CIÒ CHE SI ERANO LASCIATI ALLE SPALLE…

Il cancello  automatizzato  del  deposito  si spalancò  lentamente  e Brett  si intrufolò dentro. Vi era davvero un sacco di polvere ovunque  e comparivano  addossati  alle pareti  parecchi  strumenti da scavo e  apparecchiature  varie  apparentemente abbandonate  da tempo.

L’uomo  procedette con estrema  cautela, non c’era aria all’interno  e la sua  ingombrante  tuta spaziale da lavoro  non  sembrava  per niente  adatta  a  muoversi  velocemente  entro un’area  tanto ristretta, dal momento  che era stata concepita  appositamente  per essere indossata negli  spazi aperti, durante  il giorno, sulla  superficie  della Luna, ovviamente.

L’anziano sessantenne  avanzò  in modo risoluto  verso  lo scaffale  dove sapeva avrebbe trovato  quell’oggetto  che stava cercando. Era rimasto  là  sopra per così tanto tempo…I suoi guanti rinforzati da lavoro  rimossero  la borsa di plastica  che  si trovava  distesa sopra di esso, presero  l’obiettivo della sua ricerca  e  lo  sollevarono in modo da riporlo  religiosamente all’interno  della scatoletta metallica  da lavoro  che aveva posato  ai suoi piedi sul  pavimento  sporco  e  in pessimo stato.

Subito dopo, Brett  si  allontanò  in tutta fretta, certo di non  essere stato notato  da nessuno là  attorno. Dopotutto, si trattava di  un vecchissimo deposito  situato  sul  lato settentrionale  di  Doosra  Chand  Shehr  (Città  Luna 2)  di cui ormai  nessuno si curava  più, dato che  la zona in veloce  crescita  ed oggetto dei nuovi insediamenti  si era da tempo spostata  lungo  il confine  Nord-Orientale.

Il cielo stellato  nerissimo  sopra di lui  sembrava  silenzioso  come sempre, mentre l’uomo  se ne tornava  piano piano  verso  la  Main Dome  sotto cui sorgeva  la città in cui  viveva  e  lavorava ogni giorno.

Non appena  oltrepassò  la Grande Cancellata, intravide  le strade  e  i condotti  sempre pieni di  lavoratori provenienti  dal  Kazakhstan  assieme ad alcuni tecnici  Cinesi  che  affollavano  l’area, come  spesso avveniva. Le guardie NeoPakistani  scrutavano  attentamente  chiunque passasse da quelle parti, e  non si lasciavano sfuggire  niente. Il  Natale  del 2102  era  ormai prossimo  ma nessuno  là  fuori sembrava curarsene, in realtà. Le condizioni lavorative  e  la vita  quotidiana  a  Doosra  Chand  Shehr   era  molto difficile  oggigiorno, ed oltretutto  le festività natalizie  erano state espressamente proibite molti anni prima…

Temendo il  loro sguardo  inquisitorio, Brett  si allontanò  di là  immediatamente, dirigendosi  verso  il grosso, malridotto  capannone  che fungeva  da  alloggio  per tutti i lavoratori e la manovalanza occidentale  che  risiedeva all’interno della città. Una volta dentro, l’anziano  di  accoccolò  sulla sua branda, quindi  posizionò  la sua scatoletta  sulle lenzuola e l’aprì  delicatamente, tirandone fuori  l’importantissimo contenuto.

Non appena  il  lavoratore  aveva avuto notizia  che il suo  ultimo figlio, di soli quindici anni ma già  da tempo  abituato  ad operare  all’aperto  per più  di dieci ore al giorno  in una tuta spaziale rinforzata, proprio  come lui, sarebbe finalmente venuto a fargli visita, Brett aveva  subito deciso  di consegnargli un dono davvero  speciale  quest’anno. Il ragazzo era  addetto  come operaio  al sito  in cui venivano erette  le prime costruzioni di ciò  che sarebbe divenuta  presto  un’altra  Main Dome  torreggiante sul paesaggio lunare, e non vi erano solitamente occasioni  di incontrarsi  durante gli altri mesi. E così  aveva  scelto proprio  quel  vecchio pezzo di metallo  che aveva trovato per caso  alcune settimane fa, mentre  cercava in quello stesso  deposito abbandonato qualche datato strumento con cui sistemare finalmente il suo tavolo  da tempo  traballante e male in arnese.

Dapprima  non  aveva creduto  a ciò che si era visto dinnanzi, ma poi  tutte quelle fotografie  ed i numerosi documenti  cartacei  allegati  ad esso  lo avevano convinto decisamente. Mentre  fissava in silenzio  quei vecchi  resti metallici, grattandosi nervosamente il pizzetto  grigio, un  sacco di cose gli  passarono per la mente…

Gli scienziati più  avveduti  avevano da tempo  lanciato il loro grido d’allarme, preannunciando  che il ciclo di attività solare  del 2012  sarebbe stato in grado  di causare violentissime  tempeste  che avrebbero potuto  lasciare  molte aree della Terra  senza comunicazioni ed elettricità  per molti  mesi. Alla fine  era proprio ciò che  era avvenuto  ed i disagi ed  i malfunzionamenti  era durati  per lunghe settimane…

I  giganteschi campi magnetici  presenti  all’interno del  Sole  avevano rilasciato  nello spazio  un  incredibile ammontare  di energia  e  moltissime particelle cariche  provenienti  da quelle esplosioni avevano finito  per colpire  il nostro pianeta  alla velocità  di milioni di chilometri  all’ora. Sfortunatamente, il campo magnetico  della Terra, che aveva già da tempo  cominciato  ad indebolirsi  durante gli ultimi secoli, aveva  diminuito  grandemente la protezione che per un lunghissimo periodo  aveva  fornito alla superficie abitata  ed il lato  del  nostro mondo  direttamente  raggiunto  da quelle  pericolosissime  particelle  aveva finito per  subire danni inimmaginabili  alfine. Tutti i circuiti erano saltati, le centrali energetiche  erano stare costrette a chiudere  e moltissime imprese avevano cessato improvvisamente  la loro attività. Anche le strutture militari, ovviamente, erano state pesantemente  colpite…Di conseguenza, allorché  sorse il nuovo giorno, l’equilibro politico mondiale  si rivelò  improvvisamente  sovvertito, in quanto  tutti i paesi  che si trovavano situati sul lato opposto del pianeta –i quali erano  stati  preservati in modo fortuito  dalla collisione diretta  con quell’energia dannosissima  grazie  alla rotazione terrestre- colsero subito al volo l’opportunità  offerta loro  e  misero  a frutto  la   nuova supremazia  di cui disponevano  al momento  in campo militare, tanto  da  sottomettere  in breve  tutte le  (una volta…) potentissime  ed  invitte  potenze  occidentali  ed  a riuscire  a costringerle  ad arrendersi  senza condizioni  dietro la minaccia  delle  loro  armi di distruzione di massa che risultavano ancora perfettamente funzionanti e pronte  ad essere  impiegate…La situazione mondiale era  così  cambiata completamente nello spazio di  pochi  giorni.

Nuove superpotenze si erano  erette a  padrone del globo, come  la Supremazia NeoPakistani  ed altri stati della stessa area  dotati  di armi nucleari, che  si dimostrarono subito  privi di scrupoli  e  pronti ad  ogni  atrocità  pur di assoggettare tutti gli altri al loro volere…Nel volgere di pochi decenni, essi riuscirono perfino a raggiungere  la Luna grazie  al  saccheggio  di così  tante  ricchezze e ritrovati tecnologici  presi  dalle vecchie  potenze mondiali  ormai  decadute, di cui si servirono  per creare  un proprio ambizioso programma spaziale…E  cominciarono addirittura a vantarsi di essere stati  loro i primi  ad aver ottenuto  quel risultato  che  affermavano essere senza precedenti in tutta la storia dell’Umanità! Ovviamente, non dicevano  la verità, tuttavia  le prove, i  video e le fotografie  del passato che  avrebbero  facilmente potuto  smentirli, dimostrando  che già  qualcun altro prima delle loro navicelle  avevano raggiunto la  superficie lunare nel secolo scorso, erano state appositamente distrutte  in  attuazione delle nuove vedute politiche e del preciso disegno ideologico delle nuove superpotenze  della Terra.

Più  di 90 anni  erano passati da  allora, ormai solo  pochissimi  ancora potevano  forse ricordare  quei tristi eventi che la nuova  storia  ‘ufficiale’  aveva  fatto del suo meglio  per  rimuovere interamente  dalla  memoria di  tutti coloro che vivevano  oggigiorno  sul pianeta  e sulle due colonie lunari.

Ma proprio loro, i  discendenti  di quei vecchi  scienziati  Americani- ora semplici lavoratori sottopagati  a tempo pieno  che  si accontentavano solo di  un  po’ di pane  e  di una bevanda zuccherata  per pranzo – mantenevano un  chiaro ricordo  di tutto ciò.

Quale dono  più bello  per suo figlio  in occasione  delle  festività natalizie, fra l’altro  ormai –purtroppo-  ufficialmente disconosciute? Ovviamente, un  pezzo  di  quegli antichi resti  del modulo  lunare dell’Apollo, meglio noto come  LEM (Lunar Excursion Module) che i primi poveri  coloni,  inviati  fin qua con la forza  dall’Asia Centrale, avevano trovato per caso  in quel  sito dimenticato, decidendo  di tenerli  ben  nascosti  alle  autorità  della Supremazia  NeoPakistani  fino ad oggi, celandoli  all’interno di quel deposito  in disuso da tempo ai  margini  di  Città  Luna 2.Tutti loro erano stati  forzatamente  spostati altrove da  anni  in modo che  continuassero la  propria faticosa  e  spesso letale  attività  volta alla costruzione di nuove strutture sulla Luna, e così  quei resti  erano rimasti là dentro, ormai dimenticati  da tutti, ma sempre ben protetti, tuttavia…

Questo  era ciò  che  gli stremati  lavoratori che li avevano preceduti in quel luogo  lontano  nello spazio, in cui albergava  tanta sofferenza e fatica,  avevano messo da parte  in segreto. Una prova indiscutibile  di un  glorioso passato ormai perduto per sempre…

Sergio Palumbo