LO SHENG DELL’AMORE

Aveva perduto il suo unico amore, per sempre.

Feng pensava continuamente a lei e quello era il più pesante di tutti i fardelli che si portava dietro nel suo andirivieni fra i villaggi, lungo le vie che si dipanavano per i vasti distretti rurali.

Era sempre stato preso dalla sua attività itinerante di rivendita di vasellame  e cianfrusaglie varie, durante tutto l’anno, finché un giorno, tre anni orsono, aveva fatto un incontro che gli aveva cambiato la vita: mentre si trovava nel villaggio di Meifeng aveva visto un’esile donna chiamata Meixiu, vent’anni, una pelle chiara su cui risaltava la folta capigliatura – nera come gli occhi profondi – legata a crocchia sulla nuca. Viveva in una capanna di legno vicino al Lago Yuèhai, suo marito era morto anni prima e Meixiu apparentemente era in cerca di qualcuno con cui condividere nuovamente la propria vita. Ma la popolazione del villaggio era costituita solo da ragazzini, donne e alcuni vecchi reduci moribondi dell’ultima guerra  sanguinosa, combattuta al servizio dell’Imperatore.

Feng si era subito innamorato di lei e da allora coglieva l’occasione per dirigersi a Meifeng ogniqualvolta viaggiasse per affari. Il suo lavoro gli offriva molti pretesti per presentarsi a casa di Meixiu per tentare di venderle qualcosa, ma quando si era reso conto che la donna non disponeva di molte sostanze Feng aveva preso a regalarle qualche pentola. Lei era sempre molto gentile verso di lui, un ampio sorriso sul suo bel viso.

Dopo alcuni mesi, l’uomo si convinse che Meixiu corrispondeva i suoi sentimenti. Ben presto i due decisero di vivere assieme. Da allora in poi, il mercante non si spostò più per un anno intero, impegnato com’era a sistemare la loro abitazione per renderla più confortevole  possibile. Tuttavia, alla fine di quel periodo, causa il maltempo che aveva danneggiato le coltivazioni in tutta l’area, Feng fu costretto  a riprendere giocoforza i suoi viaggi di lavoro.

Quando però l’uomo ritornò, in primavera, trovò la casa bruciata e l’adorata moglie morta…

Predoni!

Avevano sempre girovagato nei pressi delle vicine  montagne, senza mai attaccare Meifeng prima d’ora. Forse quell’inverno freddissimo li aveva spinti fino al lago in cerca di cibo.

Feng si vide crollare il mondo davanti.

Per alcuni mesi la disperazione per il perduto amore fu tale che non gli importò più di niente, se ne stava  per conto suo, non incontrava nessuno, si fece crescere a dismisura la barba ed i capelli scuri… Alla fine, una mattina uscì all’aperto, restandosene a fissare il litorale: sapeva che se fosse rimasto ancora in quel luogo sarebbe morto, ne era più che  sicuro. Così decise di andarsene, per non fare mai più ritorno.

Viaggiare per conto proprio era stato il suo modo di vivere per così tanto tempo, ma ora a  Feng non pareva più sopportabile… Aveva vagato a lungo qua e là, poi fra una taverna e l’altra fino a lasciarsi andare e finire ben presto sulla strada, come un poveraccio qualsiasi. Una sera, mentre tracannava un liquore in un locale, Feng aveva incontrato quel vecchio soldato male in arnese, Aiguo, il quale se n’era stato in silenzio buono buono ad ascoltare tutte le sue disgrazie ed infine si era convinto a regalargli il suo aerofono: uno strumento a fiato tradizionale, dotato di una lamella elastica curva. L’anziano militare l’aveva chiamato lo Sheng dell’amore, presentandolo come un oggetto magico! Aiguo diceva di averlo ricevuto a sua volta in dono da un monaco in passato, ma non si era mai mostrato all’altezza di farlo vibrare nel modo giusto, poteva darsi che dopotutto quello strumento potesse essere più utile al mercante di quanto lo era stato a lui  finora…

Dapprima Feng mostrò diffidenza mista a scarso interesse, tuttavia la storia che gli venne raccontata riguardo lo Sheng lo spinse a prestare maggiore attenzione.

-Modulando la giusta melodia, mentre poni la mente alla persona che ti manca, potresti riuscire infine ad evocare per davvero il tuo perduto amore – gli disse il soldato.

Aiguo aveva tentato a lungo, senza speranza, purtroppo. Ad ogni modo, le sue abilità musicali non erano mai state un granché, forse era solo quello il motivo per cui non aveva mai ottenuto il risultato desiderato. Magari Feng avrebbe avuto maggior fortuna, se solo si fosse concentrato a sufficienza…

In realtà lo Sheng non era in grado di resuscitare la sua beneamata moglie, però poteva generare una figura simile a lei in tutto e per tutto!

Probabilmente Feng non avrebbe mai provato a cimentarsi a suonarlo se non fosse già stato del tutto sbronzo quella notte in quel vicolo buio. Cominciò a soffiarci dentro a più non posso e ben presto una figura femminile – quasi indistinta – gli apparve davanti: anche se gli ricordava vagamente la moglie perduta, tuttavia non era molto somigliante. Non sapeva come fosse riuscito ad evocarla davvero, magari semplicemente a causa del suo forte dolore misto all’ubriachezza… chissà!

Così aveva riprovato la sera seguente, concentrandosi sull’immagine che conservava di Meixiu, ed era comparsa di nuovo! Dopo un po’, infine, riuscì a visualizzare una donna quasi identica al suo perduto amore. Ed era viva, non si trattava di un qualche fantasma… Tuttavia l’uomo ricordò che era stato espressamente  avvertito che, sebbene l’apparizione sembrasse in tutto e per tutto simile a lei, le sue memorie non erano quelle di sua moglie. Era come se fosse nata un’altra volta, però già adulta, e dovevano pertanto esserle impartiti gli insegnamenti adatti…

A Feng era stato detto che la donna avrebbe potuto rimanere in questo mondo solo per un’intera giornata. Al tramonto sarebbe di nuovo scomparsa, per poi essere rievocata nuovamente grazie a quella stessa musica il giorno successivo.

Il mercante era felice che gli fosse stata concessa la possibilità di ritrovarsela al suo fianco! Però ora veniva il difficile: riuscire a conquistare il suo cuore…

Fin dall’inizio, la figura femminile si era sentita sperduta, tuttavia con il passare dei giorni la sua personalità aveva acquistato un maggiore spessore. Sebbene fosse un’altra persona rispetto alla defunta moglie, con il tempo avrebbe potuto diventare esattamente come Meixiu, pensava Feng… se solo lui fosse riuscito a farla innamorare. Un’altra volta ancora.

 

L’uomo  si stabilì in una nuova casa sempre nel distretto di Meifeng, sulla sponda opposta del Lago Yuèhai, e prese a suonare lo strumento a lungo finché non riuscì a dare alla donna una migliore definizione. Infine un giorno, mentre passeggiava lungo la spiaggia, gli occhi di Feng ed i suoi si incontrarono ed accadde qualcosa. Lui la baciò e lei fece lo stesso.

C’era riuscito!

Quel pomeriggio fu il più bello della sua vita, proprio come quando Meixiu aveva ricambiato il suo amore per la prima volta!

Il mercante si ripromise che non l’avrebbe mai più lasciata, il suo unico pensiero era stare con lei per tutto il tempo che gli restava, e così cominciò a costruire delle reti per i pescatori del posto invece di dedicarsi ancora al commercio itinerante. Questa volta  non voleva più separarsi dalla sua donna per nessun motivo, temeva che qualcosa di brutto potesse capitarle nuovamente. 

Ma purtroppo talvolta si finisce per incontrare il proprio destino lungo la strada che si è scelta proprio per cercare di tenersene alla larga…

Un giorno, mentre era al lavoro, inavvertitamente Feng si tagliò un dito con il coltello. Sulle prime non gli diede alcuna importanza, ma ben presto si accorse di aver contratto un’infezione. Quando comprese che quel malessere ,che  ormai si era  diffuso per tutto il corpo, non poteva più essere curato l’uomo si sentì perduto!

Una mattina, subito dopo aver suonato lo Sheng mentre si trovava sul litorale  deserto, Feng improvvisamente cadde sul fianco al suolo. Quando la donna trovò il suo corpo morto sulla spiaggia, pianse e si disperò. Quindi restò a fissare l’aerofono a lungo, in silenzio. Non aveva mai provato a suonarlo, ma sapeva bene che necessitava di quella musica per poter continuare ad esistere in questo mondo.

Dunque iniziò a soffiarci dentro e fece del suo meglio per gran parte della giornata. Era perfettamente consapevole che, se non ci fosse riuscita, sarebbe stato impossibile evocare una figura come quella del suo uomo ormai defunto, il quale in cambio avrebbe poi potuto suonare lo Sheng per lei ogni giorno.

E non vi era più molto tempo per riuscirvi prima del tramonto…

Sergio Palumbo