FANTASCIENZA STORY 14

1951: QUANDO I MONDI SI SCONTRANO… E STORIE MIE – PARTE 2

QUANDO I MONDI SI SCONTRANO (When Worlds Collide)

Confortato dal successo del suo Uomini sulla Luna il produttore-regista George Pal produce il fantastico Quando i mondi si scontrano.

Il film si apre, dopo i titoli di testa che presentano, nella edizione televisiva (ridoppiata rispetto alla prima versione italiana) una strana traduzione del titolo originale (When Worlds Collide) in Quando i mondi si incontrano… (e vanno al bar a prendersi un caffè, aggiungiamo noi) con il libro della Bibbia e con la lettura di un brano di essa da parte di una voce fuori campo:

… e avendo Dio veduto che la Terra era corrotta; ogni carne, infatti, seguiva sulla Terra la via della corruzione, disse a Noè: Davanti a me è giunta la fine di ogni vivente. Siccome la Terra, per opera degli uomini, è piena di iniquità, io li sterminerò con la Terra…

Voce fuori campo: “Nell’universo ci sono più stelle di quante ne possiamo immaginare. Corpi celesti di ogni tipo e dimensione popolano l’infinito vagando senza mai fermarsi. Da sempre l’uomo guarda il cielo con la segreta speranza di scoprire le leggi che regolano il cosmo. Gli astronomi sono i nostri nuovi profeti. Essi amano lavorare in luoghi remoti e isolati…

In uno di questi osservatori, situato nel Sud Africa, il professor Bronson si trova di fronte a un incredibile evento.

Bronson: “Se i nostri calcoli dovessero rivelarsi esatti questa sarebbe la scoperta più terrificante della storia del mondo… Quei due corpi hanno percorso un milione di chilometri in due settimane.

Il rumore di un aereo fa alzare gli occhi di Bronson e dei suoi due assistenti dalle lastre che stavano studiando. E’ l’aereo di David Randall (Richard Derr – nella versione americana si chiama Tony Randell), il corriere aereo che stavano attendendo per spedire con urgenza e con la massima segretezza i risultati dei loro calcoli al Dottor Hendron, a New York.

Randall, dopo l’atterraggio, ritarda due ore l’appuntamento con gli astronomi, adducendo una scusa qualsiasi: in realtà durante il volo non era solo… Gli viene subito affidata una valigetta, alla quale viene ammanettato, con l’ordine di consegnarla solamente nelle mani di Hendron, di cui Bronson fornisce a Randall addirittura le foto per poterlo meglio identificare.

Randall parte e giunge a New York, dove ad attenderlo c’è Joyce Hendron (Barbara Rush), la figlia del professore che accompagna il giovane dallo scienziato.

La valigetta viene aperta e i dati e le foto che contiene vengono esaminati da Hendron (Larry Keating), il quale credendo, come tutti, che Randall sia già al corrente della oscura minaccia, lascia che ascolti i primi risultati elaborati da Bronson.

Hendron: “In questo momento vorrei che Bronson non fosse un grande astronomo, ma sinora non ha mai sbagliato. Questa è stata la prima scoperta di Bronson (Hendron indica con la punta della matita un corpo stellare impresso sulla lastra del negativo che sta esaminando con una lavagna luminosa)… un corpo celeste chiamato Bellus, dodici volte più grande della Terra, pare che si stia avvicinando a velocità spaventosa. In seguito Bronson ha scoperto        questo: (indica un piccolo punto accanto al precedente) un nuovo corpo celeste. Bronson lo ha chiamato Zyra. Secondo i suoi calcoli questo gira più velocemente di quanto la Terra giri intorno al Sole. In questo momento si trovano nella Costellazione dello Scorpione…“.

L’esposizione di Hendron prosegue mentre si attendono i dati definitivi del computer.

Hendron: “Zyra ha circa le dimensioni della Terra… e sta per entrare nel Sistema Solare. Se i calcoli di Bronson sono esatti distruggeranno la Terra.

Randall: “A che distanza si trovano adesso?

Hendron: “L’analizzatore sarà più preciso ma credo a tre miliardi di chilometri.

Randall: “Miliardi? Io comincerei a preoccuparmi solo tra un migliaio di anni!

Hendron: “Signor Randall, lei viaggia su aerei supersonici da molti anni, questi corpi hanno una velocità migliaia di volte maggiore, potrebbero raggiungerci in un anno, ma, come vi ho detto, tutto questo dipende dalla esattezza dei calcoli di Bronson. Il pianeta Zyra ci passerà molto vicino, tanto da influenzare le maree, gli oceani ne verranno sconvolti, onde alte decine di metri spazzeranno via le città sulla costa. I terremoti saranno tremendi. Anche prendendo provvedimenti solo pochi si salveranno… subito dopo sarà Bellus a entrare in collisione con la Terra, sarà la fine del mondo…

Joyce entra pallida in volto e gli porge delle carte.

Hendron: “I dati sono esatti

La stessa sera Randall è a cena con Joyce e il suo fidanzato, il dottor Tony Drake (Peter Hanson) il quale, essendo al corrente degli avvenimenti, chiede alla ragazza di sposarlo, ma lei esita, si sente stranamente attratta da David.

Hendron decide di organizzare una seduta all’O.N.U. per presentare, con Bronson, l’imminente catastrofe a tutti i delegati dei paesi del mondo, ma si trovano a dover difendere strenuamente le loro teorie e i loro calcoli.

Il delegato indiano sta ponendo una domanda a Hendron che ne ascolta la traduzione in cuffia.

Delegato indiano: “… ma a questo punto una domanda sorge spontanea, una domanda la cui risposta è di vitale importanza per tutti i presenti: professor Hendron, lei è certo che nei suoi calcoli non ci siano errori? Ci può garantire l’esattezza e la precisione delle sue conclusioni?

Hendron: “Sì, signori. Gli effetti del passaggio di Zyra verranno avvertiti alle 13 circa del 24 luglio.

E’ la volta del delegato francese.

Delegato francese: “Professor Hendron, suppongo che lei sia anche in grado di prevedere i movimenti dell’altro corpo celeste: la superstella Bellus.

Hendron: “Diciannove giorni dopo, cioè la mattina del 12 agosto, Bellus travolgerà la Terra.

Osservando i volti perplessi e increduli degli altri delegati, Hendron prosegue:

Hendron: “Vi assicuro che non siamo in cerca di pubblicità e mi rendo conto che la maggior parte di voi sta mettendo in ridicolo le nostre scoperte, ma la nostra coscienza ci impone di avvertirvi di quanto sta per accadere.

Delegato brasiliano: “La domanda che intendo rivolgerle a nome di tutti i nostri colleghi è la seguente: lei è assolutamente certo che il 12 agosto avrà luogo la fine del mondo?

Hendron: “Al di là di ogni dubbio.

Il delegato argentino chiede a Hendron se il mondo sarà distrutto senza alcuna speranza di salvezza.

Hendron: “Esiste una possibilità, peraltro remota, che qualcuno di noi riesca a salvarsi.

Delegato inglese: “Vuol dire che qualcuno potrebbe sopravvivere alla fine del nostro pianeta?

Hendron: “La fine del mondo, del nostro mondo, avrà luogo il 12 agosto di quest’anno, cioè tra meno di otto mesi e su questo non c’è dubbio, ma noi riteniamo che su Zyra possa esserci qualche forma di vita. Noi riteniamo anche, ma questa è solo una teoria, che il pianeta rechi qualche forma di vita vegetale.

Delegato olandese: “In altre parole lei ci propone di fare i bagagli e trasferirci tutti su Zyra?

Hendron (cercando di ignorare la palese ilarità dei presenti): “No, signori, purtroppo non tutti, ma con l’aiuto di Dio, qualcuno di noi potrà farlo.

Delegato jugoslavo: “Una versione moderna dell’Arca di Noè.

Hendron: “Certo e per costruirla dovremo utilizzare tutto il tempo che ci rimane. Tra pochi mesi Bellus e Zyra saranno talmente vicini alla Terra che chiunque potrà vederli senza strumenti. Tutti potranno vedere a occhio nudo la catastrofe incombere sul mondo. Con ingenti somme di danaro il Dottor Frayne potrebbe costruire una nave spaziale in grado di raggiungere Zyra al suo passaggio vicino alla Terra, ma ricordate che abbiamo soltanto otto mesi per costruirla e questo significa che i lavori dovrebbero iniziare subito.

Basterebbero poche settimane di ritardo per far sì che nessuno possa salvarsi. Bellus e Zyra frantumeranno la Terra.

Prende la parola il Dottor Hottingham, dell’osservatorio di Innsbruck.

Hottingham: “Signori, i miei colleghi, il Dottor Felix Zhenda, professore di Astronomia all’Università di Cornwolth e il professor Jonathan Wilton, presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerche Planetarie, mi hanno gentilmente assistito in un approfondito esame di tutto il materiale consegnatoci dai colleghi Hendron e Bronson. Noi abbiamo concluso che non c’è alcun motivo di allarme. Questo significa che non c’è alcuna urgenza di spendere milioni di dollari per costruire navi spaziali di cui non avremo mai necessità, ma anche se ce ne fosse bisogno voi ritenete davvero che una nave spaziale potrebbe raggiungere qualche pianeta?

La domanda oggi potrebbe sembrare ridicola, ma vorremmo ricordare al gentile lettore che il film è del 1951 e la missilistica, specie quella americana, era ancora ai primordi. Mancano ancora sei anni al lancio del primo Sputnik sovietico.

Hendron: “In teoria è possibile.

Hottingham: “Anch’io credo nelle teorie dottore, ma quando lei dice che è possibile volare su un altro pianeta, non si tratta di teorie scientifiche, ma di castelli in aria.

Delegato olandese: “E anche se il mondo dovesse finire, personalmente, credo che preferirei morire qui, sulla Terra, piuttosto che sospeso nello spazio.

Hottingham: “La fine del mondo è ancora lontana. E’ certo che Zyra e Bellus passeranno vicino alla Terra, ma molti asteroidi lo hanno già fatto… eppure siamo ancora vivi. La previsione della fine del mondo non è un fatto nuovo nella storia umana e i ciarlatani l’hanno sempre usata per farsi della pubblicità, ma non mi sarei mai aspettato che uno scienziato della levatura del Dottor Hendron potesse scendere a livelli così bassi.

Hendron, Bronson e Fryne si alzano senza replicare, scuri in volto raccolgono le loro carte e abbandonano l’assemblea.

La notizia viene comunque riportata a caratteri cubitali sui giornali, ma nessuno, tranne due industriali amici di Hendron, credono alle loro parole e, con i capitali messi a disposizione dai due, Hendron e Fryne possono cominciare il loro progetto.

Altri problemi però affliggono Joyce Hendron e alla fine ne parla brevemente con il padre, il quale riesce a intuire che la ragazza è divisa tra l’affetto che prova per Tony Drake e l’interesse che ha per Randall e le consiglia non solo di prendere tempo, ma le promette anche di aiutarla trovando una scusa adatta per trattenere quest’ultimo e farlo così entrare nell’organizzazione del progetto.

Ma ora Hendron deve ricevere Stanton (Johnn Hoyt), un plurimiliardario eccentrico ed egoista, semiparalizzato su una sedia a rotelle trainata da un servo, più che un dipendente, e che Stanton bistratta in ogni momento.

Stanton si dichiara disposto a finanziare Hendron ma solo alle sue condizioni: un posto per lui sulla nave spaziale e decisione completa sulla scelta dei superstiti che saliranno a bordo.

Hendron accetta la prima proposta, ma rifiuta tassativamente la seconda e Stanton, convinto in cuor suo delle teorie di Hendron e terrorizzato all’idea di morire, è costretto ad accettare con rabbia impotente.

Inizia così la selezione degli scienziati e dei tecnici che si isoleranno in mezzo alle montagne per costruire il razzo e la sua lunga rampa, addossata al fianco di una montagna. Per risparmiare carburante, infatti, il missile non partirà in verticale, ma, spinto da un carrello propulsivo, acquisterà velocità lungo la rampa al termine della quale i razzi daranno un ulteriore impulso per spingere la nave fuori dall’attrazione terrestre.

Uomini e donne cominciano così il loro lavoro, sanno che non tutti potranno salvarsi, solo 40 passeggeri circa, estratti a sorte poco prima della partenza, potranno imbarcarsi… e ci sono più di seicento persone che lavorano nella base!

I preparativi fervono intensi, una squadra di impiegati trasforma in microfilm tutti i libri ritenuti più utili e necessari; vengono poi caricate parecchie coppie di animali.

Il dottor Drake si occupa della salute del personale della base ed esamina anche gli animali che devono salire a bordo, i suoi rapporti con Joyce sono peggiorati: la ragazza è sempre più fredda e distante. Ora, a poche settimane dalla catastrofe, anche i più scettici sono passati dalla parte di Hendron e Bronson.

Alcune nazioni hanno incominciato la tardiva costruzione di navi spaziali, ma restano scettiche sulle possibilità umane di volo nello spazio.

Una concitata discussione avviene tra Stanton, Hendron e Fryne nell’ufficio di quest’ultimo.

Stanton: “Il dottor Bronson mi ha appena informato che Hottingham e i suoi increduli colleghi sono passati dalla nostra parte, così, forse, i giornali la smetteranno di scrivere che sono un pazzo. Ne avevo le tasche piene. Ora che il tempo sta stringendo tutti vorrebbero aver fatto come me.

Hedron: “No, ora ammettono che i nostri calcoli sono esatti, ma ritengono il volo spaziale impossibile, anche nei paesi dove si costruiscono navi come la nostra la pensano così… Domani un portavoce del governo avvertirà la popolazione, gli abitanti delle coste verranno trasferiti verso le montagne.

Stanton: “Lei ha già pensato qualche misura precauzionale quando inizierà il panico?

Hedron: “Per la verità no.

Stanton: “Io si invece. Io non ho fede nelle teorie, credo solo alla realtà… Ferris… Ferris!

Il servitore di Stanton apre la porta dell’ufficio.

Ferris: “Sì, signore?!

Stanton: “Portami quelle casse.

Ferris: “Bene

Stanton: “Per difenderci occorreranno delle armi.

Hendron: “Non credo che serviranno signor Stanton

Stanton: “La smetta con le sue teorie! Quando la catastrofe sarà imminente tutti si precipiteranno qui cercando di mettersi in salvo.

Hendron: “Non lo credo probabile. Tutti sanno che solo pochi potranno salvarsi.

Stanton: “Lei ha passato troppo tempo a guardare le stelle ma non ha capito niente della vita. Viviamo nella giungla, la giungla umana, ma io la conosco: ci ho fatto una fortuna. Lei non ha la benché minima idea di cosa sia capace di fare la gente per sopravvivere, ma io sì! E sarei disposto a uccidere per questo e lo fareste anche voi. Noi siamo i fortunati, abbiamo la possibilità di raggiungere un altro mondo. Le assicuro che quei fucili ci serviranno. Anche lei finirà per usarli quando capirà che è l’unico mezzo per restare vivo.

Il portavoce del governo annuncia ai popoli della Terra la verità sulla catastrofe imminente.

A bordo di un aereo pilotato da Randall, lui e Joyce ascoltano il triste comunicato e David, parlando con la ragazza, le palesa il suo pensiero circa la sua inutilità e quindi la sua impossibile presenza a bordo della nave spaziale.

Randall: “…ma è certo che su quel pianeta non avrete bisogno di un pilota per almeno cento anni.

Joyce cerca di persuaderlo del contrario (in verità con poco tatto e usando ingenuamente il padre come garante), ma Randall non si lascia convincere.

Intanto le popolazioni costiere vengono evacuate in vista delle catastrofi che porterà sulla Terra il passaggio di Zyra.

Voce fuori campo:

Mai, in tutta la storia del nostro pianeta, l’umanità si era sentita così vicina a Dio. Con l’avvicinarsi di Zyra uomini e donne di ogni razza, religione e paese, si sono uniti nella preghiera. Con l’incombere della catastrofe l’umanità ha messo in evidenza il suo lato migliore e, durante le evacuazioni, non sono mancati episodi di eroismo e di abnegazione. Quasi tutti gli addetti ai trasporti si sono offerti di continuare il proprio lavoro finché le città non fossero completamente vuote. Nel giro di poche ore la popolazione dei centri urbani dell’entroterra è più che raddoppiata. Ormai abbandonata, New York non è più che una città fantasma: tutta l’attività che vi regnava si è spenta all’improvviso e ognuno aspetta ormai in silenzio il passaggio di Zyra e tutti aspettano, con forzata rassegnazione, le ore 13. L’ora in cui è prevista la catastrofe, l’ora in cui avrà luogo la fine del mondo.

Nell’ufficio di cemento armato della base Stanton, Ferris, Hendron, Fryne, David, Joyce e Tom guardano l’orologio alla parete con angoscia: sono quasi le tredici e, pur se con un piccolo ritardo, tale da scatenare l’ira di Stanton, un sordo boato annuncia un terremoto che fa ballare le pareti dell’ufficio (il set era stato costruito su rulli per poterlo così far muovere in ogni direzione).

Iniziano così le spettacolari sequenze che hanno regalato alla pellicola l’Oscar per gli effetti speciali.

Onde gigantesche sommergono New York, i vulcani eruttano lava, montagne, case, ponti che crollano, foreste che si incendiano, ghiacciai che si frantumano.

Anche nella base vi sono dei problemi: il terremoto rischia di sganciare la nave spaziale dai sostegni e tutte le maestranze corrono per innestare delle putrelle nel cemento della base, in modo da bloccarne lo scorrimento. Mentre i pompieri spengono i piccoli focolai di incendio, una gru si sgancia dalla piattaforma di sostegno e precipita su Bronson, uccidendolo.

Tutto il mondo è sull’orlo del panico e della disperazione. Il centro medico della base organizza una spedizione di soccorso e sono Randall e Drake, a bordo di un elicottero che sorvola una New York alluvionata, a prestare i primi soccorsi e distribuendo viveri e medicinali.

Poi i due riescono a salvare un bambino legato a un comignolo di una casa immersa nell’acqua e questa operazione fa nascere una certa amicizia tra i due, dopo la precedente aspra rivalità a causa ovviamente di Joyce, la quale, in cuor suo, ama Randall anche se non riesce a convincerlo, nemmeno con l’aiuto di suo padre, a imbarcarsi sul razzo.

I giorni passano: mancano 11 giorni alla catastrofe ed Hedron organizza la tragica lotteria che dividerà superstiti e condannati.

Hedron: “Il tempo disponibile ormai è agli sgoccioli. E’ venuto il momento di scegliere i nomi di coloro che tenteranno il viaggio su Zyra. Come tutti sapete il carico umano non potrà superare i tremilacinquecento chilogrammi, cioè quarantaquattro persone. Ogni chilo in più consuma carburante e noi non possiamo permettercelo se vogliamo che il volo riesca. Soltanto cinque persone verranno escluse dal sorteggio: il signor Stanton, il dottor Fryne, mia figlia, io stesso, il dottor Drake e il signor Randall. (Avete notato che sono sei? Arteriosclerosi dello scienziato o distrazione del traduttore del doppiaggio? Mah!) Se non ci sono obiezioni aggiungeremo al carico venti chilogrammi: la nostra piccola mascotte… (cioè il bambino salvato in precedenza) il carburante sarà il nostro maggior problema. Per poter uscire dall’orbita terrestre ce ne occorrerà moltissimo, ma appena saremo lanciati nello spazio, i motori verranno spenti per essere rimessi in funzione solo in prossimità del pianeta e, a quel punto, ogni goccia di carburante risparmiata servirà per aumentare le nostre possibilità di un buon atterraggio. Il dottor Fryne e io ci auguriamo che il sistema studiato per la scelta di chi resterà a bordo sia il più adeguato. Abbiamo cercato di evitare che in questi giorni i prescelti si trovassero a lavorare con i meno fortunati. In questa busta c’è un elenco di numeri: sono quelli già sorteggiati, in queste urne c’è un numero per ognuno di voi, quella a sinistra è per le donne, l’altra per gli uomini. Ognuno di voi a turno ne sceglierà uno. Questa lista verrà esposta nelle bacheche che si trovano nei dormitori poco prima della partenza… Spero che siate tutti d’accordo. Se non ci sono obiezioni si dia inizio al sorteggio.

Nel cielo notturno è apparso un nuovo corpo celeste: Bellus, il cui occhio sanguigno accende le ultime notti del mondo.

I giorni passano e la minaccia si avvicina, mancano ora cinque giorni alla fine del mondo.

Nella mattinata del quarto giorno Tom Drake raggiunge Randall sull’astronave; Dave sta provando le telecamere di bordo e, con una di esse, sta guardando Joyce che sta caricando delle casse di viveri e medicinali. Fingendo la massima indifferenza Drake racconta a Randall del precario stato di salute di Fryne.

Tom: “… ho incominciato ad avere dubbi sulla efficienza di Fryne, potrebbe non uscire vivo dal decollo…” 

Randall: “Ma non è poi così vecchio.

Tom: “La pressione sarà enorme: migliaia di chilometri in pochi minuti. Il suo cuore non reggerà, nessuno con le coronarie in quelle condizioni ce la farebbe… non si può affidare questa nave a Fryne…

Randall sa che è l’unico capace di pilotare la nave spaziale oltre Fryne, ha quindi uno scopo e una ragione per poter partire anche lui e a Drake non resta che osservarlo dallo schermo del centro di controllo della nave, correre dalla ragazza e abbracciarla.

Drake guarda il tutto con leggero rimpianto ma poi esce dalla nave fischiettando: il suo bluff è riuscito.

Quando mancano 23 ore al momento fatale, vengono affissi i numeri dei fortunati. Nel frattempo il cinico Stanton propone a Hendron di lasciare a terra qualcuno per risparmiare carburante e avere quindi maggiori possibilità di arrivare a Zyra e, mentre Hendron gli sta rispondendo per le rime rinfacciandogli il suo egoismo, entra Eddie, uno dei fortunati estratti, che restituisce il suo numero fortunato, in quanto la sua ragazza non è fra le estratte.

Stanton ne è felice per il risparmio di carburante che ne consegue, ma il suo segretario Ferris si impossessa del biglietto, Stanton gli spara, uccidendolo.

La gravità della cosa convince Hendron che anche altri cercheranno con ogni mezzo di salire a bordo; decidono quindi di far entrare immediatamente le donne nel mezzo spaziale con la massima discrezione, inoltre Hendron comunica a Dave di far salire anche la ragazza di Eddie, così entrambi potranno partire.

Stanton cerca di ribellarsi ma viene messo bruscamente a tacere da Fryne.

Il giorno fatidico è arrivato: il lavoro di carico è febbrile all’interno del razzo, un vento insidioso spazza un’atmosfera giallastra.

Bellus incombe enorme nel cielo: è l’ultima aurora del mondo.

Hendron ordina a Fryne di salire a bordo. Nelle camerate intanto ferve la ribellione degli esclusi (tra le comparse riconosciamo un ancora giovanissimo Stuart Whitman), che corrono ad armarsi per impedire la partenza del missile e salire a bordo con la forza.

Hendron, che sta spingendo la sedia a rotelle di Stanton proprio sotto il razzo e verso la rampa di accesso,  osserva gli uomini armati che si dirigono verso la nave spaziale, ode i primi colpi di fucile, guarda il cielo dove incombe il mortale nemico.

Prende una decisione: sgancia i fermi che bloccano il veicolo sulla rampa; è sordo alle urla di Stanton prima e ai suoi gemiti poi. Guarda Fryne che continua a chiamarlo dal portello di imbarco che si sta chiudendo e, mentre attorno esplodono i colpi, inutili, dei ribelli, rivolgendosi a un atterrito Stanton esclama:

Hendron: “Senza di noi risparmieranno carburante Stanton. Il nuovo mondo non è per noi.

Il portello si chiude, il missile dapprima lentamente si muove mentre Stanton si alza faticosamente dalla sedia e, barcollando con le mani avanti, cerca di avanzare verso la nave spaziale.

Il missile percorre la rampa a ridosso della montagna, sgancia il carrello e si proietta nello spazio.

A bordo, per mezzo delle telecamere esterne, i superstiti assistono alla distruzione della Terra (ben poco spettacolare, in verità).

Joyce piange suo padre e il suo pianeta.

La tremenda accelerazione stordisce i passeggeri; dopo poco Randall rinviene e scorge, stupito, Fryne, vispo e sano, che guida il missile con sicurezza, si volta verso Drake il quale, candidamente, gli conferma che aveva mentito.

Il volo verso Zyra prosegue a motori spenti con perfetta regolarità. Giunta in prossimità del pianeta, l’astronave inverte la posizione per iniziare una planata; fora le nuvole e Randall la conduce, ormai priva di propellente, su una distesa nevosa circondata da montagne.

Non ha nemmeno più importanza controllare se l’aria è respirabile, non possono ripartire e l’unica aria che potranno mai avere a disposizione, buona o cattiva che sia, è e sarà quella di Zyra.

Il portello si apre sul nuovo mondo: l’aria è fresca e pulita.

La nuova umanità comincia a scendere per prendere possesso della nuova Terra, illuminata da un sole radioso.

“Il loro primo giorno nel nuovo mondo era appena iniziato… “.

Nel 1934 il regista Cecil B. De Mille, che già da tempo era votato ai kolossal, aveva avuto l’intenzione di realizzare questo film, tratto dall’omonimo romanzo di Balmer e Wylie (When worlds collide, 1923) e sicuramente avrebbe avuto una mano più felice di quella di Rudolph Maté, cui George Pal affidò la regia del film.

Infatti, se gli effetti speciali sono girati con una tecnica assolutamente perfetta, almeno per quanto riguarda i cataclismi e le devastazioni dovute al passaggio di Zyra e quanto meno risultano decorosi per le scene spaziali, ad essi non fa riscontro una eguale forza nell’intreccio e nei personaggi del film prima dello “spettacolare” evento finale.

Un altro punto di demerito va attribuito, giustamente, allo scenografo Hal Pereira  per la penosa visione del nuovo pianeta, un paesaggio tanto evidentemente “disegnato” da risultare grottesco.

Eppure, nonostante questi palesi difetti, il film, come abbiamo detto, ha guadagnato un pur meritato Oscar per gli effetti speciali.

Tra gli altri interpreti segnaliamo Barbara Rush, futura protagonista del primo film di fantascienza di Jack Arnold, Destinazione… Terra, di cui avremo modo di parlare in seguito.

Entriamo per un attimo nella trama di When worlds collide e poniamoci almeno qualche quesito che la storia cinematografica certamente non chiarisce.

Se Bellus è una stella, forse gli astronauti vagheranno con la stella stessa “a bordo” di Zyra nell’universo, quindi il sole che li illuminava all’atterraggio era quello di Bellus, ma se così è come mai Bellus (una stella) ha dovuto collidere con la Terra (un pianeta)? Una stella, si sa, brilla di luce propria e avrebbe dovuto distruggere la Terra bruciandola, molto ma molto prima di potersi scontrare con lei; d’altra parte le sue dimensioni, solo 12 volte quelle terrestri, non la farebbero entrare nel novero delle stelle (considerate, infatti, che il pianeta Giove è grande undici volte la Terra e non è né potrà mai essere una stella tranne che in 2010: l’anno del contatto).

Ma se è così, e scusate la pignoleria, questo vuol dire che il sole che illumina il nuovo mondo è il Sole, ma allora forse che Bellus si è perso Zyra? Non sembrava distrutto nello scontro con la Terra, anzi. Insomma dove sono andati a finire gli astronauti?

Certamente su Zyra, ma vagabondi nello spazio e illuminati da un soliciattolo di seconda categoria o in orbita attorno al Sole? E’ vero, siamo nel 1951, ma anche allora c’erano telescopi potenti (Monte Palomar, per esempio), tali da poter frugare per bene la superficie di Zyra, vedere quindi se vi era vegetazione e capire addirittura la sua composizione atmosferica senza partire così alla ventura come se si trattasse di una compagnia di sprovveduti invece che di tecnici e di scienziati.

Molto più chiara, a questo proposito, è la versione letteraria: essa ci parla di due corpi celesti a cui è stato dato il nome di Bronson 1 (Bellus) e Bronson 2 (Zyra). Bronson 1 non è una stella, ma un pianeta delle dimensioni di Urano e Bronson 2 vi orbita attorno.

Essi si avvicinano al Sole e Bronson 2, pianeta delle dimensioni della Terra, comincia a coprirsi di vegetazione e tornare alla vita dopo un vagabondare ghiacciato negli spazi. Tramite i telescopi sembra, anzi, di vedere tracce di agglomerati urbani e l’atmosfera risulta respirabile.

Il percorso dei due corpi celesti porterà Bronson 2 a sfiorare la Terra poi essi si allontaneranno e la Terra li incontrerà successivamente ancora nella sua orbita attorno al Sole. A questo punto Bronson 1 investirà la Terra e la Luna distruggendole quindi, per un incredibile gioco gravitazionale Bronson 2 si inserirà in orbita attorno al Sole al posto della Terra e Bronson 1 si perderà nello spazio. La cosa è incredibile, ma almeno c’è una traccia di spiegazione.

Per quanto riguarda i 963.000 dollari messi a disposizione della produzione per gli effetti speciali del film, dovevano essersi completamente esauriti al momento del “si gira” della scena della distruzione della Terra, in quanto un corpo rossastro e bolloso che si trasforma in una breve fiammata, non è certo il meglio del meglio.

Comunque sia il film è il vero capostipite da cui derivarono poi pellicole come La morte viene dallo spazio, La città degli acquanauti, Meteor, Armageddon, Deep Impact (quest’ultima, forse, deve più alla Fine del mondo di Abel Gance).

Negli anni ’70 i produttori dello Squalo, Zanuck e Brown, avviarono un avanzato progetto di remake del film, ma non se ne fece più niente, peccato, ora, da qualche anno, ci sta pensando Steven Spielberg a produrlo, ma la cosa va per le lunghe…
Ho cercato di fare in modo che il libro, uscito negli anni ’50, venisse rieditato, ma gli aventi diritti volevano cifre spropositate. In realtà l’opera si componeva di due tomi, oltre a “Quando i Mondi si scontrano” c’era anche, degli stessi autori il sequel, da noi inedito, intitolato “Quando i Mondi si scontrano – Dopo”. La storia si concludeva lasciando troppi misteri insoluti.

Forse era previsto un sequel del sequel ma non è mai stato fatto… bene l’ho scritto io e l’ho intitolato “Quando i Mondi si scontrano – Gli Altri”, poi ho fatto tradurre gli altri due e li ho messi in un unico volume intitolato “Quando i mondi si scontrano – La trilogia”. Non è in vendita da parte mia, si trova su Lulu e gli eventuali proventi vanno o sono andati tutti in beneficienza. Poi ho corretto la traduzione e me ne sono fatte delle fotocopie a mio uso e consumo e piene di fotografie… sono scemo, eh?

(2 – continua)

Giovanni Mongini