JORDAN CROSS

-Corri corri!
-Le sento, sono vicine!
Erano due uomini armati a parlare così. Filavano lungo le strade di Londra indossando soprabiti speciali e maschere protettive.
-Vicine un corno.
-Colpa tua se ci siamo persi.
-Non siamo lontani Samuel, la zona decontaminata deve essere alla fine di Portobello.
Svoltarono un angolo, frenandosi entrambi, gli occhi spalancati dietro la visiera della maschera.
-Porca troia impestata!- fece Samuel alzando il fucile d’assalto. Davanti a lui c’era una pecora.
-Lascia stare, è da sola. Se spari le attireremo tutte- disse il compagno.
-Cristo Santo lo vedi come ci guarda?- fece Samuel: -Chissà che pensa in quel suo cervello del cazzo?
-Che vuoi che pensi: è una pecora!
Proprio in quell’attimo l’ovino partì alla carica belando. Samuel notò che aveva il muso imbrattato di sangue e gli occhi d’un bizzarro colorito arancio.
-Oh Cristo!- disse e prese la mira.
-No fermo! Lo sai che reagiscono ai rumori.
Samuel non gli dette ascolto: mirò e fece partire una breve raffica. La pecora diede un ultimo belato e cadde stecchita.
-Ecco brutta pecora!- ruggì Samuel. Il compagno gli urlò qualcosa, indicando davanti a loro. Portobello Road da deserta che era stava vomitando ovini da ogni dove: c’erano pecore, agnellini, giganteschi montoni, una massa lanosa e belante con gli occhi dipinti d’arancio.
Samuel era incredulo: -Oh cazzo! Che facciamo Rinaldo?
Ma Rinaldo stava già parlando al comunicatore appeso alla spalla: -Alpha Four Four, qui Delta Seven Six, Linea Uno ferma Papa Uniform Six Three Three Seven Eight Zero.
-Ma che cazzo parli in codice Reene? Hai paura che le pecore capiscano qualcosa?
-Samuel fa’ silenzio- disse Rinaldo mentre aspettava.
-Reene quella è la richiesta per un elicottero medico e non vedo nessun ferito in giro!
-Silenzio, che cavolo! L’elicottero medico arriva prima- Rinaldo guardava le pecore avvicinarsi in maniera inquietante.
-Secondo te ci hanno visto?
Rinaldo non rispose e una di esse belò.
-Cazzo Reene la faccio fuori- prima che il compagno potesse fermarlo, Samuel aveva già premuto il grilletto. Dal fucile partì una raffica di tre colpi che uccise la pecora. Le altre belarono arrabbiate avanzando in una compatta marea di lana.
-Via via via!- fece Rinaldo indietreggiando prima e mettendosi a correre poi.
-Chiama quel fottuto elicottero!- gli gridò Samuel.
-Lo sto facendo!- Rinaldo mise una mano sul comunicatore: – Alpha Four Four, qui Delta Seven Six mi sentite interrogativo passo.
-Ce ne sono anche lì!- urlò Samuel indicando davanti a loro. Le pecore anche se tali avevano avuto l’intelligenza sufficiente per accerchiare due uomini. Rinaldo adocchiò la porticina laccata di blu di un negozio e fece segno al commilitone. Samuel annuì, preparandosi col calcio del fucile. La porta cedette di schianto e i due entrarono. Rinaldo fece un rapido scandaglio della zona con l’ottica del fucile, mentre Samuel ammassava tutti gli oggetti pesanti contro la porta. Il belato delle pecore si fece più vicino. Alcune di loro premettero contro le vetrine del negozio.
-Presto!- fece Samuel, cercando di spostare un grosso tavolo da lavoro. Rinaldo si mise il fucile a tracolla e l’aiutò.
Finito si misero a perlustrare la zona. C’erano libri e libri, interi scaffali. Libri di viaggi e di fotografia.
-Aspetta- disse Rinaldo mentre fuori le pecore belavano insistenti. Guardò in alto, verso la striscia di vetro più in su ancora non coperta dai mobili e lesse:
erotskooB levarT ehT.
Samuel lo fissava stranito.
-The Travel Bookstore!- disse Rinaldo: -Ma lo sai cos’è?
-Un negozio di libri da viaggio?- azzardò Samuel.
il negozio di libri da viaggio! Quello del film Notting Hill. Dai, la porta blu, i libri, l’aiutante gay, non ti ricordi?
Samuel scrollò le spalle: -No.
Fuori le pecore belavano.
Rinaldo si sedette sull’unica sedia rimasta, mentre Samuel andò sul retro, guardingo. Poco dopo fu di ritorno: -Ho sentito un rumore- disse, l’espressione indecifrabile dietro la maschera.
-Ne sei sicuro?
Samuel annuì.
-Cazzo- disse Rinaldo e si alzò. Accese la luce del fucile incamminandosi sul retro. C’era una gran confusione di libri, poi un computer ed alcuni registri contabili aperti su una data qualsiasi.
Rinaldo stette in ascolto, poi imprecò e si tolse dapprima il cappuccio, quindi la maschera.
-Ma sei pazzo!- fece Samuel: -Sei passato da protezione MOPP4 a MOPP3 e poi MOPP2 in una manciata di secondi!
Rinaldo lo guardò: -Fanculo- gli disse. Ora lo sentiva anche lui, il suono. Era una specie di lamento, di balbettio. Veniva dal piano superiore.
Rinaldo fece segno al commilitone, poi mise un piede sul primo gradino.
Salirono mentre il rumore s’intensificava. Uno, due, tre gradini che come tutti quelli delle case inglesi erano di legno e scricchiolavano da matti. Cric, cric e la luce del fucile che dardeggia nel nulla.
Arrivati al pianerottolo, videro che dava su un miniappartamento, forse la casa del libraio. Rinaldo, che aveva visto il film, non ricordava niente del genere e imprecò a mezza-voce.
-Viene da lì- gli sussurrò Samuel. Rinaldo alzò il pugno destro, poi guardò Samuel e si portò una mano di taglio alla gola. Ferma. Più avanti pericolo, disse nel linguaggio muto dei guerrieri.
Lui avanzò e spense la luce del fucile. Prendendo il coraggio a quattro mani, svoltò un angolo. Cric fecero gli scarponi. Davanti a lui c’era una sagoma d’uomo, un tipo magro e nudo sino alla cintola. Parlava con un frigorifero. Il frigorifero era aperto ed emanava luce.
-È arrivato il tuo giorno Signore! Il giorno in cui l’agnello dell’Apocalisse aprirà i sigilli…
Liberando interi greggi di pecore, pensò Rinaldo.
Da sotto i belati aumentavano in maniera preoccupante. Era come se tutte le pecore di Londra si stessero accalcando sulla libreria di Notting Hill ed era altamente improbabile che desiderassero solo visitare i luoghi del film.
Rinaldo accese la luce del fucile e illuminò il viso dell’uomo. Era magro ed emaciato. I capelli lunghi scendevano scomposti sulle spalle e la barba solcava le guance attorno alle labbra piegate all’ingiù. Gli occhi scuri sembravano inchiodati alla porta del frigo: -Cos’è diventato il tuo popolo Signore? Come i sodomiti e quelli che credo si chiamino gomorroidi, ci derubiamo, ci uccidiamo l’un l’altro senza rispetto per il soffio vitale tuo. Siamo iniqui, giungendo perfino a ferire, massacrare i nostri bambini, il futuro! Non abbiamo forse rigettato il tuo insegnamento? Non siamo divenuti il Male? Troppo comodo identificar quest’ultimo con Satana! Troppe giustificazioni per l’animo abietto dell’uomo. Non siamo forse noi stessi il Diavolo? Non siamo forse noi la Malvagità? E allora ecco Signore il tuo agnello che rompe i sigilli e libera le greggi dell’Apocalisse! Eccole, le odo avanzare dagli inferi e vado, mi preparo ad accoglierle!- detto questo si fece il segno della Croce e voltò le spalle al frigo, dopodichè cominciò a scendere. Ogni tanto inciampava nella specie di gonna bianca a coprir le sue pudende ma si riprendeva tosto blaterando litanie mai udite.
Samuel spalancò gli occhi dietro la maschera. Rinaldo cercò di agguantare l’uomo: -Signore- disse: -Deve venire con noi.
Quello lo guardò con occhio vacuo: -Chi siete?
-Marine degli Stati Uniti- fece Rinaldo. L’uomo annuì, poi continuò la sua discesa.
-La prego di fermarsi- si oppose Rinaldo: -Siamo a capo di una forza NATO per il recupero dei superstiti nella zona rossa. Deve venire con noi.
L’uomo scivolò via dalla presa di Rinaldo e fece un altro passo: -Ecco, non senti?
Il soldato stette in ascolto: -Ma che diavolo?
Le pecore avevano smesso di belare. C’era una gran calma. Un silenzio di tomba.
-Leader Delta, mi ricevi?- la voce di Samuel gracchiò dal comunicatore: -Ho perso il contatto visivo.
-Ti ricevo Sammy- rispose Rinaldo: -Sono quasi al piano inferiore, mantieni la posizione. Passo.
Rinaldo fece segno all’uomo di aspettare, quindi discese completamente i gradini sino a giungere al piano inferiore. Accese il mirino laser, lasciandolo ondeggiare sugli scaffali, sui libri… sulla testa di una pecora.
S’erano infiltrate in silenzio e apparentemente con astuzia, rosicchiando una delle finestre sul retro mentre le compagne, davanti belavano per coprire il rumore. Erano una decina. Furono addosso a Rinaldo come niente. Quello urlò, lasciando partire una raffica. Le vampe del fucile illuminarono il pianoterra come flebili aneliti di vita, proiettando sui muri sataniche ombre ovine. Tutto questo mentre l’uomo misterioso continuava a salmodiare: -Sorgete o pecore dell’Apocalisse!
Una addentò la canna del fucile e si fece sparare in bocca. Pezzi di cranio e cervello schizzarono in ogni dove, fin sulla faccia di Rinaldo. Lui urlò, mentre le altre pecore lo sbattevano a terra e gli addentavano le carni. Iniziarono dalle mani, strappandogli i polpastrelli, gli addentarono le braccia, schiacciandone le ossa con ruminante insistenza.
-Aiuto! Cristo santo non voglio morire!
Una gli strappò il naso, un’altra gli tirò fuori un occhio dall’orbita e Rinaldo gridava e gridava, finché l’urlo divenne un rantolo accompagnato da spruzzi di sangue.
Le pecore lo fecero a pezzi, gli strapparono gli arti dalle articolazioni, gli frantumarono le ossa. E intanto belavano, belavano in maniera fastidiosa.
Quand’ebbero finito, rivolsero la loro attenzione alle scale. Una cercò di salirle e poi un’altra e un’altra ancora. Alla prima scivolò una zampa e cadde, investendo le altre. Rovinando ovinamente al suolo, belarono indignate e vennero morse dalle compagne.
Samuel per la paura s’era chiuso nel frigo. Tremava, non per il gelo. Aveva assistito in diretta alla morte del commilitone, divorato da quelle stramaledette pecore. Ora la mente minacciava di scoppiargli.
Il respiro era velocissimo e la maschera gli sembrava troppo stretta. Non toglierla, non toglierla, pensò. Farlo significava probabilità d’infezione. E l’infezione era la morte… o peggio: chissà che poteva fare il sangue di pecora mutante nell’uomo.
Quanto stette lì? Non lo sapeva neanche lui. Abbracciato al fucile, iniziò a pregare: lui che non era mai andato in chiesa.
Aveva mandato Dio le pecore? Possibile? O quelli dell’inglese erano solo deliri insensati?
Samuel tremò quando il comunicatore sulla spalla prese a gracchiare: -Delta Seven Six qui Alpha Four Four.
-Alpha Four Four!- strillò Samuel: -Qui Seven Six. Leader Delta codice Uncle, griglia Papa Uniform Six Three Three Seven Eight Zero, ripeto codice Uncle, griglia Papa Uniform Six Three Three Seven Eight Zero. Passo.
-Ricevuto e copiato Seven Six, siamo in arrivo, conferma coordinate precedenti. Passo.
-Confermo!- strillò Samuel.
-Seven Six guadagna posizione di recupero. Chiudo.
-Ricevuto e copiato Four Four- Samuel aprì cauto lo sportello del frigo, quindi scandagliò la zona col mirino laser.
Si vedeva solo l’inglese. Aveva risalito le scale fino al pianerottolo e guardava Samuel con aria ebete.
-Cristo santo che ci fa ancora lì? Deve venire con me signore!
-Jordan Cross- fece quello: -Mi chiamo Jordan Cross e non vado da nessuna parte.
-Quelle- replicò Samuel spazientito, puntando alle pecore di sotto (che capitombolavano le une sulle altre): -La faranno a pezzi!
Jordan annuì: -Possibile- disse.
-Allora venga! C’è un elicottero che sta arrivando di sopra.
Ma Jordan Cross non rispose e tirò fuori dalla gonna bianca un oggetto piccolo e scintillante. Sembrava una pistola, una pistola da laboratorio.
-Che cazzo di roba è?- strillò Samuel.
-Questa- fece Jordan guardando la pistola: -Contiene l’ira di Dio, i fulmini di Sodoma, le piaghe dell’Egitto.
-Porca puttana che diavolo dici?
-Ragionando in termini che definiremmo scientifici, è il virus creato da me su ispirazione divina- l’uomo indicò il frigorifero: -Per alterare il comportamento e l’aggressività dell’agnello. Mi ci sono voluti sette tentativi come i sette sigilli dell’Apocalisse e poi…- da sotto le pecore belarono.
-Pazzo bastardo!- ruggì Samuel, puntandogli addosso il fucile: -Pazzo!
Jordan sorrise: -L’ira di Nostro Signore! La modifica al virus che ho iniettato alle pecore. Essa è più potente dell’ebola di Reston.
-L’ebola di Reston?- chiese il soldato: -Un virus aerobico!- la consapevolezza gli dipinse il viso con toni accesi: -In quella pistola c’è un virus aerobico?
Jordan annuì, poi alzò gli occhi verso la luce del frigorifero: -Sia fatta la tua volontà Signore!- disse. La pistola gli cadde di mano. Samuel si lanciò in avanti, mancandola, ma urtando Jordan che finì lungo disteso sulle scale. La fiala contenuta nella pistola andò in frantumi, liberando il virus creato dall’inglese nell’aria. Jordan intanto, venne raggiunto dalle pecore che dopo averlo morso, lo presero come trampolino per ascendere le scale.
Samuel le vide arrivare e urlò. Prese il fucile, facendo partire una raffica e sparò finché i bossoli non coprirono il gradino su cui si trovava, poi tese l’orecchio in ascolto per cogliere il rumore dell’elicottero…
…ma nell’aria c’erano solo belati.

-È finita- disse: -Finita.

14/10/2009, Marcello Nicolini