva lasciar pensare. Ora, però, con quella statuetta in mano, quella repentina e inconscia connessione di idee aveva trascinato sotto tutta un’altra luce quell’avvenimento racchiuso nella memoria passata.

 

Danilo si trova in una via buia. E’ tarda notte e le strade sono deserte. Nella mano stringe la statuetta della dea della fertilità e in mente sta seguendo un filo rosso che l’ha portato sino a qui. Si tratta di qualcosa di più di un semplice sospetto: l’agente immobiliare crede di avere in mano le chiavi per risolvere l’orrendo puzzle di sangue che l’ha circondato.

Davanti a sé si trova un palazzo che galleggia nell’oscurità, dove solo poche luci paiono resistere al nero, prima di essere inghiottite.

L’agente immobiliare riesce con una serie di peripezie ad entrare nel palazzo e, guidato dalla luce della torcia, a raggiungere la porta d’ingresso dell’appartamento che gli interessa. Usando un passe par tout che si porta sempre con sé per motivi di lavoro, penetra nell’appartamento. Senza accendere le luci, si mette a frugare nelle stanze.

I suoi sforzi vengono premiati: dal fondo di un armadio, salta fuori una statuetta che è l’esatta copia di quella rinvenuta nella casa di Aurora.

Clack.

Un rumore fa capolino alle spalle di Danilo. Delle mani lo afferrano da dietro, all’altezza del viso, poi un pugno gli piega le costole. Il giovane agente immobiliare si volta e comincia con tutte le forze a dimenarsi. Ha inizio una colluttazione, nel buio della stanza e nel silenzio gelido della notte.

Di colpo, il corpo che le mani di Danilo afferrano con tanta foga, pare essere senza forza. Il nostro uomo cerca la pila elettrica e fa luce nella stanza. Ai suoi piedi si trova un uomo. E’ Iuri Casalino, l’amante milionario di Chiara!

Il quarantenne deve aver sbattuto la testa contro un mobile, nel corso dello scontro, ed ha perso conoscenza.

- Chi cerca troppo, finisce sottoterra – una voce femminile alle sue spalle.

All’altezza del cuore, sulla schiena, sente la punta di un coltello.

- Girati piano – gli intima la voce.

Davanti agli occhi di Danilo, compare il volto di Chiara.

La ragazza punta il coltello lungo e affilato al petto dell’agente immobiliare.

- Sei stato bravo a collegare i puntini. Ora meriti una spiegazione.

La ragazza fa scendere sul volto una maschera: è la maschera bianca e smunta con il ghigno triste sanguinolento!

E’ come se solo dietro di essa avesse il coraggio di spiegare il trauma che l’ha spinta ad uccidere.

- Sono sempre stata una ragazza sveglia, con voi maschietti – ridacchia con la voce gelida e contratta – e voi non ci mettete molto ad approfittarne. A tredici anni sono rimasta incinta e quel cane di un medico che mi ha fatto abortire, clandestinamente, mi ha rovinata. Fortunatamente, il cretino sta comodo in una bara, ma questo è un astio sedato. Veniamo a noi. Quelle due puttanelle senza esperienza volevano fare le donne mature, e abbiamo giurato di restare incinta prima della fine delle superiori. Credevo scherzassero, quelle due mocciose, e invece Flora si è fatta ingravidare senza pietà. Aurora, ormai, ci stava andando vicino: tu l’avevi istruita a dovere e in breve tempo anche quel brocco di Luca avrebbe fatto il suo errorino. E io? Dovevo essere l’unica scema a non fare il grande passo? Io che conoscevo il mondo e gli uomini, dovevo farmi mettere i piedi in testa da quelle mocciose? Due morti tirano sempre con sé il terzo cadavere e il tuo amico Simone, quel ficcanaso, mi seguiva, mi spiava, possibilmente mentre facevo l’amore.

La maschera bianca e triste si avvicina a Danilo, la lama preme contro il suo petto. Un lampo: con un rapido movimento del bacino, l’agente immobiliare riesce a spingere Chiara di lato, facendola sbattere contro una finestra. Ma la ragazza riesce ad afferrare il nostro uomo e, nella caduta, lo trascina con sé. I vetri della finestra si disfano e i due, avvinghiati, crollano nel vuoto.

(8 – continua)

Daniele Vacchino