LA DEA MADRE 05

“Hanno sedici anni e un giro di fidanzati segreti,

gelosie morbose, orge, lesbicate…

Non mi sorprenderebbe

se scoprissero che si drogano!”

Cosa avete fatto a Solange?

di Massimo Dallamano, 1972

Personaggi principali

Aurora: studentessa diciannovenne del Liceo Malatesta

Flora: ex compagna di classe di Aurora e sua migliore amica

Chiara: studentessa del Liceo Malatesta e cameriera del locale Movida

Luca Del Rio: ventenne di buona famiglia, ex studente del Liceo Malatesta, fidanzato di Aurora

Danilo Crescenzi: trentenne agente immobiliare

Linda Lanzi: proprietaria del locale Movida e fidanzata di Danilo

Simone D’Avanzi: disoccupato, amico di Danilo

Iuri Casalino: 40enne milionario, amante di Chiara

Gianluca: studente pluriripetente del Malatesta, fidanzato di Flora

5-

- Tu lo sapevi benissimo, non prendermi in giro con queste scuse – Linda guarda con occhi perfidi e lacrimanti il volto della sua inserviente.

- Io non ti devo spiegazione alcuna – Chiara slega dalla cinta il grembiule da cameriera, lo getta sulla scrivania della sua superiore.

Sono nel retro del Movida, dove Linda ha sistemato il suo ufficio, con le pratiche, i documenti e gli incartamenti.

- Tu mi devi qualcosa, ragazzina. Quello era il mio fidanzato e quella stronza della tua amichetta Aurora non era che una cagna. Dovevi venirmelo a dire, dopo tutto quello che ho fatto per te!

- Ma cos’hai fatto per me, strega!

Linda si blocca e guarda con odio la ragazza.

- Ora basta. Ti finisci l’estate e poi ti caccio.

Chiara apre la porta ed esce dall’ufficio.

- Come una randagia, ti caccio – aggiunge Linda fissando le spalle della ragazza che si allontana.

 

Chiara sta tornando a casa, gli occhi inumiditi da lacrime di rabbia e di stress e il passo trafelato. E’ sera e attraversa il lungomare senza guardare i volti delle persone che le sgusciano a fianco. Qualche ragazzo la fissa, qualcuno addirittura si gira per squadrarle il corpo. Ma la cameriera passa in mezzo al fiume di gente con sguardo assente e disperato, annaspa in mezzo alla calca. Giunge ad una spiaggia libera e scende all’altezza di un baretto che apre solo di giorno. Si appoggia alla struttura in legno e comincia a tirare su una canna. Le serve fumare, per dimenticare il caos, per alleggerire l’ansia e poter tornare a respirare.

 

Ora le persone sulla passeggiata sono solo ombre che scorrono via senza sorrisi, al fianco di Chiara. Niente ha più peso, nulla può colpire o infastidire. Sente i suoi passi leggeri rimbombare eleganti su per le gambe. Le luci dei lampioni formano cerchi concentrici che risalgono verso l’alto e la luna rimbalza dal cielo alla superficie del mare con il suo muto splendore.

Ora Chiara ha lasciato la passeggiata e svoltato all’altezza della via che porta a casa sua, dentro i vicoli orbi che fiancheggiano il carruggio. E’ un labirinto di viuzze che si destreggia tra le case accozzate le une alle altre.

Di tutta la folla incontrata sul lungomare, non rimane più alcun segno. Tranne uno. Una figura che ha incrociato Chiara mentre la ragazza era distratta dai suoi pensieri, ha lasciato la via maestra ed ora è alle spalle della ragazza, dentro il reticolo dei vicoli orbi.

Chiara svolta in un vicolo deserto, uno dei tanti. E’ lì che sente la presenza di qualcuno alle sue spalle. Si gira. Una sagoma scompare dentro una porta. La ragazza non crede alle coincidenze e ha paura.

- Dopo quel che è successo ad Aurora – pensa fra sé, e la frase è come un monito, un invito a correre, a lanciarsi nei vicoli con il fiato che già le spacca il torace, come una preda lanciata in orbita dall’ansia che pulsa ai mille all’ora.

Chiara si butta verso casa con tutte le forze e attorno le luci scemano, i vicoli si fanno più stretti e cupi. Anche qualcosa dietro le sue spalle si sta muovendo ed è una figura scura, con un cappuccio in testa. E’ l’assassino con la maschera che sorride triste di sangue?

- Non mollare adesso, su che ce la fai.

Casa di Chiara dista ancora poco più di duecento metri, quattro – cinque vicoletti in tutto.

E’ mentre corre a perdifiato che la cameriera realizza di dover ancora tirare fuori la chiave dell’androne. E la figura alle sue spalle è come se fosse più vicina, Chiara lo sa, ma non vuole voltarsi per evitare di inciampare.

- Oddio, ora mi prende!

E’ come se un’enorme mano nera la stesse per afferrare.

Ma la porta di casa compare. La ragazza quasi ci sbatte contro e con il fiato che le spezza il torace prende a frugare in tasca. Trova le chiavi e maneggia con le mani che le tremano.

I passi veloci rimbombano dietro l’angolo.

- E’ qui. E’ finita.

Chiara sa di non aver più tempo.

Fa un passo indietro, poi si slancia con la spalla contro la porta.

Qualcuno sta arrivando, di corsa, vestito di scuro. E’ qui.

La porta cede di schianto e la cameriera cade sul pavimento dell’androne.

La figura sta per intrufolarsi dentro, nera e scattante come una cavalletta.

Ma Chiara riesce a rialzarsi prontamente e si getta con la schiena contro la porta, sperando di chiuderla prima dell’arrivo dell’ombra.

La spinta della ragazza è poderosa e la porta sta per sigillarsi. Ma un piede scivola dentro l’ultima fessura che resta.

- Oddio, sono fregata!

Due mani nere, viscide come la pelle di un serpente, si intrufolano nella fessura della porta.

La ragazza capisce che la partita è persa e si dà alla fuga. Ma un braccio la afferra prima che riesca a salire il primo gradino.

- Sono finita.

E’ in quell’istante che sente uno scroscio secco, poi la mano che la stava afferrando molla la presa. La ragazza fugge e può solo sentire il rumore di una colluttazione dietro di sé. Scappa nel buio della scala.

 

Chiara sente suonare alla porta di casa sua. Il cuore torna a batterle a mille. E’ ancora seduta contro la porta, il petto che sobbalza e il sudore che le scende tra le ossa. La ragazza si alza tremante e guarda dallo spioncino.

- Oddio, sei tu! – sospira.

Apre la porta e davanti a sé c’è un uomo di quarant’anni, la camicia lacerata e i capelli spettinati.

- Iuri, mio Dio, entra!

Iuri Casalino è un milionario della zona, che ha intrecciato con la giovanissima cameriera una relazione da alcuni mesi. Anche la casa di Chiara è di Iuri, un piede a terra dove consumare il loro amore clandestino.

- Ho visto che qualcuno ti seguiva e così…

- Mi hai salvato.

- Ma hai visto chi fosse?

- No, ho solo sentito che mi correva dietro. E tu, sei riuscito a fermarlo?

- C’era troppo buio e, dopo che ci siamo dati alcuni pugni, è riuscito a divincolarsi.

- Oh, Dio!

Chiara appoggia la testa sul petto dell’uomo, che la carezza preoccupato.

(5 – continua)

Daniele Vacchino