IL CASO ROSWELL

Chiunque almeno per una volta abbia avuto a che fare con il paranormale o abbia letto qualcosa inerente il campo fantascientifico, avrà certamente sentito parlare del misterioso “caso Roswell”, legato all’omonima cittadina nel Nuovo Messico…
Se invece ci fosse qualcuno rimasto all’oscuro di questo presunto, misterioso e, a tratti, segreto evento, ecco qui qualche piccola informazione che vi possa illuminare in merito… Si possono anche citare prodotti cinematografici o, meglio, televisivi che ne furono ispirati, come “Roswell”, film tv del 1994, diretto dal regista Jeremy Kagan, oppure “Roswell”, un telefilm di fantascienza, creato da Jason Katims (nella foto a destra).
Roswell, cittadina statunitense del Nuovo Messico, era sempre stata una città storicamente tranquilla, ricca di fattorie e con un’economia basata sull’allevamento, sulla produzione di latte, sull’irrigazione, sull’estrazione di petrolio e con un’industria manifatturiera importante, anche se, fino all’anno 1947 teneva un indiscutibile primato strategico: ospitava nelle vicinanze una base aerea dell’Esercito Americano, nel cui perimetro era stanziato il 509° Gruppo Bombardieri, l’unico gruppo da bombardamento al mondo armato con ordigni nucleari; gli stessi che due anni prima avevano posto termine, con Hiroshima e Nagasaki, alla II Guerra Mondiale.
A spezzare la quiete, nel luglio 1947 (la data è sempre un poco imprecisa in base alle diverse fonti) giunse il ritrovamento di strani detriti attorno ad un sito posto in una piana semidesertica, che portò ad ipotizzare lo schianto di un oggetto a più di 100 km a nord-ovest di Roswell. L’incidenteè un semplice avvenimento o forse un mistero fantascientifico, secondo il quale tra il 2 giugno e il 3 luglio 1947 (date sempre imprecise) un Ufo si schiantò a pochi chilometri di distanza dalla città; dopo un primo comunicato da parte della base militare di Roswell nel quale si parlava del ritrovamento di un "disco volante" (flying disk), esplose immediatamente il "caso Roswell" e non bastarono più nemmeno i comunicati successivi arrivati poche ore dopo il primo, che corressero la prima versione dicendo che l’oggetto caduto e poi recuperato, non fosse affatto un Ufo, ma soltanto un pallone aerostatico per ricerche meteorologiche (forse per frenare la curiosità e limitare il proliferare di ipotesi fantasiose sulla natura del ritrovamento).
Strani avvistamenti notturni e strani fenomeni avvennero in quei giorni a Roswell, dove, ad esempio, un allevatore di bestiame (la cui fattoria si trovava nella parte sud-orientale della regione di Corona), di nome W. W. Mac Brazel, trovò una quantità di "lamine metalliche" sparse nella proprietà in cui lavorava, il ranch della famiglia Foster, e pensò inizialmente ad un incidente avvenuto nei pressi della base aerea. Parlò della cosa con un vicino, Floyd Proctor, e quindi, non disponendo di un apparecchio telefonico, il 5 luglio si recò a Corona, dove la gente già parlava di "dischi volanti" (la stampa aveva riportato le notizie dell’avvistamento di Kenneth Arnold del 24 giugno dello stesso anno).
Brazel ricollegò il suo ritrovamento alle notizie in circolazione in merito all’avvistamento ipotetico di "dischi volanti" e la mattina del 6 luglio decise di recarsi in città con dei frammenti del materiale ritrovato, presso l’Ufficio Meteorologico, dove lo invitarono a prendere contatto con lo sceriffo George Wilcox.
Wilcox prese atto della situazione e informò subito il comando militare di Roswell, dove il comandante della Base, il Colonnello William Blanchard, diede ordine al capo del CIC (corpo di controspionaggio), il Maggiore Jesse Marcel, di recarsi sul luogo e iniziare le indagini.
Fu in quest’arco di tempo che l’allevatore venne intervistato dalla stazione radio locale KGFL. Marcel, accompagnato dal collaboratore Sheridan Cavitt (anch’ egli del CIC), prelevò Brazel dall’ufficio di Wilcox ed insieme si spostarono sul posto del ritrovamento. Passata la notte presso la fattoria, il 7 effettuarono una ricognizione e riscontrarono la presenza dei misteriosi frammenti, di cui Marcel raccolse una buona quantità che sistemò nella sua auto. Per circa una settimana Brazel fu invitato dall’aeronautica a dire tutto ciò che aveva visto nel ranch in cui lavorava; ma quando fu rilasciato, negò, a chiunque glielo chiedesse, tutto ciò che aveva detto precedentemente.
Nella notte, prima di rientrare alla base, Marcel passò da casa a mostrare alla moglie ed al figlio Jesse Jr. i materiali. Una testimonianza quella di Marcel Jr. di importanza fondamentale.
Il 7 luglio W.E. Whitmore, proprietario della stazione radio KGFL di Roswell, stava per mandare in onda l’intervista di Brazel registrata il giorno prima, quando venne bloccato da una telefonata del segretario della Commissione Federale Comunicazioni di Washington che gli ingiunse di non farlo. Il giorno 8, verso le 16.00, John McBoyle, cronista della stazione KSWS di Roswell, telefonò a Lydia Sleppy, telescriventista della KOAT Radio di Albuquerque e le disse di trasmettere per telescrivente all’American Broadcasting Company (ABC) la seguente notizia: "Un disco volante è caduto in prossimità di Roswell… E’ come un grosso catino, sfasciato… Un allevatore lo ha trascinato con un trattore sotto un capannone per il bestiame… E’ intervenuto l’Esercito che si accinge a recuperarlo… L’intera zona è bloccata… Si parla di piccoli uomini che si troverebbero a bordo…". Ma la notizia non filtrò sul filo, perché la trasmissione venne stranamente interrotta. Subito dopo la Sleppy ricevette una telefonata da McBoyle che le disse: "Dimentica tutto, non ne hai mai sentito parlare" (in seguito il cronista dirà alla Sleppy di avere assistito al decollo di un aereo da trasporto con destinazione Wright Field, contenente i rottami del "disco").
Sotto il controllo diretto del Magg. Marcel, i rottami del disco, inizialmente sistemati nell’Hangar 84, sono poi trasferiti con un "B-29" dalla base di Roswell a Fort Worth (oggi Carswell) nel Texas. Di qui il materiale viene inviato a Wright Field (Ohio) su di un aereo da trasporto con ai comandi il Cap. pilota O.W. "Pappy" Henderson, per ordine "superiore" fatto eseguire dal Generale Roger Ramey.
L’8 luglio interviene l’FBI (Federal Bureau of Investigation) da Dallas (Texas) che in un telegramma, a firma di un non meglio identificato "Wyly", inoltrato in copia a Edgar Hoover (capo dell’FBI) e al SAC (Strategic Air Command) fornisce le seguenti indicazioni: "Informazioni riguardanti il disco volante di Roswell e il suo trasporto da parte del Q.G. dell’8 Air Force – disco volante o pallone sonda alla base aerea di Wright Field (Ohio) – Censurate le notizie. Firmato Wyly".
A questo punto il Generale Roger Ramey, alla radio di Fort Worth nel Texas (WBAP), dichiara che il "disco volante" era solo un pallone sonda. Giunto poi a Roswell, Ramey convoca i giornalisti e mostra loro – costringendo il Magg. Marcel a posare in silenzio per i fotografi – i frammenti di un pallone meteorologico cui si attribuisce la responsabilità dell’incidente.
Dopo la morte del Colonnello Blanchard, la sua vedova dichiarò che il marito sapeva che "il relitto non era un pallone sonda". Ma per i militari americani lo rimase, con il benestare dell’allora presidente Harry Truman. 
In realtà oggi i fatti ci dicono che le versioni ufficiali sono del tutto "addomesticate" e fallaci. E, anche a parte la clamorosa comparsa di materiale filmato d’epoca (verosimilmente riferibile all’autopsia di due degli esseri umanoidi coinvolti nel caso) diffuso nel 1995 dall’inglese Ray Santilli, è oggi evidente che a Roswell è stato recuperato qualcosa di estremamente anomalo e sconvolgente.
Quando il 9 luglio 1947 il quotidiano "Roswell Daily Record" pubblica le dichiarazioni del generale Roger R. Ramey, comandante dell’Ottava Air Force, dal quartier generale di Fort Worth, Texas, il caso Roswell per il Pentagono è ufficialmente chiuso. Non si è trattato del recupero di un disco volante precipitato e del suo equipaggio, ma di un semplice pallone sonda. Questa versione viene mantenuta ancora oggi. Ma le prove sull’incidente di Roswell, emerse sin dal 1982, dimostrano che venne attuata una messa in scena per ordine delle alte sfere militari statunitensi. Nel 1989 è apparsa per la prima volta un’immagine di un presunto alieno vittima del crash. Si tratta in realtà di una ricostruzione. Seguiranno nuovi e più sconvolgenti documenti, fino alla divulgazione del controverso filmato di una autopsia su un umanoide non appartenente alla specie “homo sapiens” (nella foto a sinistra).
Restano oggi ancora molti dubbi su cosa effettivamente si schiantò a Roswell in quel giugno/luglio del 1947, anche se, a distanza di anni, emergono le testimonianze di chi visse in prima persona quegli avvenimenti e che oggi sempre più spesso è disposto a rompere quella cortina di silenzio che il governo degli Stati Uniti aveva imposto su tutta la vicenda.
Durante il corso degli anni sono state molte le denunce degli abitanti di Roswell circa le attività sospette dell’aeronautica e dell’FBI. Il territorio venne messo sott’esame, e all’epoca dei fatti, venne addirittura recintato e bloccato al pubblico. Alcuni abitanti dissero e insinuarono che a volte il personale dell’aeronautica portasse dei relitti e dei corpi non umani in dei camion dell’FBI; ma tutto ciò venne naturalmente smentito dal governo americano.
Il "caso" nacque anche in seguito alla confessione – durante il fine settimana festivo del 4 luglio, giorno dell’Indipendenza statunitense – di Dan Wilmot e della moglie che videro verso le 21.50 del 2, un oggetto luminoso, lampeggiante e discoidale sfrecciare in direzione della località di Corona, lungo la strada per Roswell. I due riferirono di essere scesi dalla macchina e di essere rimasti per circa un minuto ad osservare l’oggetto: questo aveva una forma ovale ed emanava una luce intensa, andava molto veloce, ma non emetteva alcun rumore. Nella notte scoppiò un violento temporale, il cielo era coperto, a tratti illuminato da bagliori e squassato dai tuoni. Fu in quelle ore, prima dell’alba del 3 luglio che, probabilmente, avvenne l’incidente: un Ufo (alcuni ricercatori sostengono la tesi di due oggetti coinvolti), per cause mai accertate, precipitò nel deserto.
I giornali che si dedicarono al caso furono molti: la maggior parte si dedicò a scrivere del caso in versione aliena, parlando quindi dell’Ufo-crash.
Altre fonti sostengono che già il 30 giugno dello stesso anno F. Kauffmann, sottoufficiale di un poligono dell’aeronautica, venne inviato insieme ad una squadriglia in un torrente, dove ritrovarono un’astronave di forma triangolare (nella foto a destra), con delle incisioni; a poca distanza dall’astronave la squadriglia trovò cinque corpi extraterrestri, e sul posto furono chiamati dei medici per eseguire delle autopsie.
L’FBI nel luglio del 1947 inviò un telegramma a J. Edgar Hoover, allora direttore del Federal Bureau, in cui si indicava il ritrovamento di un oggetto di matrice extra-terrestre e dei suoi componenti.
Tutto ciò venne sempre smentito dalle autorità confermando e sempre mantenendo la teoria del pallone aerostatico per studi metereologici.
Il "caso Roswell" è il più importante e documentato incidente di Ufo dell’era moderna. Se la sua esatta datazione è ancora incerta, collocandosi comunque nel giugno/luglio 1947, certi sono i luoghi, gli avvenimenti ed i protagonisti che li vissero in prima persona. Così, durante i primi dieci giorni di quel luglio ormai lontano, il "caso Roswell" finì sulle pagine di tutti i principali giornali del mondo, per poi essere dimenticato.
Inquietanti però, sono le prove, o meglio le presunte prove, che sostengono sovente l’ipotesi di uno schianto da parte di entità aliene… L’alieno ripreso nel video di Santilli, di cui si è parlato prima, è stato ripetutamente studiato ed è stato denominato “Grigio”, un essere umanoide, con aspetto molto esile, la testa molto grande rispetto al corpo, la carnagione chiara e completamente glabro; alcuni scettici, tuttavia, sostengono si tratti di una persona macrocefala e non di un alieno.
Verità o fantascienza, invenzione o semplice cronaca di fatti realmente accaduti, fantasia o realtà, questo caso è sempre in grado di farci dubitare e di renderci vulnerabili ogni qualvolta ne sentiamo parlare e ne esaminiamo le versioni…

25/07/2007, Anna Maria Vismara