E POI VENNE IL COMPUTER… MA SOLO POI – PARTE 10 – IL PIANETA DELLE SCIMMIE (1967)

La pellicola è stata girata, in buona parte, nel Parco Nazionale di Malibu Creek, vicino a Los Angeles, all’epoca di proprietà della 20th Century Fox, tanto è vero che veniva chiamato: “Il Ranch della Fox”. Mentre “Il Dottor Dolittle” entrava in pre-produzione, Arthur P. Jacobs mostrò al produttore Darryl F. Zanuck un altro soggetto del quale aveva acquistato i diritti nel 1963, ancora prima che l’autore del romanzo lo pubblicasse. Si trattava, anche in questo caso, di una storia di animali, ma si raccontava di scimmie parlanti ed evolute. Jacobs mise al lavoro sette disegnatori ai quali fece realizzare degli schizzi in modo da poter avere e poter fornire un’idea visiva della storia. Preparò un libro di merchandising sul film di 130 pagine e contattò Rod Serling il quale cominciò a scrivere la prima sceneggiatura e, in un anno, furono realizzate trenta bozze.

Noi oggi sappiamo che la prima di questo film avvenne l’8 febbraio 1968 al Capitol Theatre di New York e fu un successo. Eppure il romanzo di Pierre Boulle era passato per tre grandi case di produzione prima di essere accettato, ma quando sembrava non esservi più alcuna speranza, Jacobs portò a Charlton Heston il copione da leggere. Era il 5 giugno del 1965: l’attore lesse il copione e s’innamorò della parte e manifestò l’intenzione di interpretarla suggerendo Franklin J. Schaffner come regista, con il quale aveva appena terminato di girare “Il Principe Guerriero”. Era un’evidente garanzia per le case di produzione ma, nonostante questo, la risposta era sempre molto scettica, in quanto esse erano convinte che le scimmie che parlano fossero roba da telefilm per il sabato mattina e, in effetti, fino a quel momento tutti i film dove agivano delle comparse vestite da scimmia erano considerati di seconda categoria. Quando Richard Zanuck, figlio di Darryl, che aveva sostituito il padre alla 20th Century Fox, lesse il copione, trovò l’idea entusiasmante e propose di girare un rullo di prova per vedere che effetto faceva sullo schermo presentare attori truccati in modo scimmiesco e parlanti. La sua preoccupazione principale, infatti, era che suscitassero ilarità. L’8 marzo del 1966 fu girato un provino dal costo di cinquemila dollari con Heston nel ruolo di Taylor, Edward G. Robinson in quello di Zaius, James Brolin interpretava Cornelius e Linda Harrison che interpretava Zira. La scena ricordava da vicino quella del ritrovamento della bambola parlante e si svolgeva sotto una tenda. Il trucco era realizzato da Ben Nye, capo reparto della Fox per quanto riguarda il make-up: non era niente di eclatante ma rendeva l’idea e, soprattutto, non era una sequenza ridicola per cui Zanuck diede il via libera a Jacobs. L’inizio delle riprese era stato stabilito per la primavera del 1967 per cui c’erano solo sette mesi a disposizione per i preparartivi e serviva un truccatore specializzato in protesi. Fu così che John Chambers venne a far parte della troupe.

John Chambers, degno erede di Bud Westmore, che doveva realizzare la maschera delle scimmie così come ha supervisionato quelle del film di Tim Burton, volle un milione di dollari per realizzare una truccatura che fosse credibile e vinse l’Oscar per l’ottimo risultato che ottenne. Prima di tutto vennero realizzate le maschere usando come base le foto ingrandite degli attori, quindi vennero eseguiti i calchi dei visi, poi, sulle maschere di creta, furono scolpiti i lineamenti scimmieschi. Di ogni maschera truccata si fecero altri calchi, ciascuno dei quali pesava circa ventitré chili. In questi calchi fu colata una schiuma di gomma studiata appositamente e porosa in modo da permettere la traspirazione della pelle… le maschere che ne risultavano venivano così applicate sul volto degli attori con uno speciale adesivo e ne venivano prodotte in continuazione perché non solo si rovinavano facilmente essendo molto leggere, ma all’interno del mento si depositavano residui di cibo quindi ogni giorno dovevano essere sostituite e fu anche per questo che si pregò gli attori, nella pausa pranzo, di non mangiare cibi solidi, ma solo yogurt e pappine e di fumare usando dei lunghi bocchini per non bruciare la mascheratura. Le parrucche, fatte a mano, costavano settantacinquemila dollari l’una. Erano necessarie quattro persone per l’applicazione di ogni maschera per cui furono reclutati più di duecento fra tecnici e truccatori. Maurice Evans, che interpretava Zaius, si ritrovava sempre mezzo ubriaco alla fine della struccatura a causa dei vapori di alcool e acetone necessari per la rimozione degli adesivi.

Una volta un gruppo di comparse che dovevano interpretare dei gorilla, furono vestiti e truccati alla Fox e condotti poi in pullman a Malibù. Gli attori presero loro il comando del mezzo e si divertirono a stupire la gente in autostrada che osservava attonita e preoccupata dei gorilla alla guida di un mezzo di trasporto. Un’altra cosa curiosissima e ancora oggi inspiegata è che si formarono dei gruppi secondo la razza scimmiesca: a pranzo, sul set, nelle pause… le scimmie frequentavano le scimmie, i gorilla, i gorilla e via di questo passo. Kim Hunter (Zira) disse che non aveva quasi mai parlato con Maurice Evans, fuori dal set, forse per questioni di casta…

Chambers era una garanzia avendo realizzato i trucchi di serial televisivi come “Oltre i Limiti” e “Lost in Space” nonché il disegno delle famose orecchie vulcaniane. Zanuck decise, comunque, di realizzare il tutto in grande economia per cui trasformò immediatamente la modernissima città delle scimmie del romanzo in un agglomerato medioevalesco riducendo in questo modo le spese e per restare dentro il budget stabilito definitivamente in cinque milioni e ottocentomila dollari. L’ispirazione della città fu data da un agglomerato preistorico effettivamente esistente in Turchia e scavato nella roccia. Per la costruzione fu usata una struttura di tubi metallici saldati e il tutto fu coperto con del cartone sul quale, dall’interno, fu spruzzata della schiuma di uretano e lasciata solidificare. Una volta tolto il cartone il risultato erano delle forme solide e strane.

Il 21 maggio del 1967 iniziarono le riprese. L’astronave che precipita e poi affonda nel Lago Powell aveva la parte anteriore realizzata in compensato ed era lunga sette metri, era ancorata sul fondo del lago che era di ben novanta metri di profondità. Le riprese iniziali, nella zona desertica, sono state effettuate vicino al fiume Colorado, nello Utah e in Arizona e ci si poteva arrivare solo a piedi, a dorso di mulo o in elicottero. Il calore poteva raggiungere i quarantotto gradi e Jeff Burton svenne durante una delle riprese a causa del caldo. Dalla sequenza degli spaventapasseri in poi le scene sono state realizzate a Malibu, nel Ranch della Fox e il laghetto nel quale si tuffano gli astronauti era stato fatto per “Il Dottor Dolittle“, l’unica differenza era che la cascata fu potenziata con una ventina di getti d’acqua aggiuntivi e ben nascosti.

Quando gli astronauti vedono per la prima volta gli uomini preistorici e poi le scimmie, si trovano in un campo di mais che fu appositamente coltivato per quella scena. In dieci settimane il campo doveva essere seminato, irrorato e curato in modo che le piante raggiungessero i due metri di altezza. Durante tutto il periodo, e ventiquattro ore su ventiquattro, la zona fu costantemente innaffiata e fu usato un fertilizzante speciale. In questo modo, tre giorni prima delle riprese, le piante erano alte due metri e cinquanta, ma il regista disse che era stato chiaro: le voleva di soli due metri per cui ordinò che fossero tagliate all’altezza giusta.

Per quasi tutto il film Heston è vestito di stracci, seminudo o, addirittura nudo, calzava solo degli stivaletti di gomma modellati come due piedi, per evitare di tagliarsi ma questo non lo scansò di finire in mezzo alle ortiche con dei risultati alquanto disastrosi il giorno successivo. L’attore prese anche una brutta influenza. Linda Harrison rimase nel cast, essendo la donna di Zanuck, ma Edward G. Robinson, come abbiamo detto, fu costretto a dare forfait soprattutto per ragioni di salute. Le scene finali furono girate sulla costa californiana a Zuma Beach, sempre vicino a Malibu, dove, sulla spiaggia, fu sovrapposto il disegno della Statua della Libertà, opera di Emil Kosa mentre la scena da dietro fu realizzata sopra un traliccio di ventun metri e fu scartata, anche se girata, una scena che mostrava Nova incinta.

In ultimo Charlton Heston è apparso nel sequel solo per amicizia verso James Franciscus e in quello di Tim Burton per rispetto del regista.

Giovanni Mongini