I GIORNI DELLA GALLINA NERA – L’APOCALISSE A ROMA

Per la serie “Naraka World” di Caleb Battiago è uscito il quarto capitolo intitolato “I Giorni della Gallina Nera – L’Apocalisse a Roma” (35 pagine; 1,49 euro), con illustrazione di copertina di George Cotronis: l’autore ci regala un altro tassello in formato e-book che amplia sempre più le vicende dell’universo creato da questo scrittore, il cui vero nome è Alessandro Manzetti, che ancora una volta pubblica una produzione indipendente disponibile su Amazon.

Leggiamo la trama. L’elezione di una Papessa transgender al soglio pontificio materializza l’Apocalisse di Roma. La cupola di San Pietro viene sovrastata da una grande Gallina Nera di latta, simbolo eretico del nuovo potere, che cova la croce. La città vive il dipanarsi, lento ma inesorabile, dell’Apocalisse. La vita sociale e religiosa viene rivoluzionata, la Papessa e il suo codazzo di cardinali armati di machete disintegrano con violenza le antiche tradizioni, col supporto di nuovi plotoni di efferate guardie svizzere e vicerè transgender che dominano i settori dello Scheletro di Metallo, una nuova città di hangar sventrati che ha preso il posto del vecchio aeroporto Leonardo da Vinci, dove sono imprigionate schiere di nuovi schiavi. Tornano in auge i sanguinari giochi del Colosseo, le  antiche Naumachie, durante le quali chiatte guidate da oscuri rais ed efferati equipaggi si occupano della mattanza di post-sirene, donne che si sono ribellate al nuovo potere, assemblate con code di tonno, pescate e fatte a pezzi. Proprio come nel Medioevo, sono le donne le vittime privilegiate del regno eretico della Papessa. Quelle che rifiutano di farsi estirpare il Male dal corpo, l’utero riproduttivo, segregate nei “lebbrosari” delle Catacombe, dove attendono di vedersi purificare l’immondo ventre, prima di essere dissanguate e giustiziate. Gli squarci, i ritratti della Roma della Papessa passano dal cortile del Quirinale, dove si è schiantato un meteorite, primo segno dell’avvento dell’Apocalisse, e dove sono organizzati eretici Sabba, a Ponte Milvio, nuova portaerei del sesso, fino a S. Maria in Trastevere, dove gruppi di preghiera di sanguinarie vecchie dame celebrano diabolici rosari borderline, affondando i sensi dentro viscere umane, e Via Prenestina, desertica periferia dominata da ratti, con coda e senza, che offre ai cittadini schiere di scatole di cemento armato e una morte imminente. I sogni, le speranze, la meraviglia sopravvivono nella grandi fogne, galleggiando tra scarti di scarti. La Roma della Papessa suona le sue mille campane ecolimbiche per chiamare a raccolta delitti e stupri, mentre le pattuglie papali, armate di lanciafiamme e mazze da baseball ferrate, controllano il rispetto del coprifuoco. Nella Terme di Caracalla, sottoterra, arcani culti mitraici pre-cristiani vengono rianimati, grazie a sanguisughe biomeccaniche in grado di riempire la grande cisterna della fossa sanguinis. Dai bastioni di Castel S. Angelo rimbombano le fucilate della Papessa, i colpi che schiantano piattelli umani, ribelli lanciati nel vuoto, con ali posticce incollate alla schiena, da catapulte elettroniche. Ai resti penseranno le orde dei gabbiani cloacali che hanno invaso la città. “I Giorni della Gallina Nera” raccontano, per la prima volta, la grande Apocalisse della città eterna. Una satira, violenta e grottesca, che affonda le gambe, fino alle ginocchia, nella sorgenti della storia, nel malato passato, nell’inquietante e mimetico presente, per mostrare il futuro, le estreme conseguenze, senza veli.

Buona lettura.

A cura della redazione