AKIM

“Akim” è un personaggio dei fumetti molto particolare: è sicuramente il più famoso tarzanide (personaggi ispirati al “Tarzan” di Edgar Rice Burroughs) italiano e spesso e volentieri nelle sue storie, molto più del suo “capostipite letterario”, ha incontrato il genere fantastico, sotto ogni sua forma e accezione, dal fantasy alla fantascienza, dal weird all’horror al mystero. “Akim” inoltre è stata anche una delle serie più durature e longeve del panorama fumettistico del nostro paese: ha avuto in tutta la sua “carriera” la bellezza di quattro vite editoriali per un totale che si aggira intorno ai 1500 numeri.

I suoi primi albi erano i cosiddetti “a striscia” e furono editi in Italia dal 1950 al 1967 dalla Tipografia M. Tomasina a cadenza settimanale su testi di Roberto Renzi e disegni di Augusto Pedrazza per un totale di 894 numeri. La pubblicazione venne divisa in due periodi, la prima serie comprende 99 numeri dal 10 febbraio 1950 al 28 dicembre 1951, mentre la seconda 795 numeri dal 3 gennaio 1952 al 31 marzo 1967. Inoltre dal 1954 al 1968 le strisce vennero ristampate dalla Tipografia M. Tomasina in “Akim Gigante”, pubblicazione composta da ben cinque serie di albi comprendenti anche storie inedite per un altro totale di 508 albi spillati.

E queste furono le prime due vite di “Akim”.

Otto anni dopo, “Akim” tornò in edicola con una serie a fumetti in versione bonelliana: uscita tra il 1976 e il 1983 questa terza versione del personaggio riprendeva l’omonima del 1950 e fu pubblicata dalle case editrici Altamira (l’attuale Sergio Bonelli Editore) dal 1976 fino al 1980 e Quadrifoglio dal 1980 al 1983, per un totale di 84 numeri mensili più un albo speciale. Ai testi c’era ancora una volta Roberto Renzi e ai disegni sempre Augusto Pedrazza coadiuvato da Pini Segna.

La quarta e ultima vita di “Akim” è storia recente, visto che da qualche anno If Edizioni sta procedendo alla ristampa completa della versione bonelliana in albi doppi con copertine nuove inedite opera di Corrado Mastantuono, finora giunta a poco meno di una decina di numeri.

Fino a qua la storia editoriale di “Akim”, ma vediamo ora chi è esattamente questo personaggio.

Ispirato in parte ai romanzi di Salgari, in parte a quelli di Kipling e in parte al “Tarzan” di Burroughs, Akim ha origini aristocratiche e in realtà il suo nome è Jim (come il ragazzino orfano che in seguito adotterà): figlio del console inglese a Calcutta, il conte Fredrick Rank, è naufragato da piccolo al largo dell’Africa e si è salvato raggiungendo la terraferma insieme alla madre. La donna viene però subito sbranata da una pantera, mentre il bambino viene salvato e allevato da una tribù di scimmie il cui capo è l’orango Arab. Il bimbo cresce e impara a parlare con tutti gli animali della giungla, venendo accettato e rispettato da tutte le specie divenendone presto il re.

Nelle storie scritte ex-novo prodotte per la Francia (in tutto altri 756 numeri che si aggiungono a quelli dell’edizione italiana portando il conto a oltre 2000 storie pubblicate), gli autori iniziano la saga con alcune varianti: qui troviamo un aereo in difficoltà che cade nella giungla, incendiandosi; un bambino viene salvato dal gorilla Kar, figlio di Udug, che lo adotta e gli dà un nuovo nome, Akim appunto.

Se a una prima occhiata sembra lo stesso copione di “Tarzan”, in realtà “Akim” si differenzia dal “cugino” burroughsiano sia per l’inedita antropizzazione delle varie specie animali che si incontrano nelle storie sia per una forte sensibilità ecologica della serie, con frequenti richiami a un rapporto più equilibrato tra uomo e Natura.

Le apparizioni di membri del clan di Akim sono molte e variano da episodio a episodio: il nucleo è comunque più o meno costante, con il gorilla Kar e le dispettose e sfaticate scimmiette Zig e Ming. A loro si aggiungono spesso due personaggi umani: Rita, la compagna di Akim, e Jim, un ragazzo orfano adottato dal re della foresta. Ruoli minori sono occupati anche dai re delle varie specie animali: in particolare l’elefante Baroi, il leone Rag e l’orso Brik.

Anche i nemici storici di Akim si contano a decine, e tutti di gran peso caratteriale e figurativo: la pantera nera Orrg che gli ha ucciso la madre; la sanguinaria tribù dei Gabon comandata dall’invasato Matù, seguace dell’idolo di Kaha; i fantascientifici scienziati (pazzi) come Mister Gold, Genius e il Dottor Xor; l’alieno trasformista Mixor; l’invisibile Professor Winter; i mascherati Atomix, Kadabras e Misterior; il Generale Samura; il pirata Cin Fu; l’occulto Ragno Nero; il colosso guerrafondaio Kid Motimbo; i mostruosi Principe Tigre, Drug e Terror. Senza contare poi le incursioni di popoli scomparsi, come gli antichi romani, mongoli, vichinghi, indiani, arabi, africani, marziani di Marte e (perfino) unicorni, minotauri, mostruosi lucertoloni preistorici e piante carnivore… insomma, di tutto e di più!

Per avere un’idea più precisa del carattere fantastico a 360 gradi della serie, basta dare un’occhiata a molti dei titoli degli albi che non lasciano spazio a dubbi sulle tematiche affrontate: “L’isola senza tempo”, “Gli uomini falco”, “Il terrore viene con la pioggia”, “La vendetta dello stregone”, “Gli alberi vampiro”, “Il signore delle tenebre”, “Base spaziale”, “La regina della galassia”, “Le spade di ghiaccio”, “La terra delle iguane giganti”, “Genius e i super robot”, “L’uomo venuto dallo spazio”, “Spettri neri”, “L’idolo robot”, “Gli uomini rettile”, “Gli insetti invadono il mondo”, “Axor, il pianeta dei diamanti”, “La maledizione del faraone”… sono solo alcuni esempi, ma non certo tutti! La fantasia era di casa in “Akim” e lo è stata per lungo, lungo tempo!

Davide Longoni