CRONACHE DEL DOPOCALCIO

Vercelli, 4 aprile 2084

RANGERS – ANGELS’DEATH: 5-4

RANGERS: Fantinati; Face; Cerra; Lamhin; Rachid; Guy Magenta; Vacchino; Amidù; Brizza; Frittolini; Masotti. (Portiere di riserva: Baldo. Sostituzioni: Gonzales; Sapore; Donovan; L’uomo che sussurrava al pallone).

ANGELS’DEATH: Raum; Boel; Paschar; Quelamia; Barale; Tychagar; Ambriel; Jofiel; Zabkiel; Ofaniel; Orifiel. (Portiere di riserva: Zagzagael. Sostituzioni: Johoel; Fanuel; Astanfaenus; Saraqual; Uriel; Sandallon; Suriel; Metatron; Michele).

MARCATORI: Ofaniel al 10’ del p.t.; Orifiel al 21’ del p.t.; Ofaniel al 25’ del p.t; Vacchino al 30 del p.t.; Michele al 40’ del s.t.; Frittolini al 50’ del s.t.; Gonzales al 52’ del s.t; L’uomo che sussurra al pallone al 55’ del s.t; L’uomo che sussurrava al pallone al 59 del s.t (su rigore).

ARBITRO: Gigi D’Ag.

 

NOTE: Tempo gradevole, la primavera si fa sentire, mitigando i raggi ultravioletti sulla pelle. Qualche goccia di vento e bellissime nubi morbide come zucchero che ci filano sopra la capa. Il campo è in buone condizioni, forse il terriccio all’interno dell’area piccola andrebbe risistemato, ma va bene. Spalti gremiti, biglietti spariti già da giovedì.  Sugli scranni più alti, circondato dalle sue ragazze ye-ye con caschetti d’oro e minigonne in vinile, il segretario di Stato Vaticano Maicol Gaietta. La partita è in suo onore, come sua è la città.

 

Sul taccuino da cronista rileggo annotazioni veloci tracciate con mano febbrile ed eccitata. Non è la prima volta, certo: per noi fobici del pallone il dramma agonistico è ormai malattia pura; per noi che lo viviamo nel nostro bel gabbiotto da giornalisti, le squadre in campo costituiscono un mistero agonistico insuperabile, undici uomini da una parte e da un’altra disposti in una grammatica ricca di sviluppi imprevedibili. Comunque la partita avrebbe riservato grandi emozioni anche a chi ci mastica poco di pallone. Proviamo a raccapezzarci insieme? Procedo decriptando gli appunti mano vergati.

Allora: i Rangers sono alla loro ventesima formazione da inizio dell’anno. Non c’è di che stupirsi: ogni partita finiscono macinati, tritati dalla furia iconoclasta degli Angeli, e come potrebbe essere altrimenti? Eppure (solo al sottoscritto?) pare subito che questo nuovo lifting abbia giovato ai gaglioffi. Ho scarabocchiato la loro formazione e ancora non capisco se giocano con un 3-4-3 o un 3-5-2 ma poco cambia: il loro mister, Lafayett Laione, non è nuovo al carnaio domenicale e capisce al volo. Sa benissimo che un gioco di difesa accelererebbe l’inevitabile marmellata di carne; tocca attaccare, sempre e solo attaccare, sperando che uno dei suoi ragazzi ci azzecchi. Gli uomini, dicevo, ci sono: il nuovo ingresso, Vacchino, è piccoletto, poco abile al lavoro di gomito, ma è veloce e preciso. Come quasi tutti i compagni di squadra viene fresco fresco dalla Casa Circondariale, bollato come persona sovvertitrice dell’ordine sociale e delle Leggi Morali. Frittolini sembra essersi ripreso dall’ultima frattura. Sul portiere titolare meglio tacere, ma tra i panchinari è spuntato un ceffo preistorico (quella meravigliosa sporgenza del cranio e gli occhi infossati, che incanti per il prof. Lombroso!) di nome Gonzales. Quelli dell’Inquisizione devono averlo buscato in qualche solfara, ma il ragazzo sembra avere il fisico giusto per spaccare qualche osso, oltre che pietre.

Certo le statistiche giocano tutte a sfavore: i Rangers non vincono da oltre un anno. Ormai vengono rubricati come sgonfiati perdenti, meno prosaicamente: carne da macello. Si esibiscono con le loro uniformi arancioni post-guantanamo e nessuna protezione come da regolamento. Le leggi del Nuovo Sport dell’Avvento non sono per loro. All’opposto gli Angeli della Morte scendono nell’agone con la formazione campione. Gli assistenti di gioco finiscono di sistemare le teste mozzate di alcuni mussulmani in cime ai paletti delle bandierine di bordo campo. Le bocche dei morti sono spalancate e colanti, forse già troppo frollate dal lavorio interno dei mosconi. Gli altoparlanti diffondono gli inni: l’internazionale (rifatto dagli Area) per i Rangers e “24000 baci” di Celentano (rifatto dai Pueri Cantores) per gli Angeli del Vaticano. I Rangers ascoltano il loro inno in un tripudio di grattatine e dita nel naso. Qualcuno si tocca le palle, ma non sono in grado di dirvi se per scaramanzia o pruriti venerei. Gli Angeli al contrario se ne stanno a gambe larghe, mani sui fianchi, toraci in fuori e muscoli espansi, le bocche piegate in ghigna di beffa. Le telecamere televisive ci rimandano particolareggiate proiezioni olografiche sulle loro uniformi. Gambiere lamellari, bracciali di gomma porosa, piastre protettive del petto e del dorso in resina flessibile imbottita di gommapiuma, elmetti in resina con visiere in plexiglas polarizzato modello scuola diez, e per finire lunghi coltelli da caccia nei foderi delle cinture.

Un’estrema notazione personale: le facce degli Angeli sembrano più deformate del solito, rese quasi irriconoscibili dalle infinite mazzate, gonfiate dai botox chirurgici e dalla mistura di brutalium che gli viene somministrata. Come dite? C’è ancora qualcuno tra voi che non conosce l’esatta composizione del brutalium? Ebbene (sperando di non violare le leggi sulle non libertà dell’informazione) ecco la mistura: eroina+mdma+cocaina n.67, mescolate bene e iniettate ai vostri atleti per settimane e l’effetto sarà galvanizzante! Creerete dei mostri ginnici, ma che facce, boys! Quasi calvi, occhi sporgenti come uova sode, escrescenze tumorali sui lobi frontali e sulla pelle e Dio saprà cos’altro dove non batte il sole, ma non divaghiamo.

Mentre gli atleti si stiracchiano le giunture, i clown suicidi fanno un paio di giri di campo coi loro numeri. Inevitabilmente finiscono per eliminarsi a vicenda con le loro trappole. Uno, il più fantasioso, si fa saltare in aria con una granata allo iodio. Buco a bordo campo subito ricoperto da terriccio sintetico.

Mons. Maicol Gaietta si alza in piedi dal suo trono ligneo del IX secolo e agita lo scettro di Cristo Risorto. Fuori da qui, voglio dire, fuori dallo stadio S. Piola, tutti i teleschermi staranno duplicando all’infinito i suoi gesti e i suoi auguri. L’evento è una mega diretta trans-nazionale. Ormai ci siamo: i gladiatori scalpitano in campo e recitano la formula di sottomissione alle Gerarchie Ecclesiastiche del Totus Tuus. L’arbitro dj Gigi D’Ag decreta l’inizio dell’inferno. Dagli altoparlanti a bordo campo si levano deflagranti le note di un Gloria elettrificato dai Barritas.

La partita si apre con un ritmo lento e misurato degli angeli. Tychagar e Ambriel misurano l’elasticità delle fasce avversarie e fintano delle folate improvvise. Barale mostra subito le sue capacità di arresto, dribbling e passaggi brevi di lato. Al suo cospetto il trequartista Amidù si sdilinquisce in pisciatine di gatto. Gli Angeli prendono a spingere già dopo i primi cinque minuti. Lanci lunghi verso le ali. La sbrigativa compagine dei Rangers prova a chiudersi in un modulo catenacciaro, ma Ofaniel ramazza la palla in una selva di figure di cartone e insacca alla destra del portiere al 10’ con un tiro tagliato. La folla esplode con ovazioni e insulti verso i Rangers. Il loro portiere, Fantinati, non sembra accorgersi di nulla, giulivo tra i pali, forse è apparso alla Madonna. La regia manda la sua scheda tecnica e apprendiamo che è stato arrestato e mandato qui per via delle nuove leggi sul fumo e sospetti sulla sua Santità Mentale. Si riparte. I Rangers provano una loro azione. Li guidano da centrocampo i due mediani. Rachid – la sua scheda tecnica in sovra impressione è troppo lunga, scribacchio solo che ha cinghiato delle vecchiette; in più sul groppone ha il fatto di essere un infedele – liscia la palla e smanaccia il pallone con egoismo, ignorando i compagni; il moro si avventa in area avversaria come un automa psicotronico, continua a ignorare Frittolini libero sulla sinistra del portiere e perde palla finendo, grullo, nella polvere. Agli Angeli scatenarsi galvanizzati. Quasi possono permettersi di giocare senza correre. Quelamia giostra in dribbling contro ben 3 avversari. Barale è scatenato. Ambriel e Jofiel fanno mucchi attorno a loro. Il trequartista Rangers Guy Magenta prova ad opporsi e Jofiel fa scattare la lama dalla punta delle scarpe e Guy stramazza disfatto in un grumo di sudore/carne/sangue agonizzante. L’azione continua, l’arbitro D’Ag finge di non vedere e Orifiel, con un’impennata prodigiosa, spara a radere la traversa. Parapiglia della difesa Rangers. Fantinati cancellato, annichilito, ha l’incubo del goal stampato sulla faccia. Il pubblico ruggisce, ringhia insulti danteschi agli arancioni. E’ il 21’ e siamo già due a zero. Gigi D’Ag ferma il gioco. Guy Magenta non si rialza e insozza il campo col suo sangue impuro. La scheda tecnica ci manda un ologramma tridimensionale su alcuni trascorsi passati del vinto: testimone di Geova, credi impuri, banditi, condannati. I simbolici luminosi del giocatore si spengono segno che è passato nel mondo dei più. La gente sugli spalti apprezza e il rullare dei tamburi cresce come un’onda. Due assistenti di gioco trascinano per i piedi il cadavere. Mr. Lafayett sostituisce con Gonzales rinopiteco. Il gioco riprende e il ritmo non è più lo stesso. Ora si vede che gli Angeli vogliono scrivere la parola fine prima del previsto. Partono dribbling che terrorizzano tutti, lunghi cross incalzanti, tocchi, lanci, tiribassi, grintosi scatti, gambe tese, affondi gagliardi e ancora la difesa Rangers smarrita. Cerra, Lamhin e Face sembrano dei paralitici infoiati. L’infarto è possibile. Ofaniel mira Fantinati e gli spara addosso una roba da uccidere un muflone. 25’ e siamo a tre goal. Il S. Piola è un rodeo di bandiere della Santa Sede. Lo stemma araldico vaticano con la tiara e le chiavi decussate rimpalla ovunque. Fantinati è sfessato, brocco, mediocre, stanco, grottesco. L’angelo Zabkiel gli si avvicina col tirapugni e colpisce duro sullo zigomo. Scoppia un parapiglia con Cerra e Face che provano ad intervenire. Altri Angeli li circondano con mazze chiodate e fruste di nylon. Tychagar ha la faccia di cemento tagliato male. Prende Cerra e lo colpisce sopra la cintura. Quello si piega in due e cerca di riprendere fiato, ma l’ascia bipenne che compare nelle mani dell’Angelo lo spacca in due. Stessa sorte a Face. Il ragazzone presenta una ferita sulla fronte che non è profonda come un pozzo né larga come la porta di una chiesa, ma può bastare a ingrossare i gironi danteschi. Fantinati è un poltiglia tra i pali: dettagli delle sue ciglia immobili come ali di falena bruciata. Lafayett si vede costretto a cambiare tutto. Di nuovo gli assistenti trascinano via i resti. Entrano Sapore e Donovan al posto di Cerra e Face. In porta ora c’è Baldo. La sua scheda lo bolla come stupratore di minorate e la sua faccia grassoccia e sudata è una conferma spudorata. Ormai i Rangers hanno quasi finito i cambi. Toccherà continuare alla peggio. Nuove linfe. Gli altoparlanti buttano altissima “Supermarket” di Battisti-Mogol. Il gioco riprende. Il terreno è già conciato male e non bisogna aspettarsi squisitezze. I Rangers provano col loro lavoro miserrimo, perché gli ultimi saranno i primi, ma ormai quella parte del Vangelo è stata riscritta. Brizzante (altro maniaco patologico con le fisse per le ragazzine) è tutta una melina senza sbocchi. Gli Angeli continuano a entrare duri sulle gambe altrui. Baldo si fa notare per una respinta di pugno, quasi un miracolo. I Ranger, già sbandati, a rischio naufragio, tentano una laboriosa risalita. Rachid, il violento aguzzino di Allah, si danna l’anima con atteggiamenti individualistici, piomba sui rimpalli, produce folli danze anche da sfiatato e riesce (ebbene sì, ebbene sì!) a smarcarsi. Per una volta nella sua vita passa la palla a Vacchino il fantasma. E’ la zampata che mancava. Vacchino (reati di opinione e renitente al lavoro di miniera, sullo schermo please!) fa suo il pallone sbucciato e impone un ritmo ditirambico. Vola via in contropiede, tenta la prodezza estrema, si butta alla disperata in area e devia inaspettato sul fondo. La porta è per lui la vulva primordiale da insidiare, l’unico riscatto possibile a una vita vinta è il dio goal, la meta definitiva. E il ragazzo non sbaglia, insacca la palla. Applausi a scena aperta. Sul 30’ i Rangers fanno il primo goal della loro epopea omerica. Applausi a scena aperta e mugugni nelle tribune d’elite della crema canonica. Il segretario di stato Maicol Gaietta non concede reazioni e fuma le sue Virginia Slims 120 ad aria compressa. Attorno a lui le ragazza in bikini e panama in testa ballano sulle note di “YEEEEEEEEH” dei Primitives.

Che fatica, cari lettori tablati, rendere una partita di pallone con parole. Trasformare una serie di azioni astratte e insensate in frasi ordinate e diligenti. Ma continuiamo.

Gli Angeli schiumano rabbia per l’affronto. Il tabellone segna 3 a uno per l’orda di Dio. Subito al 40’ Michele con colpo di testa infilza la porta di Baldo da una decina di metri. Ora siamo 4 a uno.

E il primo tempo finisce in una sarabanda di urla e applausi del pubblico incontenibile. La regia inquadra per il nostro gusto di cronisti una fetta di spettatori paganti. I buoni cristiani sono una selva di omaccioni in giacche di pelle da motociclisti armati di Smith&Wesson calibro 44, Ruger Redhawk da 44 Magnum e fucili Remington modello 1100 semiautomatici calibro 20. I più giovani esibiscono creste verdi, viola e blu da giungla amazzonica. Le ragazze sono tante sosia di Santa Caterina Caselli e Sua Madonna Patty Pravo. Nella pausa ne approfitta pure il vostro umile cronista e mi spalmo una crema di cedro sui miei biocircuiti Alvarez [1]. Intanto sullo schermo passano le pubblicità di un nuovo modello di Harley Falthead con Kit di trasformazione Big Bore per motori da 1450 cm cubi. Nella reclame si vedono quattro motociclisti con giubbetti, guanti e caschi neri, legare i 4 arti di un infedele a 4 moto diverse e poi partire via sui titoli dello sponsor. Un altro carosello sponsorizza i benefici umanitari della ricerca del Governatorato per la prevenzione dei danni corporali riportati negli incidenti automobilistici. Lo spot è commissionato direttamente dal Governo Vaticano e mostra dei dottori in camice che legano con diversi giri di scotch dei ciccioni [2] su una Porche e una Plymouth Barracuda nera e poi le fanno scontrare tra loro in una specie di deserto: i rallenty delle microcamere all’interno delle vetture mostrano i corpi porosi schiacciati sui sedili vinilici, le emorragie, le positure spezzate delle gambe, braccia, collo, gli inguini schiacciati, le superfici di metallo e plastica aggrovigliate in surreali sculture, e ancora i risultati dei crash sui polmoni perforati, i petti impalati in scontri pscicopatici, gomme esplose, cerchioni schizzati – rallenty di portiere e parafanghi che fluttuano nell’aria, dolci ammassi di detriti oscillano piano, tormentandosi l’uno con l’altro nelle rotte imposte dalle collisioni – i corpi adiposi legati sui sedili danzano contro le lamiere volanti – un carnevale di cadaveri maciullati e ferro sulle note di “Careful with that Axe, Eugene” dei Pink Floyd. E sul medley dei Floyd riprende la partita.

Secondo tempo ancora più stilizzato e impossibile da trascrivere. I miei appunti sono coaguli di inchiostro indecifrabile. Si parte subito a muso duro. Gli Angeli voglio calcare la testa dei nemici giù nel fango, eppure i Rangers sembrano usciti dagli spogliatoi trasfigurati. Sapore e Donovan (ecco la scheda del bruto: ex cantante di colore, caduto in disgrazia per aver rifiutato di sottoporsi alle operazioni di sbiancaggio pelle, insomma il tipico reato da Prima dell’Era del Signore, quando “si viveva senza la verità, praticando la menzogna”) difendono meglio dei loro predecessori. Rachid è in pieno brivido romanzesco e profonde l’animosa riscossa. Gonzales è un uomo sprovveduto di tecnica, asfittico e nervoso, ma preme, si agita e sfonda un centro campo presidiatissimo, facendo la sua apparizione in area. Cross. Frittolini con salto mortale all’indietro devia ciclopicamente la palla e insacca al 50’. Gli Angeli diventano matti, schiumano. I Rangers sono cotti, sgrullano per il campo assediati dagli avversari, ma iniziano a crederci. Senza badare a finezze, reagiscono allo strapotere dei nemici. Strizzano le palpebre e la rabbia agonistica. Due Angeli entrano a gamba tesa su Vacchino e lo rompono. Il povero urla e bestemmia, viene trascinato via. Ultimo cambio per Lafayett, il mr. dei disperati. Entra L’uomo che sussurra al pallone (altra scheda: finito lì perché faceva entrare nella Rep. Vaticana libri porno di sotto banco!). I Rangers all’arrembaggio. Premono sulle fasce, confondono i velocisti avversari. Ancora Gonzales protagonista: si smarrisce nelle sue girandole, blocca la palla, scarta, fa accademia, scatta nel corridoio lasciato aperto dagli Angeli e fa il suo tiro bruciante che uccide. Manca ancora un goal per pareggiare. Dalle tribune bordate di applausi e fischi disumani. Nell’aria odore di carne fritta nell’olio bollente, bibite, droghe benedette e gente che scende le gradinate con le facce dei giocatori stampate sulle magliette. Palla al centro. Tychagar e Ambriel provano a rilanciare ma Rachid e Amidù picchiano a pugno. Jofiel prova a stendere qualcuno col tirapugni, ma L’uomo che sussurra al pallone sfila un coltello dal fodero di Paschar e lo conficca nella cervicale di Ofaniel. Il dioscuro del calcio vaticano crolla sulle ginocchia e muore così. La partita è entrata nei suoi ultimi dieci minuti e nessuno osa entrare in campo per rimuoverlo. Gli Angeli accusano il colpo: privati del loro capitano arrancano grevi, trascinati in mischie furenti in area. Anche Zabkiel cade sotto i calci di Donovan il nero. La truculenza e l’impegno dei giocatori vaticani sembra non bastare più. I Rangers marcano a uomo e menano a mani nude. Sentono l’alito di una vittoria insperata e con loro il pubblico ansima esausto dall’emozione. Il ruggito delle loro voci è assordante e copre del tutto le note sparatissime di “Speed of Life” di Bowie. Gli Angeli provano un affondo ma Baldo para con l’eleganza di un airone. Seguono rapide sventagliate di Brizza e Frittolini che filano ora a destra, ora a sinistra e confondono le muraglie vaticane. Con un cross surreale Fritto serve in area L’uomo che sussurra al pallone, che incorna furioso. Pareggio. La gente è in piedi. Tutto lo stadio vibra come impazzito. Il Segretario di Stato Maicol Gaietta non riesce più a far finta di niente: la squadra dei gaglioffi ha pareggiato contro i colossi mutanti degli Angel’s Death. Mancano pochissimi minuti al crack terminale. Dagli appunti riesumo il timor panico dei vaticanisti spompati. Donovan, Amidù, Rachid, Guillermo si muovono come un uomo solo, implacabili. Costruiscono un gioco bulinato ma feroce. Dribbling, tocchi, schivate geniali. Al 58’ gioco fermo. Punizione per i Rangers. Rinvio. Un furioso dribbling, stancate, palloni profondi e poi la fuga di Frittolini in area. Gli stralunati automi di Cristo lo atterrano con un colpo in pancia di una taurus modello 85 calibro 38 e mezzo. Invece di applausi a scena aperta lo stadio viene giù in fischi e bestemmie e l’arbitro non può far finta di niente. Fischia il rigore. Subito due Angel’s Death lo stendono con una balestra. Ma L’uomo che sussurra al pallone afferra la sfera e la mette sul dischetto. In porta, Raum batte i tacchetti e fa la faccia cattiva. E’ l’ultima azione. Siamo al sessantesimo. Un silenzio mostruoso ricopre lo stadio. Ognuno di noi rimanda la vita e il respiro. C’è troppo in ballo, al punto che questa non sembra nemmeno più una partita, di che cosa poi. Anche gli altoparlanti si bloccano. Niente più musica, niente più di niente. Un assistente fa segno che si può calciare. L’uomo che sussurra al pallone guarda un attimo verso lo scranno del Segretario di Stato. A nessuno può sfuggire l’affronto. Poi. Solo. L’uomo che sussurra al pallone. Il balon sfregiato. La porta nemica. Raum. L’uomo che sussurra sussurra e calcia. Raum è matato con freddezza. La palla entra in alto nel sette. Imprendibile! A quel punto è finita. 5 a 4 per i Rangers! E’ trionfo! E’ trionfo! E’ trionfo! Un trionfo inaspettato, impossibile, fuori da ogni logica! E’ trionfo per i nuovi gladiatori! Per i nuovi eroi di oggi! E lo stadio reagisce impazzendo, esplodendo! Parte la musica di “Helden on Heuten” di Falco. Mai accostamento più azzeccato. Maicol Gaietta lascia, scornato, il trono ligneo ed esce col suo seguito di Guardie Svizzere, ora Legionari del Santo Sepolcro. Resta al pubblico l’onere di innalzare ai cieli i nuovi warriors. Sull’onda dell’entusiasmo la folla strappa tutto quello che trova a tiro, bicchieri di carta, volantini, carta igienica, vestiti, e incomincia a lanciare tutto oltre le ringhiere. Piovono carta e stoffa, pulviscoli di reclame in balia del fumo delle bombolette. La gente si arrampica fin sulle tettoie delle panchine e invade il campo. Lo stadio è scosso nelle fondamenta dal rumore umano. I Rangers sono portati in spalla, sollevati a toccare la volta celeste dell’empireo. E su tutto, liricamente come stelle filanti, piovono briciole di carta da culo! Amen.

Davide Rosso


[1] Tessuti plastici computerizzati che sotto molti punti di vista imitano il tessuto vivente (n.d.t.)

[2] I reati d’adipe sono tra i più odiati dalla Segreteria Vaticana: provate a superare i 100 chili e candidarvi a pesare sulle casse dello Stato e vi ritroverete senza diritti in un battere d’ali; nel 2075, dopo la sospensione indeterminata delle elezioni, fu proprio un giovanissimo cardinale in ascesa, Maicol Gaietta, a proporre un disegno di legge volto a colpire i penitenti di gola, legge che fu poi approvata dal Governatorato nell’ottobre dell’anno dopo. (N.d.A.)