LA DEA MADRE 01

“Hanno sedici anni e un giro di fidanzati segreti,

gelosie morbose, orge, lesbicate…

Non mi sorprenderebbe

se scoprissero che si drogano!”

Cosa avete fatto a Solange?

di Massimo Dallamano, 1972

Personaggi principali

Aurora: studentessa diciannovenne del Liceo Malatesta

Flora: ex compagna di classe di Aurora e sua migliore amica

Chiara: studentessa del Liceo Malatesta e cameriera del locale Movida

Luca Del Rio: ventenne di buona famiglia, ex studente del Liceo Malatesta, fidanzato di Aurora

Danilo Crescenzi: trentenne agente immobiliare

Linda Lanzi: proprietaria del locale Movida e fidanzata di Danilo

Simone D’Avanzi: disoccupato, amico di Danilo

Iuri Casalino: 40enne milionario, amante di Chiara

Gianluca: studente pluriripetente del Malatesta, fidanzato di Flora

Prologo

Dentro la semioscurità di una stanza appena illuminata da alcuni fiochi cerini, ci sono delle ragazze (due? quattro? di più?), che sottovoce bisbigliano alcune formule, come di magia, nell’aria resa pesante dall’incenso e dall’odore di fumo.

Le intravediamo appena, i corpi discinti e i capelli lungo le spalle, che gesticolano attorno a un tavolo basso, al centro del quale si trova una piccola statuetta, di cui, però, a causa della scarsità di luce, non si possono riconoscere le fattezze.

Si possono intravedere, però, i seni che spiccano dalla figura, i colli teneri che si muovono come capocchi di primule. Di tanto, il bagliore di una sigaretta fa capolino, percorre qualche centimetro di spazio e disegna un arco nel buio.

Le ragazze prendono a spogliarsi attorno al tavolo su cui troneggia l’indefinibile statuetta (ma è una o sono più statuette?) e cominciano a bisbigliare frasi indefinite.

- Lo giuro.

- Lo giuro anch’io.

Una ad una, dopo aver giurato, con le dita bianche e filiformi fanno scivolare giù le mutandine e mostrano il pube rosato e incolto alle compagne.

1-

Suona la campanella al Liceo Malatesta e dopo pochi istanti gli studenti defluiscono dall’ampio androne e si riversano nel parco che contorna tutto l’istituto. E’ l’inizio dell’estate e gli alberi e le piante esibiscono decorazioni floreali degne di un carnevale. Più in là, appena visibile in mezzo al reticolo di vie e palazzi, scintilla verde il mare.

Due ragazze escono a braccetto dal portone principale. Sono Aurora e Flora, compagne di classe e di banco fino all’anno scorso, quando Flora fu bocciata.

Aurora è più alta e ha i capelli ricci e gli occhi vispi e neri. Flora, più bassa ma più robusta, ha capelli castani e il volto deturpato da alcune acne, che però non ne cancellano lo sguardo vivo. Aurora possiede un bel sorriso aperto e il corpo bianco e ben calibrato. Flora ha un seno florido, ma la pelle porosa e del colore del cappuccino.

Va loro incontro uno studente con il cappellino e i vestiti semplici, da ragazzo senza pretese.

- C’è Gianluca – dice Aurora nella direzione dell’amica.

Flora alza lo sguardo e la sua espressione si fa contrita.

- Che c’è?

- L’ansia.

- Glielo devi dire oggi, Flora. Hai capito?

Quando le due amiche e Gianluca si incontrano, Aurora saluta e si allontana per conto proprio.

 

E’ l’ora di pranzo e la città di Loano è tutta indaffarata a trovare posto nei ristoranti, nei bar, nelle caffetterie, per consumare il pasto. Il mare risplende benevolo tra gli ombrelloni. Aurora percorre la passeggiata che costeggia la spiaggia, fino a un muricciolo dietro a una palma. Qui si siede e osserva dall’altra parte della strada, dove si trova un locale, il Movida, al cui dehors sono seduti diversi clienti. Una cameriera bionda e dal bel fisico sportivo fa la spola dall’interno del locale ai tavolini all’aperto, servendo i pasti e le bibite. Di tanto, fa capolino dall’interno una giovane donna con i capelli corti a caschetto, che si intuisce essere la proprietaria, che con sguardo da contabile controlla il regolare svolgimento del lavoro.

Dopo alcuni minuti, la giovane cameriera bionda va incontro ad Aurora con aria trafelata. Saluta l’amica e si siede a fianco a lei accendendosi una sigaretta.

- Hai tagliato anche l’ultimo giorno di scuola – le dice Aurora.

- Vallo a dire a quell’arpia! – la biondina indica con il mento il locale Movida.

- Linda è soltanto una troia.

- Lo sai bene tu, eh… – la bionda risponde con un velo di malignità.

La cameriera bionda si chiama Chiara ed è una compagna di classe di Aurora al Liceo Malatesta di Loano. Sono diventate amiche strette da alcuni anni, da quando Chiara si è trasferita con i suoi genitori nella nuova città.

- Come sta Flora? – domanda Chiara.

- Se la cava.

- In classe, si dice qualcosa? Programmi per la festa di fine anno?

- Non se n’è parlato.

Chiara ha un viso allungato, ma con un sorriso festante e occhi scuri ed espressivi. Il naso, leggermente storto, non rovina l’equilibrio dei lineamenti.

La giovane cameriera sbuffa e fa all’amica:

- Piuttosto… Sai bene cosa mi ci vuole.

Aurora inarca la fossetta che ha sulla guancia.

- Senza una bella canna, lo stress di lavorare sotto quella strega non mi passa.

Chiara tira fuori dalla borsetta una sigaretta fatta a mano e, dopo aver controllato attorno, la accende. Ne aspira quattro forti tiri, poi la passa all’amica.

- E il tuo bel Luca? – chiede ad Aurora.

- Lo devo vedere dopo.

- E’ innamorato, eh?

- Può darsi.

- E tu? Tu lo sei? – domanda Chiara con un’aria scanzonata, forse indotta dal fumo.

Aurora alza le spalle, si guarda attorno. Poi si alza e bacia le guance dell’amica.

- Ne parliamo con calma domani.

Chiara finisce di fumare in tranquillità la canna, poi, quando le spalle sono diventate molli e i muscoli attorno al collo si sono sciolti come cubetti di ghiaccio sotto il sole, scende con passo pesante verso la spiaggia. La litoranea è vuota e il mare batte pigramente il bagnasciuga. La ragazza immerge i piedi nel mare e chiude gli occhi. Dietro di lei, sfila un ragazzo in canottiera, che si sofferma con lo sguardo sul fondoschiena di lei. La giovane cameriera, avvezza a questo genere di cose, è come se percepisse quanto sta accadendo alle sue spalle. Quando il ragazzo la supera, Chiara si gira e gli offre un sorriso.

(1 – continua)

Daniele Vacchino