VITTORIO CATANI… E I SUONI DEL SILENZIO

Vittorio Catani è uno dei massimi scrittori della fantascienza italiana, ma anche un grande appassionato di musica, tanto da tenere conferenze sul tema. Ed è proprio a questo suo grande interesse che egli ha dedicato una raccolta di racconti fantastici: “I suoni del silenzio”  (Florestano Edizioni, pagg. 89 – euro 12).

Il testo raccoglie tre storie singolari e divertenti, ed è stato pubblicato nel 2009 ma, seppure un po’ datato,  data la sua originalità è entrato a far parte di una rassegna culturale di presentazione di libri in corso di svolgimento a Ruvo di Puglia, dinamica  cittadina in provincia di Bari.

E’ noto che Catani sia un autore dalla estesa autonomia nella scrittura. Scrive prevalentemente narrativa di genere ma anche, e nessuno si meravigli, prosa mainstream. Testimonianza ne è il romanzo breve “Per dimenticare Alessia”, pubblicato nel 2007 dalla Cs libri di Torino e svariati racconti che affrontano diverse  tematiche.

E’ altresì risaputo, come evidenzia il docente e saggista Massimo Del Pizzo nell’introduzione a “I suoni del silenzio”, che la lunghezza preferita nelle storie del Nostro sia quella del racconto, attitudine dimostrata per via delle tantissime storie pubblicate sia nei suoi libri sia in magazine, giornali e testate on line.

Le tre storie de “I suoni del silenzio” sono basate sulla musica e sono state scritte agli inizi di questo secolo. In ogni racconto c’è un musicista che veste i panni del protagonista: due sono realmente esistiti, ossia il compositore austriaco Arnold Schönberg e quello finlandese Jean Sibelius, mentre il terzo è un personaggio inventato dall’autore.

Ecco quello che Vittorio Catani ci ha detto in proposito.

“Anzitutto – esordisce – penso che la fantascienza si possa occupare di qualunque tema che vada anche oltre la narrativa mainstream: può cercare di parlare del presente, del futuro, del passato, del nostro universo, di altri universi, della Terra, dei pianeti e quindi si può occupare anche della musica…”

E ALLORA RACCONTACI COME VIENE TRATTATO IL TEMA DELLA MUSICA IN QUESTO LIBRO…

Sono tre racconti completamente diversi tra loro e sono stati scritti in periodi differenti. Poi, avendo lo stesso tema, ho pensato di metterli in un unico volumetto: appunto “I suoni del silenzio”. Il primo racconto  dà il titolo alla raccolta e ha come protagonista una persona realmente esistita, un compositore dei primi del ‘900 importantissimo per la musica colta, perché ha rivoluzionato completamente quella che era la musica classica: si chiamava Arnold Schönberg, era tedesco di origine ebrea, ma non di religione ebraica.  Comunque dovette emigrare negli Stati Uniti per via delle persecuzioni razziali nella Germania nazista. Egli creò il “metodo di composizione con i dodici suoni”, detto anche “dodecafonia”. Sappiamo che le note sono sette, ma con l’aggiunta dei semitoni (per esempio i tasti neri del pianoforte), le note diventano dodici. Questa “scala musicale” ha generato, nel tempo, regole ritenute fisse e quindi per secoli rimaste intoccabili. Schönberg stava per essere espulso dalla Germania perché noto per queste sue composizioni strane e lo avevano richiamato dicendogli che doveva stare attento a ciò che faceva altrimenti avrebbe passato guai seri (l’“arte degenerata”). Nel racconto, fa un sogno – o  forse non è un sogno – in cui si ritrova all’improvviso in un altro universo, uno spazio enorme animato da creature che somigliano a folletti che dicono di essere i suoni. Gli spiegano anche di essere prigionieri di leggi che li incatenano, ma aggiungono che se lui riuscirà a creare e diffondere quel suo genere di musica dove invece ogni nota ha lo stesso valore musicale di ciascun’altra, loro potranno raggiungere piena libertà. Schönberg continua con maggiore entusiasmo a completare la prima composizione veramente dodecafonica e quando la stessa notte l’ha completata e tira un sospiro di sollievo, sogna nuovamente quell’universo con quelle creature – o ci va davvero- che lo prendono e lo portano a ballare felici per averle finalmente liberate. Poi si risveglia e si chiede se abbia veramente sognato, oppure no,  Insomma, auspica che anche sulla nostra Terra si verifichi la libertà per tutti….

QUINDI LA MUSICA COME METAFORA PER GIUNGERE ALLA LIBERTA’. MENTRE NEL SECONDO RACCONTO “SOGNO DI MILLE LAGHI” NARRI DI UN ALTRO IMPORTANTE COMPOSITORE DI FINE ‘800 E INIZI ‘900,  IL FINLANDESE  JEAN SIBELIUS. COSA GLI SUCCEDE?

Sibelius è stato il massimo compositore di musica finlandese, e resta anche tra i massimi esponenti del tardo romanticismo ottocentesco. Il racconto narra come la sua musica si ispirasse spesso al pantheon delle divinità finlandesi, come è scritto nel “Kalevala”, poema epico della Finlandia e che è un po’ l’equivalente della nostra “Odissea”. Sibelius scrisse numerose composizioni, fa cui sette sinfonie, ma non riuscì a portare a termine l’ottava, nonostante cercasse di scriverla e riscriverla fino alla fine dei suoi giorni (morì alla rispettabile età di novantadue anni). Si sospetta che l’abbia composta e poi distrutta. Nel racconto, accade che Sibelius una notte esce da casa e inoltrandosi nella foresta si imbatte in alcuni dei mitici personaggi del “Kalevala”, spesso richiamati nelle sue composizioni, e che gli fanno grande festa. Però uno di questi personaggi gli dice, in gran segreto, che lui non dovrà portare a termine questa fatidica ottava sinfonia, perché ciò che ha già composto raggiunge un punto tale di finezza e compenetrazione con i suoni e i silenzi della natura, da imitare la musica che accompagnò la nascita del mondo, e che si riascolterà solo quando il mondo finirà. (Questo racconto, come si può notare, non è fantascienza ma fantasy).

MENTRE NEL TERZO RACCONTO DAL TITOLO “LA MUSICA E’ FINITA” (RIENTRIAMO NEL TUO CAMPO OSSIA  LA FANTASCIENZA) IL COMPOSITORE E’ UN PERSONAGGIO DI TUA INVENZIONE E IL TEMA TRATTA DELL’ASSUEFAZIONE DELL’UOMO A QUANTO LO CIRCONDA…

Sì, siamo quasi ai nostri tempi, circa trent’anni dopo. C’è un compositore che ha avuto l’incarico di scrivere dodici canzoni che raccontino la storia personale di un mecenate (che, in verità, svolge attività non del tutto chiare): un vero e proprio “musical”. Shani, così si chiama, si mette a comporre con ottimi risultati, ma dopo l’undicesima canzone non riesce a scrivere la dodicesima, ha del tutto perso l’ispirazione. Chiede aiuto a un amico che si occupa di programmi per la  composizione automatica di temi musicali. Il programma prevede anche la possibilità di entrare in una specie rete internet della musica (una mia… fantascientifica invenzione) che può verificare se la canzone è originale o se il tema è già stato creato da altri. E’ praticamente un enorme contenitore di tutte le musiche che sono state già composte e che si conoscono. A Shani viene il dubbio che stia componendo una canzone già esistente, quindi, per provare, introduce le note della sua undicesima canzone nel computer: viene fuori una scritta che conferma l’originalità della composizione, ma aggiunge che con questa sua canzone si sono esaurite tutte le possibilità di creazione musicale: scopre cioè che sono state realizzate tutte le musiche che si potevano scrivere, quindi qualunque cosa lui faccia sarà una copia di qualcos’altro. Shani stringe i denti e compone la dodicesima, sapendo che non è roba sua, o che potrebbe essere smascherato. Ma giunto l’evento, la dodicesima canzone sarà applaudita di più di tutte, con richieste di bis: l’unica canzone che lui ha “copiato” è quella di maggior successo. La moglie allora gli suggerisce che la gente vuol ascoltare le cose già ascoltate… In sostanza: l’uomo vive nell’assuefazione delle cose che lo circondano.

QUANTO E’ IMPORTANTE PER TE LA MUSICA? E COME MAI HAI DECISO DI SCRIVERE RACCONTI SULL’ARGOMENTO?

Mi sono venuti spontanei, sono un amatore della musica. Quando ero ragazzino avevo un pianoforte in casa e avevo anche un maestro di musica il quale dopo sei mesi di lezioni mi scoraggiò a continuare. Qualche anno dopo mi  pentii amaramente di aver smesso perché ero diventato adolescente e sentivo suonare gli amici. Così decisi di farlo anch’io. Andai in un negozio, comprai uno spartito e ripresi un po’ a suonare. Sono andato avanti così e ho imparato a strimpellare per quel poco che mi basta…

E OGGI SUONI ANCORA IL PIANOFORTE?

Sì, soprattutto canzoni, ma non mi sono mai esibito in pubblico.

COSA TI PIACE SUONARE ?

Brani  facili  di classica, ad esempio “Per Elisa” di Beethoven, ma anche musica leggera, canzoni americane degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta. Anche canzoni italiane, amo molto quelle di Domenico Modugno.

TIENI ANCHE CONFERENZE….

Di recente ho tenuto conferenze sulla musica classica, ma anche su “musica e fantascienza”. Quest’ultimo tema comprende, ovviamente, due argomenti diversi, ma che si incrociano: racconti o romanzi di science fiction che hanno come tema la musica, e musiche che hanno come tema la science fiction. Ma qui il discorso si fa lungo, anzi più lungo di quanto possa apparire… Magari ne parliamo un’altra volta.

Filippo Radogna