WEBSITE HORROR: UN’ANTOLOGIA PER HALLOWEEN

La casa editrice toscana Intermezzi Editore, nata nel giugno 2008, annuncia che pubblicherà un’antologia legata al sito letterario “WebSite Horror”, portale di racconti horror curato da Marco Candida, già autore del volume “Il mostro della piscina". Il volume uscirà nel novembre del 2010 e gli autori saranno selezionati tra quelli che avranno inviato i loro racconti al sito durante questo periodo.
Il progetto “WebSite Horror”  è un portale di racconti horror prodotto proprio da Intermezzi Editore. Si presenta come una sorta di sito di compravendita di “oggetti stregati a prezzi stracciati”, in cui ognuno può mettere in vendita un oggetto di sua proprietà che presenta caratteristiche particolari: deve essere “stregato”, aver provocato qualcosa di misterioso, esser legato a fatti e vicende macabre, ambigue, raccapriccianti. In allegato all’oggetto si trova una scheda tecnica in pdf che ne descrive le caratteristiche, ma in realtà il pdf contiene un racconto di genere horror, che si può scaricare e leggere.
Il curatore del sito, Marco Candida, ha invitato autori italiani emergenti e non a scrivere un racconto legato a un oggetto e successivamente si sono uniti al progetto anche altri autori e lettori, che possono liberamente spedire la propria proposta via mail all’indirizzo presente sul sito.
Attualmente si possono leggere 85 racconti di 57 autori, tra i quali Gianluca Morozzi, Franco Santoro, Matteo Galiazzo,Paola Presciuttini, l’autore di testi di canzoni Pasquale Panella e molti altri scrittori, critici e lettori.
In previsione dell’antologia nei prossimi mesi verranno selezionati gli autori e i racconti che entreranno a far parte del volume la cui uscita è prevista, come dicevamo, per il novembre del 2010.
La partecipazione è aperta a tutti.
Ad affiancare Marco Candida nella cura del libro, ci sarà Chiara Fattori.
I testi verranno scelti seguendo i criteri qui di seguito enunciati per punti, come ci racconta lo stesso Marco.
“PIPISTRELLI DI FANGO. Prima di tutto appare necessario chiarire lo spirito dell’iniziativa, e lo faremo con un’immagine. Immaginatevi un poco alticci alla fine di una serata tutta divertimento. Albeggia. Siete fermi con l’automobile in qualche solitario angolo di collina. Vi siete appena fatti un croissant caldo a metà prezzo tolto fresco dalla teglia del fornaio che ve lo ha passato dal retro del suo esercizio (non c’eravate soltanto voi, ma anche altri, perchè nella cittadina dove abitate più o meno tutti sanno che in quel giorno particolare della settimana sul far dell’alba quel fornaio distribuisce croissant caldi). Siete con i vostri amici. C’è Mauro l’architetto. C’è Alberto l’avvocato. C’è Giovanni che in attesa di qualcosa di meglio lavora come commesso al Blockbuster. Siete tutte persone rispettabili, e vi state solo passando una serata tra amici – e niente mogli, fidanzate o amanti, grazie. Ad un tratto mentre siete schiacciati in auto con la testa che gira leggermente e osservate i chiarori dell’alba che gettano una luce di magia attorno vi lasciate andare a qualche immaginazione. Magari partite dalla trama di un film fuori commercio che conoscete solo voi o di quel fumetto introvabile che con l’età che avete ancora non smettete di leggere o di quel videogioco mai sentito che avete regalato a vostro nipote. A voi non piace mai fare la parte di quelli che hanno troppa immaginazione. Comunque si tratta di una storia che fa paura, e mentre la raccontate cambiate la trama, aggiungete scene, insomma ci mettete del vostro, reinventate. State ritornando ragazzini, forse addirittura state tornando bambini. Ridete. Fate ululati. Fate “buh!” ai vostri amici. Nella migliore delle versioni di questo bel quadretto a un certo punto vi ritrovate fuori dall’auto a rincorrervi uno con l’altro con le mani alzate come fanno i morti viventi. Proprio voi, sì, che siete architetti, avvocati, che comunque andate sempre in giro ordinati, in giacca e cravatta, e che di solito siete persone che fanno della serietà il fondamento primo della loro professione e… bè, della loro esistenza. Ecco. Questo è precisamente lo spirito del Websitehorror. Quattro amici che giocano a spaventarsi soltanto un poco l’uno e l’altro…
GUFI DI GELATINA. Benché assai soddisfatti per come stanno procedendo le cose, i racconti pubblicati sul Websitehorror, come è sotto gli occhi dei lettori, che certo non hanno bisogno di essere guidati nella lettura – così come quando si ascolta la musica di un violino e anche senza essere degli esperti si riconoscono subito le stonature un poco è lo stesso anche con le parole – non tutti sono buoni racconti. Anzi alcuni sono proprio deludenti. Non abbiamo ritenuto però per adesso di fare alcuna selezione perchè lo spirito del Websitehorror è, e rimane, soltanto quello di creare uno spazio dove poter praticare un genere letterario che, almeno secondo la nostra osservazione, se si eccettuano rari, rarissimi casi sembra non essere frequentato affatto dagli autori italiani. Perciò pur trattandosi di una proposta pacifica e ispirata dal puro divertimento, essa contiene alle radici un’obiezione piuttosto inequivocabile: possibile che nel nostro Paese certi generi di storie debbano per forza essere importate? Non possiamo, invece, fabbricarcele da noi, queste storie? Possibile che dobbiamo considerare queste storie il Male, il Nemico, il Diavolo, decidere che un’intera pratica del fare storie è spazzatura, chiuderla in un cassone e consegnarla alle tarme e alle ragnatele in soffitta? E’ questo l’atteggiamento giusto? Non è invece più saggio addomesticarlo, il mostro? Facciamocele da noi, le nostre storie. Chi ha detto che non siamo capaci?
VOMITO DI PLASTICA. Come dicevamo, ad ogni modo, benché soddisfatti per come le cose stanno procedendo, per l’antologia che abbiamo intenzione di ricavare dal Websitehorror purtroppo saremo costretti a indossare il cappello da maestrina, salire in cattedra e dire tu sì e tu… la prossima volta.
TORMENTA DI RANOCCHI. Prima di passare a specificare meglio i criteri della sanguinaria selezione alla quale i racconti dell’orrore verranno sottoposti desideriamo chiarire ancora un poco il respiro generale di questa iniziativa, cosa che evidentemente ci sembra molto importante fare, in particolare specificando meglio ciò che abbiamo espresso brevemente nel punto “gufi di gelatina”. Abbiamo scritto che alcuni racconti sono molto deludenti. Abbiamo osato il paragone tra il suono delle note del violino e le parole di un testo. Però potrebbe anche darsi il caso che a qualcuno le stonature di quel violino piacciano, e che anzi non le giudichi affatto delle stonature, ma note che esaltano e vivificano un’armonia e una melodia altrimenti troppo piatte, troppo banali. Legittimo. Ecco allora che si rende necessario spiegare di che cosa noi andiamo in cerca. Ciò che ci ha reso perplessi è che in molte delle storie pubblicate sul sito ci si accontenta di raccontare i fatti senza chiarire le condizioni che rendano possibile il verificarsi di questi fatti. Se scrivo che un vampiro della Transilvania ha posteggiato la sua Cadillac volante nella Piazza del Duomo di Parma come lettore io voglio essere messo nello spirito di poter credere a questo evento. Come convinto consumatore di gastronomie al sapor d’orrore questa idea mi solletica, e io voglio, oh sì, lo voglio con tutto me stesso di poterci credere. Però subito mi domando: ma a che ora il vampiro della Transilvania ha posteggiato la sua Cadillac volante in Piazza Duomo a Parma? Non c’era nessuno in giro che l’ha visto atterrare? I vigili non gli hanno chiesto se aveva il permesso di posteggiare lì la Cadillac? Esiste per caso un sistema di monitor che osserva che cosa accade sui cieli di Parma – se ci sono aerei che sbagliano traiettoria, meteoriti, mongolfiere, astronavi spaziali e… automobili volanti? Come ha costruito il vampiro la sua Cadillac? Dove l’ha trovata? Ogni singolo fatto che compone una storia diventa migliore se acquista un suo corpo, un suo spessore, e probabilmente diventa realmente anche più gustoso. La parte interessante del raccontare storie è prima di tutto la documentazione. Scrivere è un’avventura culturale, sempre. Anche se leggo di una gara di oscenità tra una strega di Salem e il cannibale di Rotenburg (che, si potrebbe immaginare, ha preso una macchina del tempo ed è ritornato nel 1691 per incontrare la figura che ha, Dio ci scampi, ispirato maggiormente la sua condotta etica) sia come lettore che come autore io voglio poter imparare qualcosa alla fine: voglio uscirne arricchito di qualcosa che non sapevo. Mi basta anche solo un fatto, una parola, un modo di immaginare, l’uso della virgola… Senza esagerare, però, eh! Che dopo mi stanco, mi sembra di leggere uno che scrive per tener corsi di scrittura creativa, e non di uno che tiene corsi di scrittura creativa perchè scrive…
COBOLDI DI ZUCCHERO FILATO. Attenzione attenzione attenzione! Siamo tra amici! Ci dispiace se nel punto “tormenta di ranocchi” siamo apparsi presuntuosi nel dir la nostra, ma cercavamo solo di esprimere il nostro desiderio come lettori circa le storie che vorremmo leggere!
TESCHIETTI DI SUGHERO. Alcuni racconti dal sito dell’orrore ci sono parsi comunque buoni. Non diremo quali sono di modo che agli autori di questi racconti magari venga voglia di consegnarci qualcosa di ancora migliore.
CORNACCHIE VENETE. Alcuni autori presenti nel sito dell’orrore ci sono parsi interessanti. Li contatteremo per chiedere a loro storie fatte ancora meglio.
POLIPI DI GOMMA. Verranno presi in considerazione anche racconti scritti in lingua straniera sia da autori italiani che stranieri.
MOTOSEGA RUMOROSA. Se non è ancora chiaro dopo la premessa contenuta nel punto “pipistrelli di fango”, qui ribadiamo di preferire racconti che non presentino soggetti troppo violenti e desideriamo non alimentare credenze superstiziose circa l’occultismo – caproni del sabba, messe nere, pentacoli…
URLO DI VECCHIACCIA STRANGOLATA. Sentitevi comunque liberi di fare tutto quello che vi pare e ricordate: in una storia dell’orrore più è credibile e più è incredibile! (Questa è mia; non di Stephen King).
OSSA DI BRONTOSAURO IN PADELLA. I racconti presenti nell’antologia verranno preventivamente pubblicati sul Websitehorror. Chi desidera partecipare può inviare i racconti all’indirizzo mail che troverà sul sito. Terremo aggiornati i lettori e i partecipanti attraverso il gruppo Facebook e usando ogni altro canale a disposizione compresi i megafoni e le trombe da stadio. Abbiamo un anno per fare le cose per bene e vi promettiamo che non verrà solo un cosa bella, ma sarà proprio una cosa che vi farà restare secchi sul ring nel giro di tre round. Perciò siete ancora tutti in tempo per fregarci l’idea!”.

A questo punto a noi non resta altro che augurarvi… buona fortuna!

08/12/2009, Davide Longoni