DARIO TONANI… E WAR 2

Ormai è diventato un abitudinario del nostro sito e non necessita più di presentazioni, lo conosciamo da parecchio tempo eppure ogni volta restiamo colpiti  e sorpresi da quello che riesce a sfornare la sua mente, la mente geniale e “fantastica”, nel senso letterale del termine, di Dario Tonani, che ancora una volta abbiamo il piacere e l’onore di ospitare su queste pagine. Per cui, bando alle ciance e diamogli subito la parola.

CIAO DARIO, E’ SEMPRE UN PIACERE RITROVARTI E VEDERE CHE SEI SEMPRE COSI’ ATTIVO. TI AVEVAMO LASCIATO SU “MONDO9”… COME STA ANDANDO QUESTA SAGA?

Ciao a tutti, il piacere è mio. Direi che “Mondo9 2.0”, chiamiamolo così per semplicità anche se non sarà il suo vero titolo, sta andando a gonfie vele. I primi quattro episodi delle nuove storie sono già usciti in e-book da Delos Digital, il quinto (che sarà poi il nono della serie) è in avanzato stadio di lavorazione. What else? Il fix-up cartaceo dei nuovi capitoli ci sarà, come per il libro precedente, ma al momento posso soltanto dire che uscirà il prossimo anno…

E ADESSO TI RITROVIAMO INVECE CON “WAR 2”, SEGUITO DELL’ANTOLOGIA “W.A.R. – WEAPONS. ANDROIDS. ROBOTS.”, CHE HA TRA L’ALTRO INAUGURATO LE PUBBLICAZIONI DI MEZZOTINTS EBOOKS. PER COMINCIARE, PRIMA DI ENTRARE NEL VIVO DEL DISCORSO, COME CI SI SENTE A ESSERE STATI I PRIMI E COSA TI HA SPINTO A DARE CREDITO ALL’INIZIATIVA DI MANZETTI?

Con Manzetti ci siamo intesi subito bene dal principio. L’idea iniziale era quella di dare corpo a un dittico di fantascienza i cui due racconti avessero una base comune. Pensai subito a due storie edite, una per un Millemondi – “Necroware” -, l’altra per la mia antologia “Infected Files” di Delos, “Poliarmoidi” (questo il nuovo titolo): erano entrambi racconti di fantascienza militare, un genere nel quale gli autori italiani non si erano ancora cimentati. Alessandro Manzetti è stato da subito entusiasta della proposta e ha buttato lì l’idea di sviluppare il progetto in termini seriali. Ovviamente ho accettato con entusiasmo, ed eccoci qui con la seconda uscita. Sono stato il primo titolo di Mezzotints? A rigor di completezza, era già uscito qualcosa prima, credo di gratuito, ma il mio era l’e-book inaugurale. Mi è sembrato in linea con l’elemento di novità del progetto.

CI SONO MOLTI SALTI SPAZIO-TEMPORALI TRA UN RACCONTO E L’ALTRO, SEGNO CHE L’AFFRESCO CHE STAI DIPINGENDO E’ MOLTO AMPIO: HAI GIA’ IDEA DI QUANTO?

Non esattamente. Per il mio modo d’intendere la scrittura è già un successo quando ho un’idea su come andrà a finire una singola storia. Non mi figuro mai scenari particolarmente ampi nei miei orizzonti, preferisco lavorare passo per passo, alzare la testa e valutare i progressi fatti. Ma le storie di “WAR” andranno avanti e indietro nel tempo e qualcosa legherà tutto quanto…

INIZIALMENTE NON DOVEVA TRATTARSI DI UNA SERIE VERA E PROPRIA: COSA TI HA SPINTO A TRASFORMARLA IN UNA SAGA DI FANTASCIENZA MILITARE?

Negli Stati Uniti la Military Science Fiction è un (sotto)genere molto forte, con uno stuolo di lettori fedelissimo e autori molto attivi sul campo oltre che parecchio stimati anche a livello internazionale (un nome su tutti, John Scalzi). C’erano tutte le premesse perché il progetto potesse suscitare interesse anche da noi. E io ero il primo…

QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?

Non ho particolare dimestichezza con la rivisitazione di episodi del passato, i miei plot partono sempre da zero ed esplorano l’ignoto, anche dal punto di vista diciamo così… “storico”. E in “WAR 2”, con il primo dei due racconti, “ZombieDrone”, mi sono ritrovato a calarmi in un episodio della Seconda Guerra Mondiale. Ho fatto un po’ di lavoro di documentazione e in questo sono stato affiancato da un team di editor davvero straordinario: abbiamo lavorato sulla coerenza storica, su armi e divise, pur nell’alveo di una storia inventata di sana pianta. In minor misura, anche il secondo racconto, “Sarajevo Dum-dum” poneva lo stesso problema, perché rivisitava abbastanza apertamente l’assedio della città (la stessa identica città) degli anni ‘90, durante la guerra dei Balcani. Credo che il worldbuilding di queste due storie sia stata la parte più difficile della loro stesura.

PARLIAMO ORA DI “WAR 2”: COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DA QUESTI DUE NUOVI RACCONTI?

Adrenalina, rabbia, raccapriccio per l’uso distorto di una tecnologia che non è al servizio di uno scopo, di un obiettivo, di un ideale. Ma della mera sopravvivenza. E probabilmente non solo…

QUALI, E QUANTE, SARANNO LE PROSSIME MOSSE DEL CICLO DI “WAR”, SE GIA’ HAI IN MENTE UN PIANO BEN PRECISO?

Non lo so di preciso, l’idea è di procedere allargando l’orizzonte con un racconto lungo o due racconti di media lunghezza per volta.

VISTO CHE ULTIMAMENTE E’ CAPITATO SPESSO, COME IN QUESTO CASO, DI POTERTI LEGGERE ANCHE IN FORMATO DIGITALE, SECONDO TE QUALE SARA’ IL FUTURO DELL’EDITORIA? VEDREMO PIAN PIANO SCOMPARIRE IL CARTACEO A FAVORE DEGLI E-BOOK O PENSI CHE QUESTE DUE REALTA’ POSSANO CONVIVERE ANCORA PER LUNGO TEMPO?

No, non vedo affatto un switch-off a breve della carta. Certo, per molti editori medio piccoli, la carta oggi è diventato un bagno di sangue, la distribuzione fisica un vampiro succhiasoldi. Ma perché la “macchina cartacea” si spenga occorre che l’alternativa sia forte e garantisca un business credibile e adeguato. E ancora non lo è, e neppure, a mio giudizio, lo sarà nel breve periodo. Penso – certo – a una coabitazione di convenienza, nel segno di “risparmiamo qui e investiamo là”. Del resto, gli editori nativi digitali sono sul mercato già da diversi anni, ma i lettori nativi digitali stanno facendo l’asilo o si sono affacciati appena alla prima elementare. Cioè non sono ancora lettori!

DA TUTTE LE TUE PUBBLICAZIONI POSSIAMO NOTARE DA PARTE TUA UNA NETTA PREVALENZA DI PREFERENZA DI GENERE PIU’ IMPRONTATA VERSO LA FANTASCIENZA: COSA TI COLPISCE DI QUESTO GENERE E COME MAI HAI SCELTO DI SVILUPPARE LE TUE IDEE E I TUOI MONDI PROPRIO IN QUESTO SETTORE DEL FANTASTICO?

Adoro la fantascienza come lettore, come spettatore e come autore. Ma mi piace leggere, vedere e scrivere anche altro. Mi sforzo di non cristallizzarmi, peraltro in un genere che non offre garanzie di ricambio generazionale di lettori. Che cosa mi colpisce nella fantascienza? Tutto. E non ti nego anche la possibilità di fidanzarsi con tanti altri generi attigui: noir, thriller, weird, horror… L’ibridazione è un mio pallino da sempre, perché non mi sento accasato in nessun genere puro.

RECENTEMENTE SEI STATO PUBBLICATO ANCHE IN GIAPPONE E NEGLI STATI UNITI: COME E’ ANDATA E, SOPRATTUTTO, COME CI SI SENTE AD AVER VARCATO I CONFINI DELL’ITALIA VERSO DUE PAESI CHE NON SONO CERTO COSI’ VICINI A NOI E CHE, PARTICOLARMENTE, HANNO COSI’ TANTI MILIONI DI POTENZIALI LETTORI?

È stata un’esperienza fantastica, entrambe le volte. Il grande Paul Di Filippo, che ha curato l’edizione americana di “Cardanica”, ha preso davvero a cuore i miei primi passi sul mercato d’Oltreoceano. E lo stesso posso dire del traduttore giapponese Koji Kubo, al quale mi sono affidato ciecamente per problemi di lingua. In tutti e due i Paesi l’accoglienza è stata meravigliosa, specie perché riguardava un autore sconosciuto sui loro mercati. Non posso dire di più al momento, ma in Giappone “Mondo9” è andato – e sta andando – splendidamente; ho avuto recensioni entusiastiche, il romanzo è stabilmente in classifica e se la gioca con la SF americana e inglese.

QUALI SARANNO LE PROSSIME MOSSE PER IL MERCATO ESTERO?

Permettimi di non annunciarle ancora. Diciamo che sto incrociando le dita…

ULTIMA DOMANDA DI RITO, CHE SI RIALLACCIA ALLA PRECEDENTE: QUALI SARANNO INVECE LE TUE PROSSIME MOSSE? COSA DOBBIAMO ASPETTARCI DA DARIO TONANI NEL PROSSIMO FUTURO?

La carne al fuoco è parecchia. Sto lavorando alacremente alle nuove storie di “Mondo9”, di cui, come ho detto, è previsto il fix-up cartaceo per il prossimo anno. Poi ho un romanzo in stand-by da tanto, troppo tempo; dato che mi mancano un cinquantina di pagine, dovrò pensare di finirlo prima o poi. Ma penso ovviamente anche a qualcosa di nuovo, di dietro l’angolo, chissà. Infine i racconti: molti, perché alla narrativa breve mi dedico sempre con grandissimo entusiasmo. Insomma, stay tuned. E grazie della chiacchierata, Davide.

GRAZIE A TE E… A RISENTIRCI A PRESTO, MI PARE DI CAPIRE!

Davide Longoni