TONIRICA

Siamo lieti di presentarvi un esperimento veramente interessante che merita di entrare a far parte dell vostra biblioteca personale del fantastico: stiamo parlando di “TOnirica”, una raccolta di racconti di vari autori piemontesi a cura di Alessandro Del Gaudio (310 pagine; 16 euro) pubblicata dalle Edizioni Il Foglio.

“TOnirica”, il cui titolo è un gioco di parole fra le parole “Torino” e “Onirica”, è un’antologia di genere fantastico nata dall’idea di creare un piccolo universo torinese che tenesse conto della storia e della mitologia della metropoli sabauda. Tutti i racconti, infatti, sono ambientati ai nostri giorni e hanno come protagonisti creature fantastiche che camminano a fianco dei comuni cittadini, determinandone le sorti e condizionandone l’esistenza. Ma soprattutto hanno come protagonista la città con i suoi angoli suggestivi e i suoi luoghi comuni che spesso nascondono segreti che a non tutti è dato svelare.

Tutti gli scrittori coinvolti nel progetto sono torinesi di nascita o di adozione, e conoscono la città nelle cui strade sono ambientate le loro storie.

Vediamoli nel dettaglio.

Robertino Bechis, romanziere ed esperto di storia piemontese, racconta in Gallerie senza metrò la vicenda di una giovane studiosa che si imbatte nei fantasmi di due personaggi storici cittadini a cui finisce per legarsi.

Carlotta Borasio e Andrea Malabaila, responsabili di una casa editrice locale, si avvicendano nella scrittura di un racconto (Alla ricerca dei ricordi perduti) che va a scavare nei ricordi più cari delle persone, nei loro tesori, che due ragazzi hanno il compito di recuperare e restituire ai loro legittimi proprietari.

Andrea Borla con il suo racconto Il giudizio più lieve ci introduce nell’universo fantasy di Rethor e Lithil, in cui maghi e negromanti si mescolano tra la folla sabauda macchiandosi di efferati rituali celati nell’ombra di prigioni sotterranee.

Maurizio Cometto conduce il lettore in fantasmagorici viaggi interdimensionali che hanno come protagonista la metropolitana di Torino, nel racconto Linea Eco-TAV.

Alessandro Del Gaudio rispolvera la mitologia egizia e le sue divinità che, come cittadini qualunque, vivono il momento più tragico della loro eterna esistenza. Il suo racconto si intitola Apopi.

Doriana De Vecchi in Undici testimoni di una follia ci parla di cabala e della città esoterica, svelando a suo modo il mistero che ruota attorno alla tragedia del cinema Statuto.

Laura Frassetto in Le doppie nature ci parla della Torino dell’immigrazione e della prostituzione, in cui donne giunte da lontano sulle strade della metropoli portano con sé antichi e arcani miti pagani.

Massimo Soumaré mescola in Lucifer XXVII le inquietanti atmosfere lovecraftiane con un pizzico di manga-ironia, consegnando ai lettori il personaggio più dissacratorio e sbarazzino dell’antologia.

Davide Tarò, autore di Kodomo Taurinorum, ricorre alla sua passione per gli anime e i manga portando in Piemonte e a Torino un eroe dei fumetti, Totoro. Ma cosa si cela in realtà dietro la sua apparizione?

Valentina Cavallaro, la più giovane autrice della squadra di “TOnirica”, descrive una città tappezzata da inquietanti scritte che lasciano presagire un’imminente sciagura. Ai lettori scoprire il senso del titolo: Sta arrivando….

Gianpaolo Marrone, autore di Strappo, realizza un racconto su quattro piani narrativi, che toccherà a una sorta di indagatore esoterico collegare tra loro e rivelare al lettore.

Matteo Gambaro, infine, ci presenta uno dei suoi personaggi più originali e irriverenti, Augusto Taurinorum, che dà anche il titolo al suo racconto.

Ogni racconto è scritto in prima persona ed è ambientato a Torino e nei suoi dintorni.

Il curatore dell’antologia è, come dicevamo, Alessandro Del Gaudio che nel racconto finale, Mulder, prova a scrivere una sorta di epilogo a “TOnirica”, con protagonista un giovane fotografo che condivide con l’omonimo personaggio di “X-Files” l’insana tendenza a occuparsi di avvenimenti al di fuori della sua comprensione e che qualcuno desidera non vengano rivelati.

Per avere un’idea più chiara e un quadro più preciso di quello che vi aspetta, leggetevi un po’ la prefazione.

“Torino non sta mai ferma” recita, ultimamente, uno slogan molto popolare in città. Se questa fosse una guida turistica potrebbe cominciare così.

Ma non lo è e allora si potrebbe cominciare col dire che “Torino non è mai quel che sembra”. Non parlo della sorpresa che suscita spesso nel visitatore giunto qui col preconcetto della città grigia e operaia, parlo di una Torino che da secoli nasconde misteri. Anche su questo punto l’editoria si è sbizzarrita.

Ma com’è la Torino di chi ci abita, di chi immancabilmente entra nella spirale dei suoi costumi, delle sue tradizioni, dei suoi luoghi comuni, e ne viene assorbito? Tutti finiscono per abituarsi al carattere un po’ schivo dei suoi abitanti, al suo stile di vita rigoroso, poco accomodante, mai nevrotico, che esalta i piccoli momenti e, quando può, regala qualche grande evento. Tutti, col tempo, hanno acquisito il carattere della torinesità e assunto un po’ del suo spirito sabaudo. Generazioni di immigrati giunte da ogni angolo d’Italia e del mondo, alla fine, fanno fatica a tornare a casa, a riabituarsi al prima.

Credo che capiti un po’ con tutte le città dal carattere forte, schietto e genuino. Ti scottano. Ti legano ai suoi luoghi, ai suoi sapori, a un certo loro modo di fare.

“TOnirica” è nato prima di tutto da un’idea: lasciare che alcuni autori nati a Torino o giunti nella nostra città per lavoro ne parlassero. Mi è sembrato corretto non coinvolgere nel progetto scrittori che qui ci sono stati solo di passaggio o, ancora, ne parlano per sentito dire. Torino bisogna viverla, per capirla. Ognuno degli autori di questa antologia ha descritto una propria città, una propria idea di Torino.

Ho posto loro alcune ferree condizioni: che il racconto fosse ambientato nell’area metropolitana torinese, al giorno d’oggi; che fosse scritto in prima persona, perché emergesse nell’introspezione della narrazione la potenza dirompente dell’evento imprevisto, spiazzante, straorinario a cui l’umana ragione non sarebbe stata in grado di dare una spiegazione; infine che, conseguentemente, ciascun racconto rientrasse in una branca del genere fantastico (fantasy, horror, surreale, paranormale…).

Più nello specifico, il titolo riassume l’intenzione di riscrivere la mitologia del luogo e di proporne una nuova, fantasiosa, nata da un’immaginazione che non si affida, necessariamente, alla leggenda. In tanti abbiamo spesso sentito parlare di alieni sul Musinè, del Sacro Graal sepolto in un punto non ben precisato, ma indicato da una statua; e chi non conosce la leggenda delle grotte alchemiche nascoste sotto piazza Castello, dove ancora si svolgerebbero riti esoterici? O del tempio di Iside celato, si dice, proprio nel sottosuolo su cui è stata eretta la chiesa della Gran Madre? O della porta dell’inferno in piazza Statuto? Sono leggende, credenze, storie avvolte da un alone di mistero che i torinesi ritengono non meno attendibili dei fatti storici forse perché, a forza di parlarne, si sono convinti che esse contengano un fondo di verità.

Alcuni degli autori che hanno contribuito a scrivere “TOnirica” hanno gettato le basi del loro racconto tanto sulla leggenda quanto sulla cronaca – passata o recente – per poi approdare ad esiti inediti e insoliti.

Ma, scorrendo le pagine del libro, forse il lettore scoprirà di non conoscere affatto questa città. Diventerà visitatore e osservatore privilegiato di una Torino diversa, che non si mostra mai per quella che è, che si diverte a nascondersi dietro un velo di nebbie e segreti, attraversata da personaggi misteriosi che a qualcuno dei suoi abitanti, per fortuna o per cattiva sorte, sarà forse capitato di incontrare. Dopo averlo letto la città gli sembrerà cambiata, anche i luoghi più celebri e intimi appariranno estranei e fantastici, svelati nella nuova natura che, ciascuno degli autori, avrà a suo modo contribuito a plasmare. Proverà a fantasticare su storie non ancora scritte, su misteri non ancora rivelati o risolti e si immaginerà al bar del Cambio a prendere un caffè con una divinità egizia o a fare la spesa a Porta Palazzo con il fantasma di Juvarra, oppure a guardare il derby allo stadio insieme a una bella e spietata maga giunta da un’altra dimensione. E ci sorriderà sopra, sentendosi a casa”.

Il curatore Alessandro Del Gaudio è nato a Torino nel 1974. Bibliotecario, laureato in Lettere Moderne, è autore di numerose opere di narrativa e saggistica. Si definisce scrittore a tutto tondo, perché le tematiche affrontate nei suoi libri toccano quasi tutti i generi, non prediligendone uno su tutti. Il suo primo libro è uscito nel 2001, Il candore dei ciliegi (Ananke, Torino), a cui sono seguiti: Lungomare (Il Foglio, Piombino, 2002), L’Identità Segreta. Supereroi e dintorni (Il Foglio, 2003), Luna all’alba (Proposte Editoriali, Roma, 2004), Italoamericana (Il Foglio, 2005), Aurora d’Inverno (Magnetica Edizioni, Napoli, 2006 – Edizioni Scudo, 2012), Le note di Nancy (Tespi, 2009), Kyoko mon amour. Vent’anni di manga giovanili (Il Foglio, 2010), Metallo d’Ombra (Il Foglio, 2012). Per l’editore Autori Esclusi ha curato l’antologia di racconti Aigam Magia (2002), con prefazione di Giuditta Dembech.

Recentemente, oltre ad aver curato per le Edizioni Il Foglio l’antologia di racconti fantastici TOnirica, interamente ambientata a Torino e scritta da autori torinesi, nella prossima primavera darà alle stampe Lacrima d’Ombra, il sequel di Metallo d’Ombra.

Ha inoltre collaborato a numerose riviste letterarie e di approfondimento: Il Foglio Letterario, Pepe, Tam Tam e Nuovo Progetto del Sermig, su cui si è occupato della rubrica dei libri e scrive articoli sul fumetto.

Buona lettura.

A cura della redazione