SLAYER: TRA DEMONIO E OSCURITA’

Satana c’è? Sì ed è presente nella maggior parte delle canzoni degli Slayer (letteralmente: il Trucidatore), gruppo trash-metal formatosi verso la metà degli anni Ottanta a Los Angeles… o almeno così racconta la leggenda!
Il gruppo è composto da: Tom Araya (basso e voce), Kerry King (chitarra), Jeff Hannemann (chitarra) e Dave Lombardo (batteria).
Sin dal loro primo album “Show no mercy” (“Non mostrare pietà”) hanno sempre portato avanti idee con orientamenti nazisti e satanici (“Slaytanic wehrmach” è il nome del loro fan club ufficiale). Il loro emblema è una stella a cinque punte, formata da spade insanguinate di cui una è tenuta da un caprone riempito di simboli occulti.
Ma tutto ciò è convinzione oppure è solamente una trovata pubblicitaria? Questo, ovviamente non si sa, ma sicuramente, se è una trovata pubblicitaria, la stanno portando avanti con completa dedizione!
In ogni copertina per loro creata, sono sempre presenti, in ordine sparso: croci rovesciate, stelle ribaltate, teschi e sangue in abbondanza.
“La venuta dell’Anticristo segnerà un totale cambiamento nella storia dell’umanità, egli sarà il Principe dell’Oscurità e della Guerra, porterà Morte e Distruzione”: questa è grosso modo la visione apocalittica vista dai fautori di “Reign in blood” (“Regno nel sangue”), il terzo disco degli Slayer, dopo “Hell awaits” (“L’inferno attende”… già dal titolo tutto un programma). Il sound è ancora molto aggressivo e trascinante e perfino il più scettico, con un po’ di ritmo nel sangue, non potrà fare a meno di essere trasportato nei meandri dell’Inferno.
Il quarto album, “South of heaven” (“A sud del paradiso”), segna una svolta musicale per la band: le atmosfere si fanno più cupe, il suono si tinge di nero e gli Slayer iniziano il loro periodo dark, abbandonando le ritmiche megafast di un tempo.
Con “Le stagioni abissali” (“Seasons in the abyss”), il gruppo mantiene la sua vena oscura, ma non disdegna un ritorno alle origini in canzoni come “Burn of fire”, “War ensemble” e “Hallowed point”. Altri brani invece, come “Dead skin mask”, “Skeletons of society” e la title-track “Seasons in the abyss”, sono state considerate fra i capitoli più inquietanti della storia dark-metal.
Da qui in poi gli Slayer continuano a sfornare musica forte, sia da un punto di vista ritmico sia sotto l’aspetto degli argomenti trattati. Ecco un assaggio dei titoli degli album più consistenti: “Diabolus in musica” (“Il diavolo nella musica”), “God hates us all” (“Dio ci odia tutti”) e il recente “Christ illusion” (“L’illusione di Cristo”).
 
Originariamente pubblicato sul numero 6 de LA ZONA MORTA, aprile 1991
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, luglio 2007

18/08/2007, Marco Boglioni