OMICIDI SERIALI DI COPPIETTE APPARTATE IN MACCHINA SUL PIAZZALE DEL GRANDE CENTRO COMMERCIALE – PARTE 04

Quella casa. Quella casa alla periferia del paese. Grigia e indifferente, con le finestre geometriche e gli alberi scuciti.

- Non avvicinarti mai a quella casa – dice una voce che passa di lì.

- E’ la casa della strega – la nonna prende per mano il bambino, lo porta sul marciapiede opposto e si fa il segno della croce.

Al suo interno, nel vuoto siderale delle pareti corrose dal tempo, in un buio rischiarato solo da una sottile candela, siede una vecchia.

- Mi dica quel che sa della mia fidanzata, Adele – la supplica una voce di giovane dietro il muro.

La vecchia muove l’unghia lunghissima del suo dito mignolo, disegna in aria una forma.

- Mio giovane amico, – la maga parla guardando l’aria spessa contro il soffitto – tu non sai di quanto succede la notte…

Adele si volta di scatto, con lo sguardo controlla che non ci sia qualcuno nella camera adiacente.

- Ma… E’ entrato qualcuno? – balbetta l’ombra dietro la parete.

- Bisogna fare attenzione agli occhi, qui – lo ammonisce la maga – in questo paese senza pareti…

Senza pareti…

Senza pareti… (la voce della fattucchiera si spande per le vie del paese)

- La tua fidanzata trascorre le notti all’interno di un’auto buia, in compagnia di un altro uomo.

- Come lo sapete? – la voce dall’ombra è scossa.

- Silenzio. – con le mani Adele abbozza dei cerchi davanti ai suoi occhi.

- Alberto, Alberto, Alberto… Sei il ragazzo più ricco del paese; quella sgualdrina non ti merita. Dammi i soldi.

Dalla parete compare la sagoma del bel giovane che teneva la mano di Caterina a messa.

- Al resto penserò io. Ora dormi, bambino.

Abbozzando una circonferenza sulla fronte del ragazzo, la maga fa piombare Alberto in un sonno subitaneo. Poi la megera si mette a frugargli nelle tasche.

 

- Santo Signore che regni nei cieli… Con la tua mano dorata… Rendi giustizia… Divina bontà che regoli il mondo, dammi la forza di portare la tua regola. Dammi il coraggio di imporre sui miscredenti il tuo volere.

Inginocchiato di fronte a una figura votiva dipinta sul muro, sul fianco della casa, si trova un uomo completamente nudo, il corpo sgraziato, quasi deforme. Il volto scuro, prega nel silenzio della notte.

- Victor.

La maga Adele appoggia la mano con il dito dall’unghia filiforme sulle spalle nude dell’uomo.

- Vieni via. E’ inutile pregare.

Victor osserva la donna con gli occhi duri.

- Il mondo è un luogo dannato. Devi finirla di andare in chiesa a confessarti con quei pretacci!

Il ragazzo abbassa lo sguardo.

- Vengo, madre.

Victor allarga la mano, nel palmo compare un paio di mutandine da ragazza sporche di sangue.

- Ho un lavoro per te – sussurra la madre all’orecchio del figlio.

(4 – continua)

Daniele Vacchino