FLAVIO MORETTI PORTFOLIO 02

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta della produzione cinematografica di Flavio Moretti: grazie alla nostra amicizia con il regista, stiamo percorrendo insieme a lui più di 30 anni di storia del nostro paese attraverso un portfolio dei suoi lavori, tra corti e mediometraggi di genere fantastico.

Dopo gli anni Ottanta, è giunto il momento di dare un’occhiata alle opere che il regista ha diretto negli anni Novanta… spegnete le luci, lo spettacolo ha inizio.

Il 1991 segna il ritorno di uno dei personaggi più riusciti di Moretti: stiamo parlando di Wilbur, un po’ un antesignano di Rupert, che era stato il protagonista del corto WILBUR E LA TV del 1988. Con TROPPI GUAI PER WILBUR, Moretti stavolta confezione in U-Matic un mediometraggio di 50 minuti, in cui Flavio riveste quasi tutti i ruoli, compresi gli effetti speciali, affiancato dai consueti Giuseppe Garau alla scenografia (sicuramente uno dei collaboratori cardine di Flavio) e Vincenzo Torelli alla musica. Tra gli interpreti figurano: Vincenzo Torelli, Laura Goitre, Roberta Cerutti, Gianni Raso e Giorgio Scapecchi.

Lo stralunato Wilbur sta passando l’ennesima giornata a casa della nonna davanti al televisore. Colto dal sonno, si addormenta. E’ proprio la nonna a svegliarlo, e a costringerlo ad andare a mettere a posto la soffitta, pena l’allontanamento dallo schermo per giorni. Il sottotetto è molto in disordine, la lampadina si brucia e il buio nasconde tutto. Qualche prova e poi si infila dentro. Porta con sé la candela, anche se non fa più luce. Un tesoro! Wilbur ha trovato un tesoro! Chissà che avrebbe trovato ancora, in quel posto… Scheletri, trabocchetti, libri magici, mostri…: veramente troppi guai per uno come lui!

Del film esiste anche un “Making of” della durata di 7 minuti, girato in VHS tra il 1989 e il 1991, con alcune informazioni sulla difficile lavorazione del mediometraggio che si avvale delle riprese di Celestino Tortorelli, Giuseppe Azzara e dello stesso Flavio Moretti. Come il regista ci ha detto, si tratta di un “filmato inedito mai trasmesso da nessuna parte. Per la prima volta viene proposto uno dei lavori più lunghi e travagliati della mia carriera da indipendente. Tra costruzione delle varie scenografie e riprese ci sono voluti quasi due anni, tra innumerevoli problemi logistici ed economici: come al solito mi buttavo in imprese più grosse di me e senza soldi! Le prime riprese venivano realizzate dentro un vecchio maniero del 600, meglio conosciuto come il Castello dei Templari della Rotta, vicino a Moncalieri: il proprietario ci aveva permesso di girare parte delle scene, ma dopo solo una settimana ci invitava ad andarcene, non sopportava il via vai. Tutte le scenografie allora sono state portate dentro un grosso garage di un amico, che ci ha ospitati per più di 6 mesi. Il problema più grande era che ogni giorno, finite le riprese, bisognava smontare tutte le scenografie e accatastarle da una parte, per poter far posteggiare le due auto del proprietario! Finite le riprese nel garage, a febbraio del 1991 ci siamo trasferiti nella soffitta di un altro amico, per circa un mese, patendo un gran freddo. A ottobre del 1991 il film era finito. Ha vinto il primo premio Spazio Italia al Festival Cinema Giovani di quell’anno e vari premi internazionali. Col premio vinto in denaro ho poi realizzato IL CERCHIO.




IL CERCHIO è un corto in 35mm della durata di 7 minuti, girato nel 1993. A Moretti stavolta sia affiancano altri collaboratori: troviamo alla fotografia Pietro Sciortino, alla scenografia il consueto Giuseppe Garau e alle musiche stavolta Antonio Chimienti. Gli interpreti sono Davide Bennati e Laura Alesiani, mentre la creatura è Sonia Pigatti.

IL CERCHIO è un cortometraggio che tratta il dramma della droga. Meno retorico e più visionario grazie al riferimento al cinema espressionista, tenta di descrivere un’ipotetica dimensione raggiunta da un tossicodipendente al momento dell’assunzione della droga. Vagando per un ambiente “dantesco” egli ritroverà se stesso morto per overdose.

Realizzato grazie al premio della sceneggiatura vinta con TROPPO GUAI PER WILBUR, Le riprese in studio sono durate circa una settimana. “Si tratta, ci racconta Flavio, del primo corto realizzato in pellicola 35mm Agfa in bianco e nero e per la prima volta ho utilizzato una piccola troupe professionale. E’ stata la prima collaborazione con un vero direttore della fotografia: fino a quel momento, il 1993, avevo sempre curato tutto da solo i miei corti. Le scenografie sono state costruite da me e dallo scenografo Giuseppe Garau e hanno richiesto quasi un anno di lavoro. Anche questo corto ha vinto vari premi nei festival internazionali”.

Pure di questo film esiste un “Making of”, ma è stato montato solo nel 1998, cinque anni dopo: si tratta di un documentario inedito che mostra le riprese in studio, durate circa una settimana. Il filmato è dedicato al direttore della fotografia Pietro Sciortino, scomparso prematuramente nel 2004, appena aveva finito con Flavio “Il magico Natale di Rupert”.

Nel 1995 Moretti si occupa del progetto dell’inedito IL BUIO OLTRE, un film bellico / fantasy / avventuroso ambientato durante l’occupazione nazista. Sono stati fatti dal regista numerosi studi e molto materiale è già pronto, anche se la pellicola al momento non è stata ancora realizzata: esiste solo una presentazione che, sinceramente, non vediamo l’ora possa diventare presto realtà.

La storia è tratta da una vicenda in parte realmente accaduta, relativa alla passione di Hitler per l’arte e le scienze occulte: un gruppo di ufficiali scelti viene mandato a recuperare la Lancia di Longino, la stessa che ha trafitto il costato di Cristo in croce, secondo la leggenda un’arma dai poteri straordinari. La ricerca si spingerà oltre la vita grazie alle N.D.E. (near death experience – esperienze di premorte).

Nello stesso anno del “Making of” di IL CERCHIO, il 1998, Moretti si occupa anche di LA CALMA, un cortometraggio di 3 minuti in S-VHS, in cui per la prima volta si occupa di tutto lui.

Il soggetto parte da una domanda: “E se qualcuno un giorno vi inventasse un sistema per rilassare gli automobilisti, quando sono fermi al semaforo…?”.

“Nato come sperimentazione per l’utilizzo di una microcamera, ci racconta il regista, tutti i micro-set erano realizzati in cartoncino: l’unica scena in grandezza naturale è quella del giradischi. Realizzato in due giorni il corto risulta vincitore del primo premio al festival “Locomovies Borgo Maggiore San Marino” nel 2000.

E con questo termina anche la seconda parte di questo portfolio dedicato ai geniali film fantastici di Flavio Moretti: la prossima volta chiuderemo questo percorso occupandoci degli anni Duemila.

Davide Longoni

(2. continua)